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Autore: Natalja_Aljona    02/03/2012    1 recensioni
Natal'ja vende fiammiferi e sogna la Rivoluzione.
Siberiana fin nelle ossa e nel sangue, nel cuore e nell'anima, nipote di uno dei capi dei Decabristi ed ultima erede della famiglia russa più temuta dallo zar, è quasi impazzita in prigione ma sa che non è finita.
Geórgos vive per la guerra e per il cielo di Sparta.
Nato durante la Guerra d'Indipendenza Greca e nipote del capo dei Kléftes, i briganti e i partigiani del Peloponneso, ogni notte spara alle stelle perché ha un conto in sospeso con gli Dei.
Feri è uno zingaro ungherese, il terzogenito di Kolnay Desztor, il criminale del secolo, e il più coraggioso dei suoi fratelli.
Legge il destino tra le linee della mano, e tre anni di galera e lavori forzati non sono bastati a fargli smettere di credere nel suo.
Nikolaj, ussaro polacco e pianista mancato, crede di aver perso tutto.
Sa che l'epilessia, i complessi d'inferiorità nei confronti del padre morto, l'ossessione per sua cugina e i suoi sogni infranti lo uccideranno, ma la sua morte vuole deciderla lui, e a ventidue anni s'impicca per disperazione e per vendetta.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
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Centoottantadue


Centoottantadue

I’m sorry, Cassandra

Avrai il coraggio di Giasone, ma non la sua fortuna

 

Pity, Cassandra, that no one believed you

Peccato, Cassandra, che nessuno ti abbia creduto

(Cassandra, Abba)

 

-Da dove vieni?-

La ragazzina aveva i capelli biondi, lunghi e mossi, e occhi neri come stelle arse.

-Messenia-

Lisandro le aveva indicato il veliero con un cenno del capo ed un mezzo sorriso.

 

-Gli iloti non possono essere venduti come schiavi, deficiente!-

Aiace, Aiace…

Quanto s’era infuriato, quel giorno!

Lisandro aveva scrollato le spalle, sfacciatamente impassibile.

-L’ho pagata millecento dracme-

 

-Come ti chiami?-

-Cassandra Talitha Danklon-

-Vuoi venire con me, Cassandra Talitha Danklon?-

Lei aveva scosso la testa.

Lisandro l’aveva buttata in mare.

 

Telemaco le aveva teso una mano.

Viva per miracolo, Cassandra si era trovata davanti il Capitano.

-Viva? Peccato. Va’ nella tua cabina-

 

La schiava messena aveva cercato più volte un dialogo con il Capitano.

Un insulto, una domanda.

Gli aveva letto la mano, aveva ascoltato i suoi sogni.

Quando Lisandro le aveva parlato di Synni, s’era incupita.

-Lei è così bella, così giovane… Kolnay George Desztor ha ventinove anni, io non lo so, se le vuole bene…-

-Tu?-

Aveva sorriso, il Capitano.

-L’adoro, io-

 

Lisandro era sempre stato geloso di lei.

Non l’avrebbe mai lasciata tornare in Messenia.

 

L’ossessione del Capitano per la cugina spaventava Cassandra.

Telemaco, per Synni Juliet Gibson, manifestava solo una vaga simpatia.

Quando la scopriva con Lisandro, la guardava quasi con dolcezza.

Una volta l’aveva sentito sussurrare, come in una sorta di litania: “I’m sorry, Cassandra…”.

La sera prima di attraversare le Simplegadi, Cassandra era corsa da Lisandro con il volto in fiamme.

“Avrai il coraggio di Giasone, ma non la sua fortuna”.

Nel tratto di mare tra le leggendarie isole, Lisandro Efialte Gibson era scomparso.

Telemaco giurava d’averlo visto per l’ultima volta sul ponte, qualcuno gli aveva sparato.

Ma era molto scosso, e per quanto avesse sempre avuto un grande prestigio sulla nave, nessuno l’aveva ascoltato.

Cassandra non riusciva a comprendere il suo ruolo nella vicenda.

Nel suo sogno Telemaco sapeva dov’era Lisandro.

E lo odiava per questo.

