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Autore: allison742    03/03/2012    12 recensioni
Semplicemente grazie. Grazie per essermi sempre vicino, qualunque sia il mio stato d’animo, e so che non è così facile.
Grazie per capire sempre quando è il momento di farsi da parte, lasciando intendere che per qualunque cosa basta una telefonata. Grazie per il caffè tutte le mattine.
Grazie per aver aspettato che fossi io a parlarti di mia mamma, di non aver insistito; o quasi.
Grazie per aver rispettato i miei tempi dopo l’incidente. Grazie per Nikki Heat. Grazie per tutto questo, per Parigi. Grazie per essere così come sei.
Grazie perché nonostante tutto sei ancora qua.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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Io leggo nel tuo cuore.

«Ehi, Rick! Guarda! Ho fatto portare il pranzo in stanza! Pensavo volessimo rimanere un po’ da soli e così… Stai bene?» disse Kate preoccupata cambiando improvvisamente argomento quando vide Castle sul divano con un’espressione triste.
«Cosa?» si riscosse dai suoi pensieri.
«Ti ho chiesto se stai bene! E’ successo qualcosa?!» continuò lei appoggiando il vassoio sul tavolino e sedendosi accanto a lui.
«Niente! E’ tutto ok, non preoccuparti!» rispose lui con un finto sorriso avvicinandosi per darle un bacio.
«Bugiardo! So capire quando menti, ormai ti conosco!» disse Kate sottraendosi da lui un istante prima che le sue labbra la toccassero.
«Davvero, non è niente! Allora… che si mangia?» provò a cambiare discorso.
«Non si mangia niente finchè tu non mi dici cosa c’è che non va. Non ho voglia di vivere una relazione cominciata tra bugie e omissioni. Prima mi hai detto che mi ami, ma ora voglio che me lo dimostri, e il primo passo è quello di aprirsi e avere fiducia nell’altra persona. Dunque ti ripeto la domanda: cosa c’è che non va?»
Castle si commosse da quel discorso tanto deciso quanto dolce e profondo.
Non poteva deluderla, non ora.
Decise allora di parlare, anche se quello che le stava per dire non era esattamente allegro, ma Kate aveva ragione; loro adesso erano una coppia, e come tale dovevano condividere i propri pensieri, siano essi felici o tristi.
«Ecco, vedi… per me non è facile da dire…» cominciò Castle un po’ titubante.
Lei gli prese la mano per fargli coraggio e lo guardò dritto negli occhi, senza aggiungere altro.
«Perché non hai mai voluto aprirti? Perché non mi hai mai permesso di conoscere i tuoi sentimenti, e, quando ho tentato di farlo mi hai sempre tenuto lontano chiudendomi ogni accesso del tuo cuore? La mia vita non aveva più un senso lontano da te.» disse Castle con una dolcezza infinita.
«Io non volevo respingerti. Anzi, mi sono resa conto di amarti fin dal primo momento, ma ho voluto resistere a questo sentimento; sembrava che mi indebolisse, che mi rendesse troppo vulnerabile e fragile, e la mia vita mi ha insegnato a non mostrare mai, a nessuno, alcun tipo di debolezza.
Non avevo paura di aprire il mio animo, ma temevo ciò che avresti trovato; tu non ti rendi conto di cosa provo, di ciò che passa nella mia mente; tu non sai cosa significhi convivere e allo stesso tempo combattere con i miei fantasmi. E allora mi sono chiesta come potrei mai legarmi ad un’altra persona se non so gestire neanche i miei sentimenti. Ma ora tutto è cambiato, ora ci se tu qui con me; ora ci sei tu ad aiutarmi a gestire questi terribili sentimenti che mi hanno solo allontanata da quello più importante: l’Amore.» Per Kate ara stato difficile ammettere tutto questo, ma era convinta di ciò che aveva fatto, non se ne sarebbe pentita.
Ora stava piangendo, anzi, piangevano entrambi, e si tenevano per mano.
Castle la tirò a se e la baciò, la abbracciò, le ripeté quanto l’amava.
Nessuno prima d’ora si era aperto in quel modo con lui; nessuno aveva rischiato di mostrare le proprie debolezze, nessuno tranne Lei. E questo la rendeva ancora più forte.
Quando sciolsero l’abbraccio si guardarono negli occhi.
«Non è tutto. Vero?» chiese Kate intuendo ancora un briciolo di tristezza.
«Ehi, che fai? Leggi nella mente adesso?» disse lui scherzando cercando di nuovo di sviare l’argomento.
«No, io leggo nel tuo cuore.» Rispose semplicemente, facendo una lieve pressione sulla sua mano per incitarlo a continuare.
«Io voglio stare con te, voglio abbracciarti, baciarti, averti tutta per me, lo voglio più di ogni altra cosa. Però voglio che anche tu desideri tutto ciò senza… senza venire influenzata dal mio passato.» Era stato complicato ammettere anche questa sua paura, ma grazie alla forza di Kate era riuscito ad esprimersi.
«Il tuo passato?» Kate non capiva.
«Sì. Insomma, tutti sanno i trascorsi amorosi di Richard Castle. E non voglio che tu ti ritenga una delle mia tante conquiste. Tu sei la donna che amo davvero, sei fantastica, straordinaria. E ho paura che tu non possa ritenerti tale.» Si spiegò lui.
«Non è come pensi, per me tu sei ciò che conosco. Io ti guardo negli occhi e vedo un uomo innamorato, innamorato davvero. E a questo punto non mi importa sapere coma hai passato la vita prima d’ora, non mi importa ciò che hai vissuto e con chi, di qualunque cosa si tratti.» Lo rassicurò lei con le lacrime agli occhi.
«Di qualunque cosa? Sai cosa vuol dire?» chiese lui poco convinto.
«Significa che ti amo scrittore! E che ti amerò sempre, qualunque cosa il destino ci riservi. E questo amore ci darà la forza di superare qualsiasi dolore, qualsiasi delusione, qualsiasi malinteso. E ora smettila di tormentarti. I tuoi dubbi, le tue paure sono infondate, te lo assicuro. Io so cosa provi per me, lo so davvero. E so anche cosa provo io. Ti amo, più di quanto tu possa immaginare, e in questo momento il calore che provo nel cuore potrebbe sciogliere tutta la neve che ci circonda. Ti amo come nessuno potrà mai amarti, ne su questa terra ne su un altro mondo.» Ora stava di nuovo piangendo.
«Stringimi,Kate, dammi la forza di credere che niente potrà mai separarci» rispose lui prendendole entrambe le mani.
Lei si buttò letteralmente tra le sue braccia e si sedette sulle sue gambe. Lo strinse come non mai, come solo una persona veramente innamorata poteva fare.
Lo amava sì! Lo amava, e non si sarebbe mai stancata di urlarlo, di dirlo, di pensarlo.
«Ehi. Tu lo sai quali sono le migliori relazioni?» chiese dopo un tempo indefinito Castle spostandole una ciuffo di capelli che si era incollato al viso per via delle lacrime.
«Quali?» disse lei posandogli una mano sul petto.
«Quelle che cominciano come la nostra, dove si chiariscono tutti i dubbi all’inizio; dove non ci sono più incomprensioni. Dove non ci sono segreti o sotterfugi di alcun genere.» Ripose Castle baciandole la fronte.
«Forse ancora una cosa ci sarebbe…» cominciò Kate.
«No, lo so già» la precedette Castle.
«Ma… come…? Non l’avevo detto a nessuno.» Si stupì lei.
«L’ho capito Kate, semplicemente l’ho capito. Sai, non sei l’unica qui a saper leggere nel cuore.»
«Te l’ho mai detto che sei un uomo fantastico?» chiese lei portando la conversazione sul ridere; non ne poteva più di piangere, anche se erano lacrime di felicità erano pur sempre lacrime, e lei ne aveva già versata una dose decisamente superiore per gli anni che aveva.
Lui, capendo i suoi pensieri la assecondò: «No, ma lo sapevo già. Insomma sono o non sono Richard Castle?!»
«Sì, sei Richard Castle, ma ora sei diverso da prima.» Disse decisa.
«Ah sì? E cosa sarei?»
«Sei mio!» concluse soddisfatta con un bacio.
 
