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Autore: Iris14    04/03/2012    4 recensioni
Ambientata appena dopo l'episodio 3x05.
Damon ha fatto una promessa a Elena, non lascierà mai più sola.
Dopo il ritorno di Stefan a Mystic Falls, Damon a paura che il fratello possa fare del male a Elena, nonostante la debba tenere d'occhio per Klaus. Pochi giorni dopo Damon trova Elena priva di sensi e capisce che è opera del fratello. Così, per proteggere Elena decide...Elena riuscirà a resistere a Damon e all'amore travolgente che silenziosamente prova per lui?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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P.S. Mi devo scusare innanzitutto con tutte voi perché vi ho fatto attendere così tanto, mi dispiace davvero e spero tanto che questo capitolo vi piaccia.  Buona lettura!


Never without you

POV Damon

Non ricordavo molto, mi apparivano solo immagini sfocate nella mente. Rievocavo di aver tentato di bloccare ancora una volta Rebekah, ma la mia azione era stata terribilmente fatale.

Era inconcepibile anche per un vampiro, io ero morto per la seconda volta, ma, in qualche modo, sentivo che una piccola scintilla era rimasta dentro di me. Ero morto, ma ricordavo cosa era successo. Continuavo a ripetermi nella mente che era irreale ciò che stavo vivendo, ma in questo modo sentivo che cominciavo a risvegliarmi in tutti i sensi. Come se la mia anima, se ne possedevo ancora una, non se ne fosse andata. Come se fosse rimasta lì, ad attendere che succedesse qualcosa. Ogni secondo mi sembrava più vivo, riuscivo a sentire il mio corpo del colore della pietra più immobile. Non avevo mai provato una sensazione così profonda, era come se un potere caldo e confortante fosse appena entrato dentro di me. Mi apparve un’altra immagine, poi scomparì, ma feci in tempo a riconoscere che raffigurava Bonnie. Sentii quel misterioso potere guidarmi, rassicurarmi, proteggermi, ma perché rimanevo comunque ancora morto? Perché non riuscivo a muovere alcun muscolo?

POV Elena

-Elena, mi dispiace davvero, io…-

Dalle sue parole accompagnate e da quella espressione sul volto che non gli avevo mai visto, capivo che si sentiva in colpa, forse per la prima volta, verso Damon.

Quel silenzio stava diventando troppo doloroso, più i secondi passavano e più mi accorgevo che ero sola, di nuovo. Quella casa stava diventando soffocante, mi girava la testa, come se avessi sbattuto contro un muro che non potevo superare, il muro che ora mi separava da Damon.

-Scus…scusami- balbettai e ricominciai a singhiozzare. Corsi e uscii dalla casa più veloce che mai, attraversai quasi senza accorgermene il cortile che dava sulla strada. Avrei corso fino a svenire, ovunque e comunque. Quella disperazione mi stava uccidendo, ma le parole degli altri erano come pugnalate. Non ero pronta, non riuscivo ad affrontare la realtà. Avevo perso troppe persone durante la mia breve vita, ora correvo, come se andassi alla ricerca proprio delle persone che avevo amato così tanto. Ben presto mi addentrai in un boschetto umido, ignorando le urla di Bonnie e Stefan. Ignorando le scarpe che si sporcavano di terra, ignorando ogni suono che udivo. L’unica cosa che volevo udire era la sua voce, la sua voce rassicurante che mi diceva che era tutto a posto. Avevo bisogno che qualcuno mi svegliasse da quell’incubo, anche se quella era solo la realtà.

La tempesta di pensieri che si stava scatenando nella mia mente m’impediva di stare attenta agli ostacoli, così inciampai su una radice e caddi sperando di essere morta.

 

POV Stefan

-Elena!! Torna indietro ti prego!-

Era inutile, ma necessario. In questi momenti Elena si sarebbe potuta cacciare in altri guai.

Correvo più veloce che potevo, nonostante non fossi in forma. Di colpo qualcosa mi bloccò impedendomi di proseguire, o meglio qualcuno.

-So che pensi che si metterà in pericolo, ma ti devi fermare-

Elijah non mi era mai sembrato così convincente.

-Ti devo parlare, è giusto che tu sappia tutta la verità, dopo la morte di Damon-

Mi rivolgeva la parola come se si sentisse veramente al mio pari, anche se le sue emozioni si potevano solamente immaginare.

-Quale verità?- chiesi, con una terribile freddezza.

Lui sembrò quasi accennare un sorriso, anche se solo per un attimo. Capii che ciò che sapevamo era solamente una piccola parte di ciò che si era scatenato alle nostre spalle. 

