CAPITOLO 1-Mamma, mi racconti una storia?
 

Entro nella cameretta illuminata da una sola lampada da comodino.
Vedo mia figlia sdraiata sul suo letto, in attesa dell'ennesima storia prima di andare a dormire.
A fianco, mia figlia maggiore nel suo letto con le cuffie della musica e il computer tra le gambe.
Mi siedo sul letto di Amanda e la osservo un attimo; la faccia rotonda come ogni bambino di quattro anni, con due guance rossicce, un suo particolare. i capelli biondissimi e gli occhi azzurri, proprio come il padre, nonché mio marito.
Volto lo sguardo verso Nicole. Lei mi assomiglia molto quando avevo la sua età, 15 anni; capelli lunghi e mori, con due occhioni color caramello. La carnagione abbastanza bianca e pallida. Come ho già detto, stava al pc, su Facebook immagino, ma non posso criticarla perché anche io alla sua età ero così.
-Mammaaaa, a che stai pensando?>> mia figlia cerca di attirare l'attenzione.
-Scusami Amy!>> l'abbraccio. -Allora, pronta per un altra avventura?>> dico con un tono interessante.
-Ho una proposta!>> dice entusiasta.
-Dimmi tesoro...>> le sorrido.
-Raccontami la storia di te e papà, di quando vi siete conosciuti. Ti prego!>>
-Non te l'ho ancora raccontata?>> dico sorpresa. -Eh si, quella è una storia.>> dico sognante.
-Mamma ti prego!>> afferma disgustata la sorella.
-Nicole stai zitta, a me interessa!>> la zittisce la minore.
-Allora..da dove cominciare. Ah si...>>

Erano le 4 del pomeriggio, a Milano faceva freddo visto che era Ottobre, ma c'era comunque un bel sole nel cielo.
Decisi di chiamare Paola, la mia amica d'infanzia, per andare a fare un giro in città, per assaporare quell'aria d'inverno nella piazza popolata di gente del Duomo.
Mi vestii semplice: la mia maglietta preferita con dei Jeans chiari, le converse rosse e ovviamente il mio cappotto nero.
Uscii di corsa da casa, come sempre ero in ritardo sfrenato, e lasciai un biglietto a mamma così che non si preoccupasse.
Arrivai davanti all'enorme chiesa e vidi Paola a pochi metri così le corsi incontro.
-Scusami scusami scusami!>> dissi col fiato ancora agonizzante per la corsa.
-Tranquilla, anche io ero un po' in ritardo. Non sto aspettando da molto.>> l'abbracciai.
-Menomale!>>
-Allora, che si fa?>> mi disse guardando la cartina che aveva tra le mani.
-Beh, che ne dici di..>> gliela rubai sotto gli occhi e scappai di corsa.
-No! Quella mi serve!>> cominciò a rincorrermi per l'enorme piazza, in mezzo alla folla.
D'un tratto sbattei contro una persona, vidi tutte gli oggetti della mia borsa volare per terra.
-Oh no!>> voltai gli occhi al cielo.
-Scusami, davvero. >> sentii una voce calda e profonda provenire da sopra la mia testa. Non era Italiano, aveva l'accento inglese.
Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo ricciolo con gli occhiali da sole.
-Scusami tu, dovevo stare più attenta!>> mi criticai, gli parlai in inglese, fortunatamente lo sapevo parlare, a causa del mio patrigno che era Americano.
Esatto, mamma e papà erano separati. Mio padre viveva da solo, con la sua adorata musica. Invece mia madre conviveva col suo nuovo marito, nonché il mio patrigno.
Proveniva dall'America, era Canadese per l'esattezza. Si chiamava Jeremy, ed aveva tre figli.
Due, che convivevano con lui da quando la seconda moglie era morta a causa di un cancro al seno. E l'altro, viveva con la prima moglie, ancora in Canada. Non l'avevo mai conosciuto, ne avevo solo sentito parlare.

Esatto, mia madre era la terza moglie di Jeremy. Mi ha raccontato che si è separato con la prima quando suo figlio aveva dieci mesi, erano molto giovani e non funzionava più tra di loro.
L'altra l'amava davvero, e quando è deceduta gli è crollato il mondo addosso, ma poi ha incontrato mia madre, che riusciva colmare il suo vuoto.
Io adoravo i suoi figli; la maggiore si chiamava Jazmine, detta Jazzy. Aveva solo quattro anni, i capelli su un castano ramato e gli occhi chiari. L'altro un maschietto di solo 2 anni, con i capelli biondissimi e gli occhi azzurri. Jaxon.
Ma dov'eravamo rimasti?
Ah si, il riccio.
-Sei inglese?>> mi domandò.
-No, Italiana. Ma il mio finto padre è Americano!>> esclamai.
-Bene!>> mi sorrise. -Ah, io sono Harry.>> mi porse la mano.
-Elena!>> gli sorrisi.
-Elenaaaaa! Ti sei fermata finalmente!>> Paola si avvicinò a me.
-E lei è?>> Harry si mangiò la mia amica con gli occhi.
-Oh, è Paola! Lui è Harry!>> li presentai a vicenda.
-Ah, e loro sono i miei amici!>> indicò un gruppetto di ragazzi alle sue spalle. -Venite!>>
Seguimmo il ricciolo a ruota.
-Ragazzi, loro sono Paola, e Elena! Sono Italiane ma parlano perfettamente la nostra lingua. Le ho appena conosciute!>> disse.
-Oh, CIAO BELLA! >> esclamò un ragazzo biondo scuro -Sono Liam, piacere.>> continuò.
-E io, Zayn!>> mi porse la mano un moro.
-Louis, carotine!>> mi scappò una risata.
-E io..>> guardai il ragazzo biondo negli occhi azzurro cielo. -...Niall.>> aggiunse incantato.
Gli sorrisi e lui ricambiò, non avevo visto sorriso simile prima di quel giorno.

-E poi Mamma!?>> commenta Amy intrigata.
-E poi non dirmi che vi siete innamorati a prima vista, perchè quel tipo di amore NON ESISTE!>> commenta invece Nicole.
-E poi..continuerò domani. Ora andate a letto, è tardi. Niky, spegni il pc, lo sai che a tua sorella da fastidio la luce.>> bacio la fronte ad entrambe.
-Buona notte Mamma!>>
-Notte ragazze!>> 
 

Spazio autrice
Eccomi ancora qui, sono Elena.
Ho scritto un altra storia, spero vi piaccia.
L'altra la devo sospendere, il mio stupido pc ha cancellato i capitoli.
Beh, spazio agli orsetti gommosi della HARIBO e alla fantasia.
Godetevi il primo capitolo.