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Autore: Acidia    01/03/2012    2 recensioni
|Seblaine| E guardando Sebastian, Blaine non riuscì a non pensare a Kurt, al suo sorriso ottimista, alla sua risata cristallina. Quasi gli venne da piangere alla consapevolezza che quella relazione era ormai diventata un’illusione.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Would you lie with me

Would you lie with me

[and just forget the world?]

 

 

 

 

 

 

I need your grace
To remind me
To find my own

 

 

 

 

 

 

Blaine Anderson era il perfetto ragazzo che tutti avrebbero voluto avere, sorriso sulle labbra, una buona parola per tutti e gesti premurosi da dedicare a qualsiasi persona si fosse trovata in difficoltà.

Blaine Anderson era gentile e affettuoso, così sicuro di sé, con sempre la soluzione a portata di mano. Kurt, il suo ragazzo, era orgoglioso di lui. Quando il pomeriggio uscivano assieme ne faceva quasi sfoggio, come se fosse l’animale più raro del mondo, dell’universo, dell’intera galassia.

La camicia era sempre perfettamente in ordine, il pullover sempre così impeccabile, i pantaloni beige che calzavano a pennello e senza neanche una piega. Se le persone si fossero soffermati a guardarlo lo avrebbero sicuramente paragonato ad un manichino da vetrina. Impeccabile. Il capello perennemente ingellato, nemmeno un ciuffo scomposto, neanche un ricciolo fuori posto. Assolutamente perfetto.  

Ma se le persone invece si fossero soffermati a vederlo davvero, avrebbero notato il sorriso tirato, le unghie mangiucchiate, lo sguardo spento, la voce stanca… la sua unicità che pian piano svaniva, la sua vera bellezza che si dissolveva, lasciando spazio ad un individuo abitudinario, meccanico. Un perfetto robot programmato per soddisfare tutti, per non deludere nessuno, per essere apprezzato e amato per quello che non era.  

Nonostante ciò, Blaine Anderson sperava ancora in un mondo libero dalla superficialità, dall’apparenza, dalla credenza comune che per essere qualcuno bisognava anche sapersi comportare, vestire, pensare in un certo qual modo.

Credeva ancora nelle parole di sua madre che fin da piccolo lo avevano cullato ‘sii sempre te stesso e segui i tuoi sogni’, forse un po’ meno in quelle severe di suo padre ‘cerca di renderci sempre orgogliosi di te’ e in quelle di suo fratello che ne aveva fatte una filosofia di vita ‘vai avanti per la tua strada e non guardare in faccia nessuno, tu sei unico e loro non sono nessuno’.

Ma ora Blaine Anderson era stufo, esausto, completamente spossato. Non ne poteva più di quello che le persone si aspettavano da lui, a partire dal colletto sempre abbottonato alla risata sempre pronta. Era solo un liceale che avrebbe dovuto godersi un po’ di più la vita e aspettare prima di diventare adulto, senza avere fretta di crescere troppo velocemente.

E forse era proprio per quel motivo che si trovava alle dieci di sera disteso a terra, tra il terriccio e qualche foglia verde a fumare erba. E il fatto che disteso affianco a lui ci fosse anche Sebastian Smythe era del tutto irrilevante, di poca importanza. Le mani che si sfioravano leggermente, le gambe quasi incrociate tra loro, il respiro leggero, rilassato.

