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Autore: doubleinfinity    01/03/2012    0 recensioni
non lasciatevi ingannare dal titolo, che potrebbe portarvi a pensare che si tratti di glee, stavolta no, mi sono completamente dedicata ad una storia da directioner.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi metto dietro alla macchina dei ragazzi e li seguo. Ci fermiamo in un campo enorme con al centro il loro jet privato. Parcheggio e scendiamo tutte dall’auto, se prima le nostre facce erano grigie, ora sono completamente nere, i ragazzi parcheggiano poco più avanti e noi li seguiamo a piedi, poi ci disponiamo su due file, loro da una parte, noi dall’altra e iniziamo i saluti.
Zayn mi abbraccia e mi fa promettere di non bere più se non in loro presenza.
Niall mi dice che gli mancherà un sacco non vedermi più arrivare con la colazione e poi mi abbraccia.
Harry mi abbraccia e mi chiede di tenere gli occhi bene aperti e controllare Hilary, visto che io sono la più grande.
Louis si ferma davanti a me e mi guarda negli occhi, con lui ho legato più che con tutti gli altri e lo considero il mio fratello maggiore, poi mi abbraccia e mi chiede di stare vicino a Darcy mentre con una mano mi scompiglia i capelli.
Liam è l’ultimo, ho bisogno di più tempo per salutarlo.
Lo abbraccio forte e respiro il profumo della sua camicia, non voglio lasciarlo andare, ma lui mi mette una mano sul mento e mi costringe ad alzare il viso e portarlo all’altezza del suo:
- mi manchi già, Lace -
Poi mi bacia e sento il sapore salato della lacrima che non è riuscito a trattenere che si confonde con quelle che già rigano le mie guance, lo lascio andare, ma le dita della sua mano sinistra sono intrecciate alle mie quando Louis, per allentare la tensione propone un abbraccio di gruppo e ci ritroviamo quasi tutti per terra. Siamo veramente un gruppo strano, dieci ragazzi che non superano i vent’anni che quasi rotolano nell’erba, non nego che se qualcuno ci vedesse ora potrebbe prenderci tutti per ubriaconi.
- E’ ora di andare, ragazzi -
Salgono uno ad uno sul jet, un ultimo bacio rubato per tutte noi e poi eccoli, le porte si chiudono dietro di loro e noi ci incamminiamo verso la macchina, abbiamo deciso di non guardarli andare via, ci distruggerebbe ancora di più.
Saliamo in macchina, ma le lacrime mi impediscono di vedere e quindi di partire.
- Lacey? C’è qualche problema? -
- no, Carol, grazie, tutto ok. Ho solo promesso ai ragazzi che non avrei fatto nulla di pericoloso e guidare con le lacrime agli occhi non è esattamente il gesto più responsabile del mondo –
Darcy dal sedile dietro al mio mi abbraccia e io mi asciugo gli occhi con la manica, che si sporca appena di mascara, poi giro le chiavi, metto in moto e torniamo verso Londra, dove abbiamo deciso di pranzare insieme.
Parcheggio la macchina sotto casa di Darcy, stiamo per salire le scale e andare a prendere le valigie di Dianna quando mi chiama mi madre:
- scusate, devo rispondere -
- non preoccuparti, torniamo subito –
Mi appoggio al cofano della macchina e incrocio i piedi, poi rispondo:
- ciao mamma -
- ciao tesoro, dove sei? –
- a casa di Darcy. Ti ricordi che te ne ho parlato l’altra sera a cena? –
- sì, certo. Senti, io e tuo padre abbiamo parlato e lui anche se è un po’ titubante, ha detto che forse puoi restare, ma prima devi andare a vedere l’appartamento, le ragazze ti aspettano nel pomeriggio, l’indirizzo te lo mando per sms, ok? –
- okkey! Devo andare, scusami –
- fai attenzione quando guidi, Cey! –
Le ragazze sono tornate, quindi apro il bagagliaio e carichiamo le valigie di Dianna, poi chiudo la macchina e ci incamminiamo verso il centro, affamate.
 
Quando torniamo da Darcy e risaliamo in macchina il nostro umore è leggermente migliorato rispetto a qualche ora fa: mentre mangiavamo ho buttato lì due battute e anche se non hanno riso di gusto, almeno ho visto gli angoli delle bocche di Hilary e Dianna sollevarsi in un timido sorriso.
