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Autore: The Cactus Incident    05/03/2012    1 recensioni
[SEQUEL DI: "Maybe it’s the bitter wind A chill from the Pacific rim That brought you this way "]
Feci la linguaccia a Brian e lui mi fece una smorfia prima di sorridere “Ok Bri adesso, prendi la spugna e mettici il sapone” “Perché questa spugna pezzotta?” “Non è una spugna pezzotta è una spugna naturale, viva” “E cresce?” “Non credo” “Peccato, mi sarebbe piaciuto uno Spongebob per casa…” “Bri mettici quel cazzo di sapone! Non va bene se rimane in acqua per tre ore” “Okok, fatto”
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Everyone needs love You know that it's true'
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Cass bri chapter 2

Cass P.O.V.

Ero nello studio, intenta a scrivere un nuovo pezzo che mi fluiva fuori in modo stupendo e che si stava rivelando qualcosa di semplicemente eccezionale. Ero talmente presa da non sentire niente di quello che mi accadeva, mentre continuavo a scrivere fogli su fogli.
“Amooooooooooooooooooooooore!” Proruppe Haner entrando e spalancando la porta. Prima che potesse dire altro e distruggere il mio momento di pura illuminazione, lo zittii con  un “Zitto! Non devi fiatare!” in italiano. Aveva imparato che quando parlavo in italiano non doveva controbattere.
“Ma…” “Non devi fiatare, chiaro?” gli ribadii senza alzare la testa da foglio. “Ok..” “Shhh!”
Andò a sedersi da qualche parte e io continuai imperterrita.

Stavo ancora scrivendo, quando cominciò a dondolarsi sullo sgabello girevole, cigolando in maniera assurda. Provai a continuare, ma la mia idea ormai era scomparsa. Frustrata al massimo gli urlai “Vai fuori!” sempre in italiano, alzando la testa per guardarlo per la prima volta da quando era entrato. Rimasi pietrificata.
“Che diamine hai al collo?” era una sorta di enorme fioccone rosso (davvero enorme) con al centro qualcosa di piccolo che sbrilluccicava. Mi sorrise maligno.
“No, vado fuori” aveva già aperto la porta, quando lo seguii e afferrai per un braccio. “Ormai mi hai rovinato il momento. Dai, che hai combinato? È una nuova moda?” Si voltò e si mise in ginocchio. Si staccò quell’enorme coso dalla gola e lo tenne in mano. Oh Cristo.
“Cassandra?” il mio “Si?” fu molto flebile “Da quando ci conosciamo?” “Dal 2003, non chiedermi la data che non la ricordo” “Sai oggi cos’è?” ci pensai un po’, ma non mi venne in mente niente.

“Andiamo sai che faccio schifo con le date. Cos’è?” “Esattamente tre anni fa, ho preso un elicottero e sono venuto al Warped tour al quale partecipava la Murder Academy, ti ricordi?” “Come potrei dimenticarlo, è diverso” sorrise, alquanto nervoso “Beh… nel nostro terzo anniversario ti chiedo la cosa per cui potresti anche lasciarmi..” “Non stai per farlo sul serio, vero?” “Oh si che sto per farlo” “Oh merda…” prese un respiro profondo e accennò un leggero sorriso, emozionato.
“Cassandra Ombra, anche nota come Shaddy C. Obscure. Vuoi sposarmi?” “Brian Elwin Haner Junior, anche noto come Synyster Gates sei un egocentrico, pazzo, pomposo, montato, narcisista, pieno di te, tamarro, alcolizzato e maniaco” “E?” “E ti amo alla follia” “Quindi?” chiese sbatacchiando le ciglia, provando ad impietosirmi.
“Quindi no” risposi secca “Lo sapevo…” si alzò in piedi, scocciato.