Il fatto era che Sebastian Smythe non si aspettava proprio niente da Blaine, con lui non doveva fingere di essere quello che non era, di essere così perfetto e impeccabile. Anzi, con Sebastian aveva scoperto dei lati di sé che mai avrebbe immaginato di possedere. Il balbettare leggermente ad una sua affermazione sconcia sussurrata all’orecchio, il rossore che gli si formava sulle guance e sulla punta delle orecchie ad un suo complimento, lo sguardo basso e imbarazzato ad uno suo indagatore e malizioso. L’insicurezza, il non sapere  cosa fare in ogni situazione, il cuore che batteva forte quando era in sua presenza. La risata liberatoria e perché no, anche il cazzeggio e la spensieratezza. Sebastian gli ricordava l’infanzia perduta, i pomeriggi passati a disegnare alberi e soli sorridenti, le corse con gli altri bambini dopo l’asilo, nascondino. I suoi capelli biondi gli ricordavano l’estate, il sole che gli scaldava la faccia mentre faceva castelli di sabbia, il profumo della salsedine, il mare. I suoi occhi verdi lo riportavano alle giornate in montagna trascorse con la sua famiglia, le passeggiate nei boschi, i mirtilli raccolti negli alberi. Ed era così assurdo e strano pensare che proprio Sebastian, quel ragazzo sfrontato e malizioso, all’apparenza un po’ scostante, gli ricordasse i momenti più belli e felici della sua vita. Sebastian era il rock, quello classico, quando ancora non era contaminato dal tempo e dalla superficialità ed era il suo Beethoven, un uomo che aveva creato una sinfonia così sublime, il suo inno alla gioia. Era il pop energico e spensierato, era le canzoni tristi e malinconiche che ti facevano piangere la notte sotto le coperte, era esasperazione, rabbia, felicità…calore. E forse era l’erba che stava fumando, o il periodo buio che stava vivendo, ma in quel momento Blaine si rese conto che quei sentimenti così profondi e belli non li aveva provati nemmeno per Kurt, il suo amato e dolce Kurt. Forse quei sentimenti non li aveva mai provati in vita sua per nessuno dal momento che era solo un ragazzo di diciassette anni, con ancora tanto da dare e da ricevere, con delle esperienze da fare, con tanto amore da donare e condividere. Blaine doveva semplicemente sbarazzarsi di tutte le responsabilità che si era accumulato addosso, delle maschere che si era creato per proteggersi… delle bugie. E chissà che Sebastian non fosse lì proprio per quello, per aiutarlo a liberarsi finalmente di quella parte di sé che tutti amavano e veneravano, ma che lui odiava con tutto il cuore.

Questa nuova consapevolezza fece stringere un qualcosa di indefinito nel petto di Blaine, propagandosi poi per tutto il corpo, facendogli provare una strana sensazione di gioia e disperazione, forse un po’ d’ansia. Inconsapevolmente la sua mano strinse forte quella del biondo, trovando dita, morbidezza e calore. E fu con grande sicurezza che Sebastian rispose accarezzandogliela di rimando, pizzicandogli piano il polso, facendogli poi un leggero solletico con i polpastrelli.

I suoi occhi chiusi si aprirono nel sentire un leggero spostamento da parte del suo vicino e si trovò presto a contemplare delle iridi verdi che lo stavano scrutando attentamente. Sebastian ora era leggermente sopra di lui, le labbra socchiuse e il volto che si avvicinava al suo. Un tocco leggero, delicato e poi il fumo che passava da una bocca all’altra, facendoli sospirare piano, la mano di Blaine che accarezzava i capelli di Sebastian, lingue che si sfioravano appena.

‘Non possiamo…’ un sussurro appena udibile e uno sbuffo accennato.

Sweetheart per una volta non pensare’ Sebastian che cercava come al solito di farlo desistere facendo incontrare nuovamente le labbra bisognose e vogliose.

Blaine strinse forte le dita tra i suoi capelli, facendolo allontanare leggermente.

‘Non ora’ disse accarezzandogli piano la nuca. Bugie, solo bugie.

‘Mpfh… giusto, Kurt…’ rispose Sebastian scuotendo la testa e accennando ad una smorfia. Blaine gli accarezzò gli zigomi e la mascella, poi la bocca e il collo. Aveva un buon odore e soprattutto un buon sapore. Sapeva che se avesse continuato a stare con lui poi non ne avrebbe più potuto fare a meno. Era cocaina ed eroina. Pretty like drugs. Dava assuefazione e dipendenza. Più uno cercava di allontanarsi dalla propria droga, più gli si avvicinava.

‘Rimani con me dolcezza’ e di nuovo labbra ovunque, sul suo collo, sul mento, tra i suoi capelli.

‘Non posso…’ e le mani di Blaine che imperterrite cercavano di spostarlo da sé, tirando, spingendo, allontanando, avvicinando. Proprio come la falena con la lampadina. Finchè non si brucia.

‘Blaine, Blaine… sei il mio dolce tormento. Dovevi pensarci prima di farmi assaggiare il tuo sapore’ gli prese la mano che fino a quel momento era rimasta appoggiata al suo petto e iniziò a baciarla e a mordicchiarla dispettoso, lo sguardo ancora incatenato a quello del bel moro.