Non che io sia di ottimo umore, chiariamoci, ma sin da quando Liam mi ha detto che sarebbero partiti mi sono infilata l’idea a forza nella testa e forse questo mi sta aiutando, anche se non vedo l’ora di tornare a casa e parlare con lui, stasera.

Arriviamo in aeroporto, Dianna fa il biglietto e davanti ai gates ci salutiamo:
- Mi mancherete tutte un sacco ragazze -
- anche tu ci mancherai, Dì – dice Carol
- Mi raccomando, fate le brave – annuiamo tutte, Dianna abbraccia me, Hilary, Carol e infine Darcy, poi prende il suo bagaglio a mano – ci sentiamo stasera su Skype, Day. Ciao –
La guardiamo andare via e quando scompare dalla nostra vista, ci trasferiamo davanti all’immensa vetrata e aspettiamo che l’aereo si alzi in volo
- venite, vi riporto a casa - dico io.
La prima che salutiamo è Carol, poi guido verso casa di Hilary, Darcy scende insieme a lei, si salutano e poi si siede davanti, vicino a me e ripartiamo.
Siamo a metà strada quando mi arriva un messaggio, tirò fuori il telefono dalla tasca e lo porgo a Darcy, chiedendole di leggerlo.
- è di tua madre, ti ha mandato un indirizzo -
- ah già. Senti ti va di venire con me a vedere la casa – dico io
- sì, ma quale casa? –
Mentre guido le spiego che se riuscirò a trovare un compromesso con i miei genitori non dovrò trasferirmi con loro in Italia:
- Italia? E dove di preciso? -
- credo sia qualcosa come Bologna, ma potrei sbagliarmi –
- è vicino a dove abitavo e dov’è ancora mio padre, sai? –
- no, non ne avevo idea – le rispondo mentre parcheggio e apro la portiera.
Quando anche Darcy è scesa chiudo la macchina, suoniamo al campanello e la porta si apre, saliamo, come indicato sul campanello, all’ultimo piano, quando usciamo dall’ascensore una ragazza dai capelli rossi è sulla soglia della porta e ci invita a entrare.
- ciao, tu devi essere Lacey, immagino –
- immagini bene. E lei è Darcy, una delle mie più care amiche –
- piacere, io sono Savannah e lui è Alex –
Ci stringiamo le mani e poi tra di noi cade un silenzio imbarazzante, che rompe Savannah facendoci fare il giro della casa, la cucina, il salotto, il bagno, le loro camere e infine quella che dovrebbe essere la mia: è una camera matrimoniale priva di mobili con cabina armadio, è terribilmente spaziosa e infinitamente luminosa, alle pareti sono addossati alcuni scatoloni che Alex mi spiega essere quelli che ancora non hanno spacchettato e poi ci sediamo al tavolo della cucina, mentre Savannah mette su del te’ per tutte e quattro.