Tra baci, effusioni e abbracci erano arrivate le sei e Castle e Kate erano, in pigiama, abbracciati sul divano davanti alla tv.
C’era un clima di pace, si tranquillità e di amore incredibile.
Clima brutalmente interrotto dal brontolare della stomaco di Castle.
«Mmm… qualcosa mi dice che hai fame!» disse Kate tra le risate.
«C’è poco da prendere in giro. È da stamattina che non mangio. Il pranzo si è raffreddato a forza di parlare con te»  si lamentò come un bambino.
«Perché? Vuoi dire che non ti è piaciuto il discorso?» chiese lei.
«Non dirlo neanche per scherzo!» le rispose stringendola ancora di più a se.
«Allora, ti va di andare a cena?»
«E’ un appuntamento detective?» chiese Castle con un tono che aveva tutt’altro che innocenza.
«Può darsi, dipende da come ti comporti…» lo stuzzicò lei. Cavolo! Si divertiva un mondo!
«Vado a cambiarmi così evito di commentare.» Disse lui fingendosi offeso alzandosi dal divano.
Era già arrivato alla porta del bagno che sentì Kate chiamarlo: «Non dimentichi niente?»
Allora tornò indietro e, mettendosi in piedi davanti al divano contò fino a tre e poi di tuffò, letteralmente, su Kate, che intanto stava urlando e ridendo allo stesso tempo.
Quando le fu sopra cominciò a baciarla, sempre con più trasporto e passione.
«Dobbiamo andare a cena…» provò a dire lai tra un bacio e l’altro.
«Oh, aspetterà…»
 
