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Autore: Fflang    04/03/2012    2 recensioni
Quanti segreti e quanta sofferenza si possono nascondere nella vita di una persona? Isabella Swan nasconde un segreto, un segreto più grande di quello dei Cullen, un segreto malvagio e potente ma allo stesso tempo buono e puro, che pochi conoscono e molti vorrebbero avere.
Un guerra è facile da cominciare ma ancor più difficile da finire, lei deve scegliere da che parte stare. Un equilibrio così fragile da potere essere distrutto con un battito da ali, costruito per caso, ma custodito con cura e venerazione.Salverà se stessa o salverà l'umanità e l'equilibrio ad un carissimo prezzo?
"Non voglio più essere la fine di qualcosa, voglio essere un'inizio..."
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec, Altro personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: New Moon
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        §Dark Angels§

Capitolo 1 GoodBye, my love

[...si, ho visto che tu eri cieca 
ed io sapevo di aver vinto, quindi 
ho preso quel che era mio per diritto divino 
Ho preso la tua anima durante la notte 
potrebbe essere finita ma non finirà lì, 
sono qui per te se solo te ne importasse 
hai toccato il mio cuore, hai toccato la mia anima 
hai cambiato la mia vita e tutti i miei obiettivi 
e l'amore è cieco e l'ho saputo quando 
il mio cuore era accecato da te 
ho baciato le tue labbra 
e stretto a me la tua testa 
ho diviso con te i tuoi sogni e il tuo letto 
ti conosco bene, conosco il tuo odore 
sono diventato dipendente da te 
Addio amore mio, addio amica mia 

sei stata l'unica, l'unica per me..]
-Goodbye my lover, James Blunt
 

Erano passati due giorni dalla festa organizzata da Alice per il mio compleanno, erano passati due giorni dall'incidente del dito e del attacco involontario di Jasper e lui non si era fatto più vedere, nessuno di loro si era più fatto sentire. Nessuno dei Cullen si era fatto nè sentire o vedere. Nemmeno Alice, la mia migliore amica. I cellulari risultano costantemente occupati, a scuola non vengono più. Scomparsi. Esco velocemente di casa prendendo le chiavi del pick-up e correndo, per quanto la macchina me lo permette, verso casa Cullen. Arrivata davanti alla villa noto che ogni finestra e sbarrata. Come se non ci vivesse nessuno già da un po'. Mi avvicino alla porta e provo ad aprirla. Niente. È chiusa a chiave. All'improvviso il pensiero che possano essersene andati mi mozza il fiato. Non possono essersene andati. Senza dirmi nulla. Neanche una parola. I miei occhi si riempiono di lacrime. Però magari sono solo andati via per un po', torneranno a prendermi. "Non torneranno più. Mai più" mi dice una vocina nella testa. Sto impazzendo. Faccio dietro front e mi dirigo verso casa.

Appena varcata la porta di casa casa Charlie mi viene incontro tutto pallido e preoccupato.
-Papà, che succede?- gli domando.
-Io...ecco...ecco vedi...mi dispiace piccola. Tieni.- mi dice papà consegnandomi una lettera. La prendo delicatamente in mano, come se potesse rompersi. Guardo la lettera che ho in mano. E senza smetterla di fissarla mi dirigo verso la mia camera, seguita dallo sguardo di papà.

Dopo aver chiuso la porta mi siedo sul letto e inizio a leggere, non riesco a crederci. Non può essere.

CARA ISABELLA,NON SAI QUANTO SIA DIFFICILE PER ME SCRIVERTI QUESTA LETTERA, PERCHE' PER LA PRIMA VOLTA NELLA VITA HO PAURA. SONO TROPPO POCO,E TROPPO PERICOLOSO PER VALERE QUANTO LA TUA VITA E LA MIA PAURA E' CHE SE IO DOVESSI ESAUDIRE ILTUO "DESIDERIO” E SE IO NON ME NE ANDASSI,TU POSSA IDENTIFICARMI COME I TUOI RIMPIANTI E CHE TU NON ME LO DICA E CHE LASCI ME LA RESPONSABILITÀ' DI LEGGERTELO NEGLI OCCHI.TRA OGGI E DOMANI PREFERISCO ANDARMENE OGGI, PERCHE' OGGI PARTO CON LA CERTEZZA CHE NONOSTANTE TUTTO E TUTTI TI HO AMATA ANCH’IO. EDWARD CULLEN.

