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Autore: Natalja_Aljona    05/03/2012    1 recensioni
Natal'ja vende fiammiferi e sogna la Rivoluzione.
Siberiana fin nelle ossa e nel sangue, nel cuore e nell'anima, nipote di uno dei capi dei Decabristi ed ultima erede della famiglia russa più temuta dallo zar, è quasi impazzita in prigione ma sa che non è finita.
Geórgos vive per la guerra e per il cielo di Sparta.
Nato durante la Guerra d'Indipendenza Greca e nipote del capo dei Kléftes, i briganti e i partigiani del Peloponneso, ogni notte spara alle stelle perché ha un conto in sospeso con gli Dei.
Feri è uno zingaro ungherese, il terzogenito di Kolnay Desztor, il criminale del secolo, e il più coraggioso dei suoi fratelli.
Legge il destino tra le linee della mano, e tre anni di galera e lavori forzati non sono bastati a fargli smettere di credere nel suo.
Nikolaj, ussaro polacco e pianista mancato, crede di aver perso tutto.
Sa che l'epilessia, i complessi d'inferiorità nei confronti del padre morto, l'ossessione per sua cugina e i suoi sogni infranti lo uccideranno, ma la sua morte vuole deciderla lui, e a ventidue anni s'impicca per disperazione e per vendetta.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Centoottantasei


Centoottantasei

Nessun timore degli dei o legge degli uomini li tratteneva

 

Krasnojarsk, 5 Maggio 1848

 

Un sussurro spezzato in gola.

Céline sgranò gli occhi e un attimo dopo le lacrime furono più forti del respiro.

Nikolaj crollò in ginocchio, in preda ad una violenta crisi epilettica.

Jànos, ch’era salito di corsa per raggiungerli, con un coltello nel cuore e lo sguardo ferito dall’ultima luce della sua migliore amica, quasi si perse sulle scale, incapace di avanzare d’un passo sapendo lei fuori, morta per la Rivoluzione.

Sull’ultimo gradino udì una voce, due occhi azzurri tra le fiamme.

Farkas Dragan.

-Venite da noi!-

L’alba della sconfitta l’avrebbero vista sorgere a Shtorm.

 

Alla Prospettiva Nebe il fuoco non era arrivato.

Era Forradalom che gli Zaristi volevano distruggere.

Ma quella notte il quartiere di Feri Desztor non avrebbe più perso nessuno.

 

Ora erano lì, sui gradini di Casa Dragan.

Jànos carezzava distrattamente i capelli di Céline.

Nikolaj sorrideva debolmente alla disperata stretta di mano della sorella e tremava.

Rivedeva sua madre in Piazza degli Eroi…

Rivedeva Natal’ja, martire di Forradalom.

 

Feri era tornato esausto, una scintilla d’impotenza nello sguardo feroce di ogni giorno.

Aveva bruciato la strada fino a loro con le suole bucate e la pistola scarica, maledetta mille volte.

-Non lo so, quanti ne ho ammazzati… Ma lei…-

-Abbiamo perso, Capitano?-

Le parole di Nikolaj frantumarono il cuore di Feri.

Quella notte lo zar mise in croce i sorrisi dei ragazzi di Forradalom.

 

Al campo di rose ora c’era uno squarcio di sole negli occhi di chi vinceva i duelli.

Jànos Desztor aveva ventiquattro anni e una famiglia distrutta, la famiglia di Natal’ja.

Nikolaj rendeva l’anima al cielo tutti i giorni e il medico, per il figlio di una Rivoluzionaria, si rifiutava di venire.

Céline aveva scritto una lettera a Theodorakis.

Ogni sera raccontava un brano dell’Iliade a Kolnay George e poi parlava fino all’alba con Malintzin.

Theo le aveva mandato le lettere di George e Natal’ja dal Kirghizistan.

 

Biškek, 15 Marzo 1840

 

Caro Theo(dorakis),

Il tuo migliore amico è ubriaco, è Natalía di Troia che ti scrive.

La vodka non è come l’ouzo, vallo a spiegare a quel cretino…

Io mi son beccata un pugno in un occhio da un kirghizo, all’osteria, ma va tutto alla grande, Theo!

E’ che agli autoctoni non siamo molto simpatici, sai?

Io proprio non me lo so spiegare…

Theo, aspetta, Gee mi sta chiamando Nausicaa…

Vado a rompergli qualcosa in testa, è tutto sotto controllo!

Un bacio,

Lys

 

Oh, oggi compi venticinque anni!

Stammi bene, idiota…

Natal’ja

 

Siete ubriachi entrambi, andate al diavolo!

Avete tre figli, cretini!

Theodorakis

 

Céline sorrise, posando il foglio.

Quel giorno sua madre aveva quindici anni e suo padre diciannove.

Erano due tali scapestrati…

Lei e Nikolaj erano con loro, ma grazie al cielo non ricordavano niente.

 

Biškek, 16 Marzo 1840

 

Theo…

Scusa per ieri, mi girava un po’ la testa…

Ora ti faccio scrivere due righe da Gee, che si è appena svegliato.

 

Kaliméra, Dounas!

Dì un po’, sei tu l’eroe di Spárti, adesso, senza di me?

Come va con i Tessali?