“Perché no?!” chiese sconcertato “Ma non stiamo bene così? Io e te, senza nessun anello del cazzo? Dai Bri, lo sai che ti amo! Perchè dover saldarmi un anello al dito? La trovo una cosa triste aver bisogno di un contratto per ricordarsi che si ama qualcuno” “Voglio che sia ufficiale che tu sei solo mia” “Mi prendi in giro? Se le tue fan potessero vedere il mio funerale, porterebbero la videocamera e metterebbero il video ne “I ricordi più belli dell’ultimo decennio”. Sul serio, lo sa tutto il mondo che Synyster Gates e Shaddy C. Obscure stanno insieme. Non capisco” “Il mondo sa che Synyster e Shaddy stanno insieme, non Brian e Cass” disse convinto e io rimasi interdetta.
Sbraitai qualcosa d’insensato e voltai gli occhi al cielo. Sospirai e poi tornai a guardarlo, mi osservava, preoccupato, ma speranzoso. Aveva gli occhi quasi spalancati e lucidi.
Come facevo a dire di no a quello sguardo? A quel sorriso? A lui, in generale?

“Andiamo, fammi vedere se quel diamante patata mi va bene. Con le taglie sei sempre stato una mezza schifezza” dissi quasi ridendo e lui mi abbracciò. Io lo abbracciai di rimando e posò le labbra sulla mia guancia “Grazie” “Vedi di non farmene pentire e spero che il mio diamante patata tu lo abbia pagato almeno il doppio di quello di Michelle” “Il triplo” “Wow, dev’essere davvero abominevole” già mi vedevo qualcosa di pacchiano che mi sarei obbligata a portare per non demoralizzarlo “Controlla tu stessa”.
Ok, mi ero completamente sbagliata. Non era di quelle cose fuori misura e pacchiane (tipiche dei gusti di Haner), ma un trilogy d’oro bianco davvero spettacolare ed elegante. Lo sfilò dal fiocco e me lo mise al dito.

“Perfetto” disse soddisfatto. osservai il delicato sbrilluccichio dell’anello sulla mia mano “Da chi ti sei fatto aiutare?” Non era possibile che avesse comprato una cosa del genere da solo  “Se te lo dicessi non mi crederesti” “Dai, spara” “Valary” scoppiai a ridere.
“Sul serio?” “Si e da tua madre” rimasi interdetta “Come?” “Eh si. Mentre ero dal gioielliere con Val, mandavo foto a tua madre che mi dava il suo parere. Grazie di avermi insegnato Fa schifo: l’ha usato spesso” lo abbracciai di nuovo, affondando il viso nella sua spalla e lui mi posò un bacio sui capelli. inspirai il suo spettacolare profumo e poi alzai appena il viso per guardarlo e rispondergli. era felice e Brian Haner felice è ancora più bello del solito.
Scrollai le spalle distrattamente, simulando un menefreghismo che in quel momento proprio non c’era e lui lo sapeva. “Figurati. Quindi, adesso sono ufficialmente la tua fidanzata?” “Eh si” “Sono fottuta” rise appena e sfiorò le labbra con le mie, in una carezza delicata.
“Decisamente, amore, decisamente”

