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Autore: elyforgotten    02/03/2012    3 recensioni
La mia nuova fanfic parla di Cassandro, valoroso e cinico condottiere macedone, e della sorella di Alessandro...
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"Siamo tutti maledetti, sorella." Dichiarò Alessandro con un sorriso amaro. "Tu, io, Efestione, Cassandro e i nostri genitori"
A quel tempo Tasmin non diede molta importanza alle parole del fratello; ma soltanto alla fine dei suoi giorni lei avrebbe pensato alle parole del suo re e ne avrebbe fatto ammenda.
Era vero. Erano tutti maledetti.
Tuttavia loro avrebbero pagato un prezzo peggiore, rispetto a quello che era stato destinato ai loro antenati.
Molto peggio…
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alessandro il Grande
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9 CAPITOLO

 

Si resta soli quando si diventa mito.

Questa frase detta da Aristotele avrebbe accompagnato Alessandro per il resto della vita; quando ottieni così tanto potere e gloria finisci per accantonare solo la gelosia e la brama degli altri che desiderano essere come te, e molto di più. Quelli che prima consideravi amici smettono di essere tali.

 

Da quando Alessandro sposò Rossane tutto andrò a rotoli: l'esercito si era rivoltato contro di lui, forse non esplicitamente ma era quasi impossibile non notarlo; Efestione aveva smesso di incontrare privatamente il re nelle sue stanze e pure Tasmin si stava allontanando a causa delle loro opinioni contrastanti su ogni argomento.

Più tardi Alessandro imparò a dominarsi ma gli era rimasta per tutta la vita quell'ira sempre pronta, cui bastava un piccolo stimolo per cedere in attacchi terribili.

Un giorno infatti stava pranzando in una delle sue stanze reali solo con Tasmin e stavano chiaramente discutendo sui privilegi che il re donava agli asiatici.

“Tu non puoi capire Tess, questa gente vuole… ha bisogno di libertà, di diritti e di giustizia”

“Giustizia?” Sbottò lei allibita. “Che idiozia! E’ giusto che i nullafacenti come loro abbiano le stesse cose dei tuoi uomini, che lottano da anni al tuo fianco? Che dividano senza alcun merito i premi che spetterebbero di diritto al tuo popolo? Sono d’accordo che questa gente abbia bisogno di una possibilità per farsi valere e dimostrare le loro virtù, ma tu gli stai regalando dei benefici troppo grandi e non è giusto, perché non hanno fatto niente per meritarselo! Se pensi che fino a qualche giorno fa ti facevano la guerra, ora invece tu hai ceduto le terre che hai conquistato ai precedenti re solo per fartene degli alleati e credi sia una mossa furba… ma invece non è così, perché loro non ti saranno mai leali Alessandro!” Tasmin alzò il tono della voce per far valere il suo punto di vista e cercar di far ragionare il fratello, se non voleva andare incontro alla sua rovina.

“Ti vedranno sempre come un invasore, un tiranno e appena abbasserai la guardia.. Bam! Ti attaccheranno un’altra volta! Non puoi fidarti di quei serpenti, non sono come noi e non lo saranno mai! Smettila di perseguire questo tuo sogno folle di unire greci e barbari perché non avverrà mai. E se nostro padre sarebbe qui, ti direbbe le stesse identiche parole. Almeno lui non era così sentimentale”

Il re era rimasto zitto ad ascoltare l’opinione di Tess senza fiatare, ma appena lei mise in ballo il padre e il fatto che non avrebbe mai avverato il suo sogno, Alessandro diede una bastonata alla zuppiera che Tasmin aveva in mano e la gettò lontano spargendone il contenuto per terra.

Luna, che prima d’ora era rimasta in un angolo a servirli, si drizzò inorridita. Era la prima volta che vedeva il cattivo umore del re rivolto contro sua sorella e ne fu fortemente turbata.

Guardò con sgomento quei ragazzi così giovani e belli, che aveva cresciuto lei stessa e temette che prima o poi il destino li avrebbe messi contro o peggio che si facessero del male a vicenda.

Tasmin deglutì senza dire una parola e si alzò a raccogliere i pezzi della zuppiera, prima che vi si tuffasse Luna, e infatti la principessa pregò la donna di starsene tranquilla, che ci avrebbe pensato lei.

Luna obbedì senza fiatare e fissò timorosamente Alessandro che restava seduto, immobile e duro, come se fosse una bestia incatenata.

“Se non ascolti le persone che ti sono vicine e che vogliono soltanto il tuo bene, prima o poi ti farai del male con le tue stessi mani Alessandro.” Disse solamente Tasmin, alzandosi da terra e alla fine se ne andò fuori dalla stanza , seguita a ruota da Luna, mentre Alessandro diede ancora di matto e lanciò per terra tutto ciò che era rimasto sul tavolo per sfogare la sua delusione e rabbia repressa.

