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Autore: tokykia    01/03/2012    5 recensioni
'Matilde ha ventidue anni, frequenta l'università e aspetta l'amore. Ma non è una ragazza con la testa fra le nuvole! E' sarcastica, spesso acida. Convive con la sua migliore amica Carlotta.
Ma cosa succederà quando Michele chiederà a Carlotta di sposarlo?
E quando entrerà in scena Simone, amico di Michele, che accadrà?'
Spero di avervi incuriosito! Lasciate una recensione!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buongiorno a tutte le lettrici!
Questa è la prima storia che pubblico nella sezione storie originali. Spero tanto che vi piaccia. Vi aspetto sotto...




 

Cap 1

 - vi presento me-


Avevo sempre immaginato una vita da copione.
Secondo le mie idee da bambina avrei avuto una bella casa, magari grande e in campagna, in cui vivere con mio marito e crescere i nostri figli. Ero una bambina con una visione romantica della vita.
M'immaginavo con una bella carriera, magari da giornalista o da scrittrice come avevo sempre desiderato. La vedevo così ed ero sicura che così sarebbe stato.
Invece la mia vita è andata in tutt’altra direzione….
A ventidue anni vivevo in un appartamento in centro con la mia migliore amica Carlotta, frequentavo il terzo anno alla facoltà di lettere e altro che donna in carriera!
Non avevo un lavoro serio, lavoravo come cameriera in un bar/ristorante e lo stipendio lasciava un po’ a desiderare, ma con qualche altro lavoretto in giro come fare la baby-sitter o qualche altra cosina, riuscivo a pagare la mia metà di affitto e le spese. Come avrete capito la mia vita è abbastanza ordinaria. Più o meno…
 

La luce che proveniva dalle tende, che avevo dimenticato di chiudere la sera prima, mi svegliò. E un buon odore di cornetti caldi arrivò dritta dritta al mio naso. Probabilmente Carlotta era andata a comprare qualcosa per colazione e la cosa m'invogliò ad alzarmi.
Difatti la trovai davanti al tavolo con l’ultimo pezzetto del suo cornetto sospeso a mezz’aria e la bocca aperta.
-Buon giorno Mati!- mi salutò lei. Io mi chiamavo Matilde.
-‘Giorno- dissi io assonnata strofinandomi un occhio con il palmo della mano.
-Sai che sono quasi le nove?- chiese lei guardandomi ilare.
-COSA?!?!? Ma non potevi svegliarmi prima?!- dissi io, improvvisamente sveglia.
-Per prima cosa non ti svegliavi…- disse, ma io la interruppi:
-Io devo essere in università tra quaranta minuti!!!!- dissi stizzita.
-Non so se lo sai, ma pure io ci devo essere. Ricordi? Frequentiamo gli stessi corsi da tre anni!- ma che mi aveva preso per scema?!
-Lo so! Ma tu sei già lavata e vestita mentre io sono ancora in pigiama!- dissi indicando il mio pigiamino di pile verde e le mie pantofole pelose gialle. In quel momento non sembravo sicuramente sexy…
-Se ti muovi ce la fai!- disse Carlotta andandosene chissà dove e sorridendo.
Diedi un morso al mio cornetto e bevvi il mio latte con nesquik (per certe cose sembravo ancora una bambina…). Mi feci una doccia veloce e mi vestii in fretta.
 
Battei il mio record. Dopo venticinque minuti ero pronta e trovai Carlotta in piedi davanti alla porta già fremente per uscire, con tanto di giacca addosso e borsa sulla spalla, molto molto impaziente.
Lei era, in molte cose, il contrario di me.
Carlotta era una maniaca della puntualità, io ero una ritardataria cronica. Lei era sempre solare e sorridente, io ero spesso lunatica e scorbutica, se non addirittura acida. Lei tentava di tenere la casa in ordine, io mi trovavo bene nel caos. Ma condividevamo i gusti e gli interessi. Per esempio ascoltavamo la stessa musica, quella rock. E ci vestivamo pure simili, prevalentemente di nero. Ed entrambe non vedevamo l’ora di finire gli studi per scappare dalla nostra città e viaggiare, come ci eravamo da sempre prefissate.
Mi ricordo molto bene il giorno in cui la conobbi.
Era il primo giorno del secondo anno di asilo e lei era appena arrivata, nonostante fossimo entrambe dello stesso anno. Mi colpì subito. Sembrava quasi a disagio in mezzo agli altri, era timidissima. Era rimasta in disparte per le prime due ore. La guardai per un po’ di tempo e poi decisi di avvicinarmi. Le chiesi di giocare insieme con la cucina giocattolo e lei accettò, sorridendomi timida.
Da quel giorno non ci separammo più. Restammo insieme sia in classe, sia nella vita.
Sempre insieme.
Come stavo dicendo, Carlotta mi stava aspettando.
Saremmo arrivate in ritardo se non ci fossimo mosse alla svelta.
 


