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Autore: Andry_    04/03/2012    0 recensioni
Londra. Due ragazzi, cresciuti insieme, si trasferiscono nella capitale per inseguire i loro sogni e, tra una cosa e l'altra, scoprono che l'amicizia, forse, non è l'unica cosa che li lega. La vita però, si sa, è imprevedibile, e riserverà loro diverse sorprese che cambieranno notevolmente la loro esistenza.
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La storia è frutto della mia fantasia e, anche se ha come protagonisti alcuni personaggi del mondo dello sport, sono presenti incongruenze sulle loro vite, ma lo scopo di questa ff è quello di dilettare e coinvolgere il lettore, e non quello di raccontare nei dettagli la vita di uno di questi personaggi.
Genere: Romantico, Song-fic, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14.

Mi svegliai di soprassalto e corsi in bagno. Era la terza mattina di fila che avevo quello spiacevole risveglio. L'aria di Marsiglia entrava fresca dalla piccola finestra del bagno aperta a ribalta. Qualcosa nel cibo, nell' acqua o nell'aria di quella città provocava nausea al mio corpo che, a quanto sembrava, provava una forte nostalgia per l'Inghilterra e la sua capitale. Ero in Francia da circa un paio di mesi ormai e il mio debutto internazionale come ballerina stava andando alla grande. Theo aveva deciso di trascorrere le sue vacanze in Costa Azzurra dando così libero sfogo alla fantasia dei giornalisti che si sbizzarrivano accostandolo ogni giorno ad una squadra francese diversa, senza mai accorgersi che il vero motivo per cui si trovava al di là del canale della manica era per amore. Erano i primi di luglio, e io mi trovavo sola nel mio appartamento in centro, alle prese con una fastidiosissima nausea, mentre il mio campione aveva fatto ritorno a casa per intraprendere il ritiro estivo con la squadra. Andai in cucina e mi preparai una tazza di tè per cercare di restituire un po' di colore al mio viso che, in quel momento, tirava al verdognolo. Ero uno straccio, probabilmente mi ero beccata una bella influenza e le continue esibizioni certamente contribuivano a farmi sentire a pezzi. Controllai il calendario: quella sera non era previsto alcuno spettacolo, ero libera. Feci una doccia e mi preparai per uscire: avrei sfruttato quella giornata libera per godermi un po' la città che non avevo ancora avuto il tempo di visitare. Uscii di casa e notai con piacere che stare all'aria aperta già mi faceva sentire meglio. Il mio appartamento si trovava nei pressi della spiaggia, quindi decisi di iniziare dal Vecchio Porto. Era un posto ricco di storia ed io, che avevo sempre amato la Francia e la sua storia, non potevo che esserne affascinata. Passeggiavo per il lungomare consultando continuamente le guida turistica tascabile che avevo acquistato al mio arrivo in città. Giunta davanti alla chiesa di Saint Fesséol mi fermai incuriosita ad osservarla per diversi minuti. -Nel dodicesimo secolo qui vi era la Commenda dei Templari sa?-. Mi girai stupita alla mia sinistra ad osservare quello sconosciuto interlocutore che sembrava essersi rivolto proprio a me. Trovai ad attendere il mio sguardo indagatore un ragazzo dalla faccia pulita con un simpatico sorriso e due profondi occhi marroni. Mi fece subito una buona impressione. -Scusa se ti ho spaventata o disturbata, ma ho notato che eri ferma ad osservare l'edificio da diversi minuti e mi sono chiesto se anche tu, come me, fossi catturata dall'affascinante storia che questo posto cela- disse osservando l'edificio davanti a noi. Poi si voltò di nuovo verso di me che lo guardavo e, sfoderando un sorriso contagioso, si presentò: -Comunque piacere, io sono Samir- -Io sono Sarah, il piacere è tutto mio- -Bene Sarah, ti va se ci prendiamo un caffè e mentre io ti racconto la storia della chiesa di Saint Ferréol tu mi racconti come mai una bella e giovane ragazza straniera gira per Marsiglia tutta sola?- -Come fai a sapere che sono straniera?- -Risponderò alla tua domanda solo se accetterai il mio invito- mi lasciai andare in una risata e accettai. Lo so, non si dovrebbe mai accettare un invito per un caffè da un perfetto sconosciuto, ma qualcosa dentro di me diceva che mi sarei potuta fidare di quel ragazzo dalla faccia d'angelo. Ci accomodammo in un barettino carino poco lontano dalla chiesa e ci sistemammo ad un tavolino all'aperto. Un silenzio imbarazzante calò per i primi minuti e s'interruppe solo all'arrivo della cameriera che prendeva le ordinazioni. -Non mi hai ancora detto come hai fatto a capire che sono straniera...- dissi per evitare che il silenzio ripiombasse tra noi. -Eeeeh sapessi... sono un mago- disse facendomi l'occhiolino. -Si come no. Su, come hai fatto a capirlo? Mi si legge proprio così tanto in faccia?