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Autore: emme30    04/03/2012    8 recensioni
Raccolta di oneshot fluffosissime Daddies!Seblaine.
“Sai,” lo interruppe Sebastian, passandogli una mano trai i capelli. ”Vorrei che Tommy avesse i tuoi stessi riccioli.”
Blaine rimase senza parole per quella frase dolcissima che gli arrivò dritta al cuore, avendo la conferma in quel preciso istante che Sebastian voleva tutto ciò almeno quanto lo desiderava lui.
Lo guardò e cercò di trattenere la lacrima che sentiva pungergli all'angolo dell'occhio.
“E io che Annie avesse i tuoi stessi occhi.”
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Daddies!Seblaine'
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"Papà, io a scuola non ci voglio andare!”

 

Papà, io non ci voglio andare a scuola!”

Tommy, smettila di fare i capricci e infilati i calzini.”

No! Io rimango a letto. Rimango a casa a giocare con Annie, lei a scuola non ci deve andare e non ci vado nemmeno io.”

Blaine si sfregò la faccia, si stropicciò gli occhi ancora impastati di sonno e sospirò rumorosamente. In quel momento, avrebbe solo voluto fare tanto male a tutte le persone che gli avevano sempre detto che il primo giorno di scuola del proprio figlio era una di quelle esperienze da ricordare per tutta la vita.

Se lo sarebbe sicuramente rammentato negli anni a venire, ma perché stava davvero per perdere la pazienza. E lui di solito era quello buono, quello che diceva sempre di sì, quello che viziava quelle due piccole pesti che correvano per casa tutto il santo giorno rompendogli qualunque tipo di cosa e disegnando sui muri.

Lui era quello bravo dei due, eppure in quel momento avrebbe tanto voluto non esserlo.

Aprì il grosso armadio colorato e tirò fuori due maglioni bianchi di diverse misure, lanciandone uno sul letto sul quale Tommy sedeva ancora in pigiama con il broncio e le gambe incrociate, e avvicinandosi ad Annie che, stranamente, era muta davanti al baule dei giocattoli.

Tommy, infilati quei calzini e vestiti, altrimenti vado a chiamare tuo padre. Su le braccia, tesoro.”

La bambina sorrise e alzò le braccia per farsi infilare il maglione e Blaine ringraziò chissà quale buona stella che quella mattina almeno uno dei due gli desse retta senza fare capricci. Le sistemò una molletta con un fiocco rosa tra i riccioli dorati e le diede un bacio sulla fronte.

Vai in salotto e mandami papà, che qua sennò non usciamo più di casa.”

La piccola annuì mordendosi un pollice e si avviò saltellando verso la porta. Blaine si alzò dalla sua posizione accucciata e, passandosi una mano tra i capelli, si voltò verso l'altro suo figlio, che aveva deciso di nascondersi sotto il piumino del letto.

Esci subito di lì.”

No. Io a scuola non ci voglio andare,” sentì Tommy borbottare sotto le coperte.

Thomas, conto fino a tre e poi le buschi. Uno.”

No, no, no, io a scuola non ci vado, non ci vado, non ci vado!!”

Due.”

Nooooo papà nooooo!”

Allora, si può sapere cosa succede?”

Blaine si voltò subito in direzione di quella voce forte e decisa che era comparsa nella stanza e si morse il labbro, guardò il marito adorante e gli mimò un grazie con le labbra. Sebastian sorrise e gli fece l'occhiolino, per poi tornare serio e fissare le coperte sotto le quali era nascosto Tommy che, sentita la voce autorevole del padre, si era fatto piccolo piccolo.

Vogliamo uscire di lì e vestirci e dare retta a papà?”

Tommy tirò fuori la testa dalle lenzuola con gli occhi rossi e guardò Sebastian.

Ma papà... io a scuola non ci voglio andare.”

Sebastian sospirò e gli tirò via le coperte di dosso. “Invece adesso la smetti di far diventare matto tuo padre e ti vesti. Subito.”

Il bambino provò a ribattere, ma lo sguardo di Sebastian gli fece cambiare idea e, borbottando qualcosa sottovoce e con le lacrime che gli rigavano le guance, si alzò dal letto per avvicinarsi al comò e prendere i calzini.

Constatando che la situazione era sotto controllo, Blaine si avvicinò al marito per lasciargli un lieve bacio sulle labbra. “Grazie. Rimani a vedere che si metta le calze dello stesso colore, che io devo andare a vestirmi e siamo in ritardo. Annie?”

Sebastian ridacchiò e lo baciò di nuovo passandogli una mano sulla guancia. “In salotto che guarda la tv. Ma potresti venire anche in pigiama, tanto sei sexy lo stesso.”

Blaine alzò gli occhi al cielo e uscì dalla stanza borbottando, sentendo il marito ridacchiare.

