Salve a tutti e benvenuti a questo ottavo capitolo! ^__^
Iniziamo ad entrare un po’ di più nel vivo della storia a quanto
vedo e spero che vi piaccia sempre! :D
Buona lettura!
OooO
Si
sentiva uno straccio lavato, stirato, bagnato, buttato a terra, usato per
pulire dieci stanze, poi strizzato e gettato nella pattumiera: in parole povere
non riusciva a muovere un muscolo.
Provò ad
alzare un braccio, ma con scarsi risultati: la sua debolezza non gli permetteva
neanche questo. Aveva freddo alla schiena che sentiva praticamente
immobilizzata, ma sapeva che la sua faccia ed il resto del corpo erano distesi
prono su qualcosa di soffice, molto probabilmente un tatami. Alla fine aprì gli
occhi per una curiosità opprimente che gli martellava in testa: era stato per caso
catturato un'altra volta dopo la sua fuga?
Ma con
sua enorme gioia capì di non essere più su quel treno che di sicuro lo avrebbe
condotto verso un destino che per nulla al mondo lui avrebbe accettato: il
pavimento di legno fine e la porta-finestra che vide davanti ai suoi occhi lo
rassicurarono un poco.
“Vedo
con piacere che ti sei svegliato.” Quella voce suonò famigliare al rosso, anche
se l’aveva udita soltanto ieri sera quando aveva gridato un avvertimento che
purtroppo era arrivato tardi…Ma era stata anche la voce che lo aveva accolto
nella sua casa.
“La
ringrazio moltissimo della sua ospitalità signora…”
“Wang
puoi chiamarmi ed i ringraziamenti li dovrei fare io a te: mi hai salvato la
vita ed era il minimo che potessi fare.”
“Le sono
debitore.” Anche se in quel momento provava fastidio a parlare per via di un
forte bruciore alla gola non poteva fare a meno di esserle riconoscente.
“Non ci
pensare giovanotto! Ti ripeto che era il minimo!”
“Per
quanto tempo ho dormito?” Chiese.
“Circa
un giorno: avevi perso molto, ma molto sangue! Quando è arrivato il medico mi
ha detto che forse ti sarebbe venuta la febbre e ci avresti impiegato un paio
di giorni per svegliarti ed invece mi sono stupita di vederti già cosciente.”
Il ragazzo si sorprese della così breve durata del suo sonno: si era aspettato
di trovarsi in quel letto da più di tre giorni ed invece...
“Qui ci
deve essere lo zampino di Wolborg...” Sussurrò riconoscente al suo Bit Power.
“Cosa
hai detto?”
“Niente
signora! Comunque non voglio abusare della sua disponibilità, quindi adesso è
meglio che vada...” Provò ancora ad alzarsi, ma cadde di nuovo tra le soffici
lenzuola del tatami.
“Meglio
non affaticarsi caro! Devi ancora ristabilirti del tutto e finché non riuscirai
a camminare o altro, potrai rimanere qui fin quanto vorrai.” Il ragazzo provò a
convincerla, ma le sue proteste furono inutili, visto che il suo fisico
sembrava completamente dalla sua parte.
Fu così
che iniziò la sua permanenza nella modesta casetta di casa Wang.
Aveva
poche stanze e la casa era fatta di legno in stile giapponese, ma non era tanto
l'abitazione a colpire l'interessamento di Yuriy, bensì il giardino: un immenso
ed amplissimo prato verde con frastagliato di alberi, soprattutto di salici
piangenti sulla riva di un laghetto che si trovava all'interno con un piccolo
ponticello ad attraversarlo.
“Come
avete fatto a tenere integro un così tale splendore?!” Chiese stupito il
giovane osservando un piccolo nido di qualche uccellino che aveva deciso di
stabilirsi proprio in quel posto. L'anziana arrossì a quel complimento e spiegò
con gentilezza.
