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Autore: Molly182    03/03/2012    1 recensioni
Il concerto sta per cominciare. Manca meno di mezz’ora. Craig, Shane e Travis sono dispersi chissà dove mentre io, sono seduto su quest’amplificatore a strimpellare qualcosa sul mio basso. Involontariamente riproduco le note di Cliff Diving. Mi capita sempre più spesso.
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Ok, forse dovevo pubblicarla in "altri artisti", ma visto che Mark è il protagonista...
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Hoppus
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cliff Diving

Il concerto sta per cominciare. Manca meno di mezz’ora. Craig, Shane e Travis sono dispersi chissà dove mentre io, sono seduto su quest’amplificatore a strimpellare qualcosa sul mio basso. Involontariamente riproduco le note di Cliff Diving. Mi capita sempre più spesso. 

Inizio a pensare a tutto il tempo passato insieme a lei, me lo ricordo come fosse stato ieri. Ricordo ogni minimo dettaglio. 
Quella sera non riuscivo a prendere sonno. Mi giravo più volte nel letto ma niente, Morfeo non voleva farmi visita quella notte. 
Mi alzai dal letto e mi vestii in fretta. Avevo voglia di fare qualcosa. Non sapevo bene cosa, ma non ce la facevo più a stare in quelle quattro mura. 
Avevo preso la macchina di mia madre e nella tarda notte guidai in questa città. 
“Ehi ragazza sciocca, penso proprio di avere una cosa per te”. 
“Mark, ma cosa ti salta in mente? Sai che ora è?” 
“Forza sali”, la invitai aprendole la portiera. Lei salì in macchina e partimmo senza avere una destinazione. 
A pensarci adesso, riprenderei sempre la stessa decisione: quella di uscire da casa e andare da lei. 
“Che cosa avevi per me?”, mi chiese, lei curiosa. 
“Sinceramente niente”, le dissi, sorridendole. “Eccetto questo!”, mi avvicinai a lei e stampai un bacio sulle sue labbra. 
“Così è meglio!”, mi disse sorridendo a sua volta. “Dove andiamo?” 
“Non lo so, andiamo e basta! Abbiamo una macchina rubata, due cuori innamorati e tutta la notte davanti a noi, crea tu la storia”. 
Guidai finché non mi disse di accostare la macchina. Ci fermammo davanti a una collina, era ancora buio ma le prime luci del sole stavano sorgendo. Ci sdraiammo su quella distesa di erba. Era magnifico il paesaggio che si estendeva sotto di noi. 
“A che pensi?”, mi chiese rompendo il silenzio. 
“Agli anni che abbiamo sprecato vivendo in questa città deserta”. 
“Non devi dire così!”, mi rimproverò. “Non abbiamo perso nessun anno, ogni giorno è stato il migliore! Non so se ti ricordi quando nei pomeriggi caldi ci arrampicavamo sul tetto della casa di Dave solo per tuffarci nella sua piscina quando i suoi non c’erano?”, risi. 
“Già, ci divertivamo da pazzi” 
“Divertivamo? Possiamo farlo anche adesso, credo che saltare da quel tenno, ora, non è più così spaventoso, no?”.
“Vero!”, aveva ragione. 
In fondo, non era così brutto passare le giornate in quella città, certo, non c’era niente da fare ma bastava stare in compagnia. Mi bastava la sua compagnia! 
“La finisci di fissarmi?”, le chiesi imbarazzato. Odiavo quando la gente mi fissava soprattutto quando dormivo, mi mettevano in soggezione. Ma non lei! 
 “Mi piace guardati! È un crimine?”, rideva. “Respiravi così profondamente e avevi lo sguardo nel vuoto, riuscivo a vedere il futuro nei tuoi occhi azzurri”, allungò i sui piedi nudi e li intrecciò con i miei, la abbracciai forte. Davanti a noi c’era l’orizzonte, sembrava che potessimo tuffarci dentro il cielo. “Stavo pensando…”, m’interruppe di nuovo quel silenzio. 
“Non riesci proprio a stare zitta, vero?”, le chiesi scompigliandoli i capelli. 
“No!”, si staccò da me ma la ripresi velocemente bloccandola in un abbraccio. “Comunque, stavo dicendo questi sono i nostri ultimi giorni…”. 
“Perché me lo devi ricordare?”, sbuffai. 
“Perché è così! Scommetto che è per questo motivo che siamo qui, vero?”. 
“In verità tu hai deciso di venire qua”, alzò un sopracciglio. “Ok, va bene, resto serio! In verità non riuscivo a dormire, anche per questa faccenda”. 
“Quando me ne andrò via…” 
“Vuoi sapere cosa ne sarà di noi?” 
“Solo se mi ricorderai” 
“Allora te lo prometto, è la nostra promessa d’estate! E la sigilliamo con un bacio”, dissi ridendo e avvicinandomi alle sue labbra. 
Quella volta avrei voluto fare le cose opportunamente ma come siamo arrivati a questo? A dimenticarci. Almeno da parte sua perché il suo ricordo è ancora vivo dentro di me. 
Non potrei mai scordarla. Come il vento che le accarezzava i capelli mentre rimanevamo abbracciati. Non c’era cosa migliore. Non c’era cosa più bella. Quella notte avevamo superato noi stessi, c’era una strana atmosfera di tranquillità pur il pensiero di lei che dovesse partire continuava a tormentarmi. 
Mio Dio! Solo tu sai quanto ho avuto bisogno di tutto questo. Di quanto ho avuto bisogno di lei. Credevo di essere forte ma non era così. 
I giorni passati senza di lei sono riuscito a riempirli con un tale disastro! Ho sprecato così la maggior parte della mia vita: a non fare nulla per scacciarla dalla mente. Le cotte, come le amicizie, passano, ma la nostra non era una semplice amicizia o una stupida cotta, probabilmente era qualcosa di più ma eravamo troppo orgogliosi per ammetterlo. 
Qualche volta ho pensato che la mia vita non fosse più la stessa e a volte lo penso ancora e mi convinco che quella sia la risposta. Che stupido che sono! 
Dire che la gente non cambia, è una cazzata! Bella e grossa. Se davvero avevo pensato che noi fossimo stati un’eccezione, mi ero illuso. Come adesso! 
È inutile sperare di incontrarla qui, stasera. Probabilmente non sa neppure che sono nella sua città. Probabilmente non si ricorderà più di me, anche se i cartelloni di questo concerto sono distribuiti in tutta la località. È impossibile che lei non li abbia visti. Magari ha finto di non vederli. 
“Mark, un minuto e s’inizia”, scendo dall’amplificatore e seguo il ragazzo dello staff che mi aveva chiamato. 
Giro l’angolo per andare verso i camerini e sbatto contro qualcuno. “Scusa”, dico allontanandomi un po’ per vedere la persona che avevo colpito. 
“Ciao Mark”, ero allibito. Quella voce sembrava così reale. Sbatto più volte le palpebre mettendo a fuoco la figura davanti a me. 
“Dieci secondi!”, urla il ragazzo di prima. 
Sorrido. Forse non tutto è come ho immaginato.
 

   
 
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