Rilesse quella lettera centina di volte e ogni volta dai suoi occhi scendevano lacrime di dolore, e non la smetteva di ripetersi che lei per lui non era stata nulla se non un piccolo giocattolo regalato ad un bambino per natale ma che poi lui stesso a gettato via perché ormai non ne aveva più alcun interesse.

-Bella?- mi chiama papà dal entrata della mia camera. Mi volto verso di lui sorridendo triste. 

-Tutto bene?- mi domanda avvicinandosi. Annuisco ripiegando la lettera lasciatami da Edward. 

-Ho solo un po' di mal di testa, tranquillo.- gli rispondo sorridendogli. Sono stanca. Stanca di provare ad essere quello che non sono, ero felice con lui, con loro, ma se ne sono andati perché sono un umana. Mi chiedo che cosa io debba essere per andare bene a qualcuno. 

-Vado a lavorare, hai bisogno di qualcosa?- mi domanda premuroso. Sospiro e scuoto la testa ringraziandolo. Charlie esce velocemente dalla camera salutandomi con la mano. Mi alzo dal letto infilo le mie convers ed esco di casa velocemente accertandomi di non essere vista. Dopo un po' di cammino arrivo alla nostra radura e mi sdraio chiudendo gli occhi. Edward davvero credi di essere l'essere più cattivo sulla terra? Beh amore mio non lo sei. Non lo sarai mai. Ci sono tante cose che i tutti i tuoi anni di vita non hai ancora scoperto. Avrei voluto non sapere la verità. Davvero. Vivere nell'illusione di essere una semplice ragazza. Ma poi sono arrivati tutti Loro, siete arrivati voi. E la semplicità della mia vita e sfumata via. Avevo sedici anni quando un signore abbastanza anziano venne a prendermi a scuola. Da quel giorno la mia vita cambiò. Mi alzo di scatto avvertendo uno strano rumore alle spalle. Un vampiro. Carnagione scura, occhi rossi. 

-Lorante?- domando confusa. Dovrebbe essere in Alaska come mi aveva detto Edward.

-Sapevo di trovarti qui piccola umana, ma i Cullen dove sono?- mi domanda.

 -Sono via. Da degli amici.- rispondo velocemente, troppo in fretta. Merda. Sono nei guai.

 -Ti hanno abbandonata, vero?- mi dice avvicinandosi e accarezzandomi una guancia. Mi scosto da lui svelta e lo guardo male facendolo scoppiare a ridere. Per lui sono la cena. Sospiro. 

-Cosa vuoi?- gli domando. 

-Passavo di qui e ho pensato di venire a salutarvi.- mi risponde iniziando a girarmi in torno. Sto ferma senza muovere un muscolo. Devo stare calma. Calma.

 -Si sono stancati di te vero, piccola umana?- mi domanda. Non rispondo. Sospiro pesantemente.

 -Beh anche i mi sarei stufato. In fondo tu per i vampiri sei solo uno spuntino e loro il sangue umano nemmeno lo vogliono, oh ma sì, forse volevano un cucciolo? Una mascotte!- mi dice scoppiando a ridere. Sospiro di nuovo. Chiudo gli occhi e stringo i pugni non posso. Sono un umana,io. Solo questo. "Non è vero, e tu lo sai, non sei nata per questo, uccidilo, tu puoi." Scuoto la testa cercando di far smettere di parlare quella stupida vocina che non smette di parlare. Sento la sua mano scostarmi i capelli dal collo e avvicinare la bocca. "Fallo. Non lo saprà nessuno. Smettila di fare la brava bambina." Apro gli occhi e velocemente mi volto verso di lui sorridendogli. I suoi occhi si riempiono di sorpresa e paura. 

