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Autore: TooLateForU    02/03/2012    13 recensioni
Era rimasto lì, da quando se ne era andato. Ogni mattina quando entravo nel bagno e mi posizionavo davanti allo specchio, pronta ad una nuova patetica giornata, vedevo il suo spazzolino blu e verde abbandonato fissarmi, come a ricordarmi di essere una persona orribile e senza cuore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Mi hai rotto le palle, okay? Mi hanno rotto le palle i tuoi giochini, la tua incuranza e i tuoi sorrisetti a qualunque ragazza con una terza che vedi per strada. Quindi impacchetta tutta la tua roba e sparisci.”
 
Una litigata, due litigate, tre litigate..Litigate a non finire. Litigate sempre, ovunque, per qualsiasi cosa. E nel mezzo della litigata non ricordavamo neanche più perché avevamo iniziato, ma continuavamo lo stesso.
Poi la Litigata, quella con la ‘L’ maiuscola. Quella in cui tiri fuori tutto ciò che non sapevi neanche di tenerti dentro, quando pronunci parole che neanche sapevi aver mai pensato, quando ricordi vecchi episodi che avevate preferito accantonare e dimenticare.
Sette minuti e quarantasei secondi, il tempo trascorso da quando gli avevo detto di andarsene a quando incazzato si era sbattuto la porta del nostro ex-appartamento alle spalle.
Aveva fatto le valige molto più velocemente di quanto mi sarei aspettata. Aveva buttato dentro alla rinfusa vestiti, accessori, specchi, sigarette e qualsiasi altra stronzata avesse dietro.
Ma si era dimenticato una cosa.
Immagino che quando vieni sbattuto fuori di casa dalla tua ex-ragazza non pensi di dover portare via anche il tuo spazzolino.
Era uno spazzolino semplice, il suo. Una strisca blu e verde sul manico, la scritta Colgate sull’altro lato e la spazzola semplicemente bianca.
Era rimasto lì, da quando se ne era andato. Ogni mattina quando entravo nel bagno e mi posizionavo davanti allo specchio, pronta ad una nuova patetica giornata vuota, vedevo il suo spazzolino blu e verde abbandonato fissarmi, come a ricordarmi di essere una persona orribile e senza cuore.
Ogni tanto me lo rigiravo tra le mani, senza un motivo preciso. Non che uno spazzolino potesse farmi sentire più vicina a lui, anche perché non ero sicura di volerlo sentire vicino, ma ogni tanto ci giocherellavo.
Come quel giorno. Ero seduta vicino alla finestra che dava su uno dei più malfamati quartieri di Londra, e mi rigiravo tra le mani il suo spazzolino.
 
“L’appartamento sarebbe qui? Spero almeno voi terroristi siate pacifici nel vostro habitat!” esclamai, fissando terrorizzata il luogo che ci circondava.
Zayn alzò gli occhi al cielo, abbandonando le nostre valige davanti al portone davanti a noi “Tranquilla, noi uccidiamo solo le bionde. Le more non ci piacciono.”
“Devo mettere il velo in testa?”
“Dovresti metterlo in bocca il velo, amore.”
Gli feci la linguaccia, mentre entravo senza trattenere un sorriso nel palazzo.
 
