Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Mary_Whitlock    04/03/2012    4 recensioni
Tutti hanno parla della morte dei personaggi fondamentali della saga, tutti hanno dato loro un tributo.
Questo è il mio a un mago che un giorno ha deciso che era meglio essere temuti che amati.
DAL TESTO: Ma in cuor tuo sai, Tom, che sei tu.
In cuor tuo sai da sempre come andrà a finire.
[...] In cuor tuo lo sapevi.
Sapevi di essere il nuovo Capitan Uncino.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Tom Riddle/Voldermort, Voldemort
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Come Capitan Uncino

Perchè nelle favole il bene trionfa sempre

 

 

 

Voldemort alzò gli occhi al cielo fissando il vuoto.

Perché tutto sembrava a lui così difficile? Perché tutto doveva sempre andargli storto.

Ogni volta che si trovava a un passo dal successo tutto gli crollava addosso, tutto inevitabilmente si distruggeva e a lui non restava altro che trovare tra quelle macerie la forza per ricominciare.

Ma non sapeva quanto ancora avrebbe resistito, non sapeva quanto ancora questa messa in scena sarebbe andata avanti.

A cosa serviva lottare se non si potevano raggiungere i propri ideali?

Con gli occhi ancora puntati su quelle nubi scure che si riuscivano a scorgere dai buchi che la battaglia aveva provocato alla sua unica vera casa, la sua mente rimuginava su pensieri che sempre aveva evitato.

La sua mente tornò indietro nel tempo, come flash. Indietro a quando i suoi piani funzionavano, indietro a quando le ragazze gli crollavano ai piedi, indietro a quando i maghi lo desideravano come figlio.

 E mentre le immagini della sua giovinezza gli immergevano la testa e il suo corpo si riempiva di quella strana emozione di tristezza, il suo cervello volò ancora più indietro, volò ai primi anni della sua esistenza da mago.

Odiava quegli anni, quegli anni pieni di menzogne, quegli anni dove in cuore suo risiedeva ancora la voglia che un giorno il padre sarebbe tornato a prenderlo, che un giorno qualcuno sarebbe apparso da quella porta dicendo “Tom scusami eccomi qui e ci sarò per sempre”.

Stupido, infantile, illuso. Odiava quei ricordi bensì non potessi cancellarli.

Ancora la sua mente volò indietro nel tempo fino ai primi anni della sua vita quando tutto era un mistero, quando tutto era una magia e delle sue stranezze, della sua aggressività non si era ancora reso conto nessuno.

Un flash più nitido degli altri gli riempiva i ricordi in quel momento.

Una donna, una bellissima ragazza dai capelli biondi gli stava vicino ma non sembrava veramente importarli di quello che stava facendo.

- Bambini forza sedetevi! – continuava a ripetere tra uno sbuffo e un altro ma nessuno sembrava sentirla, nessuno tranne un bambino dai capelli scuri e la pelle lattea che come un soldatino avevo eseguito in silenzio l’ordine ed ora era seduto composto su quelle sedie troppo grandi per lui.

- Forza per favore! – la voce della fanciulla uscì nuovamente assonnata e senza voglia, mentre supplicava per l’ennesima volta quelle pesti di sedersi – Se vi leggessi il nuovo libro, arrivato ieri ieri, vi calmereste?-

Subito il silenzio era sceso nella stanza e corredo i bambini si erano radunati pronti per la prima volta ad ascoltare.

 

L’orfanatrofio era uno di quei posti dove il divertimento era assai difficile da scorgere. Non c’erano molti giochi, i soldi non lo permettevano, ne tantomeno spazi grandi, troppi bambini per un luogo troppo piccolo. Ci si accontentava di quello che si aveva, ci si accontentava di due bambole per 100 bambine, di tre macchinine per 400 bambini e di cinque o sei libri per accontentare i più grandi.

Quando qualcosa di nuovo giungeva dunque all’interno di quelle mura assumeva sempre le sembianze di un miracolo e tutti sembravano  attirati da quell’oggetto come se fosse oro, come se fosse bellissimo.