-I tuoi occhi.- sussurra. Sorrido. 

-Erano marroni...adesso sono..- balbetta facendo dei passi indietro. 

-Azzurri?- gli domando. 

-Che cosa sei?- mi domanda puntandomi un dito contro. 

-Niente che ti debba interessare.- gli rispondo avvicinandomi lentamente. Lui prova a muoversi ma i suoi piedi non rispondono ai suoi comandi. 

-Che mi hai fatto?- mi urla e io rido senza rispondergli. Arrivata davanti a lui gli prendo la testa tra le mani e lo costringo a guardarmi negli occhi. Dopo pochi secondi i suoi occhi tornano marroni. 

-Che mi succede? Non sento più niente.- mi domanda. 

-Sei umano. Ma durerà poco, tranquillo.- gli dico e senza dargli il tempo di rispondere il suo corpo e già steso a terra senza vita. Lo guardo. L'ho ucciso. Non l'ho mai fatto. Mai. Una lacrima solca la mia guancia. 

-Che ti succede Isabella?- mi domanda una voce, mi volto. Un uomo sulla trentina mi fissa sorridendo maligno. 

-Cosa vuoi Abel?- gli domando. 

-Vorrei il tuo aiuto. Vorrei tanto che venissi con me.- mi dice avvicinandosi a me senza smettere di sorridere. 

-Sai benissimo come la penso. Non voglio avere niente a che fare con voi.- gli dico guardandolo fredda. Lui scoppia a ridere e in men che non si dice mi ritrovo schiacciata tra il suo corpo e un albero con la sua mano che mi stringe la gola. 

-Non si direbbe dopo il piccolo spettacolino di poco fa. Ti contraddici da sola, angioletto.- mi dice infilando la testa nel mio collo e leccandolo. Cerco di divincolarmi ma senza successo. 

-Perché non ti liberi? Lo puoi fare, lo so io, come lo sai tu.- mi dice ridacchiando. - Non sono quello che tu vuoi che io sia, non lo sarò mai.- gli rispondo spintonandolo via. Lui ride cattivo. 

-Ti sbagli. E lo sai. Tu sei cattiva, non importa quanto la tua parte buona gridi il contrario, il male che c'è in te sta prendendo il sopravvento. E quando questo accadrà pregherai di aiutarti.- mi dice incrorciando le braccia al petto. Abbasso la testa. 

-Ti senti ferita, abbandonata, come quando eri piccola. Ricordi cosa è successo? Sono morti. A causa tua. Mi chiedo cosa faresti se ti trovassi davanti i tuoi adorati Cullen.- mi dice riavvicinandosi. Alzo di scatto la testa. 

-Non ti avvicinare.- gli urlo arretrando di un passo ma lui sorride e aumenta il passo fino a quando non mi afferra per i fianchi e mi spinge a terra mettendosi sopra di me. 

-Tu. Sei. Mia. Ed è ora che tu lo capisca.- mi dice baciandomi brutalmente. Lo spingo via, dall'altra parte della radura facendolo sbattere contro un albero e mandandolo in frantumi. -Io non sono tua. E adesso lasciami in pace.- gli dico respirando lentamente. 

-Sei pericolosa Bells, farai del male alle persone che ami. Lo sapevamo tutti quando sei nata. Eppure nessuno ha avuto il coraggio di ucciderti. Sai perché?- mi domanda. Scuoto la testa. 

-Eri unica. Tutti sapevano che non sarebbe nato nessun altro come te. Ti spedimmo qua perché crescessi come una di loro, senza l'interferenza di nessuno. Nemmeno i tuoi genitori. Ma grazie a te tra i due mondi adesso c'è la tregua. Perché tu sei nel mezzo. Poi quel piccolo incidente, una bambina così piccola e già così potente.Troppi occhi sulla piccola Bella, troppa attenzione. Troppa smania di possedere il suo immenso potere. Bisognava fare qualcosa, ma anche lì nessuno fece niente, semplicemente facemmo in modo che tu non rimanessi mai nello stesso posto. Quanti bei posti hai visitato. Ma ormai questa storia la sai già vero?- mi dice sorridendo cattivo. La pioggia ha iniziato a scendere copiosa insieme alle mie lacrime. Lui si avvicina.

