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Autore: vocalista91    05/10/2006    3 recensioni
"Non capisco cosa attiri a te tante persone che vengono a scrivere tra le tue pagine!! Sono sempre assillati dal fatto di venire a casa, dopo una dura giornata di lavoro o di scuola, per poter venire a scrivere poche righe della loro giornata....Forse è per questo che ho deciso anch'io di scribacchiare sulle tue pagine: per provare la stessa sensazione che prova quella gente, dopo una confessione che li lascia più liberi, perchè troppo codardi di parlarne con qualcuno o troppo scettici....Forse io sono entrambe le cose....Per questo ho deciso che tu sarai il mio vero amico...." Le parole di profonda commiserazione che lesse su quel diario Key, lo sconvolsero profondamente.... E senza attendere oltre, girò la pagina successiva per poter leggere fino a che punto il suo amico, gli aveva nascosto la verità....
Genere: Dark, Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Max Mizuhara, Nuovo personaggio, Rei Kon, Takao Kinomiya, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti e benvenuti a questo ottavo capitolo

Salve a tutti e benvenuti a questo ottavo capitolo! ^__^

Iniziamo ad entrare un po’ di più nel vivo della storia a quanto vedo e spero che vi piaccia sempre! :D

Buona lettura!

OooO

Si sentiva uno straccio lavato, stirato, bagnato, buttato a terra, usato per pulire dieci stanze, poi strizzato e gettato nella pattumiera: in parole povere non riusciva a muovere un muscolo.

Provò ad alzare un braccio, ma con scarsi risultati: la sua debolezza non gli permetteva neanche questo. Aveva freddo alla schiena che sentiva praticamente immobilizzata, ma sapeva che la sua faccia ed il resto del corpo erano distesi prono su qualcosa di soffice, molto probabilmente un tatami. Alla fine aprì gli occhi per una curiosità opprimente che gli martellava in testa: era stato per caso catturato un'altra volta dopo la sua fuga?

Ma con sua enorme gioia capì di non essere più su quel treno che di sicuro lo avrebbe condotto verso un destino che per nulla al mondo lui avrebbe accettato: il pavimento di legno fine e la porta-finestra che vide davanti ai suoi occhi lo rassicurarono un poco.

“Vedo con piacere che ti sei svegliato.” Quella voce suonò famigliare al rosso, anche se l’aveva udita soltanto ieri sera quando aveva gridato un avvertimento che purtroppo era arrivato tardi…Ma era stata anche la voce che lo aveva accolto nella sua casa.

“La ringrazio moltissimo della sua ospitalità signora…”

“Wang puoi chiamarmi ed i ringraziamenti li dovrei fare io a te: mi hai salvato la vita ed era il minimo che potessi fare.”

“Le sono debitore.” Anche se in quel momento provava fastidio a parlare per via di un forte bruciore alla gola non poteva fare a meno di esserle riconoscente.

“Non ci pensare giovanotto! Ti ripeto che era il minimo!”

“Per quanto tempo ho dormito?” Chiese.

“Circa un giorno: avevi perso molto, ma molto sangue! Quando è arrivato il medico mi ha detto che forse ti sarebbe venuta la febbre e ci avresti impiegato un paio di giorni per svegliarti ed invece mi sono stupita di vederti già cosciente.” Il ragazzo si sorprese della così breve durata del suo sonno: si era aspettato di trovarsi in quel letto da più di tre giorni ed invece...

“Qui ci deve essere lo zampino di Wolborg...” Sussurrò riconoscente al suo Bit Power.

“Cosa hai detto?”

“Niente signora! Comunque non voglio abusare della sua disponibilità, quindi adesso è meglio che vada...” Provò ancora ad alzarsi, ma cadde di nuovo tra le soffici lenzuola del tatami.

“Meglio non affaticarsi caro! Devi ancora ristabilirti del tutto e finché non riuscirai a camminare o altro, potrai rimanere qui fin quanto vorrai.” Il ragazzo provò a convincerla, ma le sue proteste furono inutili, visto che il suo fisico sembrava completamente dalla sua parte.

Fu così che iniziò la sua permanenza nella modesta casetta di casa Wang.

