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Autore: Harriet    04/10/2006    1 recensioni
Una raccolta di 7 oneshot su Ed, per analizzare il suo carattere, la sua storia, il suo rapporto con gli altri personaggi e soprattutto con Al. (Le storie sono state scritte per la Writing Communty True Colors)
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Queste sette storie sono state scritte per una Writing Community, ovvero una comunità di scrittura che propone dei temi che poi ogni autore partecipante deve sviluppare, scegliendo un personaggio o più su cui modellare quei temi. La community è True Colors, e vi invito a visitarla e magari partecipare!^^ Io ho scelto il set di temi chiamato “Melodies of life”, che propone di scrivere almeno sette storie, partendo da sette citazioni tratte da testi di canzoni, e ho deciso di dedicarmi alla scrittura sul mio personaggio preferito di questo splendido anime/manga... Tema: #1 “Don't be afraid, I promise that she will awake”

Don’t be afraid

Non aver paura!
Quante volte l’ha detto?
Non aver paura – di un albero troppo alto da scalare, di un ruscello troppo profondo in cui nuotare, di un gioco troppo temerario per tentare. Non aver paura, e poi una mano tesa, sicura, senza esitazioni. E la mano più piccola che si affida alla sua, lasciandosi trascinare in un’altra avventura senza speranza di riuscita. Ma quel “non aver paura” ha avuto la meglio su tutti i dubbi.
Lui è il fratello maggiore, ed è quasi un dovere, per lui, rassicurare il minore che tutto andrà bene.
Non aver paura...Se ci pensa bene, quella frase è come il suggello del suo essere il fratello maggiore. Non è mai stato calmo e riflessivo come il fratellino, e a volte non dà proprio l’impressione di essere il più grande. Ma di fronte alle cose difficili, alle cose che fanno esitare, fanno temere, fanno tremare, ecco, allora quella durezza e caparbietà che caratterizzano la sua personalità emergono, e con tre parole riesce a farsi guida.
Non aver paura – e diventa all’improvviso forte e determinato.

Non aver paura!
Al non ha mai risposto in modo seccato per essere considerato il piccolo della situazione. Non gli ha mai restituito parole aspre né ha rifiutato quella mano tesa. Al ha sempre un po’ di paura, spesso derivata da un sano atteggiamento di riflessione ponderata davanti alle cose. Se mamma ci ha detto di non scalare quell’albero, un motivo ci sarà. Se quell’albero è così alto, è probabile che ci faremo male. E’ logico aver paura.
Ma di fronte alla sua mano tesa, Al abbandona ogni esitazione, decidendo di fidarsi incondizionatamente. Del resto, come si può non fidarsi di quel sorriso, di quegli occhi luminosi, di quella mano che sembra racchiudere in sé tutto il potere del mondo? Al ha sempre saputo che suo fratello è un normale ragazzino. Ma allo stesso tempo ha sempre pensato che suo fratello è superiore a tutti. Suo fratello può tutto, se lo vuole. Suo fratello è Edward Elric, e non c’è nessuno che possa tenergli testa.
Non aver paura, Al!
E Al non ha mai paura.
E questo, Ed lo sa bene. Conosce il potere di quelle tre parole. E’ consapevole del fatto che ogni volta che Al ha riposto la piccola mano nella sua, gli ha affidato completamente la sua stessa vita. Che si sia trattato di scalare un albero o di tentare una trasmutazione particolarmente complicata.

Non aver paura – contiene una promessa. Che tutto andrà bene.
Ed sa anche questo. Lo sapeva quando ha convinto il suo fratellino a scalare quell’albero. Era sicuro che tutto sarebbe andato bene, e così aveva trasmesso quella fiducia anche in Al.
Lo sapeva quando hanno aperto per la prima volta, trepidanti e un po’ colpevoli, un libro di alchimia. Sapeva che dietro a quei simboli poteva nascondersi la chiave per qualcosa di splendido o di orribile, ma era sicuro che avrebbero trovato il modo per comprenderli ed usarli nel modo giusto. Al aveva acconsentito a tutto, fidandosi di Ed, mentre le loro piccole mani disegnavano per la prima volta cerchi sconosciuti, dall’aria così grave e misteriosa.
Non aver paura, Al!
E fra le loro mani era fluita l’energia, per la prima volta, cambiando le strutture della materia e segnando l’inizio della loro storia.