“Devi
sapere che i miei avi presero possesso di questa casa molte generazioni fa e
l'anno sempre custodita e curata in ogni suo anfratto. Poi, un giorno come
tanti, scoprirono che nel loro giardino vi avevano fatto la tana alcune
famiglie di scoiattoli e da quel giorno hanno sempre trattato con riguardo
questa meravigliosa oasi ed io ho continuato la tradizione per onorare la loro
memoria.”
“Siete
stata molto ligia al vostro lavoro a quanto vedo signora Wang.” E rendendosi
conto di quanto la donna considerasse importante quel lembo di terra, simbolo
della sua antica famiglia e del suo onore, decise, per tutta la durata della
sua permanenza, di aiutarla a mantenere vivo quell'ardore.
Appena
poté camminare, si prese l'impegno di accudire il giardino con tutta la sua
bravura: aveva notato che la signora Wang accusava tutti i sintomi che una
vecchia pensionata potesse avere e sapeva che se si fosse affaticata troppo
sarebbe peggiorata perciò, come segno della sua gratitudine, fece tutto quello
che poteva per facilitare la vita della donna e se le commissioni che doveva
svolgere portavano fuori dall'abitazione, si calcava sempre un berretto in
testa.
-Per
nulla al mondo devo farmi riconoscere...- Pensava tutte le volte che varcava la
soglia per fuoriuscire dalla casa.
Sapeva
benissimo che quei tre lo stavano ancora cercando e non avrebbero demorso
neanche se si fosse nascosto per un paio di anni: perciò aveva deciso che, fra
un paio di giorni se ne sarebbe andato via per la sua strada...Avrebbe trovato
il modo di tornare indietro in Giappone: i soldi da qualche parte li avrebbe
trovati.
Ma il
punto era che gli dispiaceva moltissimo: si era affezionato da subito alla
figura dell'anziana signora Wang.
Aveva
scoperto un sacco di cose sul suo passato parlandoci: di professione aveva
fatto la parrucchiera, aveva avuto 4 figli e sembrava che fossero morti tutti
in vari incidenti senza alcuna precisione, era vedova da 10 anni ed amava la
sistemazione dei fiori nei vasi. Aveva un carattere mite, non amava infastidire
nessuno, neanche quei maledetti esattori che gli aveva riferito venivano una
volta al mese a riscuotere delle imposte qualche volta inesistenti.
Fu
proprio questo il motivo che gli fece cambiare idea.
Era una
giornata come tanti: era uscito per concludere una piccola commissione ed al
suo ritorno...
“Signora
Wang, purtroppo se non ci darà il denaro richiesto sarà costretta ad ipotecare
la casa...” Il rosso si fermò prima di entrare: quella voce, anche se non la
conosceva, poteva solamente appartenere ad un'esattore delle tasse...
Non gli
andava di entrare dentro e creare qualche preoccupazione e quindi decise di
rimanere sulla soglia ad origliare: quello che ascoltò lo fece incazzare come
una bestia.
Avevano
dato un ultimatum alla donna: ho si prosciugava di tutte le sue finanze fino
alla morte per dissanguamento o rinunciava all'idea di avere un tetto sotto cui
riposare e vivere. Scelta ardua, soprattutto per una persona che, dopo queste
due cose, non ha niente altro.
Fu una
conversazione breve, ma incisiva: quando Yuriy entrò dopo che quel esattore se
ne era andato, trovò la signora con le lacrime che premevano per uscire, ma che
lei tratteneva con tenacia innata per orgoglio.
Il rosso
andò verso di lei e senza neanche rendersene conto l'abbracciò e la consolò.
Gli chiese quanto volevano esattamente quegli approfittatori, lei rispose che
ne volevano ben tremila.
“Cazzo...Sono
proprio dei ladri!” L'anziana sorrise alla sua esclamazione, ma amaramente perché
sapeva che era una cifra impossibile da racimolare in meno di una settimana,
però Yuriy le promise lo stesso che sarebbe riuscito a trovare tutti i soldi.