Le lotte politiche avevano peggiorato il carattere del re e bastava un nulla per farlo scattare, neppure Tasmin poteva frenare i suoi attacchi d'ira, ma la verità é che i soldati avevano cominciato ad aver paura di lui... la sorella stessa, che non aveva mai temuto il suo brusco carattere, ne era spaventata e vederla timorosa nei suoi confronti faceva andare Alessandro ancor di più in bestia.

Anche Tess a sua volta stava cambiando: ormai le lamentele di Alessandro le davano fastidio, gli diceva che se l'era cercata per non averla ascoltata quando avrebbe dovuto, oppure altre volte lo ignorava per fargli sbollire la schiuma di rabbia in santa pace.

Se Tess sentiva che tutti i suoi legami affettivi si stavano sgretolando come castelli di sabbia in alta marea, senza possibilità di non ritorno, questo non valeva per la fida Luna. L'affetto che la donna sentiva per Tasmin era caratterizzato da una dedizione nel servirla e una tolleranza illimitata nell'acconsentire ad ogni sua eccentricità e desiderio.

Per Luna infatti che aveva trascorso la maggior parte della vita in campi sudici al sole a fare la serva, badare alla principessa fu come entrare nella gloria. Le faceva il bagno in acqua profumata al gelsomino, la strofinava come se fosse un delicato cigno e le spazzolava i capelli fino a renderli brillanti come la seta.

Faceva in modo di dimostrarle la sua tenerezza con piccoli dettagli ai quali dedicava la sua esistenza; gli Dèi non erano stati generosi con Luna avendole donato un corpo arido, privandole della possibilità di avere figli, e quando per la prima volta prese in braccio Tasmin appena nata e vide i suoi splendidi occhi blu, la sua bocca di bocciolo che si apriva in un tenero sorriso, capì che quel vuoto sarebbe stato ricolmato da quella bambina.

Infatti Luna da quel giorno non aveva smesso neanche per un attimo di amare Tasmin come se fosse figlia sua e la capiva solo come una madre poteva fare: la sorella del re infatti non era fatta per un esistenza banale...

Luna lo diceva sempre: era uno di quegli esseri nati per la grandezza di un solo amore, per l'odio esagerato, per la vendetta apocalittica e per l'eroismo più sublime, ma non aveva potuto concretizzare il suo destino proprio perché questo le imponeva di vivere come la classica principessa al servizio degli uomini, lontana da ogni dibattito o presa di posizione.

 

Durante uno dei suoi bagni quotidiani, mentre Luna le asciugava delicatamente i capelli, informò Tasmin di ciò che aveva visto la sera del matrimonio ovvero il litigio furibondo tra Filota e Cassandro, facendo passare quest’ultimo per un carnefice crudele.

"Ha minacciato di far cadere Filota dal dirupo?" domandò Tess sgomenta, non riuscendo a credere fino a che punto si fosse spinto Cassandro.

"Purtroppo ho sentito soltanto l'ultima parte della litigata ma vi assicuro che Cassandro non stava affatto scherzando, avrebbe fatto paura persino a vostro fratello... Quel ragazzo é pazzo, bambina mia, e quel che é peggio é ossessionato da voi" mormorò premurosa Luna strofinandole la schiena.

"Cassandro non é ossessionato da me. É ossessionato dal potere e farebbe qualsiasi cosa per ottenerlo" rispose amaramente, convincendosi che quello che pensavano gli altri su Cassandro era così terribilmente vero.

Ma Luna non aveva ancora finito di mettere in guardia Tasmin:

"Invece é così, vi dico. Per ottenere la vostra approvazione chissà di cosa sarebbe capace, pur di mettersi in mostra. Lui sa di essere più forte di voi e ci marcia sopra... Quindi vi imploro signorina... Questo gioco al massacro con Cassandro vi nuoce la salute e dovete smetterla per il vostro bene"

Tasmin in quel momento pensava invece al modo migliore per contrastare Cassandro e le sue pazzie malate; Filota non era mai stato un asso in intelligenza infatti tutti lo ritenevano uno stupido, ma non si meritava di morire.

Sorrise dolcemente a Luna e le accarezzò la mano per tranquillizzarla, pregandola di non preoccuparsi; le disse inoltre di svuotare la vasca perché ormai aveva finito. Aveva altro a cui pensare e sapeva benissimo che cosa doveva fare in seguito.

Aveva retto anche troppo il suo gioco.

 

Si vestì velocemente e andò a cercare Cassandro per tutto il palazzo e finalmente lo trovò intento a parlare con dei soldati macedoni, ma anche quando lui la notò arrivare non fece allontanare i suoi uomini, anzi continuò a parlare con loro come se lei non esistesse nemmeno.

Appena finì di impartire gli ultimi ordini ai soldati, finalmente si degnò di guardare in faccia Tasmin e di rivolgerle la parola.

"Devi dirmi qualcosa Tess? Sono piuttosto occupato in questo momento" disse con un tono di voce annoiato e indifferente.