Iniziamo a parlare dei dettagli finanziari, spese che fortunatamente posso affrontare, e poi Savannah ci mette davanti due tazze fumanti:
- grazie Savannah – dico io
- figurati, comunque chiamami Annie – sorride e poi si siede insieme a noi – allora, Lacey, se davvero verrai ad abitare con noi, ci sono alcune regole da rispettare: numero uno, niente fumo in casa. Numero due, fidanzati concessi ma non tutti nella stessa sera, a meno che non sia un evento programmato. Numero tre, vogliamo la tua storia, tutta –
Inizio a raccontare e arrivo fino agli ultimi giorni, ma non dico loro di Liam, un po’ perché le ho appena conosciute, un po’ perché ho paura che possano non credermi, ma penso che Alex capisca che non sto dicendo tutto e quindi ripete con enfasi la parola “tutto”, io guardo Darcy con un enorme punto interrogativo in faccia, ma lei mi rassicura con un sorriso e io confesso:
- c’è una cosa che dovete promettermi non direte a nessuno, nemmeno ai vostri amici più fidati, perché è una cosa mia. Voi conoscete i One Direction? -
- di nome, anche se ogni tanto ne ho visto le facce su un giornale, perché? –
- perché io e uno dei cinque, Liam, stiamo insieme e siamo amici da una vita –
- fantastico! Ma perché tutta questa segretezza? – mi chiede Alex
- perché avevo paura che non mi avreste creduto, ma posso farvi vedere la foto che ci ha fatto Zayn l’altro giorno, se necessario –
- non penso sia necessario – mi dice Savannah – ti crediamo. E tu, Darcy? La tua vita amorosa? –
- io sto con Louis, un altro dei cinque, voi due invece? –
- io e Caleb stiamo insieme da praticamente una vita, tipo dal primo anno di liceo, Alex e Greg solo da qualche mese –
- Greg? – chiedo sorpresa
- sì, sono omosessuale, anche perché se no non vivrei sotto questo tetto, non è vero Annie? ti prego dimmi che tu non sei scioccata e che te ne andrai frettolosamente dopo averlo scoperto, saresti la terza persona a farlo negli ultimi due mesi –
- no, non è per quello, è che è un nome splendido –
- Riferirò. Allora, hai deciso di rimanere con noi? –
- Purtroppo non dipende da me, devo parlarne con i miei genitori, ma vi saprò dare una risposta al più presto, promesso. Ora scusatemi, devo riportare a casa Darcy. E’ stato un piacere conoscervi –
- Anche per noi –
Ci scambiamo i numeri e ci salutiamo, poi io e Day risaliamo in macchina e la lascio sotto casa sua, poi, mentre torno a casa, mi fermo nella vecchia libreria in Oxendon Street, dove io e Liam abbiamo parlato con calma dopo esserci rivisti non più di tre settimane fa.
Spingo la porta e lo stesso anziano signore che mi ha accolto l’altra volta mi viene incontro con un sorriso:
- niente bei giovani per lei oggi, mi dispiace signorina, ma sono comunque lieto di rivederla -
- si ricorda di me? Sono stata qui una volta sola –
- sono molto bravo a ricordare i visi, mettiamola così. Qual buon vento la porta qui? -
- sono venuta a chiederle se ha bisogno di una mano in negozio –
- beh, c’è mio nipote Frederick che mi aiuta sporadicamente, ma lei è sicura di aver scelto la libreria giusta? Non posseggo quello che leggono i giovano d’oggi –
- potrei stupirla, sono una brava lettrice, di quelle che trovano rifugio nelle parole, che adorano sentire l’odore dell’inchiostro sulla carta stampata e che legge tutti i generi –
- se la mette così, potrei prendere in considerazione la sua domanda, ripassi domani in giornata e le darò una risposta precisa. –
- la ringrazio infinitamente, Signor… -
- Montgomery. A domani allora, signorina –
Saluto educatamente il signor Montgomery e poi torno a casa.
 
Quando entro trovo tutta la mia famiglia sul divano in salotto, come succede ogni domenica quando hanno esaurito i loro doveri e vogliono staccare un po’ la testa. Li saluto uno ad uno e mi siedo vicino a mia sorella, che so ha bisogno di parlarmi.
- Abbiamo un problema, sorellina – mi annuncia
- quale? –
- il vestito potrebbe non andarmi più bene per il matrimonio, temo –
Non realizzo immediatamente quello che mia sorella sta cercando di dirmi, ma quando mia madre mima un’enorme pancia capisco e dopo aver urlato abbraccio mia sorella e la tempesto di domande: l’hanno scoperto la settimana scorsa ma non ci hanno detto nulla perché aspettavano il ritorno dei nostri genitori, poi la cena è pronta e ci sediamo a tavola.
- Allora, tesoro, com’è la casa? – chiede mio padre
- E’ stupenda, complimenti mamma, e anche i due ragazzi che ci vivono sono simpatici –
- ragazzi? Avevo capito due ragazze… -
- sì, ma Alex è gay, quindi più o meno vale come ragazza –
- sei sicura di volerlo fare? Non preferiresti stare da Sophie e Adam? –
- loro hanno bisogno dei loro spazi e io del mio, in più sono fiera di annunciarvi che ho anche trovato un lavoro per mettere da parte qualcosa –
- hai vinto tu, stavolta, puoi rimanere, ma solo se prometti che sarai prudente e giudiziosa -
- non sono il mio secondo e terzo nome quelli? – ridiamo tutti e finiamo di cenare.