“Ehm mamma? Ciao! Devo dirti una cosa importante…” “Finalmente ti ha dato quel cazzo di anello! Mi ha tenuto occupata tutto un pomeriggio!” Avere paura di mia madre non è una cosa così sbagliata come si potrebbe pensare… “Ma quanto tempo fa?” chiesi curiosa “Mmm… più di un mese, mi pare” “Beh, comunque si, mi ha dato quel cazzo di anello” “Bello vero? Mi sono sempre piaciuti i trilogy…” “Anche a me” dissi scrutando lo sbrilluccichio sul mio dito. Sarò anche un cuore di pietra, ma quel coso mi piaceva e pure parecchio.
“Comunque… mi sposo! Contenti? Pensavi sarei rimasta zitella, eh?” “Vista la tua carriera si, ma Brian è stato abbastanza furbo da riuscire a convincerti. Comunque tanti auguri, Tweetty!” “Ecco, vedi di non far sapere in giro che mi chiami così, ho una reputazione da dura da difendere, sai?” “Quando avrai il pancione non so che fine farà la tua reputazione” “Pancione? Sisi, certo. Prega tu. Sono troppo impegnata per avere un figlio” “Tanto arriverà quando meno te lo aspetti, come succede sempre” “Se vabbè… comunque ci sposiamo l’anno prossimo a luglio, quando finalmente avremo un po’ di respiro tutti e due” “Ma mancano dieci mesi!” “Mà, ma ti sei resa conto di che lavori facciamo? Poi se preferisci che mi sposi a Las Vegas, senza nessuno, dillo, facciamo prima e spendiamo di meno” “Da quando avete problemi economici?” “Era per dire” “Se vabbè, la gola ti ha più dato problemi?” Ed ecco lì: si era fissata con quella cazzo di gola! Ero io a portare una cicatrice orrenda da tre anni, non lei!
“Dopo l’operazione? No, lo sai, ho preso anche lezioni di canto, sai quella roba del diaframma e di far uscire per bene l’aria. Da allora ho anche un vocal coatch che mi segue sempre, quindi…” ma Matt che mi stava col fiato sul collo era peggio del vocal coatch  “Meno male và, sono contenta per te, anche se nessuno dei due può donare il sangue” e rieccoci pure con questa storia dei tatuaggi… voltai gli occhi al cielo, esasperata.
“Smettila con sta storia del donare il sangue! No, non lo doniamo il sangue, ma le analisi ce le facciamo lo stesso, ok?” “Ok ok! Non mi mangiare! Vabbè, tanti auguri e adesso scusami, ma devo andare a vantarmi con tua zia e farle vedere la foto del tuo anello ”  disse convinta. Sorrisi “Certo, vai pure”  e poi la gente si chiedeva come fosse possibile che io fossi venuta fuori così…. Con una madre del genere sfiderei chiunque a venir su sano di mente!

 
Diffusasi la notizia del matrimonio dell’anno (prossimo, ma pur sempre anno), finimmo a fare un set fotografico su Revolver Con tutti e due i gruppi. Inizialmente eravamo parecchio riluttanti visto che avevamo sempre fatto in modo di tenere separate vita privata e carriera professionale, ma alla fine la nostra carriera comprendeva anche quello, quindi accettammo.
Fu fica come cosa, eravamo in un giardino e c’erano due sposi legati e imbavagliati a due sedie, con noi due dietro, Syn che mi metteva l’anello.
Poi Matt Shadow “celebrò” il nostro matrimonio, con tutti e sei i nostri testimoni (Vengeance, Christ, Nightmare, Plague, Prof e Murder), tutti maschi.
Ero vestita come al mio solito, solo con il velo in testa e un bouquet.
Alla fine noi due distruggemmo anche una torta nuziale con delle mazze da baseball e parte della panna finì in faccia a Brian per mano mia, poco dopo ricevetti lo stesso trattamento.
Ci fu un’intervista su come ci eravamo conosciuti e altre cose così.
“Shaddy, quindi conoscevi Syn da prima che si sposasse?” “Di più, sono stata una damigella della sposa” “Allora occhio alle ragazze che sceglierai!” disse l’intervistatore “Si tranquillo, stavo già pensando di metterci delle ultraottantenni o qualcosa di simile” “Fatti sentire dalle ragazze, ti uccidono” commentò Brian “Ssshh Haner! Comando io, tu devi solo dire si e pagare metà della festa”.
Beh, fu divertente e finimmo su diversi giornali, anche se ufficialmente solo su Revolver (e in copertina, gente). Resta il fatto che anche il nostro matrimonio ci fruttò qualcosa economicamente parlando.

