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Autore: Sakura00    02/03/2012    3 recensioni
Ok, ora basta prendere frammenti dai capitoli che scrivo! Non troverò mai una intro per questa maledetta fan fiction. Mi toccherà scriverla di mio pugno! (*tossisce*)
Questa è una storia molto complicata, i cui fili si districheranno molto lentamente. Ci sono Ranma e Akane, ci sono il loro amici, c'è anche Soun, c'è Ranko, c'è Ryoga e un sacco di altre persone. Personalmente la storia mi piace dal capitolo 10, ma lascio a voi commenti ;)
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 9



Colui dai capelli neri

avrà anche l'animo oscurato da una notte infinita,

quando troverà pace alla sua mente

potrà fare il bagno a Jusen utilmente.

    - Diario delle profezie; Kodachi Kuno, La Rosa Nera -



If I could find the years that went away
Destroying all the cruelty of fate
I must believe that love could find a way
Tonight”


[Trading Yesterday]




«Mi ricorderesti perché ti stiamo accompagnando a... ?» Boccheggiò Ranma, di nuovo, cercando di ricordare come si chiamava il villaggio dove, a detta sua, li stavo “trascinando”.

«Riuzu.» Lo aiutai sospirando.

«Quello che è...» Borbottò.

Stavamo camminando da più o meno un'ora. Avevo deciso di introdurre il discorso solo la mattina seguente, ma non mi era andata male. Si erano tutti mostrati disponibili ad accompagnarmi là, sovraccaricando tra l'altro il mio senso di colpa. Però naturalmente tutti tranne uno.

Mi spostai nervosamente una ciocca di capelli dal viso dietro l'orecchio, tenevo lo sguardo basso – sempre attenta a non incrociare il suo. Mi infastidiva parecchio questa sua insistenza, sentivo che prima o poi mi sarei tradita da sola. Sentivo già il suo dito accusatorio puntato contro di me, mentre mi giudicava una bugiarda, una traditrice.

Questo pensiero mi fece sentire come se avessi ricevuto un pugno nello stomaco. Accusai il colpo sbuffando, sperando che Ranma lasciasse perdere la conversazione.

Ma invano.

Mi voltai leggermente verso di lui e mi ritrovai a pochi centimetri dal suo viso. Come quella notte sentii tutta l'aria che avevo nei polmoni scappare via.

Al pensiero della sera prima arrossii. Ricordavo molto bene di come mi ero arrischiata a carezzargli la guancia mentre dormiva, avevo pensato che il suo viso nel sonno fosse stranamente tenero.

Ma perché, diamine, era così bello! I suoi occhi mi inchiodavano, solo come quelli di un serpente potevano fare, e non solo per la paura...

«Allora?» Mi incoraggiò con tono di sfida. Aprii bocca per rispondere, ma la richiusi mordendomi il labbro inferiore. Distolsi agitata gli occhi dai suoi, trovando improvvisamente interesse per il bottone del borsone che portavo.

Non potevo rispondergli mentre mi scrutava l'animo a quel modo, avrei sicuramente fatto qualche passo falso.

Tossii. «Beh, l'ho già detto. Devo incontrare dei miei... amici.»

Storsi il naso quando dissi “amici”.

Da come affilò lo sguardo capii che non se l'era fatto sfuggire. «Ma perché noi ti dobbiamo accompagnare? Così vicino a quel confine poi...»

«Perché non mi andava di andare da sola!»

«Ma se mia sorella ti ha trovata che eri sola!?»

Sbuffai impaziente dal naso. «Beh, è... è proprio per questo che mi sono subito unita a lei!»

Grugnì. «Questo non giustifica il fatto che noi dobbiamo venire con te.»

Rallentando leggermente il passo mi voltai allibita verso di lui. «Invece si! Ma cosa c'è che non va in te?» Lo sfidai. «Allora hai paura di avvicinarti a Jusenkyo?»

Ma mentre stava per ribattere, lo vidi scasare appena in tempo il pugno di un rabbioso Ryoga. Ci fermammo tutti e io li guardai confusa.

Ryoga puntò un dito contro Ranma «Come ti permetti di essere così cattivo con la ragazza?! Noi l'accompagneremo. Perché non te ne vai tu?»

Lo guardai esterrefatta, mi stava difendendo? Ryoga doveva essere davvero un ragazzo gentile, avrei voluto molto esserci amica...

Ranma ghignò sarcastico. «No, aspetta. Fammi capire. Quando ho chiesto il tuo parere?»

Ryoga ringhiò di rimando e gli puntò il dito contro. «Tu non sei un vero uomo! Perché solo i vigliacchi non rispettano le donne!»

«A chi hai detto vigliacco?!» Ranma caricò un pugno. Ma, appena prima che arrivasse a segno, vidi la sfocata figura di Ryoga spiccare un impressionante balzo verso l'alto.

«Ah!» Vidi un oggetto scagliato verso Ranma dalla figura di Ryoga prima che questo tornasse a terra.