Tasmin gli sorrise affabile per mascherare il suo malumore:

"Cosa pensi di ottenere comportandoti così? Fai soltanto apparire ciò che sei veramente... Cioè un vigliacco. Se devi prendertela con qualcuno prenditela con me, non con Filota"

Cassandro questa volta si fece serio e si incupì notevolmente:

"Chi te l'ha detto?"

"Non ha importanza questo, ma il punto é che stavi per ucciderlo, te ne rendi conto? Il figlio di Parmenione.. Non te la saresti cavata bene questa volta e per quanto Filota possa essere fastidioso, non meritava di certo di finire a penzoloni sopra un dirupo!"

La ragazza era chiaramente furiosa e indispettita verso di lui, ma Cassandro non accennava minimamente a difendersi, poiché non era sua abitudine dare spiegazioni, fare la vittima o fingersi di essere un normale essere umano che prova dei sensi di colpa… infatti le sorrise sarcastico come se la stesse prendendo in giro.

"Mi stai facendo un processo?" domandò sfrontato.

Tess sbuffò esasperata cercando di controllarsi:

"Che cosa ha fatto Filota per farti scattare come una molla?"

Lui sospirò rumorosamente stringendo le braccia al petto:

"Non spreco fiato e energie per questioni che non mi interessano. Filota é un camaleonte che si diverte a creare casini ma gli ho insegnato che il gioco é bello quando dura poco. Se quello che gli ho fatto urta la tua sensibilità, mi dispiace ma non so che farci."

Tasmin strinse gli occhi blu e cercò di non spalancare la bocca per quell'affermazione così egoista. Possibile che si fosse sbagliata tanto sul suo conto? In quel momento diede sfogo alle caratteristiche che Luna gli aveva sempre attribuito… L’odio esagerato.

"Continua pure così. Finirai per morire da solo! In mezzo all'oro forse, ma da solo!"

Gli gridò Tasmin con tutta la delusione e rabbia che aveva in corpo, sperando in questo modo di farlo soffrire ma le sue grida non scalfirono nemmeno la corazza che Cassandro aveva indossato per far allontanare le persone, e infatti rimase a guardarla con un espressione gelida e priva di vita, come se così dimostrasse che le parole di Tasmin erano vere.

E ci riusciva davvero bene a farle credere che avesse ragione.

Mentre la vedeva allontanarsi sempre più velocemente da lui, pensò in cuor suo che forse era meglio così. Il suo enorme orgoglio gli impediva di fermarla; le parole gli morirono in gola perché aveva letto del rimprovero negli occhi di Tess, accusandolo di un atto, cui la sola colpa era dovuta a quello stolto di Filota, ma alla fine ogni sua parola gli si sarebbe rivoltata contro.

Fiero com'era non sopportava di attirare sguardi di pietà e perdono, come un ragazzino scapestrato e pentito. Doveva essere lui a concedere perdono, non riceverne, visto che per una volta nella vita non aveva pensato solo a se stesso... l'aveva dimostrato quella sera.

Girò per un secondo lo sguardo e notò che proprio Filota lo stava osservando con sguardo grave e severo; Cassandro ricambiò facendosi però più terrificante tanto che Filota fu quasi costretto ad allontanarsi, mentre sul volto di Cassandro comparve un sorriso feroce e diabolico.

Segno che stava macchinando qualcosa contro quella serpe fastidiosa di Filota.

Non aveva dimenticato come gli si era rivolto la sera del matrimonio, con quanta spregiudicatezza lo aveva invitato ad accettare la sua offerta e soprattutto il modo in cui aveva osato farlo… Aveva afferrato subito il concetto ma temeva di non aver capito bene perché la sola idea di cedere Tasmin a quel piccolo verme gli sembrava ripugnante solo a pensarci.

L’avrebbe ucciso quella sera… Oh si, l’avrebbe ucciso ma all’ultimo aveva tentennato e l’aveva tirato su dal dirupo, perché sarebbe stato troppo facile così e addirittura sarebbe passato lui dalla parte del torto.

Non avrebbe dato quella soddisfazione a Filota. Il “piccolo Parmenione” poi gli aveva garantito che gliela avrebbe fatta pagare ma sarebbe stato lui stesso a mettere in atto quella minaccia verso di lui… che avrebbe segnato definitivamente la sua fine.

 

Il malcontento nei confronti del re arrivò al culmine quando si scoprì di un tentativo fallito di avvelenare Alessandro e così si scatenò il caos totale. il complotto turbò molto il re e non solo perché la cerchia dei traditori era composta da giovani macedoni che avevano accompagnato il suo sogno, ma anche perché in mezzo a loro c'era Filota, il suo amico d'infanzia.

Nella tenda del re si svolse un processo ai suoi danni per fargli ammettere le sue colpe; c’erano presenti quasi tutti persino Tasmin che non appena aveva sentito ciò che era successo, non aveva potuto credere alle sue orecchie. In un modo o nell’altro aveva subito pensato a Cassandro, che fosse anche lui immischiato nel complotto contro suo fratello, perché quando si trattava di intrighi e tradimenti lui chissà perché era sempre presente… ma il suo nome stranamente non compariva nella cerchia dei traditori, anzi era stato lui per primo ad accusare Filota.