Il pomeriggio, dopo le lezioni, io e Carlotta stavano parlando sul mio letto.
Era il nostro rituale del pomeriggio: ci sedevamo, ci raccontavamo qualcosa (qualunque cosa) e mangiucchiavamo qualche dolcetto o qualche patatina. A farlo ci sentivamo ancora quattordicenni...
-Ma quanto era fuori il professore oggi?!- dissi il con una patatina fra le dita e ridendo già come una pazza.
-Oddio non me ne parlare!! Quel vecchietto pensa di avere fascino facendo tutte quelle pessime battute?- disse lei ridendo a sua volta.
Stavamo parlando del nostro professore di diritto, molto bravo e preparato, ma che faceva un po’ il cascamorto con qualche studentessa. E aveva pure cinquant’anni.
-Ma dimmi, come vanno le cose con Michele?- chiesi io tornando improvvisamente quasi seria. Specifico il quasi perché seria non lo ero mai: mi dicevano tutti che ridevo sempre, anche se a me non sembrava proprio. Il più delle volte ridevo sarcasticamente, ma veniva inteso come un sorriso normale. Ovviamente con le amiche ero un fiume di risate! Non la smettevo di ridere e fare battute sceme con loro. Con gli altri ero spesso acida.
Carlotta arrossì. Lo faceva sempre quando parlava del suo fidanzato.
-Beh, va bene! Non ci sono grandi novità... a parte..- e si alzò per andare a cercare qualcosa nella borsa, per poi tornare con una scatolina.
-Questo!!!!- disse aprendo le labbra in un sorriso a trentasei denti. Mi porse la scatolina per farmi scoprire da sola la novità.
-Oh. Mamma. Mia- riuscii a dire io alla vista dell’anello argentato, in realtà d’oro bianco, con un pietra nera sopra, non troppo grande.
-Ma questo è un anello di fidanzamento!!!!!!! E tu non la chiami GRANDE novità questa?! – dissi ancora con gli occhi spalancati.
-Certo che lo è! Ma volevo prenderti un po’ in giro- disse Carlotta con gli occhi che le brillavano. Le feci la linguaccia e le restituii l’anello, che poi si mise sorridendo radiosa.
-Amica mia, sono davvero felice per te!- dissi e l’abbracciai stritolandola.
-Grazie-
-Ora dimmi: a quando l’evento?- chiesi più curiosa che mai.
-Ancora non abbiamo deciso niente...- disse in imbarazzo. Povera: non sapeva ancora come l’avrei spremuta per ottenere informazioni più corpose.
-Come te l’ha chiesto???- curiosità impostata al massimo livello.
-Dunque: dopo le lezioni sono andata a pranzo e mi sono incontrata con lui al solito bar e, alla radio, dopo un po’ è partita la nostra canzone preferita, ci siamo guardati negli occhi e lui si è inginocchiato porgendomi l’anello e facendomi la proposta...- vedevo chiaramente le lacrime di commozione che volevano uscire dai suoi occhi.
-Ooooh!!!-  esclamai poi, addolcita dal racconto.
-Una cosa negativa, almeno per te, in tutta questa faccenda c’è, però- disse lei d’un tratto. Che cosa poteva esserci di negativo nel suo futuro matrimonio?
-Michele mi ha chiesto di andare a vivere con lui- disse tutto in un fiato.
O cazzo. Non ci avevo pensato.

 






Lo spazio di Kia:
Eccomi di nuovo qui. Vi è piaciuto questo primo capitolo?
Ho intenzione di continuare la storia, perciò se qualcosa non vi piace o non vi è chiara ditemelo subito così lo modifico o ve lo spiego meglio. Non succede molto nel capitolo, a parte il primo inizio di cambiamento per la protagonista.
Nel prossimo succederanno più cose! :P
Vorrei veramente sapere che ve ne pare. Non sono molto conosciuta in questo fandom e mi servono pareri.
Devo ringraziare Elpis. Senza di lei non mi sarei mai decisa a pubblicare questa storia!!
Grazie per avere letto fino a qui! A presto,
Tokykia
  
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