Era un tiro fatto un po' male, così l'altro scansò di un poco la testa per schivarlo. Ma dopo il fruscio dell'aria, un taglio cominciò a sanguinare sulla guancia di Ranma.

Mi girai e vidi un ombrello rosso ficcato con forza nel terreno, l'oggetto che gli aveva lanciato. Intanto Ranma si portò una mano alla guancia e lo vidi sorpreso di scoprirci un taglio, seppur superficiale.

Alzò un sopracciglio e guardò Ryoga fulminandolo, che ridacchiava sardonico.

«Questo non dovevi farlo.» E si lanciò contro di lui, mentre io mi allontanavo.

Ryoga cercò di anticiparlo alzando un altro pugno, così Ranma schizzò dietro di lui e con la gamba sinistra gli diede una botta molto forte alle ginocchia. L'altro cadde a terra, ma Ranma non fece neanche in tempo ad attaccarlo, che lui gli strinse le gambe al collo, emise un grugnito per lo sforzo e gli sbatté la testa a terra. Mentre Ryoga si rialzava massaggiandosi le gambe vidi Ranma un po' instabile che balzava in piedi. Perse quasi l'equilibrio, ma fece in tempo a scansare malamente un altro suo attacco frontale. Infine Ranma, riavutosi dal capogiro, approfittò di quel momento di stallo per buttarlo a terra e bloccarlo. Lo vidi sorridere maligno mentre caricava il pugno che avrebbe quasi sicuramente rotto il naso all'altro.

Se non lo avessero fermato.

«No! Ranma!»



Tell me what makes her so much better than me
What makes her just everything that I can never be
What makes her your every dream and fantasy
Because I can remember when it was me”


[Paula DeAnda]


Guardai ancora una volta il viso di Ryoga avvampare, dopo aver lanciato uno sguardo languido – o da perfetto idiota, dipende dai punti di vista – ad Akane. Aggrottai le sopracciglia, frustrata.

La gelosia è un sentimento strano. Non è mai come ci si aspetta. Lì per lì è una rabbia lenta e profonda, ti fa fissare il diretto interessato con la voglia di incenerirlo, desiderando non aver fermato tuo fratello dallo spaccargli la faccia. Ma poi arriva la parte brutta, ti avvilisci e diventi malinconica.

Infine, come se non bastasse, lui non si accorge mai di nulla. «Ranko, cos'hai?»

Dimmelo tu. Questo è quello che avrei voluto rispondere, ma mi limitai a una scrollata del capo.

«Dai, si vede che non stai bene. Ti fa male la pancia?» Questa sua affermazione mi fece notare le braccia serrate all'altezza dello stomaco, probabilmente per combattere la nausea che mi agitava dentro.

Mi mise una mano sulla spalla, che mi provocò un fremito lungo la schiena. Per la rabbia, naturalmente. Eravamo abituati a contatti tra noi.

«Lasciami in pace.» Con un'energica scrollata di spalle me lo tolsi di dosso. Allungai il passo per mettermi accanto a Ranma. Questo mi lanciò un occhiata perplessa, scossi leggermente il capo per dirgli di lasciar stare.

Scrollò le spalle e tornò a guardare dritto davanti a sé...

No, non ci credevo. Non aveva lo sguardo semplicemente vago. O comunque di uno impegnato in una camminata. Stava palesemente fissando Akane, che chiacchierava tranquillamente con Shinnosuke. Quando poi lei venne scossa da una risata, Ranma lanciò un'occhiataccia all'altro ed infine come se si fosse ricordato di qualcosa abbassò lo sguardo arrossendo. Ridacchiai tra me e me incredula. A mio fratello piaceva Akane!

«Perché ridi?» Mi girai sorridente verso chi mi aveva rivolto la domanda e mi ritrovai di fronte Ryoga.

Ogni traccia dell'appena ritrovato buon umore sparì da me, mentre voltavo teatralmente la testa dall'altra parte. «Oddio, Ranko. Ma ce l'hai con me? Che ti ho fatto?»

Sospirai, mentre una fitta mi colpiva all'altezza del cuore. Non mi piaceva tenere il muso a Ryoga. Eravamo amici da quando ero scappata di casa e ci eravamo intesi subito. Le scaramucce, ovvio, non mancavano, ma facevamo pace presto. Inoltre non potevo essere arrabbiata con lui senza dirgli... qualcosa – il che era fuori discussione. Forzai un sorriso e lo presi sottobraccio, come eravamo soliti fare.

«No, è tutto ok.» Lo vidi un attimo confuso.

«Allora, perché ridevi?» Valutai velocemente se mi fosse convenuto o meno dirgli di Ranma.

«Perché a mio fratello piace Akane.» Dissi a bassa voce con una mano messa a coppa, per nascondere le mie labbra.



