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Autore: MaryLouise    04/03/2012    4 recensioni
Posò gli occhi sul libro che stava leggendo, l'indice infilato tra le pagine per non perdere il segno.
Si trattava di un volume Babbano, dalla copertina rovinata e consunta; lo aveva trovato nella libreria del padre poco dopo la sua morte, quando si era recata alla vecchia canonica a Caithness, dove aveva trascorso la sua infanzia.
Il libro aveva attirato la sua attenzione per la rilegatura in cuoio scuro, la pelle rovinata agli angoli e, lungo il dorso, il titolo inciso in caratteri dorati sulla copertina: "Jane Eyre".
Non riusciva a staccarsi da quel libro: qualcosa all'interno, intriso nelle pagine ingiallite dal tempo, attirava la sua attenzione in maniera irresistibile.
In fondo Minerva sapeva che quella storia parlava anche di lei. Lo sapeva, nel suo cuore, ma non aveva il coraggio di ammetterlo.
"L'amavo molto, più di quello che avessi il coraggio di dire, più di quello che le parole potessero esprimere", sapeva che quelle parole erano incredibilmente vere, ma si ostinava a negare a se stessa che si era inesorabilmente innamorata.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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One and Only - Adele


Non vedeva che il sole

 

Il vento fuori dalla finestra scuoteva violentemente gli alberi, che si piegavano sotto la sua carezza invisibile. Le fronde oscillavano, le foglie dorate e vermiglie si spargevano nell'aria.
Minerva guardava lo spettacolo dal suo ufficio, gli occhi persi nelle increspature prodotte dalla brezza sulla superficie scura del Lago Nero.
La sua mente vagava, libera come le folate d'aria gelida fuori dalla finestra.
 
You’ve been on my mind
I grow fonder every day
Lose myself in time
Just thinking of your face.


Posò gli occhi sul libro che stava leggendo, l'indice infilato tra le pagine per non perdere il segno.
Si trattava di un volume Babbano, dalla copertina rovinata e consunta; lo aveva trovato nella libreria del padre poco dopo la sua morte, quando si era recata alla vecchia canonica a Caithness, dove aveva trascorso la sua infanzia.
Il libro aveva attirato la sua attenzione per la rilegatura in cuoio scuro, la pelle rovinata agli angoli e, lungo il dorso, il titolo inciso in caratteri dorati sulla copertina: "Jane Eyre".
Non aveva mai sopportato le storie d'amore, soprattutto quelle malinconiche e sdolcinate in cui la protagonista si strugge per  un amore non corrisposto e sminuisce il proprio valore per un uomo.
Non si sarebbe mai abbassata a tanto, non avrebbe mai permesso ad un uomo di sminuirla: era una persona e, in quanto tale, doveva essere rispettata.
Non sopportava gli uomini boriosi e saccenti, che pretendevano di ottenere tutto ciò che desideravano anche solo per caso: come il possedere una donna qualsiasi e usarla a proprio piacimento, ritenendola semplicemente un trofeo da esibire finché ne avessero voluto.
Eppure non riusciva a staccarsi da quel libro: qualcosa all'interno, intriso nelle pagine ingiallite dal tempo, attirava la sua attenzione in maniera irresistibile.
In fondo Minerva sapeva che quella storia parlava anche di lei. Lo sapeva, nel suo cuore, ma non aveva il coraggio di ammetterlo.
"L'amavo molto, più di quello che avessi il coraggio di dire, più di quello che le parole potessero esprimere", sapeva che quelle parole erano incredibilmente vere, ma si ostinava a negare a se stessa che si era inesorabilmente innamorata.
 
God only knows
Why it’s taken me so long to let my doubts go,
You’re the only one that I want.

