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Autore: xwannabewriter    04/03/2012    1 recensioni
Veronica ha 15 anni, è una ragazza come tante ed inizia il Liceo Classico.
Da sempre ama la musica e ha un piccolo grande cruccio: l'autostima, che è, infatti, all'altezza di 2 cm da terra. Si nasconde dai ragazzi e non si mostra particolarmente socievole, e quando, pur di inseguire il sogno di diventare Qualcuno, compie il coraggioso atto di iscriversi al Classico -liceo pieno di snob e ragazzi strafottenti, per lei- fa la conoscenza di Alessandro che, forse, le farà cambiare idea su molti aspetti.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-          Capitolo terzo

 
Ho un disperato bisogno di ascoltare musica. Solo con quella posso calmarmi, caspita. Respiro profondamente un paio di volte, finchè non mi calmo del tutto. Sono le 02:13 e non sono ancora riuscita a chiudere occhio. Seduta sul mio inseparabile puffo zebrato, aspetto. Ma aspetto cosa? Boh. Non lo so neanche io. So solo che domattina, alle sei circa, dovrò alzarmi ed iniziare a prepararmi perché domani inizia il Liceo. Se continuo così l’unica cosa che inizierò sarà quella di avere le occhiaie. Mi avvicino cauta, facendo attenzione a non far rumore, al davanzale della mia stanza. Apro le finestre. Un vento leggero mi travolge, sa da estate ma ha un sapore del tutto diverso, nuovo. E’ come se stesse cambiando anche lui, assieme alla mia vita. E tu, vento, come stai? Ok, l’ultima cosa che dovrei fare sarebbe parlare a vanvera da sola, ma almeno non mi tormento con il pensiero di domani.
Per tutta risposta, ottengo una flebile ondata di venticello che mi sfreggia il volto.
Ah, venticello, almeno tu non hai tutte queste preoccupazioni … devi rinfrescare le persone, o farle morire di freddo a seconda della stagione, ma non hai di che preoccuparti con i vestiti eccetera.
Do uno sguardo al mio cellulare, poi il mio sguardo cade sull’armadio. Sorrido lievemente, pensando a tutta la fatica fatta per trovare un vestito decente da mettere la mattina successiva. Ma alla fine ce l’avevo fatta. Short blu, camicetta bianca con maniche lievemente a sbuffo, cinturino blu in vita e ballerine. Il tutto completato con la collana comprata qualche giorno fa. Semplice, ma d’effetto. I capelli li terrò al naturale, e non ho intenzione di truccarmi più di tanto. Mi stringo nelle spalle, un brivido mi ha appena percorso la schiena. Chiudo le finestre, probabilmente il vento si sta inacidendo –è amareggiato che domani inizino le scuole?- forse sì. O forse sono solo le mie fantasie, quelle di una quindicenne troppo fantasiosa e paurosa. Raggiungo il mio portatile, destinazione youtube: Don’t You Remember.
Quella cantante è senza dubbio la mia preferita. Chissà chi sia stato il suo ex, ha dedicato i suoi album a lui, canzoni tristi incluse … Beh, chiunque sia, l’ha resa miliardaria. A volte la sfortuna porta fortuna, mai smettere di sperare, no? Magari un giorno anche io sarò Adele. –altra mia fantasia, probabilmente-.
Accedo a facebook, entro nella mia pagina e condivido una nuova frase: Non riesco a dormire, troppa ansia per domani; ascoltando Adele. Un giorno potrò dire di avere vissuto tutte le sue esperienze.
#Don’t You Remember.
Guardo l’ora: 03:01. Forse è ora di mettersi a dormire seriamente.
Chiudo gli occhi, sprofondando in un sonno imperturbato.
 