Sbuffai, stufa di tutti quei ricordi che mi colpivano nei momenti meno adatti.
Perché facevo così? Ero stata io a cacciarlo, dannazione. E avevo i miei motivi.
Era un idiota, un idiota che ci provava con qualsiasi essere con una vagina a questa terra, che non chiudeva la scatola dei biscotti dopo averla usata, che fumava dentro al nostro bagno e che..che..
Bhè, era un idiota. Punto. E rigirarmi tra le mani questo stupido spazzolino non servirà a niente.
Lo gettai bruscamente sul mio letto, come a voler allontanarlo il più possibile da me.
Non dovrei sentire la sua mancanza, per la miseria. Non dovrei proprio, ed ero una grande ipocrita con me stessa se lo facevo.
Sentii il mio cellulare vibrare nella tasca dei miei jeans, e lo tirai fuori velocemente.
Guardai il display, e quando vidi lampeggiare il nome ‘Carol’ sospirai.
Quanto sono stupida. Probabilmente non sono nella sua rubrica da settimane.
Non mi disturbai neanche ad aprire il messaggio, probabilmente voleva solo sapere se erano già iniziati i saldi a ‘Forever 21’
Gettai un occhio al mio letto, e vedere quello stupido spazzolino abbandonato sul mio cuscino mi fece salire una terribile e inappropriata malinconia.
Non volevo quello spazzolino dentro casa. Può suonare davvero come una stronzata, ma non volevo più qui.
Mi alzai bruscamente, lo afferrai e con pochi e lunghi passi raggiunsi la porta d’ingresso. Afferrai le chiavi di casa, spalancai l’uscio ed uscii, con lo spazzolino stretto nella mano sinistra.
Scesi le scale a due a due, cercando di camminare a passi pesanti e rumorosi, che mi avrebbero distratta dalla enorme cazzata che stavo per compiere.
Il vento freddo di Londra mi sferzò il viso, appena uscita, ma non ci feci caso.
Sapevo esattamente dove trovarlo. Erano le sei e mezzo di sera di un venerdì, e sicuramente era ad ubriacarsi come un idiota al Music’s On, tentando di abbordare qualche troietta.
Raggiunsi il locale in fretta, e spalancai la porta. Qualcuno si girò verso di me, probabilmente chiedendosi cosa diavolo ci facesse in un pub una diciassettenne con uno spazzolino in mano, ma nessuno chiese.
Setacciai con gli occhi il locale, alla ricerca di un familiare viso mulatto e finalmente lo trovai.
Il mio cuore ebbe un tuffo, mentre lo osservavo appoggiato ad una parete a fumare, da solo. La maglietta bianca a mezza maniche metteva in evidenza tutti i suoi muscoli, e i jeans gli cadevano come al solito a pennello.
Ringraziai di non riuscire a vedere bene il viso, così da essere più lucida.
Mi avvicinai a passo spedito, e quando mi piazzai davanti a lui spalancò i grandi occhi scuri, mandando di traverso del fumo e tossendo.
Presi un bel respiro, tentando di non farmi incantare dal suo sguardo. Sbattei sul suo petto lo spazzolino, e lo vidi sobbalzare.
“E’ il tuo fottuto spazzolino, che è rimasto nel mio fottuto bagno per tre fottute settimane. Ora te lo riprendi, perché io non lo voglio più.” dissi, brusca, mentre lo vedevo guardare confuso l’oggetto. Buttò la cicca a terra, ed alzò lo sguardo su di me.
Mi sembrava quasi.. quasi…sollevato.
“Puoi anche dirmi grazie, sai.” sputai fuori, acida. Zayn continuò a non parlare, e a starsene fermo ad osservarmi, come si osserverebbe uno stupido quadro.
“Me ne vado..” borbottai, girando i tacchi e facendo per andarmene.
“Mi sei mancata, Liz.” Esclamò, ed io mi immobilizzai. Sentii il cuore fermarsi, e poi accelerare velocemente.
“No, non è vero.” Ribattei incolore, senza voltarmi. Fu lui a prendermi per un braccio, per farmi girare. Mi trovai più vicina al suo viso di quanto avessi voluto.
Bugia.
“Non sto scherzando stavolta. Mi sei mancata da morire, okay? E non lo so come si fa a chiedere scusa in un modo decente, se ti aspetti delle rose, dei cioccolatini o altre stronzate..” prese un respiro, prima di continuare.
“Però mi dispiace. Mi dispiace perché faccio sempre casini, mi dispiace perché sono uno stronzo e mi dispiace per aver spaccato il naso a quel tizio che ti ballava addosso. No non è vero, per quello non mi dispiace ma per il resto sì. E mi dispiace se ti faccio stare male la maggior parte del tempo, e per non chiudere mai la scatola dei biscotti..
..E mi sei mancata da morire, Liz.” Concluse, accarezzandomi lentamente una guancia.
Io abbassai lo sguardo, con una smorfia, e non dissi nulla. Lo sentii sospirare, prima di avvicinarsi al mio orecchio.
“Lo sai che ti amo vero?” sussurrò, come se fosse un segreto. Io mi morsi un labbro, come a trattenere un sorriso.
“Dovresti ripeterlo più spesso.” Gli consigliai, e lo vidi aprirsi in un sorriso, prima di essere stretta tra le sue braccia calde.
“Grazie per lo spazzolino, comunque.”
“Puoi riportarlo a casa, Zayn.”
 
 
E’ un po’ una stupidaggine, ma avevo voglia di scriverla…Spero  vi sia piaciuta :)
   
 
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