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Autore: Anto1    02/03/2012    4 recensioni
Gabriel ha fatto la sua scelta ed è ormai a capo del Direttorio. Non risolve più casi sul paranormale e ha dei sottoposti che lavorano per lui. Ma cosa succederebbe se una persona a lui molto cara fosse direttamente minacciata? Perché continua a vedere in sogno Serventi? Cosa vuole davvero da lui? Ma soprattutto, cosa vuole dalla sua Claudia?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“E adesso, papà, che cosa devo fare?” chiese Gabriel, indeciso.
Avrebbe tanto voluto restare in quel limbo con suo padre, ma sapeva che non era possibile: doveva fare una scelta, come per quasi tutte le cose della sua vita.
“Questo, Gabriel, devi essere tu a deciderlo. Puoi varcare la soglia dell’aldilà, oppure puoi tornare indietro.”
“Posso… posso tornare indietro… da solo?!” chiese, sorpreso. Fino a quel momento, era stato lui a resuscitare gli altri; poteva fare lo stesso con la sua anima, con la sua sola forza di volontà?
Il padre, leggendo i suoi pensieri, annuì “solo tu puoi ritornare in vita affidandoti alle tue sole capacità; hai un dono potentissimo, che hai usato molte volte a fin di bene. Questo ti da il privilegio di scegliere, un privilegio che è stato elargito solo a te, fra tutti gli esseri umani. E’ tutto nelle tue mani, ora, anche la tua vita. Vuoi morire o vivere? Di certo, non puoi restare per sempre nel limbo con me, anche perché fra poco dovrò andarmene pure io, dovrò varcare definitivamente la soglia.”
Gabriel corrugò la fronte, un gesto che indicava tutto il suo sbalordimento “perché non l’hai fatto fino ad ora?”
“Perché, essendo stato ucciso brutalmente, senza alcuna possibilità di difendermi o di far sapere ad altri la mia storia, non potevo trovare la pace. Forse tu non te lo ricordi, ma quando sono morto mi aggiravo spesso nella Villa cercando di parlarti, mostrandomi a te. Mio figlio era stato abbandonato da suo padre e tutti gli nascondevano la verità, e io volevo esserci per te. Ma non ho potuto, sotto forma di fantasma, comunicarti i miei sentimenti e i miei bisogni. All’inizio tu eri spaventato nel vedere un fantasma, ma col passare del tempo hai cominciato ad acquistare fiducia…”
Gabriel sorrise imbarazzato “scusa se ho urlato tanto la prima volta che ti ho visto dopo tanto tempo, mesi fa. E’ solo che… non credevo ai miei occhi.”
Sebastiano mise una mano sulla spalla si suo figlio “non preoccuparti, anche io sarei andato in escandescenze se avessi visto il mio defunto padre sotto forma di spettro. Mi dispiace di averti spaventato, forse avrei dovuto essere più cauto.”
Gabriel rise “Già… ma io non voglio essere intrappolato fra due mondi, voglio prendere una decisione, adesso!”
Sebastiano annuì “lo so. E spero tanto che sia quello di ritornare” il sorriso dell’uomo si allargò “anche perché quella bella fanciulla alle tue spalle mi sembra intenzionata a non lasciarti andare.”
Gabriel, perplesso, si voltò… che cosa…
“Claudia?!”
Lei era lì, a pochi passi da loro, e guardava Gabriel e il padre a bocca aperta. Poi si fece coraggio, e avanzò verso di loro. Sebastiano sorrise, le prese una mano e gliela baciò.
“Devo dire, Gabriel, che hai un gusto impeccabile per quanto riguarda le ragazze!”
Claudia, seppure basita, riuscì a ridere.
Gabriel, dopo un attimo di smarrimento, riuscì a proferire parola “Claudia, come…”
“Questa giovane donna è così innamorata di te da essere riuscita ad entrare nel limbo con la sua sola volontà, Gabriel! La sua voglia di riportarti in vita era così forte che avrebbe preferito morire piuttosto che non tentare di salvarti.”
Gabriel guardò gli occhi castani di Claudia, che ora riflettevano tutto il suo amore, tutta la sua felicità per averlo ritrovato. L’abbracciò, sentendola appoggiare la testa e le mani sul suo petto, con un sospiro; le baciò la fronte, con una dolcezza che non le aveva mai usato prima. Solo dopo molto tempo trovò il coraggio di staccarsi dalla donna che amava, per riprendere a parlare con suo padre.
“Ora devo ritornare indietro.”
“Sì” asserì Sebastiano “hai fatto la tua scelta più urgente, ma c’è ancora qualcosa da risolvere: devi scegliere cosa fare della tua vita.”
Gabriel reagì stupito “ma papà, io ho già scelto!” disse, stringendo a sé Claudia.
“Non mi riferivo solo alla tua vita privata, Gabriel! Tu stai combattendo contro Serventi, contro le persone che vogliono che il mondo cambi in peggio, e schiavizzare la gente coi poteri soprannaturali. Tu vuoi salvarle, vuoi dare loro una vita migliore… e la Profezia dice che cambierai la Chiesa dall’interno.”
Gabriel sbuffò “ne ho abbastanza di quella Profezia, papà! Sono stanco di farmi controllare la vita da altri! E poi, come posso cambiare la Chiesa, se ne sarò fuori?”