Vero, Vero! Tesoro … è ora di alzarsi!” sbadiglio, girandomi dalla parte opposta da quella in cui mia madre mi sta letteralmente strattonando.
“Ho sonno mam …” altro sbadiglio.
Ma come?! Sei andata a dormire presto ieri apposta perché volevi essere sveglia per oggi, non capisco.”
“Mamma, non sono in grado di mettere insieme due verbi per il momento, sono troppo assonnata. Non chiedermi di darti spiegazioni adesso. Cinque minuti e sono da te, mi sto per alzare.” Pronuncio l’ultima frase amareggiata, dormire era così rilassante. Mi alzo e mi vesto, poi cammino bofonchiando parole senza senso fino al bagno.
Accendo l’acqua. Che rumore così assordante, quel rubinetto! Altro che musica, era un vero rumoraccio!
Trattenendomi dall’imprecare, mi lavo il viso e i denti. Mi guardo allo specchio. I miei occhi marroni sembrano piuttosto stremati da tutto quello che in quest’ultima settimana mi è accaduto. Gli “addii” con i miei ex compagni, la preparazione estenuante per i nuovi … I capelli, invece, necessitano di un intervento chirurgico all’ultimo minuto. I miei ricci neri si sono trasformati in un ammasso di crespume che solo Harry Potter e la sua bacchetta potrebbero eventualmente sistemare. Raccolgo i capelli in una coda alta, così che abbia il viso libero e mi possa truccare meglio. Prendo la matita, faccio una riga né troppo profonda né troppo fina sulla palpebra superiore e la sfumo. Ci aggiungo un po’ di ombretto nero con riflessi brillantati, in modo che sembri un’unica sfumatura e faccio lo stesso in maniera molto più lieve nella palpebra inferiore. Un filo di lucido ed è fatta. Non aggiungo fard o terra poiché la mia pelle è già abbastanza abbrustolita di suo.
Ed ora i capelli. Apro l’armadietto sopra la mia testa e ne estraggo la boccetta di uno strano prodotto odorante di vaniglia che usavo sempre per domare i miei ricci. Funziona abbastanza bene. Decido di lasciarli al naturale senza mollette, pinze, elastici e treccine o quant’altro.
Vado in cucina, dove un invitante fetta di nutella mi aspettava.
Cara, sei favolosa!” mamma mi sembra sincera. Non è il classico complimento sei-mia-figlia-perciò-sei-stupenda, no, era più vero.
“Grazie, devo fare bella figura sui professori …”
E sui ragazzi, eh?” noto mio padre, intendo a leggere il Mattino, guardarmi con aria sapiente
“Ma và! Che dici? Bah … voglio solo essere presentabile, stop, chiudiamola qui.” I ragazzi erano il mio ultimo pensiero in quel senso. Il mio primo pensiero, invece, per quanto riguardasse la snobbosità di quest’ultimi. Andiamo … al Classico non ci sono i tipi alla mano, tutt’altro! Poco ma sicuro.
Finalmente addento la fetta biscottata. Gnam! Non c’è nulla da fare, la nutella è la migliore amica per le adolescenti in crisi. Riesco quasi a calmarmi. Ho un ansia che mi prende tutto lo stomaco e, se possibile, mi fa anche tremare le gambe.
Tesoro, è ora di partire!” mia madre mi porge il biglietto dell’autobus andata e ritorno.
“Ciao a tutti e due!” saluto i miei, chiudendomi piano la porta alle spalle.
 