Aveva poche stanze e la casa era fatta di legno in stile giapponese, ma non era tanto l'abitazione a colpire l'interessamento di Yuriy, bensì il giardino: un immenso ed amplissimo prato verde con frastagliato di alberi, soprattutto di salici piangenti sulla riva di un laghetto che si trovava all'interno con un piccolo ponticello ad attraversarlo.

“Come avete fatto a tenere integro un così tale splendore?!” Chiese stupito il giovane osservando un piccolo nido di qualche uccellino che aveva deciso di stabilirsi proprio in quel posto. L'anziana arrossì a quel complimento e spiegò con gentilezza.

“Devi sapere che i miei avi presero possesso di questa casa molte generazioni fa e l'anno sempre custodita e curata in ogni suo anfratto. Poi, un giorno come tanti, scoprirono che nel loro giardino vi avevano fatto la tana alcune famiglie di scoiattoli e da quel giorno hanno sempre trattato con riguardo questa meravigliosa oasi ed io ho continuato la tradizione per onorare la loro memoria.”

“Siete stata molto ligia al vostro lavoro a quanto vedo signora Wang.” E rendendosi conto di quanto la donna considerasse importante quel lembo di terra, simbolo della sua antica famiglia e del suo onore, decise, per tutta la durata della sua permanenza, di aiutarla a mantenere vivo quell'ardore.

Appena poté camminare, si prese l'impegno di accudire il giardino con tutta la sua bravura: aveva notato che la signora Wang accusava tutti i sintomi che una vecchia pensionata potesse avere e sapeva che se si fosse affaticata troppo sarebbe peggiorata perciò, come segno della sua gratitudine, fece tutto quello che poteva per facilitare la vita della donna e se le commissioni che doveva svolgere portavano fuori dall'abitazione, si calcava sempre un berretto in testa.

-Per nulla al mondo devo farmi riconoscere...- Pensava tutte le volte che varcava la soglia per fuoriuscire dalla casa.

Sapeva benissimo che quei tre lo stavano ancora cercando e non avrebbero demorso neanche se si fosse nascosto per un paio di anni: perciò aveva deciso che, fra un paio di giorni se ne sarebbe andato via per la sua strada...Avrebbe trovato il modo di tornare indietro in Giappone: i soldi da qualche parte li avrebbe trovati.

Ma il punto era che gli dispiaceva moltissimo: si era affezionato da subito alla figura dell'anziana signora Wang.

Aveva scoperto un sacco di cose sul suo passato parlandoci: di professione aveva fatto la parrucchiera, aveva avuto 4 figli e sembrava che fossero morti tutti in vari incidenti senza alcuna precisione, era vedova da 10 anni ed amava la sistemazione dei fiori nei vasi. Aveva un carattere mite, non amava infastidire nessuno, neanche quei maledetti esattori che gli aveva riferito venivano una volta al mese a riscuotere delle imposte qualche volta inesistenti.

Fu proprio questo il motivo che gli fece cambiare idea.

Era una giornata come tanti: era uscito per concludere una piccola commissione ed al suo ritorno...

“Signora Wang, purtroppo se non ci darà il denaro richiesto sarà costretta ad ipotecare la casa...” Il rosso si fermò prima di entrare: quella voce, anche se non la conosceva, poteva solamente appartenere ad un'esattore delle tasse...

Non gli andava di entrare dentro e creare qualche preoccupazione e quindi decise di rimanere sulla soglia ad origliare: quello che ascoltò lo fece incazzare come una bestia.

Avevano dato un ultimatum alla donna: ho si prosciugava di tutte le sue finanze fino alla morte per dissanguamento o rinunciava all'idea di avere un tetto sotto cui riposare e vivere. Scelta ardua, soprattutto per una persona che, dopo queste due cose, non ha niente altro.

Fu una conversazione breve, ma incisiva: quando Yuriy entrò dopo che quel esattore se ne era andato, trovò la signora con le lacrime che premevano per uscire, ma che lei tratteneva con tenacia innata per orgoglio.

