Eccomi con una nuovissima one shot. Quando dico nuovissima è perché mi sono completamente dedicata ai contest, da quando ho scoperto dove si trovano ahahahah!
Bene. Questa one shot è stata creata per un contest chiamato "Se esprimi un desiderio...fa' attenzione!!" indetto da Lalani.
Detto questo, vi spiego un po' il contest, che finalmente è finito così posso pubblicare la storia :D
In pratica, era necessario scegliere un pairing, a questo punto, il giudice (Lalani, appunto) dà tre condizioni da applicare alla storia e fra queste bisognava sceglierne almeno due. Io vi posto qui sotto quelle che ho ricevuto e quielle che ho scelto!
"1)La storia deve essere ambientata durante il terzo anno
2)Devi inserire l'avvertimento What If?
3)Devi ispirarti alla canzone(o almeno ad uno dei suoi versi): Someone like you di Adele "
La terza condizione non mi ha dato una gran possibilità di trattare solo ed esclusivamente di un pairing, perciò non stupitevi se trovate un "terzo incomodo". Alcuni versi della canzone li trovate tradotti all'interno della shot. Ovviamente chi conosce la canzone li troverà sicuramente^^ Non li segnalo altrimenti non ci sarebbe sfizio XD
Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensarte! Recensite!
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Era
da un mese appena iniziato il terzo anno per l'inseparabile Trio. Harry
e Ron avevano fatto presto a fare di nuovo propria la vecchia routine
che prevedeva l'aiuto di Hermione e dei suoi compiti perfetti.
<< Ma tu non sei egoista! >> le aveva fatto notare il
giovane occhialuto dalle iridi smeraldine e lo sguardo profondo.
<< Già! E poi tu cosa te ne fai di così tanta
bravura se poi non la condividi con nessuno? Almeno con noi che siamo i
tuoi amici... >> aveva asserito con convinzione lo scapestrato
rosso dagli occhi cerulei, ultimo maschio dei Weasley e scansafatiche
per definizione. Harry scuoteva con vigore i capelli corvini per
annuire alle parole dell'amico, come per dargli ancora più
valore. Alla fine, la riccia si era arresa e aveva passato il compito
di Erbologia ai due, chiedendo espressamente di trarne spunto e non
copiarlo. Tanto ci avrebbe pensato lei a correggerli, dopo. Si era
volutamente accasciata su una delle poltrone in Sala Comune, mentre
Grattastinchi le si era acciambellata sulle gambe e lei gli accarezzava
il folto pelo rossiccio. Le palpebre si abbassarono
automaticamente, un po' per la stanchezza della giornata, un po'
perché le scoppiava la testa a sentire quei due pazzi. Nemmeno
il tempo di arrivare a pensare se aveva fatto tutto quel che si era
programmato che un cuscino la colpì in pieno viso.
<< Granger, forza! Non ti ho mai vista ferma un momento. >> le disse una voce dal tono frizzante.
Dannati gemelli.
Per forza una voce! Avevano parlato all'unisono. Aprì prima un
occhio, circospetta, poi anche l'altro quando li trovò,
sorridenti come due ebeti.
<< Ma che volete? >> chiese un po' annoiata. Non
risultò scontrosa come forse avrebbe voluto. Quel Fred riusciva
a farla uscire dai gangheri come se nulla fosse. Già, Fred.
Avevano litigato quella mattina. Perché? Beh, semplice. Ogni
volta che il gemello la vedeva ferma un attimo le spiaccicava un
cuscino dritto in viso. Non ne poteva più, sebbene sapesse che
lo faceva apposta.
<< Vieni a farti un giro con noi, tanto stanno scopiazzando!
>> disse l'altro gemello con voce stridente. Ma lo sbatter d'ali
di una farfalla sarebbe stato troppo lento in confronto all'agire dei
due. La presero di peso per gambe e braccia, urlando a Harry e Ron che
l'avrebbero portata a fare una scampagnata in stile "Gred & Forge".
La trascinarono in quel modo oltre il buco lasciato dal quadro apertosi
al loro passaggio e poi la rimisero giù tra scalpitii e
gridolini di protesta.
<< Ma insomma! >> aveva detto la riccia , una volta a
terra, incrociando le braccia al petto e assumendo la sua solita
espressione corrucciata.
<< Dai, vieni che non è successo nulla! >> le disse
George con un sorriso smagliante sulle labbra. Fred, intanto, le
circondò le spalle con un braccio e cominciò a camminare
insieme a lei, che intanto si muoveva per pura inerzia, riflesso
involontario. Non spiccicava una parola, valutando la situazione. Del
resto non era poi tanto male riposarsi di tanto in tanto. Certo,
avrebbe potuto andare in Biblioteca a leggere un libro, ma, strano a
dirsi, pensò che avrebbe potuto farlo tranquillamente l'indomani.
