Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: __delirium    04/03/2012    10 recensioni
Zayn si staccò di colpo, senza parole. Quell'affermazione era stata come una coltellata in pieno petto.
Adesso era lui a spingerla via, lontana da se.
Scosse la testa, sconvolto e le lanciò un'occhiata ferita, che lei non riuscì a sopportare.
Morgan si pentì immediatamente delle sue parole.
Era una stronza.
"Zayn, io non-"
"Stai zitta." La interruppe il moro.
Era furente, fuori di se. Prese dei respiri profondi, cercando di non scoppiare lì, davanti a lei, ma dentro si sentiva a pezzi. Strinse i pugni talmente forte che riusciva quasi a sentire le unghie che gli penetravano il palmo della mano.
Strizzò gli occhi il più possibile, continuando a scuotere la testa, quasi a voler cacciare via quella maledettissima frase che continuava a rimbombargli nel cervello. "Mi hai stancato Morgan. Dio, non posso credere che tu l'abbia davvero detto."
"Non volevo.." Bisbigliò Morgan. Si morse le labbra rosee e si allontanò di qualche passo dal ragazzo.
"Non volevo, non volevo! E' sempre la tua cazzo di scusa per tutto. Mi fai diventare pazzo, non ho mai conosciuto una stronza come te."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve!
Ebbene sì sono tornata con una nuova OS, mettetevi l'anima in pace.
Come  poi scoprirete leggendola, parte di questa  OS è ispirata da un episodio di Skins
e alcune frasi sono tratte da uno dei miei libri preferiti, ovvero "Cercando Alaska" di John Green.
Vorrei dedicare questa  storiella a Mouna, perchè mi sta aoiutando tanto in questo periodo
e spero che le possa fare piacere questo piccolo pensierino.
Chiedo scusa se ci sono degli errori,
ma dopo una giornata passata a scriverla credo proprio che me ne sia sfuggito qualcuno ahahah.
Le recensioni mi fanno sempre piacere, ma preferirei ricerve  qualcuna un pò più dettagliata
per il semplice fatto che ci ho messo un giorno intero a scirvere questa ...cosa.

Detto ciò, vi lascio leggere. Grazie in anticipo a tutte, un bacione.<3
Enjoy
.

 

 

 