Alla fermata, ci sono altre otto/nove persone. Tre di queste sono anziani, gli altri tutti studenti. Sembrano preoccupati quanto me. Osservo una ragazza, appollaiata vicino ad un palo della luce con le cuffiette nelle orecchie. E’ molto minuta e pallida, ma –a quanto mi sembra- è anche sprizzante di gioia: canticchia allegramente “Smile” e ha un sorriso stampato in volto.
Poi alla mia destra c’è un piccolo gruppetto di ragazzi. E poi ci sono io. La cretina seduta sulla panchina con lo zaino stretto al petto –non mi è mai piaciuto metterlo di spalle, quando dovevo aspettare seduta.-
Ecco finalmente che il veicolo ci si avvicina, alla guida un signore sulla cinquantina con un bicchiere di liquido bruno: probabilmente caffè, per tenere vivi gli animi.
Mi siedo vicino ad un’anziana.
E’ il tuo primo giorno, eh?” la vecchina sembrava intendersene
“Già. Sono spaventata.” Stropiccio le labbra, come sempre facevo quando ero pensierosa
Non preoccuparti, vedrai che ti troverai bene.” Noto una nota flebile nella sua voce, quasi da bambina
Come ti chiami?” continua “Veronica, piacere, e lei?” le porgo la mano
Oh, il mio nome è in disuso oramai … Sono Annalinda. Piacere di averti conosciuto, cara.” Mi porge anche lei la mano, che io stringo con quanta più maturità avessi in corpo. Sa di biscotti. Confortante, tutto sommato.
Ad un tratto l’autobus si ferma, e solo allora mi accorgo di essere arrivata finalmente al liceo “Ildo II”. Il Classico di cui a breve avrei fatto parte.
Mentre scendo, udisco la signora Annalinda dirmi “In bocca al lupo!” le porte dietro di me si chiudono e non faccio in tempo a dire “crepi”. Mi volto, e guardo tutte quelle ragazze e tutti quei ragazzi più grandi che con una mostruosa tranquillità varcano la soglia dell’edificio. E allora lo dico io, piano, da sola: “Crepi il lupo, ce la puoi fare …”
Varco la soglia. Sapevo di essere in quarta ginnasio, tutto qui. All’improvviso vedo un cartello appeso alla porta d’entrata: “Tutti gli studenti di quarta ginnasio si rechino in palestra, dove diremmo loro la sezione d’appartenenza.” Wow, mi sentivo quasi ad Hogwarts! Ma bando alle ciance. Dov’è la palestra? Noto una ragazza poco più distante da me, decido di chiedere a lei
“Ciao, ehm … scusa, vorrei sapere dov’è la palestra.” La signorina mi squadra, poi indicandomi la porta dice “Sempre dritta, poi quando vedi alla tua destra un quadro coloratissimo giri a sinistra. Prosegui fino alla terza porta a destra, è in legno bianca, bussi ed entri.” Mi fa l’occhiolino
“Grazie!” dico di corsa
Ed eccomi arrivata alla porta. Ci avevo messo un po’ ad orientarmi, ma ce l’avevo fatta. Respiro profondamente e poi busso. Non sento risposte, ciò che udisco sono delle voci, tante voci; apro io la porta. Guardo la scena: davanti a me, circa una quindicina di metri dopo, c’è un grande tavolo in cui sono seduti tutti i professori –o almeno così mi sembra, ma non credo che signori di quell’età vogliano iniziare il liceo adesso- e poi, seduti su delle sedie, tanti ragazzi e ragazze che mi davano le spalle, aspettando che “gli anziani” si pronunciassero. Noto poco più avanti una sedia libera, decido di sedermi poiché già dietro di me stavano altre ragazze allibite dalla confusione e dai nuovi spazi.
Mi tolgo lo zaino dalle spalle e lo poso vicino ai miei piedi. E poi ecco che una signora castana cotonata con un elegante tailleur si alza dalla sedia, era in centro.
Buongiorno ragazzi, benvenuti all’Ildo II!” la sua voce aveva assunto un innaturale tono alto, del resto sarà stata abituata a parlare, con il suo lavoro
“Buongiorno!” diciamo tutti, in coro
Sono la preside dell’istituto, chiamatemi professoressa Margarini. Siete qui perché vi diremmo in che classi andare, le sezioni saranno cinque: A, B, C, D, E.” –fin qui c’ero arrivata pure io, professoressa.- dico a bassa voce, fra me e me. Segue una spiegazione generale: regole da rispettare, compiti da eseguire, essere sempre pronti perché i professori –cattivi- potrebbero interrogarti sempre. Dopo di che, la preside inizia a “smistarci” nelle classi. Prende una cartellina rossa dal tavolo, e legge
Sezione A: Benuoli Alberto, Cianolo Federica … Zerella Sofia” no, non sono nella sezione A. Meglio per me, alle medie era la sezione con i professori più maligni. E poi i ragazzi nominati –una ventina circa- , tutti in posizione eretta che si stanno dirigendo assieme ad un professore nella loro nuova classe hanno un che da snob cronici che non sopporto. La preside legge dalla cartellina i ragazzi della sezione B, non ne faccio parte, poi procede con la sezione C e non è la mia classe; mi dispiace un po’, perché i ragazzi chiamati sembrano gentili. Va beh. Aspettiamo.
Inizia a elencare gli alunni della sezione D
… Doniselli Veronica.” Mi prende un colpo, ero oramai rassegnata a non essere chiamata e pensavo di essermi presentata al liceo sbagliato. Mi alzo in tutta fretta e raggiungo la postazione. Sono agitata. Ero la terza dell’elenco, per cui la maggior parte dei miei futuri compagni doveva ancora essere chiamata, quindi … Beh, prepariamoci all’esercito di biondine risatine e ragazzi idioti. Non datemi della masochista, in aula le persone rimanenti mi danno tutte quest’impressione! Prepariamoci, seriamente.


Ciao!
Piaciuto il capitolo, spero di sì *^* 
Come vi avevo anticipato, il capitolo precedente era l'ultimo che vedeva Veronica con i suoi amici -o dovremmo dire ex?- 
Vi mancherà Ludovica? Non temete ... nella storia lei e Veronica non smetteranno di sentirsi =D
Volevo inoltre dirvi GRAZIE MILLE, perchè anche se non tutti recensite ci sono una miriade di persone che leggono questa fan fic, perciò vi ringrazio. Grazie a chi ha messo la storia fra le seguite, Grazie a chi l'ha messa fra le preferite (*-*), Grazie a chi recensisce e Grazie anche a te, piccolo essere paffuto e pigro che non vuoi fare nulla di tutto ciò ma che hai letto, GRAZIE DI CUORE. 
Recensite il capitolo e ci sentiamo fra 2-3 giorni per il seguito, che classe avrà Veronica? *risata malefica, suspence* è.è 
A presto,
xwannabewriter.

 
  
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