E guardando Sebastian, Blaine non riuscì a non pensare a Kurt, al suo sorriso ottimista, alla sua risata cristallina. Quasi gli venne da piangere alla consapevolezza che quella relazione era ormai diventata un’illusione. L’angoscia che lo assalì quando si rese conto che il suo era solo un’ideale, che si era aggrappato così disperatamente all’idea di coppia felice con Kurt per paura di soffrire, perché il suo adorato ragazzo non avrebbe mai permesso che succedesse. Non l’avrebbe mai lasciato. Perché Kurt Hummel era una garanzia. Si era creato un mondo che pian piano si stava sgretolando portandolo così alla cruda realtà. Blaine Anderson aveva soltanto diciassette anni, un periodo buio e un’identità da rivalutare, perché a quell’età non tutto è così semplice, anche lui aveva i suoi problemi a casa, i litigi con suo padre, la delusione negli occhi di sua madre, le paure; non era stato così facile scoprire chi era e aveva ancora così tanta strada per capire cosa sarebbe diventato. Un passo alla volta, senza fretta, con magari Sebastian Smythe al suo fianco, magari solo per un altro po’. 

Forse avrebbe dovuto dare la colpa proprio a lui, perché prima di incontrarlo non si era mai sentito così pieno e vuoto, così insicuro ma consapevole. Solo un ragazzo.

Le labbra di Sebastian continuavano ad accarezzarlo, sulle dita, sul palmo, poi verso il polso. Così delicato. Così poco da Sebastian.

‘Sai, non pensavo che potessi diventare ancora più seducente e sexy conciato così…’ disse il Warbler riferendosi ai capelli liberi dal gel e alla camicia stropicciata e sbottonata sul collo. Sebastian riusciva a farlo sentire davvero desiderato, bastava che quel verde si posasse su di lui per farlo sentire attraente. Blaine abbassò lo sguardo imbarazzato e a malincuore tolse la mano dalla bocca del biondo.

‘Smettila di prendermi in giro, Sebastian’ mormorò stanco. In realtà doveva ancora capire cosa quel ragazzo volesse da lui. Divertimento, un gioco…? Riuscire a conquistarlo per poi buttarlo come una bambola di pezza rotta…?

Forse non riusciva a lasciarsi andare perché aveva paura che da un momento all’altro Sebastian potesse stufarsi di lui. Semplicemente non si fidava abbastanza. Un buon rapporto di solito si basava sulla fiducia, sulla lealtà. Qualità che il Warbler non possedeva in quel momento, non per Blaine.

‘Non lo sto facendo, tesoro’ e di nuovo le sue mani erano su di lui, tra i suoi ricci ribelli, sul suo viso ‘io credo che tu abbia paura di sentirtelo dire, perché andrebbe contro la tua immagine di ragazzo perfettivo, tutto gel e vestiti sempre impeccabili’ continuò avvicinandosi alla sua bocca ‘mi dispiace, curly boy, ma non ho alcuna intenzione di assecondarti e di prestarmi al tuo gioco’ e questa volta labbra insistenti e aggressive si posarono sulle sue. Un bacio fatto di denti e di lingua. Saliva e sangue. Questa volta Blaine non oppose nessuna resistenza, lasciandosi trasportare per una volta dalla disperazione, mordendo a sua volta, marchiando dolcemente quelle labbra che erano state create solo per quello. Per una volta al diavolo tutti e tutto. Al diavolo la sua lealtà nei confronti di Kurt, al diavolo il suo essere un bravo ragazzo, potevano andarsene al diavolo anche tutti i suoi ideali, tutte le sue paure. Ora c’era solo Sebastian, la sua bocca, il suo viso, il calore, la sicurezza.

Take me back to the start…’ e di nuovo il mare e la montagna. L’infanzia.

 

 

 

 

 

 

Angolo delirio: Non so cosa sia questa cosa, in realtà non doveva essere così deprimente, anzi. Ma come al solito inizio con un’idea e mi ritrovo a scrivere tutt’altro. Diciamo che questo è un piccolo sfogo, glee inizia seriamente a farmi sclerare e ammattire. Ho voluto descrivere un Blaine un po’ inedito, sottolineando il fatto che sia solo un liceale, con ancora un’identità da formarsi #perché anch’io sono stata una liceale# e con questo non voglio dire che a lui non piacciano il gel ed i vestiti impeccabili, assolutamente no, ma ognuno di noi credo abbia avuto un periodo un po’ del cazzo. Credo che l’insoddisfazione abbia colpito anche voi ad un certo punto della vostra vita. A me sicuramente. E poi sinceramente io credo che questo personaggio sia molto di più di quello che ci vogliono propinare ogni volte quei maledetti autori. #approfondimento please!# Comunque questa è la mia prima Seblaine, non ho mai scritto su questo fandom, non so nemmeno se ne sono in grado. Abbiate pietà (ma anche no). E direi che chiudo qui, perché altrimenti impazzisco. See you soon!

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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