<< E va bene. Mi avete convinto >>
<< Non avrebbe potuto essere diversamente >> disse il
rosso che teneva di fianco, come se quella fosse stata la cosa
più ovvia del mondo.
Mentre continuavano a camminare, George scomparve dal suo raggio visivo
e quando Fred si accorse che lo stava cercando con lo sguardo sorrise,
continuando a guardare avanti a sé.
<< C'era Angelina nel corridoio parallelo che abbiamo passato...
>> spiegò con semplicità. Hermione, con
quell'affermazione si ricordò del fatto che il gemello e la
Johnson stavano insieme da poco. Un "ah" prolungato sfiorò le
labbra della giovane Grifondoro, seguito subito dopo da un risolino.
<< Non c'avevo fatto caso >> chiarì con un mezzo sorriso.
Non ci aveva davvero fatto caso. Forse perché le piaceva stare vicino a Fred. Non ci aveva mai pensato, anzi, non ci aveva mai fatto caso. E
più ci pensava, e più realizzava che lo sfregamento del
suo braccio sulle sue spalle ogni volta che muovevano un passo le dava
da pensare quanto fosse stata stupida a non aver mai notato Fred. Non
del tutto almeno. Insomma, lo aveva avuto sempre tra i piedi, sempre
davanti agli occhi, quasi lo detestava per il fastidio perenne che le
procurava tutte le volte che compariva come un fantasma per farla
spaventare. Tutt'un tratto, stare accanto a Fred la imbarazzava da
morire. Si mordicchiava le labbra, un po' innervosita dai suoi
pensieri, cercando di pensare a qualcosa di spiacevole per non
arrossire. Lui era accanto a lei e, la riccia lo sapeva, la stava
fissando. Impossibile pensare ad altro, impossibile non arrossire.
Impossibile pensare a Fred come un fratello, il fratello che non aveva
mai avuto. Per quello c'era Harry. Un po' più di Ron,
perché tra di loro c'era spesso un imbarazzo evidente,
chissà perché. Invece con Harry no. Poteva parlargli di
tutto senza nemmeno scomodare la sua timidezza. Inoltre, provava un
bene sconsiderato per quel ragazzo con la vita tutt'altro che quieta.
Continuava a pensare a Fred, a quanto sentisse il sangue salire verso
le gote per arrossarle. Aveva bisogno di un buon motivo per smetterla
di arrossire. Doveva smetterla di arrossire. Un motivo per non
arrossire, miseriaccia!
Eccolo il motivo per non arrossire.
Mentre
quell'incedere tranquillo dei ragazzi proseguiva, le pozze mielate di
Hermione incontrarono quelle che non avrebbe mai più voluto
incontrare. Quelle stesse iridi che avrebbe desiderato distruggere con
un Reducto,
le stesse iridi che aveva sperato avessero perso il loro colore, la
propria lucentezza, la propria luce. A dirla tutta, per quanto le
sembrasse strano, l'avevano persa, quella luce. E si ritrovò a
chiedersi perché. Fred la strinse di più a sé
quando notò anche lui che quelle iridi grigie come un mattino
invernale si posarono su di loro. Erano cupe. Quasi sembrassero un mare
in tempesta con le nubi plumbee ad incombere su di esso. La Grifondoro,
d'istinto, s'era irrigidita tutta quando lo aveva visto sorridere con lei, a lei e per lei. Avrebbe
voluto sparire in quell'istante. Avrebbe preferito vedere una voragine
aprirsi sotto i suoi piedi e risucchiarla via, piuttosto che guardare
quella scena. La intristiva da morire vedere Draco Malfoy con quella
ragazzina avvinghiata al suo candido collo. La intristiva da morire
pensare che una volta Draco era stato suo e lei era stata di Draco. Fred non disse nulla, così come fece lei. Così come fece Malfoy. Perché per lei sarebbe stato solo Malfoy da
quando lui aveva deciso che non potevano stare insieme. Oh, no. Non
perché era quel che voleva lui. Era quello che voleva la sua
famiglia. La sua famiglia purosangue e maledettamente Serpeverde.
Soprattutto, nemica di qualsiasi cosa o persona che avesse a che fare
con Harry Potter, o rifletteva il suo spetto solamente. Distolse lo
sguardo da quella visione e guardò Fred. Gli sorrise, come se
nulla fosse.