Dentro la tenda si svolse un vero e proprio processo: Efestione incalzava Filota di parlare chiaramente, di sputare il rospo ma il ragazzo negava continuamente.

"Alessandro." esclamò Filota facendo un passo in avanti verso il re. "ricordami per quello che sono"

Alessandro lo guardò crudo in viso sentendosi veramente tradito.

"Io ti ricordo Filota ma non come tu ricordi te stesso. E a noi tutti sembra che il vero oggetto della tua anima sia l'ambizione"

"No..." sussurrò il ragazzo avvilito, lanciando un'occhiata di puro odio contro Cassandro, che se ne stava a godere della sconfitta del suo rivale. Era stato lui appunto a mettere la pulce nell'orecchio di Alessandro, per avvertirlo di un eventuale complotto e appena gli era giunta l'occasione aveva fornito le prove necessarie per inchiodare quella serpe di Filota; con tutte le conoscenze che aveva per Cassandro era stato più facile del previsto, ma mai avrebbe pensato di godere tanto delle sofferenze di qualcuno, fino al punto di strozzarsi dalle risate.

Cercò dunque di contenersi, spiegando ai presenti che c'erano prove inconfutabili che dimostravano la colpevolezza dei traditori.

Si innalzò un brusio nel quale chiunque cercava di dimostrare la propria innocenza, dando le colpe ad un altro o dicendo di essere stati incastrati in una meschina trappola.

"Ma che bella compagnia di brava gente siamo! Tutti ligi al dovere e alla legge! Tranne il sottoscritto. Ma nonostante questo posso testimoniare di fronte a Zeus che questo cadavere che cammina..." mormorò deciso indicando Filota. "ha complottato ai danni del re, tentando addirittura di avvelenarlo e aveva chiesto persino a me di contribuire al tradimento offrendomi in cambio del denaro per il mio prezioso aiuto.. Io ovviamente ho rifiutato" esclamò con faccia innocente come se fosse immacolato.

Filota restò a bocca aperta, vedendo come Cassandro stava utilizzando a proprio comodo l'episodio che era successo fra loro la sera del matrimonio, aumentando così le accuse contro Filota.

Il ragazzo se ne stava inerme ascoltando le ingiurie di Cassandro, che continuava a mettere legna al fuoco, il quale presto avrebbe bruciato il “piccolo Parmenione”.

"Tu avevi un accordo con me Filota e hai portato a termine le tue congiure, ma non come volevi tu questa volta! Coraggio non essere timido, fatti avanti! Chiedi la ricompensa!" esclamò Cassandro gongolando per la vittoria e sorridendo soddisfatto, mentre guardava Filota farsi sempre più bianco in volto.

Se Cassandro avesse detto che Filota voleva barattare Tasmin con dell' oro sarebbe sceso l'Olimpo in quella tenda e il re gli avrebbe sicuramente tolto ogni pezzo di pelle dalla sua carne e gli avrebbe asportato gli organi vitali dandoli in pasto ai lupi.

Il poveretto se ne stava immobile, tutto tremante, aspettando il colpo di grazia da Cassandro, il quale fremeva per quell'attesa e sghignazzava vedendo finalmente quel sudicio verme ai suoi piedi. Ce l'aveva quasi sulla punta della lingua, ma fu interrotto da Efestione che disse che ormai avevano preso la loro decisione e non l'avrebbero cambiata per nulla al mondo.

Filota ormai spacciato giocò l'ultima carta, gridando come un forsennato che non era stato lui e che era vittima di un complotto, ma nessuno gli diede ascolto forse perché quel piccolo spocchioso non era mai piaciuto a nessuno.

Filota venne portato via ancora delirante cercando di muovere a compassione il re, il quale lo guardava duramente e non dava segni di ripensamenti.

Tasmin sgomenta per ciò che era accaduto, ancora non ci credeva che Filota avesse ordito alle spalle di Alessandro tentando addirittura di avvelenarlo, e la cosa che più non la convinceva era stato il confronto tra lui e Cassandro: quest'ultimo non aveva detto tutto, era talmente evidente che c'entrasse anche lui in quella tela di inganni e complotti.. O forse lei era troppo paranoica nei riguardi di Cassandro per essere oggettiva in quel frangente delicato.

Certo che avrebbe messo le mani sul fuoco pensando che Cassandro era chiaramente coinvolto in tutto quel casino ed era stato così bravo nel manovrare il suo teatrino, e far credere a tutti che lui era innocente e puro come un angelo.

Mentre portavano Filota al luogo di esecuzione, Tess osservò i volti privi di compassione, di pietà o di malinconia del fratello e di Cassandro. Tutti loro erano sempre stati uniti durante l'infanzia e non si capacitava come le loro strade si fossero distanziate tanto rapidamente e senza rimorsi.

