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Autore: Harriet    04/10/2006    1 recensioni
Una raccolta di 7 oneshot su Ed, per analizzare il suo carattere, la sua storia, il suo rapporto con gli altri personaggi e soprattutto con Al. (Le storie sono state scritte per la Writing Communty True Colors)
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tema: #19 This moment is eternity

Through my hands

La mente si stacca dalla realtà qualche secondo prima di iniziare. Si incanala in un unico pensiero, e concentra tutte le sue energie su quell’immagine, quell’intento, quel desiderio. I pensieri che si assiepano nella mente si dissolvono in un istante, con dolcezza, come fragili fili di nebbia sotto al sole. E l’anima, sempre imprigionata dai dubbi e preda di un’ansia che non mi lascia mai, all’improvviso ha uno spazio di libertà, dove si sente veramente sicura di sé, sciolta dai legami della paura e proiettata verso un infinito che solo in momenti come questo riesce ad assaporare.

Ed è sempre così.

Anche quando il pericolo è vicino, anche quando non ho tempo per pensare a come fare le cose per bene e devo solo agire. Anche quando è la paura a spingermi e il bisogno a muovere i miei gesti. Sempre la mia mente si concede quegli istanti di concentrazione meravigliosa, e io mi sento completamente a mio agio, in procinto di compiere un gesto – quel gesto – che spiega perfettamente me stesso e la mia anima, meglio di mille parole.

Allora unisco le mani e l’energia inizia a fluire.
E tutto trova il suo motivo, la sua realizzazione perfetta.
E’ una semplice trasmutazione, ma è anche l’espressione più profonda di me. E’ il mio linguaggio.

Anche quando io e Al eravamo piccoli, quando iniziammo a leggere di nascosto i libri di alchimia di nostro padre, sentendoci sempre un po’ colpevoli per questo, io mi rendevo conto che l’alchimia era qualcosa di tremendamente speciale.
Mi ricordo l’espressione di Al, la prima volta che una delle nostre goffe trasmutazioni riuscì. Era lo stupore genuino e limpido di un bambino che ha appena scoperto qualcosa di incredibile e si lascia travolgere dalla meraviglia.
Io mi sentivo come lui, eppure c’era anche qualcos’altro.
Non so come spiegarlo. Era la sensazione delle mie mani sul cerchio, forse. L’idea di aver posato le mani a terra, di aver preso le particelle della materia per trasformarle come volevo io. La sensazione di poter cambiare le cose. Modellare, alterare, mettere le cose in un ordine diverso. Ricostruire tutto. Cambiare il mondo.
Desideri smodati e senza equilibrio. Ma così puri, e così forti. Mi riempivano.

Io credo che l’origine di tutto sia lì.

Potrei trovare migliaia di motivi (scuse) differenti per spiegare perché sono un alchimista. Ma credo che, in fondo, la verità sia solo una, e così chiara da non poter essere nascosto.
L’alchimia non è solo una scienza che io so mettere in pratica. L’alchimia è una scienza che io amo mettere in pratica. Perché mi piace cambiare le cose. Perché mi dà l’illusione di controllare il mio piccolo spicchio di mondo, ma allo stesso tempo mi proietta in una dimensione molto più grande, tra forze superiori a me e affascinanti, meravigliose.
Perché io vorrei sempre avere il controllo sulle cose, e con l’alchimia ho l’illusione di riuscirci. E allo stesso tempo, per quanto a volte io sia tanto razionale ed attaccato a ciò che posso vedere e provare, sento un’attrazione fortissima per quel che non si vede e non si tocca, qualcosa che non posso conoscere e a cui non so dare un nome.
Infinito, universo, inconscio, Dio, magia, natura, eternità...
Non lo so. So solo che mi chiama.

E che quando mettevo le mani sui nostri cerchi, disegnati con i piccoli gessi, con tratti tremolanti e imprecisi, ecco, in quei momenti io potevo rispondere alla chiamata.

E ora, ogni volta che unisco le mani - sono un grande alchimista, sì, perché grazie alla mia follia e ai miei tentativi di infrangere tutti i limiti ora posso anche compiere trasmutazioni senza cerchio – in quel momento io continuo a seguire quel desiderio di grandezza smisurata e ignota che mi affascina da sempre.

Ridisegnare la forma del mondo e poi perdersi nell’infinito senza nome.
La gente la chiama “alchimia”.
Per me è come...Come avere tutto, poter fare tutto ed essere in pace.
Come un istante che io vorrei prolungare all’infinito, ma che è così intenso da darmi la sensazione dello stesso infinito.
E’ come un istante che contiene l’eternità.
   
 
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