Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Satellite_29    01/03/2012    2 recensioni
Sono Lavinia Merryweather, una sedicenne con una paura folle per il Latino. Perchè? Non me lo so spiegare neanche io.
So solo che per colpa di questa stupida lingua morta Kyle Hunter, un figo da paura, mi farà da professore di ripetizioni per aiutarmi. Riuscirò a resistere al fascino del bel professorino?
Dal capitolo 1:
Chissà com’è ‘sto tizio. Sarà il solito sfigato che per racimolare un po’ di soldi per cambiare città è disposto a fare ripetizioni ad una ragazzina come me. Deve stare messo proprio male per voler iniziare così presto.
"..." Tutte le teorie sul povero sfigato figlio di una povera vedova erano sbagliate, completamente. Nella mia stanza c’è un bellissimo ragazzo, che non ha nulla a che vedere con la vecchia amica di mia madre. E io dovrei fare lezioni con questo tizio che potrebbe benissimo essere uscito da Abercrombie? Prevedo giorni duri, molto duri.
Dal capitolo 7:
Si avvicina all’orecchio e mi sussurra con voce sensuale – Tu mi piaci molto, Lavinia. Però com’è che hai detto .. Ah già, al momento le relazioni di coppia non sono la tua priorità. Beh sappi che ti farò cambiare idea. Ad ogni costo.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic

 

Capitolo 2: Lezione al parco

- E poi che avete fatto? – mi chiede curiosa Brooke. Abbiamo finito di pranzare e io e la mia amica siamo sedute su una panchina cortile della mia scuola, il Liceo Classico Privato Phoenix, e le sto raccontando quello che ieri mi ha fatto fare Kyle durante la lezione.
- Ha cercato di farmi capire come si traduce la perifrastica passiva. I suoi tentativi però sono andati a farsi friggere. Poi ha provato a farmi tradurre Cesare, e per poco non strappavo il foglio della versione in mille pezzettini. Però ha avuto molta pazienza e studiare con lui non mi ha per niente pesato!
- Sono contenta! Chissà se magari grazie a lui ti passa questa paura.
- Sono molto pessimista a riguardo, ma tentar non nuoce. Fino a quando è lui che viene a casa, non è un problema.
- E’ lui che viene a casa? – mi chiede sbigottita Brooke.
- Si perché?
- Di solito sono i ragazzi che vanno dai professori. Ma quanti anni c’ha?
- Diciannove.
- Sul serio? Così giovane e già insegna? – Brooke è sempre più sorpresa. Se solo l’avesse visto! Io annuisco e aggiungo – E’ anche un bel ragazzo!
- Lo voglio vedere! Oggi fagli una foto.
- Convinta tu! Quasi non lo conosco e già gli faccio una foto? Ma fammi il piacere!
- Dai! Che c’è di male? – come se fare foto a professori di ripetizione che sembrano modelli sia il mio lavoro! Magari si mette anche in posa!
- Non lo faccio nemmeno se mi paghi. Almeno fammelo conoscere un po’ meglio.
- E va bene. Cattiva, te lo vuoi tenere tutto per te! – dice la mia amica, con la voce da finta offesa.
- Ma che dici? – dico ridendo
- Si, qua gatta ci cova. Secondo me quello lì non ti farà solo da professore ..
- Che cosa intendi, scusa?
- Che prima o poi tu prenderai confidenza, diventerete amici e poi .. insomma hai capito!
- Ma che stupidaggini stai blaterando? Io e Hunter insieme? Ma dai, lui è più grande di me, e di sicuro avrà una ragazza.
- E se non ce l’ha?
- Se non ce l’ha .. E’ dell’altra sponda! E poi sarà bello quanto vuoi, ma non voglio essere fidanzata con quello che mi fa ripetizioni. – altro che ripetizioni! Mi deconcentrerei e penserei a tutt’altro.
Farei tutt’altro.
Suona la campanella, io e Brooke torniamo in classe. Sono tornati quasi tutti, io mi siedo al banco e mi sistemo la giacca della divisa.
Purtroppo noi del Liceo Privato siamo costretti a indossare queste stupide divise.