 
Un anno passò più in fretta di quanto potessi pensare, fra il tour di promozione del nostro ultimo album (diventato doppio disco di platino e disco d’oro in Italia, oltre che in un’altra dozzina di paesi) e gli Avenged che continuavano imperterriti, con il loro posto assicurato nella storia del metal.
Noi continuavamo a mettercela tutta per raggiungerli e c’è da dire che avevamo raggiunto in cinque anni i risultati che loro avevano raggiunto in dieci e ormai tutto il mondo ci conosceva.
Penso che il momento più imbarazzante di questi dieci mesi però, fu quando ci rendemmo conto di non riuscire ad organizzare un cazzo per il matrimonio mentre eravamo in tour e dovemmo rivolgerci a l’unica persona che sapevamo in grado di tale impresa che a noi sembrava titanica: Valary Sanders (anche nota come: la diBenedetto superstite).

 “Ma mi dici con quale faccia possiamo chiedere alla sorella della tua ex moglie di organizzare il nostro matrimonio?” dissi mentre Brian mi spingeva sul vialetto di casa Sanders.
“Mi spieghi tu come vogliamo fare? È l’unica” “C’è Alice!” “Alice non ha mai organizzato un matrimonio e poi  troppo impegnata, lo sai meglio di me” “Cazzo Bri…che figura di merda….Mi sputa in faccia, me lo sento, questa è la volta buona che lo fa” Dissi mentre suonava il campanello.

 La cosa più assurda di tutto è che accettò, stra felice.
“S-sul serio?” balbettai guardando la biondissima signora Sanders “Certo! Grazie infinite!” “M-ma Mich….” “Solo perchè è mia sorella non significa che condivida tutte le sue scelte. Ha sbagliato e non può più rimediare” “Ah….” Sembravo un’ebete, me lo sentivo, ma meglio così. Mi voltai verso Brian che aveva un sorrisetto soddisfatto davvero odioso, ma che adoravo (si, è un controsenso, lo so).
“Se non la pianti ci vai in barella all’altare”lo minacciai, ma lui continuò inperterrito “Che ti avevo detto?” alzai gli occhi al cielo, esasperata. Ma davvero volevo sposarmelo quello lì?
Lo guardai meglio e mi venne da sorridere.
Si decisamente, era l’unico che avrei sposato volentieri.

 
Eravamo all’aeroporto e aspettavamo i miei parenti dall’Italia: una trentina in tutto. Logicamente c’era anche Erica, ma lei era già arrivata da un paio di giorni.
Comunque, c’eravamo io, Brian e l’autista del pulmino che avevamo noleggiato (sarebbe stato impegnativo in un altro modo). Con mezz’ora di ritardo, una banda di non- scalmanati italiani (non- scalmanati, perchè provavano a fare gli adulti tutti d’un pezzo, ma sembravano comunque dei bambini casinari) arrivò ad Huntington Beach e invase l’ingresso dell’aeroporto facendosi riconoscere per bene.

La prima ad arrivare al traguardo fu Angela che pensavo mi corresse incontro, ma alla fine deviò su Brian.
“Ehi!” esclamai io “Non rompere!” mi rispose mia sorella. Il mio fidanzato intanto rideva soddisfatto e sciolse l’abbraccio con lei “Haner ha quindici anni, non fare il pedofilo” “Dai Haner, fai il pedofilo” lo incitò lei “Mi fate paura! Siete uguali!” “No, sono meglio io” dicemmo contemporaneamente e Brian cominciò a ridere come un pazzo.
Salutati tutti i parenti, l’infilammo nel pulmino, mentre i miei genitori vennero in macchina con noi.