Cassandro inoltre per poco non ballava alla luna tutta la sua gioia e goduria nel vedere finalmente Filota a pezzi.

 In nome di Zeus, glielo si leggeva in faccia che aveva macchinato lui contro Filota, tacendo magari la sua parte di colpa in mezzo a quel complotto.

Cassandro doveva essere coinvolto quanto Filota, doveva esserlo! Tess cercava di convincersi di questo in ogni modo, per trovare così un pretesto più che valido per allontanarlo e smettere di pensare a lui. Aveva sopportato ogni angheria, ogni violenza e presa in giro da parte sua, ma mai avrebbe sopportato che facesse del male a suo fratello. Non l'avrebbe mai tollerato… Un amore ossessivo non poteva giustificare la perdita di un fratello.

Tasmin tornò a fissare con sgomento il volto del povero Filota, che veniva legato come un salame ad un palo mentre farneticava ancora sulla sua innocenza; quando Clito stava per impartirgli il colpo mortale, il moribondo si voltò verso Tess, che non riuscì a sostenere quel volto straziato e si voltò nel momento in cui Filota fu trafitto da una lancia in pieno petto.

Morì quasi subito. Alessandro pieno di lucidità e rancore inviò i soldati alla cerca di Parmenione, per capire se anche lui era coinvolto nel complotto o no. Sapeva o non sapeva? Per il re era necessario agire subito cosicché altri avrebbero desistito subito nel rivoltarsi contro.

Quando finì di impartire gli ultimi ordini, andò vicino alla sorella che restava impietrita senza osare guardare il macabro spettacolo che aveva di fronte agli occhi.. Alessandro le mise delicatamente una mano sulla spalla e quando Tess alzò il viso, incrociò i suoi occhi chiari che stavano in qualche modo cercando di tranquillizzarla o semplicemente confortarla.

Tasmin con un sospiro appoggiò la testa sul suo petto mentre lui le toccava i capelli castano ramato, baciandole delicatamente la testa. In quel momento la principessa pensò che sarebbe stato peggio, anzi terribile più di ogni altra cosa, se quel giorno il piano dei traditori fosse andato a buon fine e avrebbe così perso Alessandro per sempre. Per grazia divina non era accaduto.

Tutto a un tratto i motivi per il quale aveva litigato con lui in quei lunghi giorni sembravano cosi futili... senza importanza, in vista della possibilità che poteva perdere l’amato fratello da un momento all’altro.

Si staccò lentamente da Alessandro, che le accarezzò dolcemente la guancia e le sorrise per tranquillizzarla, prima di andarsene via; Tasmin allora si strinse timorosamente nelle spalle ancora intontita per ciò che era accaduto, quando sentì la voce arrogante di Cassandro dare istruzioni su come slegare Filota e metterlo poi in una fossa comune, senza alcuna cerimonia.

Tasmin si voltò verso di lui e lo trafisse con lo sguardo per quella crudeltà disumana, mentre si dirigeva nella sua direzione.

"Hai finito con la tua spavalderia?" domandò con ripugnanza cercando di evitare di guardare il cadavere di Filota.

Cassandro alzò gli occhi al cielo e si piantò di fronte a lei con sguardo duro:

"Filota stava per tentare alla vita di tuo fratello, dovresti essere contenta di vederlo stecchito"

"Io non godo della sconfitta altrui, e non mi metto a ridere come una pazza vedendo qualcuno che conoscevo da tutta una vita morire in quel modo. "

Lui scosse la testa per la sua ingenuità e bontà d'animo:

"Filota era un bastardo Tess. Le accuse nei suoi confronti erano vere anche se starai pensando, e sono sicuro che tu lo stia pensando in questo momento... Che io abbia alterato e modificato le prove a mio favore pur di incastrarlo. Ma non é così"

Tess strinse gli occhi per osservarlo con giudizio ma quella sua affermazione non la convinceva per niente.. Più lui parlava, meno lei gli credeva. Non sapeva mai cosa aspettarsi da lui, invece Cassandro riusciva a leggerle la mente come nessun altro sapeva fare. Era questa la differenza tra loro due… Lui la sconcertava sempre, mentre lei non riusciva mai a intuire i suoi reali pensieri e si sentiva così succube di lui, che l’unico maniera per difendersi era attaccarlo e respingerlo in ogni modo.

Si schiarì la voce per non far trapelare la sua inquietudine.

"Filota potrà anche essere colpevole ma sono pronta a scommettere che tu sai qualcosa che hai deliberatamente omesso prima, mentre condannavamo Filota..per esempio quell'accordo che lui ti avrebbe proposto ma che tu hai rifiutato. Cos’è, tutto a un tratto ti sei accorto di possedere un po’ d'onore e della lealtà nei confronti di Alessandro? O forse Filota in cambio ti aveva offerto così ben poco denaro da non prendere neanche in considerazione la sua offerta?"