«Allora? Ti è piaciuta la cena?» chiese Castle una volta entrati in ascensore.
«Mmm… ho preferito l’accompagnatore.» Rispose con tono malizioso.
«Vorrei ben dire…» commentò lui più a se stesso.
«Per fortuna che si sono aperte le porte, credevo di soffocare in mezzo a tutto quell’ego…» disse uscendo dal cubicolo, mentre rideva sotto i baffi.
«Ehi! Aspetta! Vuoi dire che io sarei egocentrico?» le chiese lui.
Come risposta lei si limitò a guardarlo.
«Ok.. forse un pochino…» ammise lui mostrando una piccola fessura tra il pollice e l’indice.
Kate a quel punto scoppiò a ridere. Quanto lo amava.
Era così felice che si avvicinò a lui e gli diede un colpetto leggero con la spalla, un segno d’affetto.
Castle però, impedito com’era nei movimenti agili, dopo quella lieve spinta si sbilanciò e cadde.
Cadendo inciampò nel tappeto, e volò letteralmente addosso all’acquario, che precipitò a terra –insieme allo scrittore- rompendosi in mille pezzi.
Kate, dopo aver appurato che Rick stesse bene, scoppiò in una risata che non finiva più.
«Non c’è niente da ridere!» obbiettò lui, ma non ebbe il tempo di dire altro che sentì il cameriere imprecare.
«Cos’è stato quel rumore?»
Prima che l’uomo svoltasse l’angolo Kate prese Castle per un braccio e lo trascinò via correndo verso la loro suite.
«Cosa diavolo è successo qui? Chi è quel disgraziato che ha fatto morire tutti i pesci… se scopro il responsabile lo farò pentire di aver scelto il Crillon…» ma ormai le urla del cameriere divennero sempre più distanti fino a scomparire del tutto.
Castle e Kate erano entrati di corsa e, ancora ridendo, si erano buttati sul letto della camera.
Quando finirono di ridere si guardarono negli occhi e, come attratti da una forza invisibile presero a baciarsi.
Cominciarono a spogliarsi e a sentire la passione che cresceva in loro.
Si misero sotto le coperte e lì, in una gelida notte, all’interno di una lussuosissima suite del più famoso hotel di Parigi, passarono la loro prima "vera notte".
Insieme.
 
 
 
«Lo sai perchè sono felice?
Perchè finalmente hai avuto il coraggio di uscire dai miei sogni,
finalmente posso vederti anche durante il giorno senza dover chiudere gli occhi la notte.
Sono felice perchè finalmente posso toccarti,
sentire il tuo calore senza immaginarlo, senza stringere il cuscino.
Sono felice perchè ora posso guardare i tuoi occhi;
Felice perchè il mio cuore ora può battere,
fiero di aver desiderato qualcosa di così bello…»
[Ejay Ivan Lac]
 
 
 
ANGOLO DI ALLISON
Ciao!!! Come state??
Che ne dite del capitolo?? Lo so, per quanto riguarda la storia, con la sorpresa eccetera non e un capitolo decisivo…. Ma c’era bisogno di un po’ di dolcezza… quella da carie!! :D
Comunque, tornado seri, dove precisare che alcuni pezzi sono stati ispirati dal libro L’ULTIMA LEGIONE.
Se volete leggerlo è carino….
Ok, ho detto tutto!!
Allora buona notte!!
Recensite in tante, mi raccomando!!
Ciao!
Un bacio, Allison <3
scusate!! aggiornamento dell'ultimo minuto!! mi sono dimenticata di dirvi che, quando, Castle le dice "sì, lo so", alludeva al "Ti amo" detto da lui quando Kate stava per morire. Castle le dice che lui sa che lei ricorda. (Che ragionamento contorto) :D
   
 
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