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Autore: Lady_Iasmin    04/03/2012    0 recensioni
In una Londra ottocentesca dai toni dark, vi viene raccontata la storia una bambina maltrattata che una volta cresciuta, tormentata dai ricordi, decide di vendicarsi senza pietà...
"Una strage assurda ed irrisolta, due inquirenti incapaci, uno zio distratto, una bambina con un trauma incancellabile, una direttrice crudele, quattro perfide compagne, la sofferenza avvolta nel silenzio... questo è solo l'inizio di un'incubo."
Genere: Dark, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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“CONFERMATA LA PRESENZA DI UN SERIAL KILLER!” avvisavano i quotidiani.
Dopo il ritrovamento del cadavere di Paula, anch’esso presenti tagli e immerso in un lago di sangue, scoppiò la paura che ci fosse un assassino a Londra.
Subito, i giornalisti trovarono pane per i loro denti, le strade divennero talmente deserte che sembravano appartenere a una città fantasma. 
Avevano già un’ipotesi sull’identità dell’assassino: un uomo dai venti ai quarant'anni, rude, non piacevole d’aspetto, con tendenze maniacali e pronto ad ammazzare povere fanciulle.
Così, a Scotland Yard, la polizia di Londra, si discute sul caso.
<< Questo è il terzo caso in questo mese! >> esclamò il capo, un signore anziano in cappello a cilindro poggiando le palme delle mani sul tavolo con sopra i certificati di morte delle vittime.
<< Messer, ormai le rapine finite male sono troppe. >> affermò un giovane poliziotto dai capelli rossicci e il volto tempestato di lentiggini. << Vero, Tommy? Tommy…? >>.
Un altro agente; di circa 18 anni e castano di capelli, arrivò sul posto: << Sì? >>.
<< Dov’eri finito? >>.
<< Ero in bagno. Stavamo parlando della cicciona trovata dissanguata? >>.
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<< Come? E’ morta un’altra? >> domandò Tommy.
<< Sì, forse c’è un assassino… >> spiegò Johnny.
<< Aaah! Un assassino qui!!! >> urlò Tommy aggrappandosi al capo.
<< Sono stanco che la Scotland Yard non riesce neanche  a risolvere un caso!
>> dichiarò il capo scuotendo la testa.
<< Oh grazie! >> disse acido Johnny. << Noi non le bastiamo? >>.
<< Posso anche licenziarvi… >>.
<< Ritiriamo quello che abbiamo detto! >>.
Mr. Joseph Clint, questo il nome del capo, sospirò. Poi riprese: << Signori… dovete sapere che c’è un nuovo arrivato nelle indagini… >>.
<< Cosa?!? >> esclamarono tutti gli agenti.
<< L’ho convocato qui… dovrebbe arrivare tra un momento all’altro… >>.
<< E chi sarebbe? >> domandò Johnny.
<< Io! >> fece una voce proveniente dall’entrata principale.
Tutti si voltarono dietro. Era apparso un ventenne in suite beige con tanto di cravatta, cappello dello stesso colore in testa. Era castano scuro e aveva gli occhiali che coprivano a metà gli occhi scuri e intelligenti.
<< Eccoti qua, Redford. >> lo accolse Mr. Clint.
<< Redford?! >>. Johnny e Tommy si guardarono come se non avessero capito nulla della situazione.
<< Sì, sono io. Sono Rudolf Redford, professione psicologo. >> disse lui sistemandosi il cappello.
<< Sa scovare dentro le menti più perverse della gente, con lui troveremo sicuramente il colpevole! >>.
Tutti gli agenti lo fissarono come se fosse un angelo arrivato per salvarli. Sì, Rudolf Redford era un angelo, pronto a liberarli dall’ignoranza e a far giustizia.
<< Da dove cominciamo? >> domandò con un sorriso tirato il nuovo arrivato.
Redford, come il migliore dei detective, studiò attentamente le vittime: il loro passato, la loro famiglia e i loro conoscenti. Così, come diceva, si può capire il colpevole, se è un conoscente.
Intervistò, uno a uno, coloro che abitavano nel quartiere dove Beatrix Jinkins è stata trovata. Ma i risultanti erano deludenti.
Gli fu concesso il permesso di entrare nell’obitorio. Chiese al medico, un omino dai capelli bianchi man mano che passa il tempo: << Ha ancora il corpo di Beatrix Jinkins? >>.
<< Sì, >> rispose lui indicando dietro il tavolo dove si svolgevano le autopsie. << Basta solo che togliete il lenzuolo sopra. >>.