Le parole di Tasmin erano state schiette e dure, ma quando finì di sputare sentenze Cassandro si irrigidì notevolmente e la sua espressione divenne adirata. Sembrava potesse incenerire chiunque solo con lo sguardo.

"Ora basta" sibilò lui afferrandola per un braccio, dirigendosi velocemente verso il palazzo e non badò nemmeno se qualcuno li avesse notati... Sembrava talmente spiritato che non gli importava di nulla e di nessuno, e Tasmin si lasciò trasportare da lui perché era rimasta così sorpresa da quel gesto brusco da non potersi opporre… o forse perché era così terrorizzata da non riuscire a proferir parola.

Cassandro la condusse dentro una stanza vicino all'atrio del palazzo. Davvero ironica come situazione perché sembrava essere la stessa stanza, dentro la quale Cassandro l'aveva condotta qualche giorno prima.

Vi entrarono velocemente ma la presa di Cassandro non cessò di diminuire e Tess lo guardò impaurita negli occhi, facendo fatica persino a respirare.

Cassandro la condusse al centro della stanza continuando a fissarla con sguardo impenetrabile:

"Sono stanco di queste tue continue recriminazioni. Se provenissero da qualcun altro ne resterei totalmente indifferente ma da te non le tollero." esclamò rabbioso lasciando con forza la presa sul suo braccio, facendola deliberatamente indietreggiare, e Tess allora lo fissò spaventata e attonita  per quel che vide nei suoi occhi.

"Vuoi sapere quanto fedele e buono sia il tuo caro Filota?" domandò lui con astio, continuando a trafiggerla con gli occhi, che Tess ormai non riusciva più a sostenere.

"La sera del matrimonio di tuo fratello, Filota é venuto da me tutto ubriaco a farmi un offerta.. Dovevo programmare una romantica fuga d'amore con te lontano da qui per qualche giorno ma all'ultimo minuto io non sarei più riuscito a venire così si sarebbe fatto avanti lui con te... E in cambio lui mi ha offerto del denaro e dei possedimenti.. Te in cambio di qualche ricchezza…  io come risposta l' ho scaraventato sotto un dirupo ma come vedi non gli ho fatto niente... e ora cosa mi dici? Quanto buono e innocente é il tuo Filota, e quanto sono spregevole io?"

Cassandro finì la frase sottolineandola con durezza, mentre Tess aveva ascoltato tutto senza riuscire a dire niente... La verità l’aveva chiaramente colta di sorpresa, destabilizzata, ma quello che non riusciva a sopportare era l’essere stata così stupida.

Stupida per non aver capito niente. Stupida per essere fuggita come una vigliacca. Stupida per essere stata così testarda nei suoi confronti.

Cassandro a dispetto delle sue convinzioni, aveva lottato questa volta non per il potere, per la gloria o per l'ambizione... Ma per lei.

Deglutì abbassando lo sguardo mentre le labbra le tremavano:”E’ così assurdo…

Cassandro alzò il sopracciglio totalmente sorpreso:”Come?”

“Ho sempre cercato di non farmi aspettative su chi poteva solo deludermi nella vita ma alla fine… posso essere delusa solo da me stessa. Ho avuto torto... su di te.” Mormorò timorosamente avvicinandosi a lui, tenendo sempre lo sguardo basso. “Mi dispiace...”

Calò un silenzio pressante e intenso in quella stanza, e Tess non udendo alcuna sua risposta, si decise ad alzare lo sguardo per guardarlo almeno negli occhi.

Cassandro sostenne il suo sguardo: l’espressione dura sul suo volto diminuì e la sua fiamma nei suoi occhi scomparve. “Quindi ora cosa succederà? Mi butterai le braccia al collo? Dirai che non pensi più le cose che hai detto su di me? Non vorrei deluderti Tess ma io sono sempre lo stesso, non mi sono trasformato all’improvviso nel principe azzurro dei tuoi sogni. Quel che prima disprezzavi di me, c’è ancora. E non posso cambiarlo.”

La sua voce anche se risultava fredda e cinica, faceva trasparire una flebile malinconia, che Tess non aveva mai visto in lui e ne fu di nuovo sorpresa.

Ad un tratto le venne in mentre la prima volta che aveva visto sorridere Cassandro quando erano bambini, e di come ne fu meravigliata sentendo quella risata fresca e dolce come quella di  un neonato. In quell'istante di adesso Tess pensava che non avrebbe mai creduto possibile vedere in lui una simile malinconia. Lo rendeva così diverso...

Tasmin gli si fece più vicina, scuotendo la testa:”Io non voglio cercare di cambiarti a tutti i costi… se in passato ti ho detto delle cose spregevoli nei tuoi confronti è stato soltanto per difendermi da ciò che pensavo che fossi. Ma forse sei tu quello che sta scappando, che non vuole guardare in faccia la realtà…non io. Allora permettimi di aiutarti.” Sussurrò dolcemente alzando tentennante la mano. Sembrava esitante, come se fosse intimorita alla sola idea di sfiorarlo.