 
Non era il sentimento che si era sempre immaginata: frivolo e mutevole. Non era il sentimento descritto nei romanzi rosa, era diverso da qualsiasi definizione di quel tipo di storie.
Si era radicato nel suo cuore con discrezione, senza che se ne accorgesse e aveva timore ad ammettere di amare perché sapeva che il suo amore non avrebbe potuto essere corrisposto.
Egli era tutto ciò che avesse mai immaginato - intelligente, cortese, affabile e tenero -, ma era conscia del fatto di non contare nulla per lui.
Era semplicemente la Vicepreside, semplicemente una sua collega, la collega di Albus Dumbledore.
"Ogni sentimento buono, sincero, forte che provo trova il suo centro in lui. So che devo nascondere i miei sentimenti; devo soffocare la speranza; devo ricordare che certo non prova grande interesse per me. Devo dunque ripetere di continuo che siamo separati inesorabilmente: pure, finché ho respiro e vita, non posso non amarlo", quelle parole le trafiggevano il petto dolorosamente; per quanto potesse negarsi quel tipo di sentimento e per quanto potesse cercare di nasconderlo con tutte le sue forze, Minerva non poteva fare a meno di amarlo.
"Il suo viso era l'oggetto che più amavo vedere in una stanza, illuminava più del fuoco più ardente"; ogni stanza ben illuminata si rischiarava ancora di più alla sua presenza, ogni sorriso trovava un riflesso nel suo volto, ogni sua lacrima era una delle proprie.
Lo amava, lo amava e lo amava; non avrebbe mai smesso di farlo, anche se sapeva di non essere corrisposta.
Si concentrò sulla pagina che stava leggendo; ogni parola pareva appartenerle, ogni frase le gonfiava il cuore di quel sentimento che le era stato sconosciuto fino ad allora.
Qualcuno bussò alla porta.
«Avanti», mormorò automaticamente e lui fece la sua entrata: la barba bianca dai riflessi argentei, gli occhi azzurro cielo schermati dagli occhiali a mezzaluna, un sorriso cordiale in volto.
«Buonasera Minerva, sono venuto a complimentarmi per il tuo articolo su Trasfigurazione Oggi. Ti disturbo?».
«Per niente, Albus. Stavo leggendo un libro, per evitare di oziare».
«Di che libro si tratta, se posso chiedere?».
«Una storia Babbana che ho trovato nella libreria di mio padre».
«Interessante, amo le storie Babbane. Di che parla?».
«E' la storia di una ragazza orfana di nome Jane Eyre», gli rispose, evitando accuratamente i particolari.
Albus si avvicinò alla sua scrivania, dove il libro giaceva con il dorso rivolto all'insù.
Lo esaminò attentamente, gli occhiali a mezzaluna scivolarono un poco lungo il naso adunco.
«Hai sottolineato delle frasi brillanti, i miei complimenti».
Minerva lo ringraziò a bassa voce, imponendo a se stessa di non fissare il pavimento con aria colpevole.
 
If I’ve been on your mind,
You hang on every word I say,
Lose yourself in time,
At the mention of my name,
Will I ever know how it feels to hold you close,
And have you tell me whichever road I choose, you’ll go?

