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Autore: Mabelle    02/03/2012    13 recensioni
"Quando sei giovane e si ha la mia età, la sua età, la nostra età non pensi più di tanto al domani, a quello che dovrai fare perchè infondo dai per scontato che avrai tempo per realizzare i tuoi sogni e per portare a termine i tuoi progetti; vivi tutto alla leggera senza dare peso a ciò che ti circonda, ma quando senti pronunciare quella parola allora è lì che ti rendi conto che tutto quel tempo non c’è più.
Leucemia."
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si sente odore di pioggia nell’aria, si sente odore di lei.

 


 

Ogni tanto penso a lei, forse un po’ troppo spesso, forse più del dovuto, ma è inevitabile.

I ricordi riaffiorano e così i suoi grandi occhi verdi, mi ci perdevo dentro senza nemmeno accorgermene, erano speciali, proprio come lei.

Mi manca il suo sorriso, quello che mi accompagnava durante tutta la giornata, quello che non scompariva mai.

Mi manca la sua voce, così dolce e debole.

Debole come lo era lei perchè nonostante non piangesse mai era così fragile, troppo fragile per combattere, troppo fragile per vincere.

Eppure io non avevo mai perso la speranza o forse era lei a non farla perdere a me.

Quando sei giovane e si ha la mia età, la sua età, la nostra età non pensi più di tanto al domani, a quello che dovrai fare perchè infondo dai per scontato che avrai tempo per realizzare i tuoi sogni e per portare a termine i tuoi progetti; vivi tutto alla leggera senza dare peso a ciò che ti circonda, ma quando senti pronunciare quella parola allora è lì che ti rendi conto che tutto quel tempo non c’è più.

Leucemia.

E’ possibile che una parola possa distruggere tutto? Possa distruggere le speranze, i sogni, i sorrisi, la felicità ma soprattutto te?

Drizzle, così si chiamava lei.

Il giorno in cui mi diede questa notizia non lo potrò mai dimenticare: ero appena tornato dal tour con i ragazzi, mi aspettavo di vederla sulla soglia della porta pronta ad abbracciarmi, a sussurrarmi quando fosse orgogliosa di me, invece non fu così. Salii le scale con un sorriso stampato sulle labbra, entrai in camera sua e la trovai seduta sul letto rannicchiata, con la testa tra le ginocchia e i lunghi capelli rossi scendere dolcemente su di lei.

Mi sedetti anche io e aspettai che mi dicesse qualcosa, una qualsiasi parola mi bastava eppure rimase zitta, mormorai il suo nome e le domandai cos’aveva, alzò lo sguardo e l’unica cosa che potei vedere furono degli occhi rossi, rossi per il troppo pianto, rossi dalla paura, le guance luccicavano, probabilmente perchè le lacrime avevano spesso di scendere poco prima che io varcassi quella soglia. Non riuscii a capire il suo stato, non ce la facevo. 

Vidi le sue labbra muoversi lentamente e pronunciare quella parola.

Leucemia.

Non dissi niente, ma la strinsi a me come non avevo mai fatto con nessun altro e le lacrime rincominciarono a scendere silenziosamente, sapevo che soffriva, me lo sentivo, ed io non potevo fare niente.

Cosa può fare un semplice essere umano di fronte ad una malattia del genere?

Fu l’unica e l’ultima volta che la vidi piangere.

Da quel giorno dedicai completamente il mio tempo a lei, l’accompagnavo in ospedale, le stavo accanto giorno e notte e piano piano mi innamorai di lei.

Mi innamorai del suo sorriso che, seppur forzato, non mancava mai; mi innamorai dei suoi occhi; mi innamorai dell’abbraccio che mi avvolgeva la mattina; mi innamorai della sua voce; mi innamorai del suo viso così troppo sfigurato.

Lei non se ne accorgeva minimamente, ma infondo perchè darle un altro dispiacere?

Non ce la facevo ad andare avanti, sapevo che un giorno se ne sarebbe andata, ma non volevo rendermene conto realmente.

Avevo paura.

Sì, per la prima volta nella mia vita ebbi paura.

Ebbi paura di lasciarla da sola, indifesa davanti ad un nemico troppo furbo per lei.

Ebbi paura di non starle accanto nel modo giusto.

Ebbi paura di non mostrarle la mia presenza costantemente.

Ebbi paura di non vedere più i suoi occhi aprirsi.

Ebbi paura di lei.

Lei che era così determinata seppur fosse consapevole che tutto sarebbe stato inutile, lei che continuava a sorridere a quella poca vita che le restava, lei che non piangeva nonostante tutto.

Io piangevo, sì molto. 

Piangevo dentro perchè non volevo mostrarmi vulnerabile, dovevo darle forza e sicuramente le lacrime non sarebbero state il modo migliore.

In quel periodo scattammo numerose foto, forse avremmo dovuto farlo prima, ma fino a qualche mese fa per me la sua vita aveva un tempo indeterminato e tutto quello che avevo programmato in anni dovetti organizzarlo in pochi mesi.

Quelle foto le tengo nel mio cassetto, in modo che non si disperdano in casa, in quella casa troppo grande senza lei, senza noi.

I mesi passavano e così anche la speranza, lei diventava sempre più debole e così fu costretta ad essere ricoverata in ospedale, troppo spento quel luogo per una ragazza solare come lei.

Andavo a trovarla ogni giorno e spesso mi capitava di addormentarmi là con lei, mentre stringevo la sua mano, non volevo lasciarla, non ora, non oggi, non domani, né mai.

Una notte, l’ultima notte, le sussurrai un “Ti amo”, forse troppo affrettato, forse troppo tardi, vidi i suoi occhi inumidirsi o forse era la mia vista offuscata?

L’unica cosa che feci fu stamparle un bacio sulla fronte e udire un suo “Anch’io”.

La mattina seguente non sentii le sue dita accarezzarmi la mano, non vidi il suo sorriso, non si svegliò. Inutile dire che se n’era andata e questa volta per sempre.

 

 

 

E’ passato esattamente un anno dalla sua morte, forse è stata anche la mia.

Oggi sono venuto a trovarla al cimitero, come gli altri 364 giorni di questo anno.

 

Oggi si sente odore di pioggia nell’aria, si sente odore di lei.






E' una breve One-Shot su Drizzle e Liam.
Era da un po' che volevo scriverla e finalmente ce l'ho fatta, yeeeah. (?)
Coooomunque.
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione, mi farebbe molto piacere. :3
Per chi non lo sapesse: "Drizzle" significa "Pioggerellina".

  
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