“Certo
Yuriy...Sei proprio un deficiente.” Sibilò a se stesso dopo che ebbe lasciato
la signora ad alcune sue faccende.
Dove li
sarebbe andati a racimolare quei soldi? Non poteva uscire per molto tempo dalla
casa se non voleva essere ritrovato subito ed inoltre aveva troppo poco tempo.
Si
spremette ben bene le meningi, pregando di trovare una soluzione intelligente,
ma purtroppo non vi riuscì.
Grazie
al cielo i bambini giocano un po' dappertutto, anche vicino a case con dei bei
giardini.
“Guarda
come ruota bene il mio beyblade!”
“Già, ma
ti posso assicurare che non resisterebbe per più di un minuto alla gara che si
terrà dopodomani al centro ufficiale di Shangai.” Il russo si fece più attento
alla loro conversazione.
“Perché
scusa?”
“Ma perché non lo sapevi? Per il primo premio metteranno in palio ben
settemila! Non pensi che un sacco di gente molto più brava di te ci
parteciperà?” Il bambino rimase muto alla domanda dell'altro, ma Yuriy avrebbe
voluto urlare come un pazzo al sentire a quanto ammontava il primo premio.
Senza
neanche pensarci uscì di casa, non dimenticandosi il fidato cappello, ed andò
immediatamente a comprare una tinta bionda, un paio di lenti a contatto rosse e
poi ritornò immediatamente a casa della vecchia signora Wang.
“Ho
bisogno di chiederle qualcosa signora...Le sembrerà strano, ma deve
assolutamente fidarsi di me!” L'anziana signora lo ascoltò e rimase un po'
stupita, ma in fin dei conti anche se aveva ospitato per poco il ragazzo, c'era
qualcosa in lui che lo rendeva stranamente affidabile benché fosse un estraneo
e quindi acconsentì.
Quella
stessa sera fecero qualcosa che in condizioni normali il ragazzo non avrebbe
mai fatto: si lavò i capelli che gli ricaderono lisci e fulvi sulla schiena e
poi, con un bislacco sentimento di cambiamento, la signora Wang gli tinse i
capelli.
Fu
un'emozione forte vedere la propria chioma diventare da un rosso fuoco ad un
giallo oro simile a quello dei capelli di Max anche se più acceso. Il giorno
successivo mise le lenti a contatto ed i suoi occhi divennero indaco: sembrava
una ragazza ed era proprio quello il risultato da ottenere...
Lo
stesso giorno andò a comprare, con l'aiuto della signora, alcuni abiti
femminili ed a fine giornata il risultato fu spettacolare!
Sembrava
sul serio una bella donna, magari straniera: si legò i capelli in una coda e
corse ad iscriversi al torneo.
“Nome?”
Chiese il controllore.
“Millenia
Pavlov.” Rispose sparando il primo nome e cognome che gli venne in mente.
“Età?”
“Diciassette
anni.”
“Nazionalità?”
“Ucraina.”
Non poteva dire russa: sarebbe stato un sospetto troppo grande per chiunque
avesse letto i nomi dei partecipanti.
“Bene
signorina, le eliminatorie si terranno domani mattina alle sette e la finale ci
sarà il giorno seguente in orario da stabilirsi: in bocca al lupo.”
“Crepi e
grazie mille per le informazioni.” Replicò correndo tutto contento: l'aveva
fatta, in barba a chiunque non si era fatto riconoscere come un ragazzo!
Fu
talmente felice che corse in contro alla donna che lo ospitava e la tempestò di
baci e di abbracci.
“Li ho
ingannati!” Lei, purtroppo, non capiva il motivo di tanta gioia perché lui non aveva
voluto rivelarle niente, ma sapeva che doveva essere qualcosa di molto
importante.
-Non si
preoccupi signora: presto mi sdebiterò per la sua gentilezza e
disponibilità...-
TBC
Riyuma