 


The trees that whisper in the evening
Carried away by a moonlight shadow
Sing a song of sorrow and grieving
Carried away by a moonlight shadow
All she saw was a silhouette of a gun
Far away on the other side.
He was shot six times by a man on the run
And she couldn't find how to push through

 

Gli alberi che mormorano alla sera
Trascinato dall'ombra del chiaro di luna
Cantano una canzone di dolore
Trascinato dall'ombra del chiaro di luna
Tutto quello che lei vide fu la sagoma di una pistola
Molto lontano, sull'altra riva
Fu colpito sei volte da un uomo in fuga
E lei non riuscì a passarvi attraverso

(Moonlight Shadow, Maggie Reilly)

 

Cassandra Talitha Danklon era la schiava messena di Lisandro.

Ogni giorno pensava al suo Capitano.

Erano amici, in fondo.

Lui non la odiava più come il primo giorno.

Per quanto possessivo e prepotente, un po’ le mancava.

 

Era il 7 Febbraio 1871 quando la notizia della morte di Lisandro, a quindici anni compiuti da pochi giorni (il 3 Febbraio, quando si erano sposati i suoi nonni), arrivò in Grecia.

Aiace ne fu turbato, ma non si scompose.

In che guaio era finito quel ragazzo?

 

Telemaco era tornato a Krasnojarsk con gli occhi di un uomo tormentato dagl’inganni di Lachesi.

Aveva abbracciato distrattamente sua madre -suo padre, Nikolaj, era in galera-, senza proferire una parola su Lisandro.
Voleva bene a suo cugino, lui.

Nella tasca dei pantaloni, un po’ stropicciata, aveva ancora l’ultima lettera scritta da Geórgos ai Kléftes, su Natal’ja.

 

La sua pelle si scioglie sotto le mie dita.

Se la sfioro mi strega.

E quando la sfioro è libera…

Libera di uccidermi d’amore.

 

In un angolo del foglio, con le dita tremanti sul pennino, aggiunse una frase.

“I’m sorry, Cassandra…”.

 


Four AM in the morning
Carried away by a moonlight shadow
I watched your vision forming
Carried away by a moonlight shadow
Stars move slowly in the silvery night
Far away on the other side
Will you come to talk to me this night
But she couldn't find how to push through

 

Le quattro di mattina
Trascinato dall'ombra del chiaro di luna
Vidi la tua immagine prender forma
Trascinato dall'ombra del chiaro di luna
Le stelle brillavano nella notte argentea
Lontano sull'altra riva
Verresti a parlare con me stanotte?
Ma lei non riusciva a passarvi attraverso

(Moonlight Shadow, Maggie Reilly)

 

Un giorno l’aveva portata a Céline.

-Cassandra Talitha Danklon era la schiava di Lisandro-

Nata ad Aris, in Messenia, il 9 Ottobre 1860.

Non aveva ancora compiuto undici anni.

-Le voleva bene?-

Non l’aveva fatta a caso, Line, quella domanda.

Era importante sapere se Lisandro le voleva bene.

In cuor suo sperava di sì.

Il suo adorato ragazzino aveva ereditato l’aggressività di Farkas.

-Sì… Credo-

La guardava in modo strano, suo cugino, Cassandra.

Non ne parlava come di Synni.

Ma Synni in fondo era solo un’illusione…

-Perché ti dispiace per lei?-

-Perché… Ci teneva-

A Lisandro, al viaggio.

Anche se era stata costretta, anche se non l’avrebbe mai immaginato.

-E poi… Cassie vedeva qualcosa. Non il futuro, i sorrisi. I sorrisi che non ci sarebbero stati.

Sapeva che Lisandro non le avrebbe sorriso e che chiunque avrebbe calpestato le sue volontà-

-Non può aver fatto testamento…-

-Infatti. Ma quella frase che ho scritto… Quella frase lui la ripeteva sempre-

-Cosa ti diceva di lei?-

-Ch’era una povera disgraziata-

-E poi?-

-Ch’era carina-

-Solo?-

-Ch’era più bella di Synni-

-E…-

-E l’avrebbe uccisa per questo-

-Lisandro non era innamorato di Synni…-

-Era attrazione fisica, ma quasi folle-

-Tu cosa ne pensavi?-

-Da quel punto di vista lo capivo…-

-Diamine, ma è vostra cugina!-

-Io non ero come lui… Non così tanto, non ancora-

-Certo. Sei qui-

-Zia…-

-Cassandra adesso dov’è?-

-E’ scappata. Non mi poteva vedere-

Sgranò gli occhi, Céline.