Per i ragazzi è composta da una camicia bianca e un pantalone beige chiaro, con una giacca rossa. Per noi ragazze è uguale, solo che al posto dei pantaloni siamo obbligate ad indossare una gonna che arriva un po’ più sopra del ginocchio.
Sulle camicie e sulle giacche è cucito lo stemma della nostra scuola, una fenice rossa e arancione su uno scudo verde scuro.
- Oggi che giorno è? – mi chiede Jules Connor, una mia amica.
- Se non sbaglio è il 3 Aprile. Si, mi ricordo che l’altro ieri Daniel ha provato a farmi Pesce d’Aprile per tutta la mattina, quindi è il 3 – Mi ricordo perfettamente che mi ha tormentato per attaccarmi uno stupido pesce di carta dietro la schiena.
Sono stata costretta a camminare schiena a schiena con Willow Blossom, un’altra vittima di Daniel Storm.
- Che palle, manca ancora un mese e mezzo al ballo! – quella che ha parlato ora è Leslie Temple, una mia vecchia amica d’infanzia, che si è trasferita nella mia classe da poco più di un mese.
- State parlando del ballo di fine anno? – chiede Lucas Blazer, il mio migliore amico. Io, lui e Brooke siamo un trio inseparabile, ci conosciamo solo da due anni, ma è come se ci conoscessimo dai tempi della culla.
Grazie a noi, anche i nostri genitori sono diventati amici tra loro, e spesso organizzano delle cene insieme a tutti gli altri amici.
- Si, sai come sono le ragazze: appena sentono la parola “ballo” si eccitano e vanno in iperventilazione! – dice ridendo William Radcliff. E’ un presuntuoso di prima categoria, ma questa volta gli do ragione: tutte le ragazze al sentire quella parola magica diventano felici come non mai e sperano che sia la serata più bella della loro vita. Si fanno tanti film inutilmente, e poi quando capiscono che non succederà niente mettono il broncio per una settimana.
Certe cose proprio non le capisco. Forse perché non sono la solita romanticona che in ogni occasione spera di trovare il principe azzurro. So benissimo che i principi non esistono, né azzurri, né di altri colori, quindi perché illudermi?
Potrete definirmi una senza cuore, ma io ormai non credo più nell’amore. Non sono più una bambina che legge le favole e crede che possano diventare realtà. Io non sono più quel tipo di persona.
Non c’è un motivo preciso in realtà, semplicemente crescendo ho cambiato la mia opinione, non ci dev’essere per forza un motivo.
- Non è vero, io non vado in iperventilazione! – dice Jules arrossendo. E’ stracotta di William e appena lo vede si agita, poverina. Non credo però che sia ricambiata, visto che William la deride ogni volta e Jules ci rimane malissimo. Intanto sono arrivati anche gli ultimi ritardatari e Lucas si siede affianco a me. Arriva la Palmer, la mia professoressa di Scienze e io inizio a scarabocchiare sul libro. Lucas mi scrive:
- Alla fine hai risolto con tua madre?
- Si si, alla fine è riuscita a trovarmi un professore.
- Chi è?
- Hai presente Poppy Shirleen? Hai visto il figlio più piccolo, quello che ha diciannove anni?
- Lo conosco di vista, so che ha appena iniziato Lettere Antiche. Ti fa lui da prof?
- Si si.
- Almeno al posto di andare a casa di un vecchiaccio farai lezione con un bel vedere
xD
Ridiamo silenziosamente tutti e due. Adoro Lucas! Riesce a farmi sorridere sempre. E’ qualche centimetro più alto di me, ha i capelli scuri abbastanza corti, e gli occhi color nocciola, che sembrano quelli di un cerbiatto.
- Che cosa ridete voi due?
Brooke ci ha mandato un bigliettino da dietro. Mi giro e la vedo improvvisare un finto broncio e mi viene da ridere ancora di più. Rispondo brevemente al bigliettino e poi le rilancio il bigliettino.
Per chi non lo sapesse, nella nostra classe lanciare i bigliettini è d’obbligo. I prof si arrabbiano se parliamo, ma rimangono indifferenti alle migliaia di palline volanti. Strano ma vero! Così noi ne approfittiamo.