Tutto era rimasto lo stesso, o almeno così sembrava.
La collinetta era sempre vuota, la panchina era sempre malridotta e l'acqua del fiume continuava come sempre a scorrere impetuosa.
Ma lei non era sempre la stessa.
Si sentiva vuota, completamente priva di emozioni e persa.
Accese l'ennesima sigaretta. Lentamente la portò alla bocca e aspirò com'era solita fare, per poi buttare tutto il fumo fuori.
Fece cadere un po’ di cenere per terra, poi ripeté l'azione fino a sentire il sapore del tabacco penetrarle i polmoni.
Era tornata ancora una volta in quel maledetto posto, non era riuscita a fare altro che sdraiarsi sull'erba morbida e lasciare che i ricordi le invadessero la mente.
Si odiava per aver lasciato che uno come lui potesse condizionarla così tanto. Lei era forte, indipendente, non aveva bisogno di nessuno.  E se quello stesso giorno di qualche mese prima lei non avesse provato a farla finita lasciandosi cullare dalle onde gelide, lui non l'avrebbe salvata, non l'avrebbe curata e non l'avrebbe fatta innamorare.
Sì, perché lei si era innamorata. E nel peggior modo possibile.
Lui l'aveva resa debole e vulnerabile, le aveva fatto cadere quella maschera che aveva costruito con tanta fatica negli ultimi anni e l'aveva resa dipendente. Dipendente dal suo profumo, dalla sua risata, dai suoi baci, dalla sua gelosia, dipendente da tutto ciò che riguardava lui.
Si era innamorata nello stesso modo in cui ci si addormenta: lentamente, poi tutto in una volta.
Solo che quando dormi ti puoi svegliare, invece lei era costantemente intrappolata, senza via d'uscita.
E la cosa peggiore era che lui tutte quelle cose non le sapeva, e non le doveva sapere.
L'unica volta che aveva avuto l'occasione per dirgliele era stata zitta. Finirono per litigare.
Lui la pregava di parlargli ma lei non ci riusciva. E se ne andò da casa sua, non facendosi più sentire, perché in quel momento aveva realizzato la verità.
Loro non erano nulla.
Lei lo faceva ridere fino alle lacrime, lo mandava a cagare e poi lo baciava e infine bevevano vodka assieme. Lui la proteggeva, era sempre lì nei momenti di sconforto più totale e le diceva che tutto sarebbe andato bene. Erano l'uno l'opposto dell'altra, ma si completavano.
Ma era tutto lì.
Quando la mattina si svegliavano abbracciati e i loro corpi nudi si scaldavano a vicenda, sapevano che tutto andava bene.
Ma non erano fidanzati. Non si erano mai nemmeno considerati amici.
Loro... nulla.
Loro nulla.
Assolutamente nulla.
Avevano bisogno l'una dell'altro, ma non se lo dicevano, perché tutto si sarebbe complicato.
Lui aveva ceduto e voleva risposte.
Ma tutto ciò che ottenne fu il rumore della porta che lei sbatté violentemente.
"Fanculo." mormorò buttando la sigaretta lontano.
"Così la sprechi, sai?"
S'irrigidì sentendo la voce alle sue spalle, ma non si mosse.
Continuò a guardare verso il fiume senza degnarlo di un minimo sguardo.
Non poteva guardarlo, sarebbe crollata.
Non poteva.
"Morgan." il suo nome cadde dalle labbra del ragazzo dolcemente.
La mora chiuse gli occhi, alzando la testa verso l'alto, mentre i brividi le percorrevano ogni singolo centimetro di pelle. Si strinse di più nella giacchetta di jeans, troppo leggera per quella giornata così cupa.
Zayn aprì bocca per dire altro ma la richiuse. Si sedette accanto a lei e raccolse un fiore, strappando pian piano via i petali.
Esiste un momento in cui le parole si consumano e non resta nient'altro da fare che ascoltare il silenzio.
Morgan sorrise alla vista dei petali bianchi sparpagliati sull'erba verde, era una cosa che lui faceva solo quando era estremamente nervoso, e nessuno, a parte lei, lo sapeva.
"Cosa ci fai qui?" mormorò la mora tirando qualche sassolino nell'acqua.
"Non voglio che tu stia da sola qui." rispose sincero Zayn, guardandola con la coda dell'occhio.
L'amava in un modo smisurato, ma la mancanza che aveva sentito negli ultimi giorni, dopo quella disastrosa litigata, superava di gran lunga tutto l'amore possibile ed immaginabile.
Non era mai stato così per una ragazza, cosa aveva in più delle altre? Cosa riusciva a farlo disperare talmente tanto da stare sotto casa di lei per delle ore, aspettando che lei lo degnasse di uno sguardo? Perché sentiva il bisogno di sapere ogni cosa che faceva ed essere sicuro che fosse viva?
Poteva avere chiunque, eppure lei solo lo faceva uscire di testa.
Probabilmente, se gli essere umani fossero agenti atmosferici, lui sarebbe stato una leggera pioggerellina e lei un uragano pronto a travolgerlo in qualsiasi momento.
Era maledettamente imperfetta.
Sensuale, brillante, svitata ed un'imprevedibile casinista. Ecco chi era Morgan.
E invece lui? Lui non era abbastanza da essere l'ultimo ragazzo che lei avrebbe baciato. Lui voleva essere l'ultimo che lei avrebbe mai amato. Ma sapeva che non lo era. Lo sapeva, e la odiava per questo. La odiava perché a lei non importava nulla di lui. La odiava per averlo lasciato senza alcuna risposta alle sue domande quella notte. Ed odiava pure se stesso, non solo per averla lasciata andare, ma perché se lui fosse stato abbastanza per lei, probabilmente non sarebbe voluto andarsene. Si sarebbe stesa sul suo letto, accanto a lui, e avrebbe parlato e pianto, e lui l'avrebbe ascoltata e le avrebbe asciugato le lacrime per poi baciarla lentamente.
"So cavarmela." bisbigliò Morgan con voce rauca.
Zayn scosse la testa e si girò verso di lei. "Mi sembra di ricordare diversamente."
La mora sbuffò e si legò i capelli in una coda disordinata.
"Finiscila" urlò Mogan alzandosi in piedi. "Non voglio che tu mi stia vicino, Zayn." continuò poi, stringendo i pugni.
"Non ti credo." Ribatté lui, ma con tono pacato. "Non ti credo." Ripeté. Forse più per convincere se stesso che lei.
Morgan emise una risatina isterica e poi gli diede le spalle.
Cacciò in dentro le lacrime con tutte le sue forze e poi proseguì. "Smettila di rendermi così fottutamente debole."
Zayn si alzò e la strinse forte. Più lei lo respingeva e più lui l'avvicinava a se, al suo calore, al suo odore.
"Tu hai bisogno di me." rispose lui, senza la minima idea di lasciarla andare.
"No. No." Mugugnò Morgan nell'incavo del collo del ragazzo. "Non ho mai avuto bisogno di te.  Nemmeno in quel dannato giorno in cui mi hai salvata. Dovevi lasciarmi morire lì, e invece non l'hai fatto. Per quale cazzo di motivo, poi, non lo so nemmeno!" Urlò infine, con tutta la voce che aveva in corpo.