- -Hahah no, ma la tua guida era in inglese, e una turista francese non l'avrebbe mai avuta in una lingua straniera-. Lo guardai scuotendo il capo. -Oh, non è colpa tua, è che sono un ottimo osservatore e noto tutto. Comunque, qual buon vento ti ha portato a passeggiare da sola per Marsiglia?- -Avevo una giornata libera dal lavoro e, dopo un paio di mesi che vivo qui, ho pensato che fosse il caso di visitare un po' la città...- -No, fammi capire, tu sei a Marsiglia da due mesi e non hai ancora visitato la città?- -Sono sempre stata impegnata col mio lavoro...- -E cosa fai di bello che ti tiene sempre così impegnata?- -Faccio la ballerina, lavoro presso la Royal Ballet, una delle più prestigiose compagnie di balletto del mondo- -Wow vorresti dirmi che sei una delle fanciulle che ho visto danzare ieri sera al teatro dell'Opera?- -Esattamente!!! Ero Giselle. E tu, Samir, non vorrai mica farmi credere che giochi nell'Olympique de Marseille?- chiesi ridendo guardando la sua polo. -Beh, anche se non si direbbe, è proprio così- rispose sorridendomi e grattandosi la testa. In quel momento avrei voluto sprofondare, avevo fatto una gaf mostruosa e non sapevo come uscirne. -Oddio scusa, non volevo... io non seguo..- -Tranquilla Sarah, sono ancora un calciatore alle prime armi, e poi il calcio francese non è molto famoso all'estero, non devi scusarti... Dai, se ti va, posso mostrarti tutto ciò che di più bello Marsiglia ha da offrire..- mi disse sorridendo. -Oh, ma non vorrei rubare troppo tempo ai tuoi allenamenti...- -Tranquilla, oggi ho la giornata libera-. Accettai titubante, ricordando per un attimo quanto fosse difficile passeggiare in pubblico in compagnia di un calciatore. Passammo una mattina insolitamente tranquilla tra le meraviglie di Marsiglia, come due ragazzi normali, che poi, in fin dei conti, era proprio quello che eravamo. Dopo pranzo decise che era giunto il momento di mostrarmi il suo palcoscenico: il Vélodrome. Prendemmo la metro e dopo una decina di minuti ci trovammo davanti allo stadio. Notai subito che era diverso rispetto agli stadi inglesi in cui giocava Theo. Le tribune erano completamente scoperte e avevano una forma davvero singolare. Mi spiegò che era lo stadio più grande di Francia poiché ospitava anche le partite della nazionale di rugby. Restai ad osservare quella bizzarra struttura per qualche minuto, fino a quando, improvvisamente, mi prese per mano e, con l'entusiasmo di un ragazzino, mi trascinò correndo fino all'entrata degli atleti. Passava gran parte del suo tempo in quello stadio, ma, nonostante tutto, si percepiva la forte emozione che provava camminando per quegli ambienti a lui così familiari. Mi fece fare un tour completo dello stadio senza lasciare mai la mia mano sinistra, finché non giungemmo sulle tribune dove ci accomodammo ad osservare lo stadio deserto. -E così è questo il tuo palcoscenico...- dissi con lo scopo d'interrompere quel silenzio imbarazzante. -Si, ma credo ancora per poco. Una squadra inglese mi vorrebbe tra le sue fila, ed io sarei molto contento di approdare in Inghilterra, li si gioca il miglior calcio del mondo. Sarebbe la mia occasione, anche se mi mancherà Marsiglia e, soprattutto, mi mancherà questo stadio. Per me, che sono nato in questa città, giocare qui, per questa squadra è stato il coronamento di un sogno.- -So perfettamente quel che vuoi dire... sarai sempre legato a Marsiglia, è casa tua, ma questa è la tua occasione, il calcio inglese può regalarti la visibilità di cui hai bisogno...- -Non ti facevo così esperta di calcio sai Sarah?- -Eh la mia vita è legata al pallone più di quanto tu possa immaginare, ma sorvoliamo, non mi piace parlare di me!- Come vuoi, smetto di fare domande allora- disse con un sorriso che ricambiai. -Allora, cosa vogliamo fare adesso?- -Non saprei, il pomeriggio ormai è quasi passato completamente...- -E se t'invitassi a cena?- -Non penso sia una buona idea, ma mi ha fatto piacere conoscerti Samir, spero di rivederti- dissi alzandomi, salutandolo e abbandonando lo stadio lasciandolo li seduto a fissare il campo.

Rientrai nel mio appartamento che erano le sette passate. Avevo passato davvero una bella giornata, in compagnia di uno sconosciuto che era riuscito a trasmettermi una sensazione di sicurezza che mi aveva permesso di fidarmi subito di lui. Non sapevo praticamente niente di quel ragazzo, eppure mi sembrava di conoscerlo da una vita e, sotto sotto, il perché lo sapevo benissimo: nei suoi modi di fare, nel suo approccio alla vita, mi ricordava la persona a me più cara: Theo. Per i pochi giorni successivi in cui rimasi a Marsiglia non rividi mai Samir, fino a quella mattina, la mattina dell'11 luglio. 

 
  
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