 
“Allora! tutto pronto?”
chiese mia madre, mentre mio padre continuava a fissare fuori dal finestrino come un bambino “Si, tutto perfetto” dissi io, tranquilla “Dove si svolgerà?” chiese mia madre, buttando uno sguardo su suo marito che sembrava sempre più stupido.
 “In una villa che abbiamo affittato per l’occasione” “Inizialmente volevamo farlo a casa nostra, ma poi ci è sembrato scomodo” disse Brian, in italiano, sorridendomi e io gli risposi nello stesso modo per incoraggiarlo. Era davvero soddisfatto di aver imparato qualcosa di italiano.
Brian! Parli italiano?” disse mia madre, stupita  “Un po’, sua figlia è un’ottima insegnante” “Ci credo poco” commentò divertito mio padre “Oh no! Davvero, mi sta impegnato  un sacco di cose” “Insegnato, Bri” “Scusa” disse divertito. “Beh, complimenti. Come lingua è davvero difficile” commentò mia madre “Un pò, ma ho imparato molto grazie a tutti gli insulti di Cass” scoppiammo tutti a ridere, anche se non era proprio una battuta.

 
Brian P.O.V.

Suo nonno mi metteva paura.
Ve lo posso assicurare, io che di gente ne ho vista di tutti i tipi, mi facevo intimorire da un ottantenne italiano. Non era tatuato, non era alcolizzato e non si vestiva in modo sgargiante o strano. Era alto quanto me, dal fisico migliore che avessi mai visto su un ottantenne anche se fumava anche più del sottoscritto (a detta di Cass). Ma non era una persona qualsiasi. Il suo sguardo incuteva terrore e la sua voce ancora di più (fumava da solo Dio si ricorda quanto tempo e sembrava il doppiatore italiano dell’esorcista). Mi faceva venir voglia di buttare le sigarette e allontanare le mani dalla nipotina.
Cristo Santo! Com’era possibile? Quegli occhi scuri e stretti sembravano scavarti fino a dentro l’anima e non è una cosa molto piacevole quando hai un passato come il mio e vuoi sposare la nipote di una persona del genere. Shadows incazzato al confronto sembrava una bimba capricciosa.

E io che credevo che Cass fosse strana…. Fra la madre, identica a lei ma più intelligente (e questo mi spaventava, viste le facoltà intellettive della mia ragazza) e il nonno predatore (fra l’altro padre della madre) mi sembrava già tanto che fosse uscita (più o meno) sana di mente.
La nonna no, la nonna era bassina e sorridente. Forse non era molto abituata alla gente tatuata, ma sembrava una brava persona. Come cazzo aveva fatto a passare più di metà della sua vita con il Predatore?
Per quanto riguarda la madre, Lucia, mi sarei sposato pure lei. Era intelligente, cucinava meglio di Cass (alcuni suoi esperimenti gastronomici li ricordano anche i pompieri) e sembrava non fidarsi troppo di me, fino a quando non l’avevo chiamata per chiederle dell’anello. Con quella mossa avevo preso due piccioni con una fava: mi ero fatta consigliare dalla persona che conosceva meglio i gusti di Cass e mi ero anche ingraziato la suocera. A detta di Cass era un tantino riluttante verso i divorziati, ma che gli piacevo.

Meno male….
Antonio (il padre) boh. Sul serio, non saprei che dirvi. Non conosceva l’inglese, io conoscevo poco l’italiano e quindi non c’erano grandi discorsi, ma mi faceva uno strano effetto. A parte che avevamo lo stesso taglio d’occhi (solo che a lui erano tipo color pistacchio), ma aveva uno sguardo a metà fra il malizioso e lo strafottente.
Angie (la sorella) era la copia esatta di Cass alla sua età, solo con i capelli lunghi e senza occhiali. Totalmente fuori di testa, intelligente, canta benissimo, suona la chitarra davvero bene.
Mattia (il fratello) era un Sanders separato alla nascita. Sapeva divertirsi, passava le ore davanti alla Play Station, a volte cominciava a fare il duro (e visti i muscoli faceva anche lo stesso effetto dei Sanders) e parlava inglese!
C’erano anche Giulia e Pietro, lei era incinta di sei mesi e risultava totalmente insopportabile e lagnosa. Un motivo in più perché non avere figli se Cass rischiava di diventare così…
C’erano un’altra infinità di parenti, ma meglio non mettersi a commentarli uno per uno.