 

- Molto bene – disse la donna sorridendo per la prima volta e prendendo il libro che teneva nella borsa – E’ arrivato lo scorso pomeriggio da una donna del villaggio. Dice che sua figlia l’ha adorata quando aveva la vostra età. Parla di un ragazzo che restava sempre giovane e di un uomo con l’uncino –

 

Tom ricordò per sempre quella storia.

Non si seppe mai se a colpirlo fu la dolce e fantasiosa figura di campanellino, o la divertente immagine del coccodrillo che fa tic toc, si può però dire che diventò la sua storia preferita.

Adorava poter immaginare un giorno di andare in un posto del genere, in un mondo al di là del nostro mondo.

“Seconda stella a destra” 

Ancora ricordava tutto il cammino per raggiungere quel luogo che mai, sapeva, avrebbe potuto raggiungere.

“Lì potrei fare tutto quello che voglio, potrei essere me stesso per una volta”

queste parole continuavano imperterrite a rimbombare nella testa di Tom mentre la sua mente immaginava quel mondo che tanto desiderava raggiungere.

 

Ma proprio mentre la sua immaginazione era diventata quasi concreata, proprio quando incominciava a non distinguere più la differenza tra sogno e realtà, la storia si interruppe e tutto si distrusse veloce come si era creato.

Dopo poche pagine di lettura infatti la donna aveva chiuso con uno sbuffo più pesante dei solidi il libro guardando i piccoli bambini con volto assonnato.

- Andate a mangiare per ora può bastare – aveva affermato prendendo la sua valigetta e affrettandosi all’uscita, pronta a immergersi nel comodo mondo dei sogni.

Ma Tom non era soddisfatto, Tom voleva sapere, voleva conoscere.

La sua voglia di apprendimento era troppo forte per essere fermata da una frase del genere.

Il bambino corse dietro all’insegnate tirandole la vestaglia per riuscirla a bloccare appena in tempo.

- Signora maestra – chiamò poi facendo voltare la donna.

-  Ah sei tu Tom – rispose la fanciulla senza riuscire a trattenere l’ennesimo sbadiglio – Dimmi tutto –

- Come finisce la storia? – la voce del bambino uscì fievole dalle labbra come se temesse che la domanda fosse troppo banale, troppo infantile.

- Come tutte le fiabe, piccolo – fu la risposta che mai e poi mai il bambino, poi ragazzo e infine adulto dimenticò – Peter vince perché buono e pieno d’amore, mentre Capitan Uncino muore distrutto dalla sua stessa voglia di vendetta. Il bene vince sempre no? –

 

Con un sorriso stampato in volto il bambino ringraziò per poi correre in camera sua a riportare tutto quello che si ricordava su uno stupido pezzo di carta, come era solito fare da quando aveva imparato a scrivere.

“Dice che il bene trionfa sempre… ma che cosa sia questo bene io ancora non l’ho capito”

Così terminò il racconto di quella sera: tralasciando il vero finale, proprio come quella storia che mai gli fu più raccontata.

Senza cenare, senza rimettere a posto la penna e il foglio, il piccolo si era infatti addormentato, attendendo che un ragazzo entrasse dalla sua finestra e lo invitasse a viaggiare in un mondo dove era certo sarebbe stato felice, dove era certo sarebbe stato speciale, dove era sicuro avrebbe avuto il suo lieto fine.

 

Quella sera Voldemort alzò gli occhi al cielo fissando il vuoto senza aspettarsi di trovare risposte.

La sua pazienza incamiciava a scarseggiare, la sua voglia di vendetta incominciava a diminuire. Non era certo di riuscire ancora a sopportare, non era sicuro di riuscire a reggere ancora per molto.

Aveva ucciso Harry Potter quando era ancora un bambino invano, l’aveva bloccato più di una decina di volte negli ultimi anni e non aveva raggiunto comunque il suo scopo.

E oggi ancora, per l’ennesima volta, assetato di quella vendetta che richiamava da anni, l’aveva ucciso, aveva visto i suoi occhi chiudersi ma nulla era cambiato: lui era ancora lì beffardo a fissarlo, lui era ancora lì pronto a sfidarlo.

Ma questa volta Voldemort non era sicuro di resistere.