Quando Sophie mi chiede come sta Liam e se mi sono divertita ieri sera, scoppio a piangere, ma non voglio che i miei genitori si preoccupino eccessivamente per questo, così mi chiudo in bagno e apro solo quando Sophie minaccia di buttare giù la porta a spallate, sottolineando che non sarebbe il massimo nelle sue condizioni:
- ti manca già, non è vero? -
Mi limito ad annuire perché so che la sua era una domanda retorica.
- sai, Cey, quando io e Adam ci siamo mollati, l’estate scorsa, stavo tremendamente male, ma sai cosa mi ha aiutato? Un enorme vaschetta di gelato al cioccolato, vieni con me -
Mi tende la mano ed io la afferro, mi conduce in cucina, apre il freezer e poi prende dal cassetto due cucchiaini, i nostri genitori si sono sistemati in sala e noi siamo libere di parlare, ma l’argomento Liam mi fa salire i lacrimoni agli occhi, quindi decido di cambiare discorso:
- come mai Adam non c’è stasera? –
- è andato a cena dai suoi genitori a dargli la notizia, io però volevo parlare con te e tu sai che non sono un asso ai fornelli e siccome non volevo cenare sola a casa, sono venuta qui, tra un po’ è meglio che torni a casa, magari Adam è già arrivato –
Rimaniamo in cucina a mangiare fino a quando non troviamo il fondo del barattolo di gelato, dopodichè la riaccompagno in salotto, ci salutiamo e anche i miei genitori mi danno la buonanotte, così dopo essermi struccata, mi infilo un pigiama e in men che non si dica sto già dormendo.
 
Sono le cinque quando sento il telefono suonare, ma sono convinta che sia tutta una fantasia, quindi non rispondo, ma quando suona la sveglia alle sei e un quarto e trovo due chiamate perse e quattro messaggi non sono più sicura che fosse solo un sogno.
Mentre accendo il mio portatile imprecando per l’infinita lentezza con cui si sta avviando, corro in cucina e rubo la prima merendina che trovo, giusto per fare un minimo di colazione e quando torno in camera Skype è aperto, Liam è online e quindi avvio la videochiamata.
Non so chi dei due sia messo peggio, se io che mi sono appena alzata o Liam con tutto il viaggio alle spalle e le otto ore di fuso.
- Scusa ma dov’eri stanotte? -
- dormivo come un ghiro, a dire il vero. Scusa se ti ho fatto preoccupare –
- no, è tutto ok. Allora, ci siamo persi niente? -
- in realtà ti sei perso un sacco: la prima delle due notizie è che diventerai zio, Liam –
- Sophie è incinta? Che bella notizia! Dalle un abbraccio da parte mia –
- certo. Tu come stai, piuttosto? –
- stanco morto, ma il resto tutto ok, anche se ci mancate tutte, Niall soprattutto –
- Dianna era distrutta oggi e anche Hilary, Darcy e Carol non erano messe bene, non hanno riso a nessuna delle mie battute –
- perché non fanno ridere, Lace. Qual è l’altra novità? –
- solo perché sei stanco non vuol dire che puoi essere maleducato, Payne. Oh già, resto a Londra. E ti ricordi la libreria in Oxendon street? Forse ci lavorerò anche. –
- sono felice che tu riesca a restare, scusa se non riesco a stare di più, ma abbiamo un incontro e tra qualch… –
- CIAO LACEY! – urla Louis comparendo alle spalle di Liam e impedendomi di sentire l’ultima parte della frase di Liam
- ciao, Louis. Com’è LA? –
- meravigliosa, adesso me ne vado, così potete salutarvi in pace. Ciaociao –
- a presto, Louis – quando esce dall’inquadratura riprendo a parlare – mi manchi già, lo sai? –
- anche tu, ma ci sentiremo più spesso che posso, promesso. Ti mando un bacio enorme –
- anche io, prenditi cura di quei quattro, daddy direction. Io e te ci rivediamo domani mattina, alla stessa ora. A domani –
- A domani, Lace –
Poi chiudo la chiamata, spengo il computer e insieme ai vestiti indosso un sorriso, o almeno ci provo.
  
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