 -Vieni con me, non dovrai più nasconderti. Non dovrai più aver paura di fare del male alle persone. Sarò ogni cosa tu vorrai che io sia.- mi dice accarezzandomi la guancia improvvisamente calda. Alzo lo sguardo e gli sorrido. Lui ricambia il sorriso vittorioso, fino a quando il mio non scompare. Lo spingo di nuovo ma solo leggermente. 

-Vattene e lasciami in pace.- gli dico voltandomi e incamminandomi verso casa. Sento il suo sguardo puntato addosso.

 -Devo andare, ma tornerò. E verrai con me, te lo assicuro.- mi dice per poi scoppiare a ridere. Sospiro e corro verso casa, ormai fradicia. Arrivata a casa entro in camera mia e mi butto sul letto senza neanche togliermi i vestiti. Che cosa vogliono tutti da me? È tanto difficile capire che voglio essere lasciata in pace. Non voglio essere un mostro, non più. Con questi pensieri cado in un sonno profondo, c'è buio. Sono sola, e sono una bambina. Poi all'improvviso sono grande. Davanti a me tutti quelli che conosco. E poi lo vedo. Edward. Sorrido felice. Ma poi il suo sguardo si fa freddo e cattivo. 

-Tu non sei niente per me, ti ho soltanto usata, anzi, ti abbiamo solo usata.- mi dice. Le lacrime iniziano a scendere dai miei occhi. Una voce. "Basta soffrire, uccidili. Uccidili tutti." dice...dolce. Chiudo gli occhi cercando di non ascoltarla. Io gli voglio bene. Quando sento silenzio, li riapro. Morte. Quello che vedo davanti a me è orribile. Charlie, Reneè, Alice, Angela, Emmett, Jasper, Rosalie, Carlslile, Esme,Edward...Morti. Senza vita. Stesi a terra. Non si muovono. Solo sangue e corpi senza vita. Martoriati e mutilati.

-Sei stata tu, Bella. Non sei fatta per il bene. Tu non vuoi essere buona. Non opporti a tutto questo. Cedi alla tentazioni e starai bene.- mi dice la voce. Urlo. Urlo e nessuno mi sente solo acqua che non c'è che mi riempie i polmoni. Non respiro. Aiuto. Per favore, qualcuno mi aiuti.

 -Moriranno tutti, nessuno escluso e...sarà tutta colpa tua. Tu sarai la causa della loro morte.- è questa l'ultima frase che sento prima di svegliarmi nel mio letto, terrorizzata e tutta infreddolita. Charlie mi sta abbracciando ma me ne sono accorta solo adesso. 

-Papà?- lo chiamo confusa.

 -Sciocca! Hai la febbre e sei tutta bagnata! Dove sei stata?- mi sgrida preoccupato. Abbasso la testa.

 -Scusa.- gli dico. Non volevo farlo preoccupare.

 -Non ti preoccupare.- mi dice alzandosi. Lo guardo. Ha la divisa.

 -Che ore sono?- gli domando. 

-Le sette del mattino.- mi dice. Annuisco e mi alzo dirigendomi in bagno senza dire una parola.

 -Bella?- mi chiama facendomi voltare. 
- Sta attenta.- mi dice. Annuisco seria. Sa benissimo cosa sono, ne è al corrente. Ma resta comunque con me. Chissà che cosa pensa. 
"Puoi saperlo. Tu puoi tutto." dice la solito vocina. 

Scuoto la testa e una smorfia di dolore mi compare sul viso. 

Sbuffo per l'ennesimo volta e m'infilo sotto la doccia. Devo essere forte. Non posso permettere che quel sogno si avveri. Per nessuna ragione al mondo ripeterò i miei errori. Non posso. Non devo. Devo resistere.

   
 
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