Mi giro per vedere se ha letto il bigliettino e vedo la mia bionda amica che tiene la mano davanti alla bocca per bloccare le risate. Cerco di seguire la lezione, ma proprio non ci riesco. Non vedo l’ora di fare lezione con Kyle.
E’ l’unica maniera per digerire meglio quel boccone amaro chiamato Latino. Ieri mi sono trovata molto bene, perché non abbiamo fatto solo lezione. Abbiamo riso e scherzato e rispetto agli altri giorni leggere il Latino è stato meno spiacevole.
Se continuo così forse riuscirei anche a migliorare. Non pretendo il 9, però forse con l’aiuto di Kyle riuscirò a prendere una sufficienza piena sia allo scritto che all’orale.

La cosa più bella da fare dopo aver terminato le lezioni è tornare a casa, togliersi l’uniforme e spaparanzarsi sul proprio letto a sentire un po’ di musica. Peccato che oltre alla prima cosa, ho il tempo a stento per levarmi la giacca. Dopo la lezione con la Palmer, io e i miei migliori amici siamo andati a prenderci un gelato e mi ero scordata che ore fossero. Eravamo impegnati a scommettere se Kyle fosse single o no. Io credo di no, oppure che è dell’altra sponda. Lucas pensa che è un donnaiolo ed è per quello che non è fidanzato. Brooke pensa che non è fidanzato e che magari gli piaccio. Naturalmente l’ipotesi di Brooke è da scartare. E ora è arrivato il diretto interessato. Sento suonare alla porta e vado ad aprire. Non c’è nessuno in casa,forse riesco a convincere Kyle a studiare in cucina visto che non ho il tempo per riordinare la camera.
- Ciao Kyle, entra pure. – lo saluto sorridendo: magari se gli faccio un sorriso irresistibile mi perdonerà per il disordine nella camera.
- Oggi studiamo fuori. E’ una bellissima giornata, voglio sfruttare tutte le ore di luce possibile!
- Ma per domani ho una versione, dovrei portare il vocabolario. – cerco di fargli gli occhi dolci per non farmi portare il vocabolario. Lui mi fissa e poi ride – Ho capito, te lo porto io il vocabolario!
- Grazie! Mi tolgo l’uniforme e andiamo, tu intanto accomodati dove vuoi.
Quella di studiare fuori mi sembra una bellissima idea. Una bellissima idea per non farmi concentrare! Oltre al fatto che qui al parco non siamo soli e c’è tutta la gente che parla e il rumore del traffico cittadino che si sente in lontananza, Kyle non migliora la situazione con le sue occhiate mentre cerco di tradurre Cesare. Dico io, cosa me ne importa che doveva combattere contro gli Elvezi e i Sequani? Che poi per raccontare le sue gesta, si nomina in terza persona. Si doveva sentire molto potente per scrivere il suo nome ogni 2 righi.
- Qui c’è la perifrastica, come hai detto che devo tradurre?
- Fammi vedere .. Doveva combattere e vincere.
- Quindi ogni volta che c’è la perifrastica si esprime un dovere e il tempo, il modo e la persona cambiano a seconda di com’è coniugato il verbo sum?
- Esattamente. Vedi che non ci vuole molto? – mi dice sorridendo. Cavoli, ha uno dei sorrisi più belli che io abbia mai visto. Farebbe cadere ai suoi piedi tantissime donne.
- Tra il dire e il fare, c’è in mezzo il mare – dico ridendo – il fatto che io abbia capito non significa che tradurrò bene ogni perifrastica passiva.
- Però è un buon inizio! Sai, mi piacerebbe capire perché sei tanto pessimista in certe situazioni.
- Io non sono pessimista, sono realista, che è ben diverso!
- Si si, dicono tutti così – dice Kyle, ridendo. Ci guardiamo fisso negli occhi. Sono bellissimi, come quelli della madre. Il loro colore sembra quello del sole fuso, con una puntina di prato di campo.

E mentre ammiro l’immensità dei suoi occhi, parte It’s my life di Bon Jovi.