Non aver paura.
Quante volte l’ha detto?
Così tante, in quegli anni difficili e meravigliosi allo stesso tempo, in cui i due sono cresciuti, sotto lo sguardo della madre, scoprendo se stessi, il mondo, e l’universo splendido e terribile dell’alchimia.
L’ha detto anche quella notte.
L’ha detto di fronte allo sguardo spaventato di Al, alle sue deboli parole di protesta, al suo buonsenso e alla sua prudenza. Gli ha detto di non aver paura. Gli ha detto che sarebbe andato tutto bene. Gli ha promesso che sarebbe andato tutto bene. Che lei si sarebbe svegliata. Che non c’era proprio nulla di cui aver paura.
Non aver paura, Al! Lei si sveglierà. Lei ritornerà, te lo prometto! Andrà tutto bene!
La promessa più grande e importante della sua piccola vita.
E di nuovo Al si è fidato.
Non ha avuto paura, e ha messo le mani sul cerchio disegnato da Ed.
Ma quella promessa si è dissolta nell’istante in cui ogni cosa è andata in frantumi e la loro storia è cambiata per sempre.

Non aver paura.
Ora Ed è disteso nel letto che Winry e Pinako gli hanno preparato, e tiene gli occhi socchiusi, spiando l’oscurità della stanza e cercando di cogliere le voci nella stanza accanto. Ogni tanto sente un rumore che non riesce ad identificare subito. Poi capisce cos’è, e rabbrividisce, colto da un terrore e una disperazione che non credeva potessero esistere. Perché quel rumore dovrà diventargli familiare, lo sa, ma non riesce a capacitarsene. Quel rumore – il suono di qualcosa di metallico che si muove. Il suono del nuovo corpo di Al.
Al. Che si era fidato di lui. Che aveva messo, per la millesima volta, la sua vita nelle mani di Ed. Ma le mani di Ed, che hanno tracciato quel maledetto cerchio, hanno distrutto ogni cosa, ed è Al quello che ha pagato di più.
Ed chiude gli occhi per non cominciare a piangere di nuovo.
Non gli importa niente di aver tentato una cosa proibita. Non gli interessa se gli verrà rimproverato di essere andato contro il più grande tabù dell’alchimia. L’unica cosa a cui riesce a pensare è l’enormità del crimine che ha commesso. Il crimine di una promessa infranta.
La promessa che tutto sarebbe andato bene.

Non aver paura.
Erano lo specchio dell’animo di Ed, quelle parole. Un animo che, per primo, non ha paura. Un animo determinato e forte, caparbio e sicuro, con la capacità di guardare avanti e individuare la giusta direzione. Un cuore desideroso di proteggere chi è più debole e capace di guidare chi non ha le forze. Sua madre era sicura che Ed sarebbe diventato una persona che vuole – e sa – scegliere la propria strada.

Ma Ed sa che non sarà più in grado di pronunciarle, quelle parole.

E di notte è assalito da continui incubi. Che poi sono soltanto crudeli variazioni dello stesso incubo: quella fiducia gentile, che un tempo gli dava la forza di andare avanti, si trasforma in odio.
Lui ha terrore che adesso Al lo odi.
Anzi, no, non ha terrore: ne è sicuro. Come potrebbe non essere così?
Al si fidava di lui! E lui gli aveva detto di non aver paura, gli aveva promesso che sarebbe andato tutto bene!

Ed sa che non sarà più in grado di pronunciarle, quelle parole.

Ma Ed non sa ancora che ci sono cose tanto profonde, tanto vere, che nemmeno la più orribile delle sorti o il più oscuro dei terrori possono cancellare.

Il rumore che infesta la sua mente adesso si fa vicino. Ed rabbrividisce e si raggomitola sotto le coperte, per quanto il suo corpo glielo permetta. Poi, lentamente, si rende conto di cosa significhi quel rumore. Non è un incubo, è solo Al.
Socchiude gli occhi e scorge la grande sagoma sulla porta della sua stanza.
La voce si blocca, il respiro si fa più veloce. Non ha il coraggio di aprire gli occhi.
- Nii-san?-
In contrasto con il suo corpo, la voce di Al è sempre la stessa, una vocina di bambino un po’ spaventato.
- Al?-
Al si avvicina, e Ed pensa che forse, se si sforza, può cercare di sopportare il rumore terribile dei passi del fratellino.
- Nii-san, sei ancora sveglio?-
Apre gli occhi, finalmente, e nella semioscurità della stanza incontra quell’essere che ora è Al.
- Sì.-
- Come stai?- La voce di Al vibra di angoscia. Come tutte le volte in cui Ed finiva per mettersi nei guai a causa della sua iniziativa. Ed rivede nella mente tutte quelle volte, e il desiderio di poter tornare ad allora è così forte...
- Sto bene, Al.-
- Davvero?- Perché Al si preoccupa così tanto per qualcuno che dovrebbe odiare? – Ti trovi bene con i nuovi automail?-
- Sì, tutto bene, Al.-
- E’ solo che ho paura che tu stia male, e...-
- Va tutto bene. Non aver paura, Al.-
   
 
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