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Autore: Gwendin Luthol    01/03/2012    6 recensioni
L’aria era fresca e le si posava sulla pelle come rugiada mattutina, quasi facendola rabbrividire...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A pen.

 

L’aria era fresca e le si posava sulla pelle come rugiada mattutina, quasi facendola rabbrividire.
Aspettava che l’autobus passasse da circa dieci minuti e fino a quel momento, non aveva pensato che poteva approfittarsene per scrivere qualcosa.
La città era in pieno movimento.
Turisti dai capelli appariscenti stringevano fra le mani mappe della Città Eterna.
Stranamente, gruppi di suore si soffermavano ad ammirare borse avvolte in vetrine luccicanti.
Studenti correvano scherzando tra di loro, dopo una pesante giornata di scuola.
Tutto questo, a lei piaceva da morire.
Adorava quella parte della giornata, insieme all’uscire e respirare ciò che il mondo le regalava.
I sorrisi delle persone le colmavano il cuore di qualcosa che a volte mancava, e non poteva venire da se stessa a colmare il suo essere.
Era qualcosa che gli altri, senza saperlo, le donavano.
Quel sole, dai raggi decisi e luminosi, faceva brillare ogni angolatura dei san pietrini romani.
Tutto questo le dava una gran voglia di amare la sua vita.
E una gran voglia di trasparire questo suo amore su carta.
Aprii lo zaino e trovò subito il suo inseparabile quaderno di pensieri.
La rilegatura rossa rivestiva quelle mille sensazioni trascritte su quelle pagine incise dalla penna nera. Parole dalle linee scure e contorte l’une sulle altre.
Scuotendo un altro po’ la borsa, la ragazza trovò anche l’astuccio, ma aprendolo, sbiancò.
Chi aveva preso la sua penna preferita? Era sempre stata lì, al suo posto.
Cominciò ad agitare la sacca, tirando giù tutte le cerniere possibili.
Dove diavolo si era cacciata, pensò.
Ma niente da fare, non c’era, l’aveva persa.
Rubata, dimenticata o caduta da qualche parte, la ragazza era ugualmente nera di rabbia per non averla più con se.
“Diamine” disse fra lei e lei, anche se per la testa le passarono parole molto più pesanti.
“ Che succede?” chiese una voce molto bassa alle sue spalle.
Lei, con i capelli spettinati e l’aria da pazza, si fece trovare nella peggior situazione davanti a Lui.
“Ho perso la mia penna. Che ci fai qui?” chiese.
“Una penna…? Ti preoccupi per così poco!” esclamò lui ignorando del tutto la domanda.
“Stilografica, nera, bellissima. Non puoi capire” chiarii lei, serissima.
Gli occhi azzurri del ragazzo, brillarono di una luce strana.
Le passò una mano fra i capelli.
Lei divenne rossa sulle guancie, dimenticandosi improvvisamente di ciò che era successo.
“ Te ne presto una io. Dovrai scriverci, ne sono sicuro.” e dicendo così, frugò fra le tasche.
“Perché porti penne nel giubotto?” domandò lei, calmandosi come una bambina dopo un pianto disperato.
“Autografi, succede.”
Lei lo guardò quasi infastidita dalla sua frase, ma era solo uno scherzo.
Le diede la penna.
Stilografica, nera, bellissima.
“ Era una scusa per rivederti, l’ho presa quando ci siamo visti la scorsa volta” disse lui, sorridendo.
Lei, un po’ scossa, l'afferrò.
Ma, le era passata la voglia di scrivere.





Due paroline:
Non ha molto senso, ok x'D
Ma ringrazio ugualmente probabili recensioni
o letture!

cosiglio vivamente di:
dare un' occhiata a questi due bravissimi autori, morning moon e
painAsura777

  
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