Lonely, finds me
One day you will come
But I'll wait for love's sake
One day to me, love”


[Trading Yesterday]


«Eccoci arrivati.» Non diedi ascolto alla voce di mia sorella che sparava ovvietà, piuttosto esaminai l'ambiente circostante. Aguzzai le orecchie, attento a ogni singolo rumore sospetto. Un colpetto sulla spalla mi fece sobbalzare leggermente, ma non mi scomposi. Avevo riconosciuto subito di chi era il tocco.

«Ranma, sei teso come una corda di violino. Rilassati.» Ma neanche la voce di Akane sembrava rilassata. A dirla tutta, sembrava più agitata di me. Spostava continuamente lo sguardo e aveva il respiro pesante. Forse era stanca, pensai, avevamo camminato tutto il giorno, riposandoci qualche ora a pranzo. Ed ora era il crepuscolo, eravamo tutti stremati, eppure...

«Beh, io direi di fare un giro, per cercare dove sistemarci.» Affermò risoluta Ranko, mentre gli altri esprimevano il proprio consenso.

Mentre esploravamo le piccole vie di quello strano villaggio, mi accorsi di un “piccolo” dettaglio. Dov'erano tutti? Le strade erano deserte.

Notai in una finestra al primo piano un uomo o una donna, non riuscivo a distinguerlo, che ci osservava da dietro un persiana verde. Dopo averne notati altri cinque, mi girai dietro per dire non so cosa a Ranko, che ci stava seguendo accanto a Ryoga. Ma delle schegge di ghiaccio mi si agitarono nello stomaco. Non avevo nessuno dietro di me.

Mi girai nuovamente, ma vidi solo Akane davanti a me. Si mordicchiava le unghie ed era in apprensione era evidente. Dov'era Shinnosuke?

Mentre mi avvicinavo a lei con crescente timore, con voce spezzata disse: «Sta accadendo troppo in fretta.»

Stavo per chiederle a cosa si riferisse, ma con la coda dell'occhio vidi un ombra che si muoveva. Il presentimento si trasformò in certezza quando vidi un uomo armato uscire da dietro un angolo non molto lontano.

Agii, come al solito, d'istinto. «Corri! Non permetterò a nessuno di torcerti un capello!»

Agguantai la mano di Akane e cominciai a correre nella direzione opposta a quello, che si era nascosto di nuovo. Dovevo salvare sia me che lei. La tensione era tanta che non avevo neanche pensato a vergognarmi dei miei pensieri e delle mie parole.

«Aspetta, Ranma...» Protestò Akane, mentre me la trascinavo dietro. Ma cosa stavo facendo? Avevo visto un uomo armato, e allora? Non era così anormale di questi tempi.

Cavolo, probabilmente anormale ero io. Ma come mi veniva in mente di affidarmi a una sensazione. Constatai che non ci stava neanche seguendo. Per sicurezza girai l'angolo, così almeno non ero nel suo campo visivo.

Rallentai il passo fino a fermarmi. Mentre mi giravo verso di lei, per chiederle degli altri, sentii un pizzico sul collo. Vidi Akane che mi fissava con un espressione che trasudava di rimpianto e dispiacere. Mi diedi uno schiaffo sul punto del pizzico pensando a un insetto, ma toccai qualcosa di più grande e metallico di quanto mi aspettassi.

«Ah!» La mia stessa voce arrivò lontana alla mie orecchie. Combattei contro la pesantezza che sentivo avvolgermi, a causa di quello che sembrava un sedativo. Sperai con tutto il cuore che fosse solo quello e non qualche cosa di velenoso.

«Scusa.» Anche la voce di Akane sembrava distorta, come se avessi ovatta nelle orecchie. Una parte di me era già arrivata alla conclusione, ma ogni pensiero che avevo si sfilacciava, perdendo consistenza. Continuai a combattere contro il calmante.

Mossi qualche passo indietro e sentii la lucidità pervadermi di nuovo lentamente. Vidi Akane alzare un braccio verso di me, incerta.

«Com'è possibile?!» Disse un altro ronzio alle mie orecchie, ma prima che potessi rimettere insieme il filo logico dei miei pensieri sentii un altro pizzico. Un altro. E un altro ancora.

Non riuscii neanche a percepire lo scontro che ebbi col terreno quando caddi a terra, lo vidi e basta. Poi anche la vista cominciò a oscurarsi. Continuai a combattere, ma non rispose più nulla al mio cervello.

Solo un fruscio.«Mi dispiace, Ranma.»





Ciao! Come vi è sembrato questo capitolo? Personalmente avrei voluto scriverlo meglio, ma l'ho revisionato fin troppo. Forse è per questo che ora odio come l'ho scritto...

Beh cosa sarà successo?

Ringrazio Apochan Keshiro, LoveAnimeManga89 e caia. Mi scuso con voi per non aver risposto alle vostre recensioni, ma in questi giorni non sto quasi mai al computer, spero che vi basti sapere che prima o poi lo farò XD e che apprezzo tantissimo quello che mi scrivete.

Ringrazio tutti quelli che leggono e che aggiungono la storia al loro account.


A presto


Sakura.

  
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