- Pronto? Si. Non sto a casa. Ancora no. Aspetta un attimo! – metto la mano davanti al telefono
- Kyle scusami per la domanda ma sei fidanzato? – presumo che stia diventando rossa per l’imbarazzo. O forse fucsia. Anzi, credo viola. Kyle mi fa una faccia strana, poi mi risponde di no scuotendo la testa.
- E va bene hai vinto tu! Ma vai a quel paese Brooke, non posso certo fargli un interrogatorio. No. Forse con Lucas, ma non credo. Lo sai che non è il mio genere. Dai ora devo andare ci sentiamo dopo.
- Perché la tua amica voleva sapere se sono fidanzato? – mi chiede ridendo Kyle.
- Niente – rido anche io – avevamo fatto una scommessa e ha vinto lei.
- Non pensavo di essere oggetto delle tue scommesse
- Non lo eri, fino a un’ora fa
- E a cos’era riferito il “Lo sai che non è il mio genere”? – mi chiede, sedendosi a gambe incrociate davanti a me e mandandosi indietro il ciuffo scrollando la testa.
- Parlava del ballo di fine anno. A cos’è dovuto tutto quest’interesse per gli argomenti delle mie telefonate?
- Penso che se voglio sbloccarti dalla paura del Latino, dovrei conoscerti bene. Magari nel tuo inconscio colleghi il Latino ad un brutto evento. Come farei a saperlo se non ti conosco? E poi, non pensavo ti arrabbiassi tanto per un po’ di conversazione.
- Non è che mi arrabbio. Piuttosto trovo .. strano il fatto che il mio professore si interessi della mia vita privata.
- Io sono il tuo professore, ma prima di tutto sono un ragazzo. Non puoi pretendere troppa serietà da me! E non credo che se noi due diventiamo amici il Latino ne potrebbe risentire.
- Beh sei tu il professore, se dici che non mi danneggerà, allora non lo farà – sentenzio sorridendo. Anche lui mi sorride, e riprende l’argomento.
- Così, hai detto che farete un ballo di fine anno. Mi sembra ovvio il fatto che ci andrai.
- In verità avevo intenzione di fare il contrario!
- Non ci credo!
- Invece si. Come stavo sottolineando a Brooke a telefono, non sono il tipo da balli e feste in generale.
- Scommetto che dici così solo perché non hai un accompagnatore, ammettilo! – dice lui ridendo
- Non è vero – rido – Il possibile accompagnatore c’è!
- Ma non è quello che vorresti – dice lui. Mi sta sfidando?
- Perché Lucas non dovrebbe essere il mio accompagnatore ideale?
- Questo puoi saperlo solo tu.
- Tu hai mai partecipato ad un ballo? – gli chiedo, curiosa.
- L’anno scorso ho partecipato al mio primo e ultimo ballo.
- Che ne sai che è stato l’ultimo.
- Sai com’è, non credo che al di fuori di balli scolastici parteciperò ad un altro ballo. E ne non ti ricordi, io ora faccio l’università.
- Potresti andare con dei tuoi amici più piccoli.
- Diciamo che l’idea non sfiora nemmeno l’anticamera del cervello – sorride.
- Comunque io qui ho finito! – Kyle mi prende il quaderno e il libro dalle mani. Dopo due minuti scoppia a ridere. Io lo guardo male, e lui se ne accorge.
- Scusami, ma una frase te la sei completamente inventata! Certe traduzioni di fantasia sono davvero il colmo! Come se uno traducesse Carpe Diem con Il giorno della Carpa.
- Perché non significa quello?
- Decisamente, no! Non dirmi che l’hai tradotto così!
- Ehm .. – inizia a ridere ancora più fragorosamente, e io lo guardo sempre peggio. Lui se ne accorge.
- Dai, in fondo le prime 3 frasi le hai tradotte bene. Rispetto a ieri è già un miglioramento no?
- Ma vai a quel paese! – mi riprendo il libro e inizio a leggere un po’ di regole, tanto per far finta di fare qualcosa.
- Lo so che stai facendo finta! Dai per oggi finiamo qui col latino, ti offro un caffè!
- Se proprio insisti! – gli faccio un sorriso a trentasei denti. Non vedevo l’ora di abbandonare Cesare! Mi porge i braccio, mi appoggio e ci avviamo insieme verso il bar.
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Satellite_29