<< Hai fatto proprio bene a portarmi fuori. Avevo bisogno di
distrarmi da tutto quello studio! >> aveva esclamato mentendo
egregiamente. Così bene che anche lui ci
credette. E credette di vedere anche quello che Hermione aveva pensato
così intensamente qualche istante prima che lo vedesse. La
Grifondoro si era lasciata tutto alle spalle senza nemmeno rendersene
conto. E sorrise. Tristemente, ma lo fece. Solo che lei non l'aveva
visto perché il biondo aveva egregiamente indossato la sua solita maschera.
<< Hey, lo so.
Vorresti che lui si ricordasse di tutto quello che c'è stato tra
voi ogni volta che ti vede. Così, forse, capirebbe il tuo
dolore. >> le aveva detto Fred con tono pacato, passando oltre la
coppia. Sembrava una riflessione fatta ad alta voce a se stesso,
guardava avanti a sé, continuando a camminare e a stringerla.
Non aveva risposto alle parole dettegli prima dalla riccia, ma le aveva
solo sorriso perché avrebbe voluto dirle altro. Esattamente
ciò che aveva fatto portandola più lontana possibile dal
biondo Serpeverde.
Hermione rimase scossa dalle parole del rosso. Più che altro non
si aspettava di sentire quelle parole. Un po' era vero. Spesso ci aveva
pensato ma era giunta alla semplice conclusione che rimuginare sul
passato non era per niente una cosa salutare. No, non giovava alla sua
salute mentale. Si mordicchiò il labbro inferiore prima di
voltarsi verso il gemello che aveva al suo fianco.
<<
A dire il vero ci avevo pensato spesso. Ma non importa. Troverò
qualcuno come lui. Forse addirittura migliore. Voglio solo che mi
ricordi per quella che sono. Voglio solamente il meglio per lui,
perché so che in fondo, se quel noi è
finito, è solo perché ha delle responsabilità e
dei doveri verso la sua famiglia. E' tutto finito più di sei
mesi fa. E va bene così. Ormai mi sono lasciata tutto alle
spalle >>. Aveva parlato col cuore in mano. Aveva detto quelle
cose senza pensarci più di tanto. Aveva detto quelle cose
perché le pensava e sapeva di poter parlare con quel rosso che
tanto apprezzava, sotto sotto. Lui non disse niente. Solo fece qualche
altro passo e prendendola per mano la portò dietro una colonna,
al sicuro da sguardi indiscreti. La strinse forte, così tanto
che nemmeno si aspettava di riuscire a fare. Sentiva il bisogno di
rincuorarla, di dirle che voleva essere lui quella persona che
l'avrebbe tenuta al sicuro e lui era certo di essere la persona adatta
a lei. Fatta per lei, perché lui non avrebbe rinunciato a lei
per nessun motivo. Qualunque esso fosse stato. Lui sarebbe stato solo
suo e desiderava ardentemente che lei fosse solo sua.
<< Fred, non... >> cercò di dire debolmente,
soffiando dolcemente sul collo niveo di lui. Sciolse quell'abbraccio
solamente per guardare il rosso negli occhi chiari.
<< Fred, non capisco. Tu...come... >> tentò ancora,
con scarsi risultati. Era un po' in imbarazzo. Anzi, tanto a dirla
tutta, ma non poteva mordersi la lingua.
<< So come ci si sente. Mi è capitato. Anzi, direi che mi
succede ancora. Anche se tra me e la persona in questione non è
successo ancora nulla >> aveva spiegato lui semplicemente. In
realtà aveva un groppo alla gola che non riusciva a fargli dire
più di quel che aveva detto. Aveva deglutito a vuoto un paio di
volte, ma con la bocca secca e gli occhi mielati davanti a lui gli
sembrava impossibile fare qualunque cosa.
Si guardarono negli occhi per un tempo infinito, probablmente. Lei non
disse niente, temeva di essere indiscreta. Lui, invece, sperava
terribilmente che in quegli istanti e in quegli occhi chiari lei ci
trovasse tutte le parole che il gemello voleva dirle da tempo. Sperava
ci trovasse dentro tutto l'amore che provava per lei dalla prima volta
che l'aveva vista, con un gran cespuglio al posto dei capelli e i
grandi occhi curiosi. Le sue frasi da maestrina e il suo irritante
rispetto per le regole. Il suo essere bellissima anche quando studiava,
con i soliti capelli arruffati mentre torturava con i denti un po'
troppo grandi una povera matita. Sperava ci trovasse dentro tutti i
momenti in cui lui era lì a guardarla di nascosto entre litigava
con Ron, mentre sorrideva ad Harry, quando piangeva per gli insulti che
lo stesso Draco Malfoy che lei aveva amato le rivolgeva, e pensava a
quante altrettante volte avrebbe voluto correrle incontro, baciarle le
lacrime salate e dirgli che c'era lui a proteggerla. Lui non era solo
un ragazzo un po' più grande a cui piacevano solamente gli
scherzi e la compagnia del fratello. Lui era un ragazzo un po'
più grande a cui piacevano solamente gli scherzi, la compagnia
del fratello e Hermione Granger.
