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Autore: cullen92bella    03/03/2012    1 recensioni
Troppo spesso assistiamo a narrazioni sentimentali le cui protagoniste sono le donne.Quella appena proposta è un'alternativa,affinché l'uomo possa rivendicare la propria voce del cuore,che chiede di essere ascoltata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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"L'amore è tormento, grida senza farsi sentire , fa male e bene, non lo puoi gestire, pensieri compromessi da terribili possessi.
Si fa deserto intorno se , non c'è ritorno.I baci sono cibo e vita che ti danno respiro , come indispensabile acqua, ti accarezza ogni sua tenerezza."
 
-Anna De Santis-
 
 
 
 
 
Edward. Il punto di vista di un uomo. Storia di un amore sin dal suo sorgere.
 
Luce e oscurità.La mia esistenza mi aveva costretto a privilegiare il lato più oscuro.I miei occhi avevano da tempo perso quel fioco chiarore.Una creatura senz'anima ero,un abominio persino per me stesso.Le tenebre dispiegarono le loro ali su di me,raccogliendomi con sé.Neppure la più piccola scintilla,il più fioco dei raggi, imboccò il mio sentiero.I miei occhi non conobbero più punti di luce,speranza di salvezza.Il sole aveva smesso di sorgere per me.Quando sparì dietro l'orizzonte,promise che sarebbe stato per sempre.Mantenne la promessa.
Poi,uno squarcio luminoso irruppe nella mia orbita solitaria.Era poco più che un frammento.Mi assicurai che fosse reale.Se mi fossi permesso di crederlo tale senza che lo fosse,non sarei sopravvisuto.Ma lo era.Dovetti aggrapparmici con le unghie,con tutte le mie forze.Ma c'era.Era lì.Era reale.Per la prima volta dopo tanto tempo,mi concessi di sentire ancora qualcosa.Quel cuore ormai assopito,singhiozzò.Si mise in moto con un sussulto.Non aveva dimenticato come fare.I miei occhi stentarono a riconoscere quel bagliore.Furono costretti a piegarsi al suo cospetto.Un frastuono ruppe il silenzio.Il varco si fece sempre più esteso,potei quasi scorgere le ombre che vi stavano oltre.La mia viste si fece sempre più cristallina.Cominciai a delineare i tratti,seppur sfocati.Distinsi una sagoma.L'unica che si stagliava nel bel mezzo del mio deserto scenario.Non potei non percepirla.Una creatura a me simile,seppur differente in ogni suo tratto costitutivo.Era la più bella che avessi mai ammirato.L'unica in grado di varcare la soglia di quello spazio angusto,in cui persino io ero di troppo.Si fece sempre più limpida la visione.La creatura avanzava inesorabile verso di me.Non potevo sfiorarne i lineamenti.Mi era concesso scorgerne solamente l'incantevole immagine.Non riuscii a capire.Poi,la cruda verità prese posto tra i miei pensieri.Non era la creatura.Ero io che,imperterrito,procedevo verso di lei.La creatura non sapeva neppure della mia esistenza.Fui inizialmente ferito dalla cosa.Ma poi fui consapevole che la sola visione,era già un dono.
Ci impiegai poco a rendermi conto che ciò,non era sufficiente.Dovevo conoscerla.Dopo centinaia di anni spesi senza ricerca,poichè cosciente che nulla o nessuno avrebbe gradito che io li trovassi,la fiducia tornò in me.Mi sarei armato di scudo,avrei brandito una spada,impugnato un'ascia,se fosse stato necessario.Avrei combattuto ad armi pari contro l'oscurità.Sarei stato io a vincere la battaglia,poichè in possesso dell'arma più efficace.La speranza.Tutto aveva ripreso a risplendere.I colori erano tornati ad essere vividi.L'esplosione di una nuova vita.Non c'era altro pensiero ad affollare i miei pensieri al di fuori di lei.La bramavo.I miei sensi tornarono ad essere infallibili recettori.Persino un isolato granello di polvere pareva essersi animato.I giorni successivi,li impiegai così.La veneravo come una dea,rinchiusa nella sua sfera celeste,il cui ingresso non mi era consentito.Qualcosa più di un sussulto l'avrebbe profanata.Decisi tuttavia di osare.La seguii fino alla sua dimora.Era il crepuscolo,segno che la giornata era ormai giunta al termine.Ancora una volta.Tuttavia non avvertii il solito retrogusto amaro.Adesso la fine di un giorno,era per me un nuovo inizio.Mi ero lasciato alle spalle la fine.La mia postazione sarebbe stata un albero.Mi accomodai su uno dei suoi rami.Lo scenario era incorniciato dalla sua piccola