Zeus, ma perché credono ancora di valere qualcosa in battaglia?

Il nonno è troppo sensibile con quei cicisbei.

Noi non abbiamo avuto la sua pazienza, lo sanno bene i Trekodis…

Ma racconta, che combini?

La palestra è ancora in piedi?

Dekapolites è sempre il solito arciere epico?

Il rampollo tedesco continua a credersi il nostro re?

Salutami tutti (tranne i Tessali e Ottone), bello!

Gee

 

-Che dannato eroe, papà!- sospirò la bionda Gibson, affondando ancora la manina nella busta.

Erano tante, le lettere, e le voleva leggere anche con Nikolaj.

Una, però, ormai le era scivolata tra le dita, doveva aprirla…

 

Biškek, 17 Marzo 1840

 

Theodorakis,

Ti scriviamo dalla galera kirghiza, sapessi che ridere…

Abbiamo rubato la carta da lettere, capisci?

Gee è stato fantastico, giuro: “Dobbiamo scrivere a un deficiente biondo che in Grecia sta vivendo il suo momento di gloria!”.

Non hanno elaborato il concetto, temo…

Ma è fantastico, qui!

Il nostro compagno di cella è mitico e non mangiamo da tre giorni, oggi almeno una crosta di pane è arrivata…

Ma castagne, yogurt greco e Kaiserschmarren no, eh?

E nemmeno i biscotti burro e miele della mamma…

I Kirghizi non sembrano tanto ospitali!

Passo il pennino a Gee, che farnetica il Proemio dell’Odissea e con le catene ai polsi non posso tirargli un ceffone.

A scrivere ci riesco, tranquillo, ma non chiedermi come.

Sei grande, pseudo - Spartano!

Lys

 

Theo, Theo, Theo…

Cosa ti ha scritto la biondina matta?

Non riesco a leggere bene, forse non avrei dovuto far ingoiare gli occhiali a quel tizio dell’osteria.

No, eh?

Ma era di un suscettibile…

Line e Niko stanno bene, credo, li abbiamo lasciati alla figlia di un brigante del posto che badi loro mentre noi siamo qua…

Intanto vediamo di evadere, oddio, vedere mica tanto, se solo la Natal’ja evitasse di addormentarsi sulla mia spalla, che ho un crampo…

E’ bellissima, mia moglie, ma non esattamente indolore.

Senti, bello, il secondino si sta innervosendo, ti saluto e gli passo queste righe da spedire.

Divertiti e stai attento!

Gee

 

-Dio, erano mitici… Ma anche relativamente bastardi, eh. Ci han lasciati con la figlia di Alì Babà, o come diavolo si chiamava…-

Le avevano restituito il sorriso, le lettere dei suoi genitori.

E ce n’erano ancora altre, e le risposte di Theo…

Si alzò e pensò che forse non era finito niente.

 

Siete matti, matti.

Gee, di che gloria parli, c’è l’armistizio!

Bella memoria, amico!

Sputeresti in un occhio a tua moglie da parte mia?

Così, senza rancore.

Devo correre, allenamenti con tuo nonno, sai com’è.

Vi voglio bene, forse!

Theodorakis (Non Theo. Tutto ma non Theo!)

 

Nipote snaturato, è colpa tua se Theodorakis ride come un cretino sui gradini della palestra!

Dannato Geórgos…

Salutami la ninfa delle nevi, ma non riferirle necessariamente l’epiteto.

Ricordale di esercitarsi con il greco e di non rinnegare gli accenti (questo lo dice Crizia, si capiva?).

Leonida

 

 

 

 

Note

 

Biškek: Capitale del Kirghizistan.

Nessun timore degli dei o legge degli uomini li tratteneva: Tucidide, La Guerra del Peloponneso, Paragrafo 53.

 

Questa frase del mio adorato storico ateniese mi ha come folgorato.

Certo, lui parlava della peste ad Atene, io fantasticavo sui nostri due eroi cretini.

Dettagli, no? ;)

Ebbene, penso che il capitolo si commenti da solo.

La prima parte è l’immediata continuazione di quello precedente, con l’aggiunta di un dettaglio.

Dopo l’incendio di Forradalom, i nostri ragazzi si sono rifugiati a Shtorm.

La prima alleanza tra i due quartieri, in realtà, si è verificata quel giorno.
Farkas stesso è corso a chiamarli, sapendo della situazione.

Quante alle lettere… Non fatemi dire niente su quelle lettere!

Alja e Gee si son dati alla vita dissoluta, in Kirghizistan, tanto che poi da Biškek son dovuti praticamente scappare.

Ne han combinate così tante…

E tutti i giorni, qualsiasi cosa accadesse, scrivevano a Theo.

Ma anche ai forradalmi, ovviamente ;)

Che altro dire… Spero che vi sia piaciuto!

Prossimamente vedremo il funerale di Gee, mi mancano poche righe a finire quel capitolo, ma sapete com’è…

A proposito, il riferimento al campo di rose è per la tomba di Natal’ja, che si trova, appunto, lì.

Feri c’è ancora… E Santo Cielo, è meglio che cambi argomento e non ci pensi, che proverò a scrivere anche della sua morte.

 

A presto ;)

Marty

 

 

 

 

  
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