-Cosa le hai fatto?-

-Crede che l’abbia ucciso io-

-Per la nave?-

-Per la nave-

-L’avresti mai fatto?-

-Zia!-

-Se l’ha visto…-

-Io non le credo-

-Per questo è scappata-

 

Tu la dovrai amare
Amare è dura e senza frutti al sole
Sei tu il coraggio e la fantasia
La vita tua diventa mia

(Peppino, Antonello Venditti)

 

Telemaco Pericle Gibson, “l’Austriaco”, era nato a Salisburgo il 14 Febbraio 1856.

Un giorno che detestava quanto il suo secondo nome, dal momento che attribuiva a Valentinstag la stessa importanza degli Zaristi.

Suo cugino, al contrario, aveva una data di nascita invidiabile.

Il 3 Febbraio, ricorrenza del matrimonio di Alja e Gee, 1856.

A Sparta, come Leonida, Geórgos e Aiace.

Come chi era stato il Capitano prima di lui.

Aveva il dubbio di non aver lasciato un bel ricordo a Cassandra, Telemaco.

Le aveva tirato un pugno in un occhio, poco prima che lei scappasse.

Le aveva detto che “doveva stare al suo posto, era una schiava messena”.

Ancora sbatteva la testa contro il muro, se ci ripensava.

Era stato un dannato cretino.

Suo cugino questo non gliel’avrebbe perdonato.

Nessuno, nella sua famiglia, l’avrebbe perdonato.

 

Cassandra non era tornata in Messenia.

La mattina del 27 Febbraio 1871 si era svegliata a Colchide.

Ormai era nota come Georgia, l’antica terra di Medea.

Aveva l’abito bianco di quando Lisandro era scomparso, strappato nella fuga, e i capelli sciolti.

Li intrecciò velocemente con un nastro indaco e lanciò un’occhiata inquieta ai suoi piedi nudi, graffiati e ancora sanguinanti.

Una schiava messena.

Le faceva schifo, quella condizione.

Non si era mai fidata degli Spartani, lei.

Troppa superiorità nei loro occhi e autentica supremazia sul campo di battaglia.

La dicevano figlia di iloti, ma in realtà in Messenia c’era solo nata.

Sua madre, Malika Danklon, era dell’Epiro e aveva origini arabe.

Suo padre veniva dall’Oceania, chi lo sapeva poi da dove.

Aiace Gibson l’aveva visto una volta di sfuggita.

Era bello come Lisandro…

L’aveva fatta rabbrividire.

 

We were young and full of life
And none of us prepared to die

 

Eravamo giovani e pieni di vita

Non eravamo preparati a morire

(Fernando, Abba)

 

 

 

 

Note

 

Valentinstag (tedesco): San Valentino.

Io…
Ce l’ho fatta, sì.

A finire questo capitolo, ad arrivare alle note.

Più o meno incolume ;)

La storia di Lisandro, che in realtà è appena cominciata, Cassandra e Telemaco.
Sono due pirati veri e propri, Lisandro e Telemaco.
E Cassandra...

Cassandra è una schiava messena.

Con la Messenia, Sparta non ha mai avuti buoni rapporti.

I loro conflitti sono durati secoli, e la popolazione rurale della Messenia lavorava a Sparta come servitù della gleba, i famosi iloti.

Gli iloti non potevano essere venduti come schiavi, però.

Eppure, Cassandra Lisandro l’ha comprata per millecento dracme.

Vi ricorda niente?

Millecento dracme, i millecento rubli di Lys.

La storia di Lisandro, Cassandra e Telemaco sarà molto legata a quella di Giasone e Medea, come si può notare dalle Simplegadi, o isole Cianee -uno dei passi della leggenda ch’è mi è rimasto più impresso, chissà poi perché- all’ingresso del Ponte Eusino, ovvero il Mar Nero, e dalla Colchide (attuale Georgia).

C’è un motivo se Cassandra, vagamente simile alla Cassandra di Troia, vuole andare a cercarlo proprio lì…

Ma Lisandro è morto o no?

Lui ha il coraggio di Giasone, ma non la sua fortuna.

E Telemaco, che sarà uno dei personaggi più tormentati… Che ruolo avrà, lui?
Anche le frasi di Gee su Alja, in quell'ultima lettera che Telemaco ha conservato, saranno un elemento chiave, per la loro storia nei prossimi capitoli.

 

A presto! ;)

Marty

  
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