Alla fine gli toccò leggermente la guancia, mentre Cassandro però restava immobile, senza voler in alcun modo intervenire, e Tasmin sentì le guance surriscaldarsi sentendosi così vicina a lui.

“Io non ti sono nemica. Non voglio farti la guerra. Se tu mi dici quello che ti tormenta, che vuoi a tutti i costi nascondermi, io posso davvero aiutarti.” Sussurrò amorevole, prendendogli il viso fra le mani.

Ma qualcosa poi cambiò nel volto di Cassandro.

 Non sembrava più malinconico o triste; era diventato come prima, se non peggio. Quel fuoco infernale nei suoi occhi tornò ad ardere.

“Ecco dove stava la trappola” replicò con astio allontanando bruscamente le mani di Tasmin dal suo viso, e continuando a fissarla con sguardo indecifrabile, da far venire i brividi.

“Trappola?” Domandò lei totalmente allibita.

“Sei ancora fissata con le tue ricerche su di me non è vero? Hai assoldato un nuovo giocattolino per spiarmi e farmi seguire? Te l’ho già detto: NON DEVI INTROMETTERTI! Smettila di fare ricerche su di me e sulla mia famiglia, non mettere il naso dove non devi! Te ne pentiresti subito.” Sussurrò con odio assalendola con le parole.

Tess fu così sorpresa da quel cambio d’atteggiamento che pensava di aver fatto qualcosa di male:

“Io non mi stavo riferendo a questo… non mi interessa cosa fa o cosa ha fatto la tua famiglia. Ti conosco da tantissimo tempo, che cosa mi dovrebbe spaventare?” domandò Tess cercando di capire cosa tormentava realmente Cassandro, ma il ragazzo rimaneva fermo sulle sue decisioni e infatti divenne improvvisamente gelido e terribile ai suoi occhi.

“Per il tuo bene… restane fuori. E’ l’unica condizione che ti chiedo” disse solamente tenendo il tono della voce più basso, come per renderla più inquietante.

“Condizione? Che cosa dovrei fare? Stare con un fantasma che non vuole mai dirmi la verità?” chiese lei in tono ironico, sentendo tutte le sue certezze di poco prima crollare improvvisamente. E lei cadde con loro.

La delusione di essere stata ferita un’altra volta era troppo grande e profonda per riemergere e rialzarsi… Soprattutto se un attimo prima aveva sperato che tutto quella rabbia e odio fossero servite a qualcosa, invece li stava facendo allontanare ancora di più. Si stava immergendo di nuovo nella sua tristezza e solitudine, scacciando via in un soffio quella gioia che aveva provato un attimo prima.

Ma forse il destino tramava alle sue spalle pur di dividerli.

Cassandro chiuse gli occhi per controllarsi o farsi anche lui stava combattendo le sue stesse identiche sensazioni contrastanti dentro di sé, e cercava in questo modo di attenuarle per non cadere anche lui.

“Perché è così difficile per te rinunciare a scavare sul mio passato e quello della mia famiglia? Non c’entra niente con ciò che stiamo vivendo ora”

“No c’entra eccome.” Sussurrò Tess che non riusciva più a tenere a freno le lacrime. Non sapeva quando erano comparse. Si era accorta inesorabilmente della loro presenza quando sentì la sua voce risuonare strozzata.

“Non posso cercare di capire uno che non vuol parlare. Non posso tentare di aiutare qualcuno che non vuol essere aiutato. E soprattutto… non posso costringere una persona a ricambiare un sentimento che non può provare e che non proverà mai, perché si ostina a tenermi lontana” Disse con un nodo alla gola.

Cassandro a sua volta taceva, aveva uno sguardo duro e scavato come se quelle parole lo addolorassero, ma non potesse far niente per porvi rimedio.

Si stupì di vedere quei meravigliosi occhi blu colmi di lacrime. Non avrebbe mai pensato di provare dolore o rimpianto nel vedere qualcuno soffrire; aveva sempre disprezzato i sentimenti lacrimevoli come l’angoscia, il dolore e la paura perché li riteneva inutili, deboli e insulsi.

"Che cosa sono per te? Se fuori dal letto non posso far parte della tua vita, allora non sono niente di più di una delle tue solite amanti, una sgualdrina. Devi proprio disprezzarmi" sussurrò lei mestamente.

Cassandro trasalì. Non avrebbe mai voluto dire questo… non capiva che era stesso che disprezzava?

Lei gli volse le spalle, ma Cassandro la trattenne e la sentì irrigidirsi, anche se non gli oppose resistenza.

Tuttavia lasciò ricadere subito la mano perché qualcosa scattò dentro di lui:

"E tu devi disprezzarmi ancora di più" disse profondamente. "Se pensi di essere così, allora sono stato io a renderti tale."