 
Dumbledore sfogliò qualche pagina, fermandosi a leggere di tanto in tanto. «"La bellezza è negli occhi di chi guarda", che ne pensi?», domandò, alzando finalmente gli occhi dal volume.
«Notevole», si limitò a commentare la donna, temendo che potesse trapelare qualche indizio dei suoi sentimenti anche solo dallo sguardo con sui l'osservava.
Chiunque avrebbe potuto riconoscere il sentimento che agitava il cuore della professoressa, il luccichio che ne illuminava gli occhi verdi. Pareva un cieco che guardava il sole per la prima volta.
Lui sorrise tra sé e lesse un altro passo, dando una perfetta intonazione: «"Mai, mai vi è stato un essere così fragile e insieme così indomabile. Si sente come una canna nelle mie mani! Potrei piegarla fra il pollice e l’indice: ma che bene posso averne se anche la piego, la spezzo, la stritolo? Guardate questi occhi: guardate questa creatura decisa, selvaggia, libera, che mi fissa e mi sfida con qualcosa di più del coraggio… con un cupo trionfo. Qualunque cosa io faccia con il suo corpo, non potrò mai raggiungerla… questa selvaggia e bella creatura! Se lacero, se spezzo la sua fragile prigione, il mio oltraggio servirà solo a mettere in libertà la prigioniera"», poi iniziò a fissarla con i penetranti occhi di ghiaccio, attendendo una sua reazione.
Minerva rimase immobile in mezzo alla stanza, limitandosi a sorridere lievemente: «Anche questa è molto bella», mormorò sostenendo il suo sguardo.
"Calma", continuava a ripetere a se stessa. "Calma e coraggio".
Dumbledore si avvicinò senza distogliere lo sguardo infine, giunto a pochi centimetri da lei, proseguì nella lettura: «"Eri proprio tu quella che, in quest’ultimo mese, mi guizzava fra le mani come un’anguilla, piena di spine come una rosa canina? Non potevo mettere un dito su nessuna parte senza pungermi; e adesso mi sembra di aver accolto fra le braccia un agnello smarrito. Vagavi fuor dell’ovile in cerca del tuo pastore, non è vero, Jane?"».
I suoi occhi azzurri brillavano di una luce strana, diversa, che Minerva non aveva mai visto.
Sembravano accesi di stupore, di meraviglia verso qualcosa di sconosciuto, qualcosa che era lì, a pochi passi da lui, ma era intoccabile, non gli apparteneva.
Sembravano accesi di adorazione e allo stesso tempo di timore, timore di perdere la creatura per lui intoccabile.
 
I don’t know why I’m scared,
I’ve been here before,
Every feeling, every word,
I’ve imagined it all.

 
Gli occhi della professoressa s'inumidirono e Minerva fece un grande sforzo per ricacciare indietro. Abbassò la testa, un gesto di resa incondizionata.
Lui ne era al corrente: come poteva essere altrimenti?
Nascondere un sentimento così grande quale l'amore è un'impresa impossibile, solo poche persone ci riescono e Minerva non era una di quelle.
Attese in silenzio un sospiro triste, un rimprovero, uno sguardo compassionevole o disgustato... che non giunse.
«"Avete freddo perché siete sola: nessun contatto accende il fuoco che e in voi. Siete malata perché
il migliore di tutti i sentimenti, il più nobile, il più dolce vi rimane lontano. Siete sciocca perché 
per quanto ne soffriate, non gli fate cenno di avvicinarsi, ne muovete un passo per andargli incontro
"», citò l'uomo.
L'indice ossuto le sfiorò il mento, facendole alzare la testa. Negli occhi penetranti che la guardavano attentamente Minerva riconobbe la risposta alla sua dichiarazione implicita, alla dichiarazione che aveva formulato abbassando il capo: "So che non potrò mai essere ricambiata ma il mio cuore mi spinge verso di te e io non posso che amarti con tutta me stessa".
Negli occhi penetranti Minerva riconobbe la risposta: per lui era lo stesso.
Come poteva non avere riconosciuto quello sguardo colmo di dolcezza? Come aveva potuto essere così cieca, chiusa nel suo amore e preoccupata di non rivelarlo da non accorgersi che lui ricambiava? Come aveva potuto non accorgersi dei suoi comportamenti così espliciti, come quelli di poco prima?
Si era perduta nella sua stessa paura che le aveva annebbiato la mente, facendole perdere il senso della realtà, della vera realtà.
Rendendosi conto di aver confuso le idee della donna, Albus sorrise. Prese la mano destra tra le sue e l'avvicinò alle labbra, per baciarne il dorso.
Minerva abbassò lo sguardo a terra, trattenendosi dall'avvampare.
La strinse con garbo a sé e la compagna lo lasciò fare, avvolgendo le braccia intorno a lui e inspirando a fondo il suo profumo.
Dumbledore le baciò la testa con dolcezza, mentre la sua barba le solleticava il viso.
Era con lui e lo sarebbe stata per sempre. Era con lui e nulla di spiacevole sarebbe potuto accadere. Era con lui e lo avrebbe amato con tutta se stessa.
Era guarita dalla cecità, ora non vedeva che il sole.
 