-Michael ad esempio, non è stato veramente lui ad uccidere Klaus, sono stato io-

-Perché non ti sei mai fatto vedere allora?-

-Non mi potevate riconoscere, ero nel corpo di Michael-

La velocità con cui tutte quelle informazioni si infiltravano nella mia mente mi stava stordendo.

-Non è possibile- sussurrai a me stesso.

Non avevo mai provato niente di simile, la più totale confusione nella mia testa. Ora ciò che mi spaventava era proprio chi aveva appena salvato Elena da morte certa, ancora una volta.

 -Tutto è possibile e l’ho capito forse solo dopo mille anni sulla Terra-

-Quindi tu hai fatto tutto questo per uccidere i tuoi ultimi fratelli rimasti vivi?- domandai incredulo.

Era proprio questo ciò che mi stupiva, cosa era diventato Elijah?

-Come potevo provare qualcosa per i mostri che erano diventati?!- rispose come se i sentimenti fossero stati il minore dei suoi problemi.

-Avevo organizzato tutto alla perfezione, in modo che Rebekah pensasse che l’assassino era suo padre, in modo che volesse vendicare il fratello perduto, su di voi però-

-Sapevi anche che voleva spezzare l’incantesimo?-

-No, ma non era un problema, sapevo che in un modo o nell’altro avrebbe voluto uccidervi tutti-

Tutte quelle verità si stavano accumulando nella mia testa ed era quasi impossibile riuscire a controllare tutto. La verità è veramente l’arma migliore per sconvolgere l’esistenza di qualcuno.

Elijah restava immobile, freddo e sembrava distante anni luce da qualsiasi sentimento.

Senza sprecare nessun’altra parola gli diedi le spalle e tornai a correre. Lui non disse nulla, non si mosse e non mi fermò questa volta.

 

Non fu così difficile trovare Elena, giaceva a terra come se fosse appena caduta in un sonno profondo. Mi preoccupai quando vidi che non si muoveva, poi sbatté velocemente le palpebre ed io tirai sospiro di sollievo. La presi in braccio e mi diressi verso l’auto che avevamo parcheggiato proprio davanti a quell’abitazione.

POV Elena

-Elena-

Un sussurro quasi impercettibile mi stuzzicò, mi svegliai e mi resi conto che Stefan mi stava portando alla macchina, per tornare a casa, ma io non volevo tornare a casa.

-Elena, ti prego-

Questa volta riuscii dare un volto a quella voce anche se mi sembrava impossibile, era la sua voce che parlava.

-Stefan, hai sentito anche tu?-

-No, cosa?-  rispose guardandomi con stupore.

Sentivo che qualcosa non era ancora finito, che c’era ancora una speranza che resisteva. Quella voce mi stava trattenendo, forse era solo dovuta alla nebbia che permaneva nella mia mente, ma sentivo che c’era qualcosa di reale in quella chiamata.

Convinsi Stefan a lasciarmi e appena toccai il suolo, cominciai a correre verso la casa dove tutto era successo.  Non sapevo perché, ma sentivo che stavo facendo la cosa giusta, non mi ero mai sentita così sicura di qualcosa d’incognito.

Spalancai la porta e attraversai quel corridoio che sembrava interminabile in quel momento.

Lo vidi, Damon  rimaneva disteso ancora nella stessa posizione con qui l’avevo lasciato, mi chinai su di lui e capii che non era ancora tutto perduto.

-Damon, ehi sono qui- sussurrai incredula, gli presi una mano e la strinsi più forte che  potevo. Le lacrime cominciarono a scivolare nuovamente, tanto erano copiose che una cadde sul suo volto, poi un’altra. Lui cominciò a stringere la mia mano, ogni goccia di tristezza che cadeva sul suo volto sembrava donargli energia. Teneva ancora gli occhi chiusi, ma non m’importava. Era irreale, ma non m’importava.

Avvicina il mio viso al suo e appoggiai le labbra sulle sue e fu bellissimo. La sua pelle stava tornando del colore che lo caratterizzava, le sue labbra erano tornate morbide. Lasciò la mia mano per sfiorarmi le guance. Vedevo che era ancora immobile, sembrava spaventato.

Mostrò gli occhi e mi sembravano così azzurri che riuscivo a leggere ogni sua sensazione.

-Non è possibile, io non posso essere finito in paradiso, non è reale- sussurrò improvvisamente.

Gli sorrisi e tornai a baciarlo.

-Tu non sei in paradiso, tu sei vivo-

 

 

P.S. Ciao!! Mi dispiace per avervi fatto spaventare così tanto, ma vi assicuro che in qualche modo Damon se la caverà e dovremo ringraziare proprio un personaggio che in questa storia non appare molto.

Ringrazio per tutti i vostri complimenti, anche se non li meriterei e spero continuerete a leggere e commentare questa fanfic! Un bacio, Iris

  
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