Dopo una lunga pausa, aggiunse:

"Tu non sai assolutamente niente di me, Tess. Nonostante abbiamo passato l'infanzia assieme, non mi conosci"

Tasmin deglutì sentendo quell'amara verità a cui si era sempre sforzata di non credere.

Ma ad un tratto smise di essere come una cerbiatta braccata, perché era stanca di sentirsi sempre ferita, e si girò verso di lui con sguardo forte e deciso.

"Se vuoi che ammetta il mio errore, lo farò. Mi sono sbagliata su di te. Ho sbagliato a preoccuparmi per te, spero che adesso sarai soddisfatto." Ciò detto, girò sui tacchi e si diresse verso la porta. Ma prima di uscire si voltò e aggiunse:

"Non provare mai più a comportarti in un modo così sfrontato e arrogante con me perché non sopporterò ulteriori umiliazioni, chiaro? Devi starmi lontano perché sono io questa volta a non volerti fra i piedi. Anzi no, perché non parti verso qualche legione straniera così dimostri a tutti il tuo prode coraggio e la tua sublime tenacia? Tanto qui non mancheresti a nessuno, perché nessuno ti vuole accanto." sibilò Tess.

Prima di rendersi conto di quello che stava facendo, Cassandro avanzò verso di lei, l'afferrò per un braccio e la spinse verso l'anta chiusa della porta, premendosi contro di lei, con tutto il proprio peso.

"Nessuno mi vuole accanto? Davvero?" tuonò Cassandro con lo stesso tono di voce che aveva usato lei.

 Tasmin cercò di liberarsi ma questa volta lui le afferrò il polso, bloccandoglielo dietro la schiena e obbligandola a inarcarsi.

Lui non perse tempo e si chinò su di lei per tentare di baciarla, ma con suo grande stupore Tess gli morse il labbro.

“Sta lontano da me! Ti odio!”

“Ah, come sei incoerente! Un minuto fa professavi di tenere a me e adesso mi detesti. Bene. Almeno in questo non sei sola” rispose spavaldo, con sottile ironia.

Tasmin cercò in tutti i modi di liberarsi dalla sua stretta eccessiva, ma ogni tentativo era inutile perché più lei si muoveva più lui la bloccava contro la porta, e alla fine cedette con un sospiro.

“Perché?” chiese in un sussurro. “Perché ti comporti come un bastardo?”

“Perché lo sono.” Le sibilò contro la bocca, tornando poi a baciarla appassionatamente.

Lei lottò per un breve istante, poi rispose al bacio perché sentì che ogni fibra del suo corpo non riusciva a resistergli. Mentre si abbandonava fra le sue braccia, Cassandro finalmente le liberò il polso e le sue mani le intrappolarono il viso.

Tasmin sentì vibrare il proprio corpo mentre Cassando la baciava senza volersi separare da lei e inconsciamente lo strinse a sé.  Quando finalmente si distaccarono per riprendere aria, comunque lei non riuscì più a riprendere fiato… Era totalmente intontita e devastata da quel bacio, e ancora una volta si sentì debole come in suo completo potere.

All’improvviso le vennero in mente le parole di Luna: Quel ragazzo é pazzo, bambina mia, e quel che é peggio é ossessionato da voi.

Cassandro stava diventando veleno per lei. Ormai era quasi impossibile tornare indietro, e combattere ancora una volta i suoi sentimenti sarebbe stato inutile, perché sarebbero riaffiorati come una tempesta in breve tempo.

Sorrise dentro di sé pensando che era davvero nata per la grandezza di un solo amore… e il destino ormai aveva già scelto per lei. Non poteva cambiare. Non poteva salvarsi.

Cassandro nel frattempo l’aveva lasciata libera anche se teneva ancora il viso vicinissimo a quello di Tess;  lei finalmente si destabilizzò, afferrò velocemente la maniglia della porta da dietro la schiena, e uscì di soppiatto lasciando Cassandro solo dentro la stanza.

Tasmin richiuse con un rimbombo la porta e percorse il corridoio del palazzo con sguardo quasi sconvolto, portandosi la mano alle labbra, come per scacciare quel bacio,  perchè non riuscire credere di averlo assecondato… oppure per trattenerlo ancora nella sua memoria.

Cassandro invece era rimasto dentro la stanza, immobile davanti alla porta e non fece alcun tentativo per fermarla questa volta.

D’altronde che cosa poteva dire? Lui stesso non sapeva che cosa avesse nel cuore.

 

FINE CAPITOLO!!

Spero vi sia piaciuto! Il povero Filota ahimè è morto, ma d’altronde ha fatto la stessa fine del film!!

Vi state logorando perché non riuscite a capire il perché Cassandro sia sempre così stronzetto e cattivo con Tess? Mmmm lo scoprirete più avanti XD Anche se questa volta come avete visto lei non è riuscita a resistergli ihihi.

Vi avverto che il prossimo capitolo sarà un pochetto drammatico… nel mio stile diciamo XD

Buona serata! E grazie a tutti quelli che leggono e che recensiscono!

 

 

   
 
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