Zayn si staccò di colpo, senza parole. Quell'affermazione era stata come una coltellata in pieno petto.
Adesso era lui a spingerla via, lontana da se.
Scosse la testa, sconvolto e le lanciò un'occhiata ferita, che lei non riuscì a sopportare.
Morgan si pentì immediatamente delle sue parole.
Era una stronza.
"Zayn, io non-"
"Stai zitta." La interruppe il moro.
Era furente, fuori di se. Prese dei respiri profondi, cercando di non scoppiare lì, davanti a lei, ma dentro si sentiva a pezzi. Strinse i pugni talmente forte che riusciva quasi a sentire le unghie che gli penetravano il palmo della mano.
Strizzò gli occhi il più possibile, continuando a scuotere la testa, quasi a voler cacciare via quella maledettissima frase che continuava a rimbombargli nel cervello. "Mi hai stancato Morgan. Dio, non posso credere che tu l'abbia davvero detto."

"Non volevo.." Bisbigliò Morgan. Si morse le labbra rosee e si allontanò di qualche passo dal ragazzo.
"Non volevo, non volevo! E' sempre la tua cazzo di scusa per tutto. Mi fai diventare pazzo, non ho mai conosciuto una stronza come te." ringhiò Zayn agitandosi.
Morgan aveva quasi paura. Lui non aveva mai alzato la voce con lei e in quel momento sapeva che era estremamente ferito.
Le vene del collo gli si gonfiarono e si passò nervosamente una mano fra i capelli.
"E allora perchè stai qui? Nessuno ti ha chiamato. Vattene, vattene via, per l'amor del cielo."
"Vorrei poterlo fare! Cristo quanto lo vorrei! Ma non posso!" 
urlò di rimando Zayn, combattendo contro le lacrime. "Perchè tu sei qui dentro." disse picchiettandosi la testa con l'indice.
"E qui dentro." passò al cuore. "E parte di me darebbe tutto perché tu sparisca. Perché tu te ne vada completamente dalla mia vita." deglutì rumorosamente, lasciando libere le lacrime, che gli rigarono il volto. "Ma è una parte piccolissima." Abbassò il tono della voce, riducendola ad un sussurro. "Il resto di me farebbe qualsiasi cosa pure di averti accanto. Anche sopportare questo schifosissimo sentimento  al posto di ogni altro sentimento per qualche altra ragazza." si avvicinò sempre più a lei.
Si fermò solo qualche centimetro prima che i loro corpi si potessero toccare.  Le sfiorò la mano delicatamente, intrecciando le dita con le sue.
"Perché non mi sono mai sentito così prima d'ora Morgan." Ancora una volta il suo nome, detto da lui sembrava così candido e leggero.
Il respiro della mora si fece corto e irregolare, chiuse gli occhi, sapeva che stava arrivando.
"Non lo dire." Biascicò.
"Morgan." Il battito del cuore accelerò.
"Stai zitto." Bisbigliò lei. Non voleva sentirlo. No. Avrebbe rovinato tutto.
"Ti amo."
Tutto intorno a loro sembrò fermarsi.
Zayn la guardò, pregando che lei lo baciasse con tutta la passione di questo mondo.
Morgan aprì gli occhi, incontrando lo sguardo perforante di lui.
"So che mi ami anche tu, Morgan." disse il ragazzo. Gli occhi terrorizzati della mora lo fissavano, inermi.
"M-morgan. Tu...tu mi ami?" Balbettò poi dopo qualche minuto di silenzio.
, pensò immediatamente lei.
Ma la bugia trotterellò via dalla sua bocca con fin troppa facilità. "No."

  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: __delirium