Il giovane si avvicinò e le sue dita afferrarono il panno che copriva il contenuto. Dopo aver dato un’occhiata, arricciò il naso: la poveretta aveva gli occhi vitrei e spalancati, la bocca semichiusa, il colorito di un bianco marcio, e i panni inzuppati di sangue. Lo interrogò disgustato: << Che cosa avete scoperto di interessante?. >>.
<< La vittima presenta numerosi tagli. Le braccia, le gambe, le cosce presentano segni che è stata legata… poi, la posizione è rigida, impaurita. >>.
<< Avete controllato le parti intime? >>.
<< Sì, ma non presenta segni di violenza sessuale. L’assassino non è un maniaco che prima stupra e poi uccide… >>.
<< Cos’è questo segno nella testa? >> osservò lui indicando livido nella testa della vittima.
<< E’ un livido… forse è stata colpita alla testa… >>.
<< Aveva con sè delle cose? >>.
<< No… i parenti avevano dichiarato che lei portava i gioielli raramente, solo nelle feste… quindi, che ne pensate, Mr. Redford? >>.
<< Che il movente non è una rapina, e poi da quando i ladri uccidono le persone? >>.
<< Non lo chiedete a me. >> sospirò il medico.
Redford prese il taccuino e prese appunti: “1) Escluse ipotesi di rapina e violenza sessuale. 2) La vittima ha tentato di difendersi, ma senza successo.          3) Ai miei occhi, non è un suicidio, come avrebbe fatto ad usare la manetta se aveva le mani legate? O forse si è legata i polsi uno per volta? ”.
 L’intelligenza di Redford era la cosa di cui Mr. Clint si vantava perché pensava che con questo giovane uomo, Scotland Yard avrebbe fatto scintille invece di quegli agenti buoni a nulla.
Johnny e Tommy, il primo pel di carota e il secondo castano chiaro dal viso paffutello, si avvicinarono a lui durante la colazione.
<< Dai, vai prima tu! >> diceva uno dei due.
Lui si girò verso loro due, i quali abbassarono lo sguardo intimidito.
<< Avete bisogno? >> domandò il giovane intraprendente.
<< Ehm… no. Ehm, sì! >>balbettò Johnny.  << C-ci volevamo presentare... io sono Johnny Scart e li è il mio fratello gemello Tommy. >>.
<< Piacere. >>.
<< Da quanto tempo lavorate qui…? >> chiese.
<< Ehm… da un anno! Perché, nostro padre era poliziotto, anche nostro nonno… >>.
<< Capito… come vi sentite a lavorare qui? >>.
<< Bene, grazie… avete scoperto qualcosa di interessante nelle indagini? >>.
Redford fece un respiro e poi rispose: << Sì… Beatrix Jinkins, secondo me, non si è suicidata. Ho notato dei segni di lacci intorno alle cosce, alle braccia… e un livido nella testa. Ho chiesto ai famigliari se avesse sbattuto la testa da qualche parte… ma mi hanno risposto di no. Quindi, è stata aggredita. >>.
Gli occhi dei due gemelli brillavano ascoltando quelle parole. Si sentivano inferiori, inadeguati… in una sola parola, stupidi.
<< Secondo voi, quale sarà il movente? >> li osservò Redford mettendoli alla prova. << Non rispondete “rapina”..! >>.
I due sbuffarono. Poi Johnny provò a rispondere: << Pazzia? >>.
<< Mmm… credo di sì, ma sarebbe più corretto “sadismo”. >>.
<< Amore? >> indovinò Tommy.
<< Oh, l’amore! >> cinguettò l’investigatore con lo sguardo alzato al cielo. << Può portarti in un vortice di gelosia… che uccide…! >>.
<< Magia nera? >>.
<< Sinceramente, è un campo sconosciuto per me, ma penso che potrebbe essere… Oh, dimenticavo. Oggi dobbiamo visitare la scena del crimine e intervistare i parenti di Paula Flabby, quindi preparatevi, sarà una giornata dura… >>.
 
Il luogo del delitto era St. James’ Park. Una marea di giornalisti, curiosi e pettegoli invadevano quel luogo che doveva lasciare spazio alla natura.
Redford osservava attentamente la sagoma della vittima sul suolo: << Poveretta… si vede ancora quel lago di sangue… vero Tommy? Tommy…?! >>.
Tommy col binocolo spiava le donne che passavano da quelle parti, la sua bocca era piegata in un largo sorriso.
<< Wow! >> esclamava.
Poi l’investigatore si spostò davanti.
<< Ehi… ma da quando quelle pupe laggiù hanno gli occhiali, i peli e… ah! Scusa, capo! >>.
<< Vedi di lavorare! >> lo rimproverò mentre il poliziotto mise via il binocolo a testa bassa.
<< Ehi, Redford… >> lo chiamò Johnny, piegato a terra.
<< Cosa c’è? >>.
<< Ho trovato una cosa… >> indicò le pinze che tenevano alcuni fili di capelli, neri e lisci come la seta…
  

   
 
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