Come on and give me a chance,
To prove I am the one who can walk that mile,
Until the end starts.


" La compagnia di Edward non mi stanca mai: lui non si stanca mai della mia, così come non ci stanchiamo delle pulsazioni del cuore che batte nei nostri petti".


***

Okay: Albus e Minerva + Jane Eyre + Adele = Jo felice.
Ho letteralmente adorato il contest a cui la fic ha partecipato e ho letteralmente adorato la giudicia, la mia cara Charlotte McGonagall, per avermi assegnato il primo posto (grazie amore *_*).
Ho messo tutta me stessa in questa fic, la canzone è la mia preferita tra quelle di Adele e a mio parere s'adatta benissimo alla coppia, come le citazioni dal libro "Jane Eyre" - non si capisce che è il mio preferito, vero? Naah. -
Spero vivamente che vi sia piaciuta. Attendo i vostri pareri.
Jo





1ª classificata: 
"Non vedeva che il sole" di Jo_96
 

Grammatica: 9.8/10 
La grammatica (e da te non mi aspettavo di meno) era quasi perfetta. 
Ho evidenziato solo 
- una virgola mancante ("la pelle rovinata agli angoli e, lungo il dorso,") 
- "... Che pretendevano di ottenere tutto ciò che desideravano [...]; come il possedere una donna..." --> questa frase avrebbe richiesto i due punti, in quando hai fornito la spiegazione della tua affermazione. 
- "intriso tra le pagine" --> la preposizione corretta era nelle 
- "Egli era tutto ciò che avesse mai immaginato: intelligente, cortese, affabile e tenero, ma era conscia del fatto di non contare nulla per lui." --> la proposizione retta da ma non può essere retta dai due punti. Ti consiglierei di inserire gli aggettivi in un inciso tra lineette. 
- "creatura a lui intoccabile" --> avresti dovuto usare il per. 

Stile e lessico: 9.7/10 
Anche qui rasentiamo la perfezione, anche se con qualche lieve caduta: 
- "ne avessero avuto voglia" invece di "avessero voluto" 
- "ricacciare le lacrime da dove erano venute" --> meglio " indietro" 
- "oltremodo impossibile" è una ridondanza, in quanto impossibile esprime già il grado massimo di improbabilità. 
- "schifato" è un termine molto basso, che stona col tono generale della storia. Meglio disgustato. 

Caratterizzazione e IC: 15/15 
Che dire di fronte alla perfezione se non complimenti? 
Minerva era perfetta: così orgogliosa e determinata a non lasciar trapelare i suoi sentimenti, ma tanto autentica da non riuscirci del tutto. Per non parlare del suodisprezzo per i romanzi rosa, in contrasto con la profondità del vero amore. 
Albus, anche se appare meno, era ugualmente perfetto, nella sua inconfondibile ambiguità, nel suo modo di dire e non dire allo stesso tempo. 
Hai reso perfettamente i loro sentimenti senza scivolare nella caricatura e mantenendoli IC. 

Originalità: 10/10 
Qui meriti il massimo, non tanto perché il pairing è poco usato (e lo é), ma soprattutto perché non mi era mai capitata una trama simile in una ff. 
Questa situazione alla Paolo e Francesca era adattissima ai due personaggi. Era appunto dai tempi del sommo poeta che non leggevo di una coppia che si confida i propri sentimenti attraverso la pagine di un libro. 

Utilizzo pairing e canzone: 10/10 
Allora, neanche a farlo apposta, sei riuscita a scegliere un abbinamento che io stessa avrei utilizzato, quindi ottima scelta (almeno secondo me). 
Inoltre, hai utilizzato la canzone in modo eccellente, in perfetto equilibrio con la storia e il carattere e i sentimenti dei protagonisti. 

Gradimento personale: 10/10 
Ti giuro che ho cercato di essere il più obiettiva possibile e credo di esserci riuscita. Ti meriti senz'altro il massimo e non solo perché amo il pairing, ma perché la tua storia era davvero di qualità sotto tutti gli aspetti. 

Totale: 64.5/65 
   
 
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