Mezz'ora dopo, nonostante tutti i drammi dei calzini, erano tutti e quattro davanti alla scuola elementare per il primo giorno di scuola del più grande di casa; Annie in braccio a Blaine, Sebastian che camminava di fianco a loro con le mani nelle tasche del cappotto e Tommy ancora arrabbiato che camminava a passo spedito davanti a loro, tenendo strette le spalline dello zaino colorato che aveva sulle spalle.

Papà, perché Tommy non vuole andare a scuola? Posso andarci io al posto suo?”

Blaine ridacchiò e lasciò un bacio sulla fronte della bambina che aveva in braccio. “Perché sei piccola, tra due anni ci andrai anche tu.”

Ma io non farò i capricci. E poi voglio un astuccio pieno di pennarelli come quello di Tommy.”

Blaine si voltò verso il marito che stava sorridendo accanto a loro e le annuì, facendola ridere contenta.

Si fermarono davanti a un grande edificio di mattoni rosso, intorno a loro una folla di bambini e genitori in attesa del suono della campanella. Blaine notò che Tommy si era fermato poco lontano da loro e che si stava toccando la faccia con le mani. Lanciò un'occhiata a Sebastian che capì subito a cosa alludeva e con un sospiro si avvicinò al figlio.

Ohi,” si accucciò per guardarlo negli occhi arrossati e tirò fuori un fazzoletto per asciugargli le lacrime sul viso. “Perchè piangi?”

Non ci voglio andare a scuola,” singhiozzò Tommy, sfregandosi un occhio.

Ma tu sei un ometto grande. E gli ometti grandi vanno a scuola.”

Ma io non ci voglio andare.”

Perchè non ci vorresti andare? Se è per i vestiti che ha scelto tuo padre, non posso darti torto. Voltati che ti tolgo questo cravattino che non mi sembra il caso, ma non dirlo a papà.”

Tommy tirò su col naso mentre Sebastian gli sorrideva e cercava di farlo ridere.

No, non è per i vestiti, è per Michael Stones.” Sebastian si infilò il piccolo cravattino in tasca e gli abbottonò di nuovo il giubbotto alzando le sopracciglia.

Cosa c'entra Michael Stones? E' quel bambino con cui giochi al parco?”

Dice che non sono abbastanza fico da andare nella sua classe e ha detto a tutti gli altri di non essere miei amici.”

Sebastian lo guardò con un sorriso. “Sai perchè ti ha detto così?”

Tommy scosse la testa mordendosi il labbro e tirando su col naso.

Perchè in realtà tu sei fichissimo! Tu ci fai un baffo a tutti, altro che. Se lo sognano di essere come te.”

Il bambino lo guardò facendo un sorriso timido. “Davvero papà?”

Sebastian rise per poi stringerlo in un abbraccio che quasi gli fece perdere l'equilibrio. “Certo! Sei figlio mio dopotutto, tu sei fichissimo di default.”

Tommy sorrise contento e lo prese per mano per tornare da Blaine e Annie che li stavano guardando poco lontano.

Risolta la crisi?” domandò Blaine con un sorriso, sentendo il braccio di Sebastian andare a cingergli la vita. “Sì, papà dice che sono fichissimo di diffalte che sono meglio di Michael Stones.” commentò Tommy annuendo per poi voltarsi in direzione della scuola nel sentire la campanella suonare.

Ci vediamo dopo?” chiese con un sorriso saltellando sul posto, impaziente di entrare nell'edificio.

Blaine e Sebastian si guardarono stupiti prima che quest'ultimo gli scompigliò i capelli con una risata. “Stendili tutti!”

I due uomini lo guardarono entrare a scuola con un sorriso soddisfatto in volto.

Fichissimo di diffalt?” mormorò Blaine trattenendo una risata, senza distogliere lo sguardo dal figlio.

Dopo ti spiego,” rispose l'altro prima di prendergli Annie dalle braccia e baciarlo sulle labbra.

Rimasero ad aspettare che Tommy scomparisse all'interno della struttura per prendersi per mano e tornare a casa con Annie in braccio a Sebastian, e Blaine pensò che dopotutto non era stato un brutto pensiero quello di prendersi la giornata libera per la sua famiglia. Strinse più forte la mano di Sebastian ed osservò in adorazione la figlia che si era accoccolata contro il petto del marito.

Papà?”

Sì?” risposero entrambi in coro come facevano sempre ogni volta che una delle loro piccole pesti li chiamava.

Annie ridacchiò, per poi mordicchiarsi il pollice e guardare Sebastian. “Ma sono fichissima anche io di diffalt, veeeeero?”

 

 


Ho deciso di far diventare la oneshot dei Daddy!Seblaine una raccolta con piccoli momenti di questa famigliola assolutamente adorabile, perchè anche io ho bisogno di scrivere roba così fluffosa ogni tanto :)

Il prompt è della mia adorabile Fede <3 spero ti piaccia dear :3

A presto e grazie a chi ha letto :)

Marti

   
 
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