Il rosso andò verso di lei e senza neanche rendersene conto l'abbracciò e la consolò. Gli chiese quanto volevano esattamente quegli approfittatori, lei rispose che ne volevano ben tremila.

“Cazzo...Sono proprio dei ladri!” L'anziana sorrise alla sua esclamazione, ma amaramente perché sapeva che era una cifra impossibile da racimolare in meno di una settimana, però Yuriy le promise lo stesso che sarebbe riuscito a trovare tutti i soldi.

“Certo Yuriy...Sei proprio un deficiente.” Sibilò a se stesso dopo che ebbe lasciato la signora ad alcune sue faccende.

Dove li sarebbe andati a racimolare quei soldi? Non poteva uscire per molto tempo dalla casa se non voleva essere ritrovato subito ed inoltre aveva troppo poco tempo.

Si spremette ben bene le meningi, pregando di trovare una soluzione intelligente, ma purtroppo non vi riuscì.

Grazie al cielo i bambini giocano un po' dappertutto, anche vicino a case con dei bei giardini.

“Guarda come ruota bene il mio beyblade!”

“Già, ma ti posso assicurare che non resisterebbe per più di un minuto alla gara che si terrà dopodomani al centro ufficiale di Shangai.” Il russo si fece più attento alla loro conversazione.

“Perché scusa?”
“Ma perché non lo sapevi? Per il primo premio metteranno in palio ben settemila! Non pensi che un sacco di gente molto più brava di te ci parteciperà?” Il bambino rimase muto alla domanda dell'altro, ma Yuriy avrebbe voluto urlare come un pazzo al sentire a quanto ammontava il primo premio.

Senza neanche pensarci uscì di casa, non dimenticandosi il fidato cappello, ed andò immediatamente a comprare una tinta bionda, un paio di lenti a contatto rosse e poi ritornò immediatamente a casa della vecchia signora Wang.

“Ho bisogno di chiederle qualcosa signora...Le sembrerà strano, ma deve assolutamente fidarsi di me!” L'anziana signora lo ascoltò e rimase un po' stupita, ma in fin dei conti anche se aveva ospitato per poco il ragazzo, c'era qualcosa in lui che lo rendeva stranamente affidabile benché fosse un estraneo e quindi acconsentì.

Quella stessa sera fecero qualcosa che in condizioni normali il ragazzo non avrebbe mai fatto: si lavò i capelli che gli ricaderono lisci e fulvi sulla schiena e poi, con un bislacco sentimento di cambiamento, la signora Wang gli tinse i capelli.

Fu un'emozione forte vedere la propria chioma diventare da un rosso fuoco ad un giallo oro simile a quello dei capelli di Max anche se più acceso. Il giorno successivo mise le lenti a contatto ed i suoi occhi divennero indaco: sembrava una ragazza ed era proprio quello il risultato da ottenere...

Lo stesso giorno andò a comprare, con l'aiuto della signora, alcuni abiti femminili ed a fine giornata il risultato fu spettacolare!

Sembrava sul serio una bella donna, magari straniera: si legò i capelli in una coda e corse ad iscriversi al torneo.

“Nome?” Chiese il controllore.

“Millenia Pavlov.” Rispose sparando il primo nome e cognome che gli venne in mente.

“Età?”

“Diciassette anni.”

“Nazionalità?”

“Ucraina.” Non poteva dire russa: sarebbe stato un sospetto troppo grande per chiunque avesse letto i nomi dei partecipanti.

“Bene signorina, le eliminatorie si terranno domani mattina alle sette e la finale ci sarà il giorno seguente in orario da stabilirsi: in bocca al lupo.”

“Crepi e grazie mille per le informazioni.” Replicò correndo tutto contento: l'aveva fatta, in barba a chiunque non si era fatto riconoscere come un ragazzo!

Fu talmente felice che corse in contro alla donna che lo ospitava e la tempestò di baci e di abbracci.

“Li ho ingannati!” Lei, purtroppo, non capiva il motivo di tanta gioia perché lui non aveva voluto rivelarle niente, ma sapeva che doveva essere qualcosa di molto importante.

-Non si preoccupi signora: presto mi sdebiterò per la sua gentilezza e disponibilità...-

TBC

Riyuma

  
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