<< Mi è capitato tutte le volte che ti vedevo mano nella
mano con Malfoy >> disse lui, spezzando il silenzio religioso in
cui erano immersi da un po'. Non la guardò in viso. Stavolta
aveva paura che lei leggesse il timore di essere rifiutato che aleggava
impetuoso nei suoi occhi. E lei si stupì. Non avrebbe mai
pensato che Fred potesse essere innamorato di lei. E allora tutti i
pensieri che aveva fatto prima di incontrare Draco Malfoy avevano
finalmente un senso per lei. Doveva esserci una connessione invisibile
tra i loro cuori che li univa, facendo battere il proprio insieme a
quello del ragazzo.
La Grifondoro prese nella propria mancina le mani del giovane
rosso, mentre la sua dritta si poggiò delicatamente al suo viso
per poi spingerlo dolcemene a voltarsi, per guardarla negli
occhi, di nuovo. Non voleva incontrare gli occhi dorati di lei,
ma quando lo fece, lui vi lesse un sorriso. Non ne capiva il
perché e, sebbene lo sembrasse a volte, non era affatto stupido.
Hermione stavolta notò l'angoscia che regnava nello sguardo a
lei così familiare e quel sorriso gentile che lui aveva visto si
spense. Che cosa avrebbe dovuto dirgli?
<< Sai, non sono più innamorata del Serpeverde da un
bel po' di tempo. Credo che aspetterò che qualcuno mi chieda di
uscire >> gli disse con gli angoli della bocca appena curvati
all'insù, mentre gli occhi del giovane tornavano a rilucere di
quella bellezza e vivacità che avevano per caratteristica. Per
lui significava speranza. Significava che lei aveva capito. Significava
che era davvero la ragazza intelligente che non mancava mai di
ostentare davanti a tutti. Significava che gli si stavano aprendo
le porte alle quali lui aveva bussato per tanto tempo senza che nessuno
lo sentisse. Lei prese ad incamminarsi, lasciando il ragazzo
imbambolato, dietro la colonna. La seguì prontamente, con uno
dei suoi soliti sorrisi stampati sulle labbra. Le mani incrociate
dietro la schiena, il passo poco accorto e trasandato. Spensierato,
come solo lui sapeva essere. Fischiettava un motivetto orecchiabile e
con qualche passo le fu accanto.
<< Ciao Granger, come va? >> domandò lui, come se non si vedessero da qualche giorno.
<< Molto bene Fred. E smettila di chiamarmi Granger. Io ho un
nome! >> rispose lei piccata, con un indice alzato. Ma entrambi
sapevano bene che quello era solo un gioco e che lei non era affatto
infastidita dalla sua presenza come voleva far sembrare.
<< Ah, giusto. Beh, Hermione, mi
chiedevo se ti andava di venire con me ad Hogsmeade la prossiam
settimana.... >> la buttò lì il giovane, intascando
le mani nei pantaloni scuri della divisa scolastica..
<< Infrangeremo qualche regola? >> domandò lei, arrestandosi di colpo, assottigliando lo sguardo.
<< No, lo prometto >> disse lui scuotendo subito la testa,
portandosi una mano sul petto dopo essersi arrestato a sua volta ed
essersi girato perché lei potesse vedere il geso. Lei gli
sorrise con uno di quei sorrisi che lui trovava adorabili. Sorrisi
così belli che potevano adornare solamente quelle labbra.
<< E Hogsmeade sia! >> esclamò la riccia, poco prima
di alzarsi sulle punte e scoccare un bacio sulla guancia del gemello e
andare via, lasciando Fred a guardarla felicemente, mentre si toccava
sorridente la guancia arroventata da quel semplice gesto. Finalmente
avrebbe potuto mostrarle tutto l'amore di cui disponeva, senza riserve
e senza nascondersi. La vide andare via e scomparire dietro un angolo e
lui, rimasto solo nel corridoio illuminato, ricominciò a
fischiettare lo stesso motivetto dirigendosi in Sala Grande, finalmente
felice.