Dei aveva
parlato alla fine, aveva preso il suo cuore, tutto quello che provava,
e gliel’ aveva servito, lasciato alla sua mercé,
alla berlina, pronto a essere ucciso, squartato..distrutto …
sapeva che sarebbe successo questo, sapeva che non avrebbe avuto
indietro nulla, se non tanti pezzettini insanguinati…
Ed ora si trovava là, seduta su quel ponte sotto la pioggia
gelida di gennaio; guardava l’acqua che, scorrendo veloce, la
chiamava, mormorava il suo mortale invito, gorgogliava il suo nome
ossessivamente.
Quell’idea.. Quell’idea si stava insinuando nella
sua mente, strisciava fra le pieghe del suo animo, sibilava
l’inutilità della sua esistenza, iniettava nelle
vene un veleno dolce amaro .. Si alzò in piedi, chiuse gli
occhi, sentì spire soffocanti spingerla in avanti. Un attimo
e poi.. volava.
Il vestito vittoriano che aveva indossato aderiva al suo corpo, ma per
colpa del vento tendeva a andare verso l'alto come se, dotato di
volontà propria, volesse riportare la ragazza sul ponte dal
quale si era gettata.
I capelli neri colpivano il suo volto, gli occhi serrati per non vedere
più nulla... ma lo sapeva... tra poco sarebbe caduta
nell'acqua gelida del Tamigi.
Quel volo sembrava infinito. Aprì gli occhi per capire
quanto mancasse a quella fine che tanto agognava... Sospesa nell'aria,
alzò lo sguardo e vide un angelo, le ali nere che sbattevano
pigramente, i capelli anch’essi neri che incorniciavano un
volto pallido, dove brillavano due occhi color tempesta. Non le
interessava quanto potesse essere bello, stava prolungando la sua
agonia: lo guardò con rabbia chiedendosi cosa diavolo
volesse...
Percepì un sussurro vicino al suo orecchio "Vale la pena
morire per un uomo?" e un respiro gelido che le dava i brividi. Un
bacio e poi... il vuoto.