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Autore: Shuchan    04/10/2006    9 recensioni
[HOUSE/CAMERON] Sarà giunto il momento della verità per House e Cameron? E l'arrivo di una vecchia conoscenza di House cambierà nuovamente le carte in tavola?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

“Tu piaci a tutti”
“E a te? A te piaccio?”
“No.”


Lei lo sapeva bene. Ormai quei mesi avevano attenuato il rifiuto…

“Ormai sono guarita, sono diventata come gli altri. Ora ti odio, ok?”

Era questo che gli aveva detto, che si era detta, ma era davvero la verità? No non lo era, o almeno lei sperava che lo fosse, continuava a ripeterselo cercando di auto-convincersene ma i suoi comportamenti… A lui non piaceva questo era accurato ormai, ma pur trattandola come gli altri: in modo freddo, distaccato e menefreghista a volte alcune sue azioni la facevano pensare…

Quando aveva aiutato quel paziente in fase terminale a morire era distrutta, ma lui le si avvicinò mettendole una mano sulla spalla per consolarla…

“Sono fiero di te”

Queste furono le sue parole, quattro semplici parole che donarono a Cameron un calore immenso. Capire House era impossibile, sarebbe stato più facile tradurre un testo in aramaico antico. Gli apprezzamenti che le faceva di tanto in tanto…

“Hai dei bei capelli”

Complimenti o prese in giro come era il suo solito fare?
Fatto sta che quando iniziava a rassegnarsi una volta per tutte, lui faceva sempre qualche gesto che le dava uno spiraglio di speranza…

UFFICIO HOUSE 7:30
Cameron quella notte aveva dormito pochissimo, era tormentata da quei pensieri e non riusciva a rilassarsi così decise di andare a lavoro.
Apri la porta a vetro e si diresse verso l’appendi-abiti per posare il suo cappotto, il sorte stava sorgendo ed una leggera brezza mattutina entrava dalla finestra socchiusa…

Qualche minuto dopo arrivò House, l’ospedale era ancora deserto.
Appena messo piede nel suo ufficio vide una figura femminile affacciata alla finestra. Era la sua collaboratrice, la dottoressa Cameron. Il suo volto era illuminato dai primi raggi del sole ed il suo sguardo si perdeva oltre l’orizzonte.
House rimase a fissarla per qualche minuto come rapito da quella visione. Cameron si accorse di essere osservata e si voltò vedendo la fonte di tutti i suoi pensieri davanti ai suoi occhi…

CAMERON: Da quanto sei qui?
HOUSE: Da un pò.
CAMERON: E’ successo qualcosa?
HOUSE: Non che io sappia, perché?
CAMERON: E’ la prima volta che ti vedo qui così presto.
HOUSE: Assaporare un pò di pace e tranquillità senza la Cuddy che mi insegue o Wilson che vuole che gli ridia i suoi soldi sono sensazioni che si possono provare solo all’alba
CAMERON: Allora è meglio che ti lasci da solo
HOUSE: Se non vuoi farmi prediche o ballarmi nuda con la musica a tutto volume davanti puoi restare. Anche se riflettendoci nella seconda alternativa non credo che ti manderei via
CAMERON con tono malizioso: Vorresti che mi spogliassi e ballassi davanti a te?
HOUSE: Bè meglio qui dove ci sono solo io che davanti ad una folla di infermieri allupati.

Era riuscito di nuovo ad eludere abilmente la sua domanda, in questo non lo batteva davvero nessuno…

HOUSE: Vuoi che ti prescriva qualcosa?
CAMERON: Che vuoi dire?
HOUSE: Anche se sono quasi impercettibili hai delle occhiaie, inoltre vedo che oggi oltre ad essere arrivata almeno un’ora prima degli altri hai un’acconciatura più sofisticata del solito.
CAMERON: …e questo cosa vorrebbe dire?
HOUSE: Che non hai dormito quasi per niente, hai provato ad ammazzare il tempo a casa e alla fine hai deciso di venire prima al lavoro

E’ come se House avesse un visore a raggi x che gli leggeva ciò che aveva dentro. In quei momenti si sentiva nuda, totalmente scoperta di fronte a lui. Tuttavia quelle affermazioni sulle sue abitudini e sulla sua acconciatura le facevano in un certo qual modo, notare che House la osservava, si preoccupava per lei. Ma il punto era: lo faceva perché si interessava a lei o perché era solamente curioso? E poi lo faceva con tutti?

CAMERON: Va tutto bene, ti ricordo che anche io sono un dottore. Comunque grazie ma va tutto bene…

Mentire, mentire, ormai Cameron aveva dovuto imparare a farlo.

“Tutti mentono”

House aveva ragione, ma lui non era secondo a nessuno nel farlo anche se preferirebbe dire di aver “omesso un dettaglio” piuttosto di ammetterlo.

HOUSE: Se… se avessi qualche problema, insomma si, puoi parlarne con me. Probabilmente non potrei fare nulla ma se ti servisse parlare con qualcuno…

Cosa aveva detto? Si era scoperto lui questa volta, peccato che la fonte dei suoi turbamenti era proprio lui…

CAMERON: Ti preoccupi per me, House?
HOUSE: Non mi preoccupo di me stesso figuriamoci degli altri, se hai dei problemi è inevitabile che influiscano nel tuo lavoro e se commettessi degli sbagli ci andrei di mezzo io essendo il tuo capo. Vorrei cercare di tutelarmi per evitare di farmi aizzare contro la Cuddy

Un’altra volta, era riuscito ad cambiare le carte in tavola…

CAMERON: Vado in ambulatorio, tra poco inizia il mio turno.

Dopo aver detto ciò si avviò verso la porta, la aprì e a metà soglia si girò indietro..

CAMERON: Grazie House
Lo fissò per un paio di secondi cercando di decifrare una delle sue impercettibili movenze facciali e poi si chiuse la porta alle sue spalle.

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Un quasi impercettibile sorriso invase il volto di House che non aveva smesso di fissare il punto dove qualche attimo prima c’èra la sua assistente.
  
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