Allora in quel momento, che a lui sembrò un eternità ma che per tutti fu un attimo di secondo, tornò indietro nel tempo fino a quel giorno, a quella storia, a quella frase scritta male sul suo primo diario.

“Forse sono proprio come il cattivo di uno stupido libro per bambini”

Questo pensiero gli riempiva la testa mentre le tue parole rispondevano feroci alle provocazioni del ragazzo.

“Forse Harry è il mio Peter”

Potter continuava a ribattere, continua a ferirlo nei tuoi punti deboli.

Alla fine il bambino era cresciuto e sapeva usare le parole come si deve.

“Ma non sono il cattivo poichè non esiste il vero buono, come potrebbe essere?”

Tom continuò a girare intorno senza distaccare gli occhi dal suo avversario ma la sua testa volava su altri pensieri.

 Io alla fine ho perso i miei genitori e nessuno mi ha consolato, ho cercato di farmi amici ma mai ho trovato persone simili a me… e poi arriva questo bambino e mi toglie tutto quello che ho. Mi toglie la lealtà dei miei fedeli. Io ho deciso anni prima della sua nascita che, per come stavano le circostanze, era meglio essere temuti che amati, era meglio aver alleati che amici e lui mi ha tolto anche questo. Chi è il vero cattivo?”

 


Ma in cuor tuo sai, Tom, che sei tu.
 In cuor tuo sai da sempre come andrà a finire.
Sai che la tua concentrazione ormai è poca, che non potrai andare avanti dopo questo momento.
Sei il cattivo della più famosa saga che sia esistita negli ultimi anni, sei destinato a morire proprio come ogni antagonista per eccellenza.
E in cuor tuo lo sapevi.
Sapevi di essere il nuovo Capitan Uncino.
Solo che Potter non era come Peter, Harry non ti avrebbe dato un’altra possibilità.
Perché non era un bambino.
Perché quello non era il mondo che avevi sognato a occhi aperti.
Perché quello non era il mondo dove sentirti unico e felice che a undici anni pensavi di aver finalmente raggiunto.

 


Il corpo agì d’istinto.

Il cuore si rassegnò.

I suoi occhi si chiusero per sempre lasciando impresso sul suo volto ancora quella domanda.

 

 

 

 

 

NDA:

Mi pare giusto dover fare delle piccole precisazioni bensì questa storia inizi e finisca in questo capitolo:
  • Tutto si svolge quando Voldemort si ritrova davanti a Harry alla fine del settimo libro. Tengo a sottolineare libro perché ho messo dentro anche il dibattito tra Harry e Tom, il fatto che tutto si svolga mentre i due girano in torno... sono cose che avvengo nel libro e non nel film quindi era giusto dirlo per chi invece segue solo questi ultimi.ù

 

  • Posso poi dire che quando parlo di Tom da piccolo non è che sia gentile ma ancora non ha raggiunto l'età per i poteri, ancora non ha capito che può far del male. Non è che è meno cattivo, ma solo che questo sentimento non è del tutto saltato fuori. Poi si sa che Tom era uno studente modello e penso lo sia da sempre stato.
  • Ho cercato inoltre di mettermi in Voldemort: io non sono mai riuscita a capire come il più grande mago di tutti i tempi, dopo Silente, sia stato sconfitto con una tale banalità. Ho pensato quindi che dopo aver visto Potter risvegliarsi non ha capito più nulla. L'hanno abbandonato tutti, non ha nessuno, ha 72 anni, Bellatrix, che era alla fine quella che più si avvicinava alla figura di una amica, è morta. Non credo quindi possa ancora pensare di andare avanti, perde concentrazione, non gli interessa più nulla. Per la prima volta non gli interessa nemmeno più vivere, la sua fobia per la morte è scomparsa ora che è vulnerabile.
Inoltre questo è il mio modo di "onorare" quel personaggio che ho amato, del quale mi sono innamorata.
Spero vi sia piaciuta almento un pochino e che magari come io ho "sprecato" il mio tempo per fare queste precisazioni, voi lo "sprechiate" per lasciarmi una piccola recensione.
Bacioni
Mary

p.s. Per chi segue le mie storie non le ho abbandonate ma sono solo vittima del blocco dello scrittore.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mary_Whitlock