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Autore: Marilen    04/03/2012    4 recensioni
"Justin e Daniel " Due ragazzi l'uno innamorato dell'altro .
La vita può levarti qualsiasi cosa, specialmente la cosa o la persona più bella , può portarla via da un momento all'altra lasciandoti senza respiro .Può essere permanente o no , la vita è tutta da scovare .
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mille dolori percorrono il mio corpo, migliaia d’immagini scorrono della mia mente dolorante, non capisco più niente,anzi non ricordo più niente. Intravedo solo scene di persone che urlano, sportelli che si chiudono e si aprono e poi all’improvviso una forte luce mi acceca. Cosa mi sarà successo? Oppure cosa mi hanno fatto?
Non so cosa mi sia successo, ma so solo che mi trovo in una stanza d’ospedale sopra a un lettino freddo, piccolo e scomodo, un po’ come le sedie di un aereo porto e mi sentivo legata. Non riuscivo a muovermi.
Non so cosa fare; voglio reagire o almeno cercare di muovere una mano. La mia forza di volontà non ci riesce; per me è un minuscolo e insignificante movimento, ma per lei un grandissimo e importantissimo sforzo .I dolori alla testa continuano ad aumentare e a pulsare, mi sento sempre legata, intrappolata come dei pesci in una rete. Inizio a sentire strani rumori “ ti – ti – ti “, persone che parlano e singhiozzi come quando qualcuno piange. Non riesco a vedere chi c’è o ciò che succede in torno a me, ma so che quelle gocce d’acqua che corrono lungo la mia mano scivolano sul liscio e dolce viso di Justin.  Mi fa male sentirlo piangere, non voglio che soffra per colpa mia, nella sua vita ha già sofferto abbastanza per la separazione dei suoi genitori e non voglio che soffra ancora; ma ormai è troppo tardi: sta di nuovo male e questa volta per colpa mia, solo ed unicamente mia.  Non posso vederlo così non ce la faccio più. Provo e riprovo a muovere la mano o qualche altro muscolo,ma niente le mie forze lo impediscono.  Non perdo le speranze, lui mi ha insegnato a crederci nelle cose che faccio, perciò: ci devo credere.  Lo devo fare per lui. Voglio che lui sia felice e questo è l’unico modo per mostrarglielo. Riprovo, ancora, ma niente. Non perdo le speranze, voglio e devo, solo muovere la mia mano o solo un respiro. Faccio mille sforzi e infine ce la faccio: muovo la mano e la poggio sulla sua. E’ stato un grande sforzo ma ne valeva la pena. Sento un rumore di una sedia che si sposta, un tonfo e le mani di Justin che si posano sulle mie.
J: Piccola mia non mi lasciare, lo so è tutta colpa mia. Solo colpa mia se ora sei in questo stato non avrei dovuto trattari così ma ero sotto pressione e in quel momento non ho capito più niente e la mia rabbia si è scaricata su di te. E tu non centravi niente. Mi dispiace vorrei tornare indietro nel tempo per rimediare a questo sbaglio – fece un pausa, respirando profondamente, cercando di non far cadere le lacrime – ti prego svegliati, non posso vivere senza di te, non posso sopportare che tu non sia più vicino a me. Chi mi dirà che sono un imbranato e non capisco niente di ragazze? Chi mi dirà che sono pazzo quando ti faccio le sorprese? Ma soprattutto chi mi amerà quanto me ne vuoi tu? Nessuno e dico nessuno potrà prendere il tuo posto capisci? Perché tu sei unica, Daniel per me sei speciale e non voglio perderti. Cavolo Daniel ti amo e sei la mia ragazza, ufficiale. Tu mi rendi felice, felice per davvero, come quando un bambino riceve il suo giocattolo tanto desiderato. Ti prego piccola svegliati.
Altre lacrime continuavano a scendere sopra al suo viso e altre lacrime scivolavano sulla mia mano bianca e debole. Sentivo le sue mani che scivolavano dalle mie; era ritornato su quella scomodissima sedia da ospedale, perché non sentivo più il suo calore su di me.
Non ce la facevo più a vederlo in quelle condizioni, non mi importa delle mie forze, non mi importa se questo sarà il primo e l’ultimo sforzo che mi offrirà la vita.
Non me ne frega niente ma non voglio vederlo piangere.
Le sue lacrime fanno più male delle mie fratture sul tutto il corpo, una sua lacrime trafigge tutto il mio cuore riducendolo in pezzi.
Presi tutte le mie forze, volevo aprire questi maledetti occhi.
Strinsi i denti e finalmente riuscii ad aprirli; prima un bagliore di luce, poi i colori attorno li iniziai a focalizzare fin quando tutto non fu più nitido.
D: J-Ju-st-in – dissi con quel poco di voce che mi rimaneva.
J: Daniel – gridò, saltando dalla sedia - ti sei svegliata finalmente. Mi sei mancata in questi giorni, non posso crederci che ti sia svegliata dopo tutti questi giorni. Aspetta vado a chiamare gli altri.
Justin si avvicinò alla porta ma lo fermai.
D: Aspetta Justin, vieni qui un attimo.
J: Dimmi piccola, sono qui.
D: Grazie; grazie per essermi stato accanto in questi giorni, grazie perche tu sei sempre li pronto ad aiutarmi e a tirarmi su di morale con le tue stupide battute, grazie per ogni cosa che fai per me, grazie di esistere amore mio.
Justin strinse gli occhi per non far scendere le lacrime, voleva fare il duro ma non lo è mai stato.
J: Piccola, anch’io ti amo – disse baciandomi.
Risentivo quelle sue labbra, così dolci, sulle mie; un lieve bacio mi diede perché poi mi staccai.
Le labbra erano secche e screpolate, mi facevo male e mi provocava altri dolori.
J: Vado a chiamare il medico, aspettami.
D: Mi posso muovere imbranato?
J: Amore anch’io ti amo.
Risi e rise anche lui.
Quando uscì, sorrisi dolcemente appoggiando la testa sul cuscino.
Gli occhi mi si chiudevano e così feci; non riuscivo più a tenerli aperti.
Quando li chiusi, una luce bianca mi avvolse e un rumore frastornante mi invase il cervello.
Ora potevo dare ragione a Justin, ora si che sarei stata il suo angelo protettore.
Anche se so’ che mi sarebbe mancato ma lui deve restare sulla terra per continuare ad essere il sogno di milioni di ragazze.
Lui resterà sempre il mio angelo, il mio amore, il mio Kidrauhl.

Ecco qui , la mia prima storia , spero che sia di vostro gradimento . Grazie 
  
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