Sebastiano diede una risata quasi di scherno “non ho detto che devi ubbidire alla Profezia, Gabriel! Giordano Bruno ha predetto che avresti cambiato la Chiesa, e che ti saresti innamorato, ma non ha predetto come avresti fatto tutto questo: lui non sapeva che avresti amato il tuo padre adottivo più di quello biologico, non sapeva che il nome della donna che avresti amato sarebbe stato Claudia, non conosceva i tuoi sentimenti, i tuoi desideri; si è solo limitato a scrivere una vita che non era sua, ad elencare meri fatti. Ti ha solo dato un’indicazione, ti ha detto cosa, ma sei tu a decidere come! Tu avresti anche potuto passare al lato oscuro, ma non l’hai fatto! E questa dolce creatura” disse, indicando Claudia “è incontrandola che il tuo potere si è risvegliato, ed è lei che ti ha permesso di combattere il tuo desiderio assassino, come quella volta con il mio caro fratellino” una smorfia di disgusto “nemmeno questo Giordano Bruno era stato capace di prevederlo, non interamente, almeno. Il vostro amore si è avverato, e una battaglia sta per concludersi… e tu devi fare una scelta: puoi rinunciare all’amore e rimanere rintanato nella Chiesa, dove molte persone ti hanno costretto a stare fino a questo momento, e cambiarla dall’interno lavorando per la Congregazione: il tuo potere ti aiuterà e tu aiuterai con esso molte persone; oppure, puoi vivere il tuo amore, e prendere sotto la tua ala la gente con poteri soprannaturali, facendo loro da guida spirituale: sarai una sorta di re-sacerdote, per intenderci, come nei tempi antichi. Potrai restare o no nella Chiesa, e così la rivoluzionerai insegnando cosa significa davvero amare. Predicherai la Parola Vera, l’Amore, anche carnale, quello fra uomo e donna, nella sua essenza più pura; e sarai vero, non come molti sacerdoti che hanno condannato l’amore romantico, fisico e spirituale e che poi sono andati anche contro quello che predicavano, stuprando e tradendo. Tu testimonierai che nell’Amore vero non c’è colpa, c’è solo colpa nell’assassinio, nella calunnia, nella malvagità, tutto quello contro cui stai combattendo adesso.”
Detto questo, Sebastiano Antinori avanzò verso i due e unì loro le mani come aveva fatto qualche giorno fa, sotto forma di spettro. Tenendo strette quelle mani fra le sue, pronunciò una benedizione, che li avrebbe protetti lungo il corso di tutta la loro vita. Si voltò verso Claudia e le sorrise, alzandole il mento con un dito; poi, inaspettatamente, toccò il ventre della donna, guardandolo con un’aria di gioia mista a malinconia. “Tu non sei un errore, Gabriel, sei l'unica cosa che quei due hanno mai fatto di buono. Voi due non siete un errore, e non lo è neanche questa piccola creatura. Dite a vostro figlio, quando nascerà, che mi sarebbe tanto piaciuto essere ancora in vita e potergli fare da nonno.”
Claudia guardò Sebastiano incredula, toccandosi il ventre. Sopraffatta dalla gioia, guardò Gabriel, e si accorse che nei suoi occhi era riflesso lo stesso grado di stupore.
“Nostro figlio…” disse lui, con un filo di voce. Avrebbe voluto baciarla, ma, per discrezione verso il padre, si limitò a toccarle una guancia, mentre lei le accarezzava i capelli rossi.
“Ora…” disse Sebastiano “è tempo di andare, per me. Posso finalmente varcare la soglia dell’aldilà, felice di averti rivisto, figlio mio! Ci rivedremo un giorno, intanto, tu vivi ogni istante della tua vita.”
Ma Gabriel era riluttante a lasciarlo andare, ben sapendo che fosse la cosa più giusta da fare… ma non voleva.
“Papà!” disse, quasi urlando, gettandosi per l’ultima volta fra le braccia dell’uomo che lo aveva cresciuto.
Sebastiano lo strinse forte a sé “io sarò sempre nel tuo cuore. Non sarò più con te, ma devi essere forte! Per te, per Claudia, e per i vostri figli. Ce la farai, ne sono certo! Arrivederci, Gabriel!”
E, così dicendo, si staccò da lui “Ora vai, e combatti contro Serventi!”
Padre e figlio si guardarono per quello che parve un tempo infinito; poi lui si voltò, mentre la sua figura scompariva alla loro vista, per l’ultima volta.
“Papà…” abbassò la testa. Gli apparvero in un baleno tutti i momenti passati insieme, il modo in cui lui l’aveva cresciuto, protetto e amato, il modo in cui aveva cercato di stargli vicino, anche da morto. E ora lui se n’era andato. Per sempre.
Una mano sulla sua spalla. Una mano fragile, gentile, soffice, eppure così forte e decisa. Una mano che gli trasmetteva vigore. La prese, e si lasciò guidare da lei, fuori, verso la salvezza, verso la vita.
Aprirono gli occhi. Erano ancora insanguinati. Lui le passò una mano fra i capelli sporchi, e si alzò, tenendola stretta, ma senza smettere di guardarla negli occhi scuri. La barriera aveva resistito, ma i suoi erano tutti al tappeto. Con la forza della mente, si assicurò che nessuno fosse morto. Erano tutti vivi. Per mano, si diressero verso Serventi, oltrepassando le barriere, che al loro passaggio aprirono un varco, come le api. Il sorriso di Serventi scomparve all’istante, mentre sul suo viso si dipingeva una maschera di terrore.
“Sono vivo!”



 
Ecco a voi il 16 capitolo… non preoccupatevi, dopo questo ci sarà il tanto atteso scontro finale! Ho dovuto dividere la scena del limbo in due capitoli perché volevo dargli molto spazio.
  
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