abitazione.La mia attenzione venne catturata dalla luce proveniente da una stanza al piano di sopra.La camera da letto.La osservai andare su e giù per la stanza.Ogni suo gesto,anche il più insignificante,destava in me interesse.Poco dopo,la vidi raggiungere il suo letto.Osai ancora.La sua vicinanza era una dipendenza,un richiamo dal quale non potevo sottrami.Con un balzo scesi dall'albero.Il tonfo fu muto.Raggiunsi la sua finestra.Rimasi abbagliato.Qualsiasi cosa avessi provato fino ad un istante prima,non rendeva giustizia all'esplosione che era appena avvenuta nel mio petto.Un'esplosione sorda.La vidi così fragile.Avrei desiderato un paio d'ali.L'avrei avvolta lì,al riparo dalle intemperie del mondo.A nessuno avrei permesso di turbare quel piccolo miracolo.Gli occhi erano chiusi.Era già stata colta dal sonno.Ne fui certo quando udii il suo respiro regolare.Ombre violacee marcavano il contorno degli occhi.Mi chiesi la ragione.Poco dopo capii.Con il suo costante muoversi,creava increspature fra le lenzuola.Qualcosa turbava i suoi sogni.Probabilmente ciò avveniva tutte le notti.Ancora una volta si fece strada in me il desiderio di fornire protezione a quella creatura.Il solo pensiero accese in me un sorriso amaro.Come l'avrei protetta io?Avrei potuto,si,ma da me stesso.Era la mia presenza a costituire un pericolo per lei.Ma se lei avesse desiderato che io ci fossi?L'idea mi parve così improbabile,che svanì subito dopo.Chi mai,in possesso delle proprie facoltà mentali,avrebbe scelto la mia compagnia?Avrei anche potuto illudermi di essermi liberato del buio che mi attanagliava.Ma ne ero portatore nella mia essenza.La mia presenza l'avrebbe coinvolta.Non potevo farle questo.Non potevo cambiare me stesso.Avrei potuto lottare,ma nessuno sarebbe riuscito nell'intento di privarmi della mia natura,tantomeno io.Ma potevo far riaffiorare quel briciolo di umanità che risiedeva nel mio profondo.Scavai e udii una voce.Era forse la mia coscienza?Dubitavo di possederne più una.Mi sussurò di andarmene.Così feci.La fitta foresta era lì ad attendermi.Mi ci immersi.Corsi,senza una meta.Nulla di umano era rimasto in me.Il mio cuore non emetteva battito.Eppure potevo quasi sentirlo.Lo sentii martellare.Un eco straziante.Come poteva un mostro come me essere piegato dall'angoscia?Era come se delle lame mi trafiggessero senza pietà.Come se improvvisamente si fossero spalancate grosse voragini.Un baratro si aprii ai miei piedi.Ne sentii il richiamo.Opposi resistenza.Ma per qualche ragione?Avrei potuto lasciarmi inghiottire.Non sarebbe importato ad anima viva.Poi,qualcosa giunse al mio cervello.Egoismo.L'unico tratto umano che forse avevo mantenuto,ed il peggiore anche.Mi convinsi che sarebbe stato ragionevole continuare a starle accanto,senza che lei si accorgesse di me.Senza che io avesi il minimo contatto con lei.Mi parve un buon compromesso.Il baratro si richiuse.
Interminabili le settimane,i giorni,le ore,i secondi persino.Tutte le notti le trascorrevo ad ammirarla mentre dormiva.L'unico momento in cui non avrei rischiato che mi notasse.Tornavo a casa solamente alle prime luci dell'alba.Rimanevo quanto bastava affinchè le vedessi aprire gli occhi.Ciò costituiva il buongiorno per il mio nuovo giorno.Ad affollare i miei pensieri,c'era la sua immagine fissa.L'avevo osservata tanto da ricordarne esattamente i tratti.La sua era una carnagione molto chiara,quasi trasparente.Lunghi capelli color del caramello le incorniciavano il piccolo volto a punta,ricadendole sulla schiena.Due grandi occhi marroni,color del cioccolato,le si stanziavano sul viso,racchiusi in un taglio a mandorla.Un naso dalle proporzioni perfette,senza alcuna curva.Nonostante il pallore,le sue gote erano sempre illuminate da una luce calda.Infine,due labbra piene e rosee,che nel sonno le si schiudevano ad ogni respiro.
Il suo riflesso vorticava incessante nella mia testa.Quanto avrei voluto che i miei pensieri si traducessero in realtà.Avrei tanto desiderato vestire i panni dell'eroe,piuttosto che dell'antagonista.Avrei voluto che esistesse una realtà parallela,nella quale io non fossi il mostro dal quale fuggire.Mi chiesi la natura dei miei sentimenti.Una sola risposta risultò appropriata.
Amore.
  
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