 
Una volta sistemati i bagagli, le donne vollero vedere tutti i regali di nozze ricevuti. E quando dico tutti, dico proprio tutti. A detta di Cass da loro avremmo ricevuto argenteria, piatti, bicchieri e coperte.
“Coperte?” Ma che cazzo di regali sono? “Si, poi ti farò vedere…”
A me l’Italia sembrava un paese sempre più strano…..

“Ehm…accomodatevi…” dissi (non senza sforzo) agli uomini che si erano trascinati dietro le signore.
Il nonno si sedette al tavolo con una lentezza agghiacciante, e dopo aver acceso la sua sigaretta estrasse un mazzo di carte che non conoscevo e si mise a giocare da solo. Mah.

Chiacchierai un po’ con Mattia che faceva da traduttore ad Antonio e Michele, padre di Giulia e marito di un’altra zoccola, a detta di Cass (ma che bella famiglia!). Aveva un’aria altezzosa e stava sempre perfettamente dritto, un po’ come se gli avessero ficcato una scopa su per il culo, per intenderci.
Dei presenti l’unico a fumare era il nonno. Per il nervosismo provai anche io, ma non riuscii a trovare l’accendino. Il Predatore alzò un occhio su di me (come a puntarmi per spararmi addosso) e estrasse l’accendino dalla tasca. Aspettò che avessi acceso e tornò a giocare “Grazie” “Figurati” sembrava che le pareti della sua gola fossero grattugie.
Dopo un po’ mi guardò e disse qualcosa che non capii. Guardai Mattia.
“Che ha detto?” “Ehm… Brian, tu vai a caccia?” disse il bruno, perplesso “Ehm… qualche volta con mio padre, ma che c’entra?” “Ha detto che hai l’occhio di chi spara” Che avevo io? Oh Cristo. Ma perchè avevo chiesto a Cass di sposarmi? Forse era anche per questo che inizialmente mi aveva detto di no… perché non la ascolto mai?
“Comunque diglielo che a volte vado ancora con mio padre e che ho una collezione di armi” Stette un po’ a parare col nonno (completamente impassibile) che poi rispose qualcosa. Mattia mi guardò.
“Ehm… gli fai vedere la collezione?” “Ehm… Certo. Mi seguah” Dissi alzandomi e il nonno mi seguì senza fare il minimo rumore (era agghiacciante, sul serio: avrebbe avuto una carriera da cecchino assicurata se la vista glielo avesse permesso).

Lo portai nella stanza in cui avevo relegato tutte le armi, solo un paio di fucili erano rimasti in bella vista sul camino (si, sono di pessimo gusto, ma quelli non si toccano: erano del mio di nonno, morto nel 2009).
C’era un po’ di tutto: armi bianche, automatiche, da caccia... tutte tenute in perfette condizioni e legalmente. Il nonno si mise a guardare una doppietta.

“Posso?” “Certo” la prese dal muro e la imbracciò, puntandomela contro. Ingoiai a vuoto, terrorizzato. “Bom!” fece e cominciò a ridere della mia faccia terrorizzata. Oh Cristo. Meno male che erano scariche. “Tranquillo, non ti fa niente” provò a rassicurarmi Mattia, divertito “Sicuro?” dissi terrorizzato, ma il ragazzo mi sorrise tranquillo.
Disse qualcosa a Mattia e sorrise. Si, sorrise e fu ancora più agghiacciante di prima. Mattia rise a sua volta e si voltò verso di me.

“Sai che Cass una volta ha provato a sparare?” “Chi ha ucciso?” “Le mutande di mia nonna” rimasi scandalizzato e cominciai a ridere. 
“Come?” “Doveva essere il 2002 e nonno le ha fatto provare con un fucile identico a questo” La doppietta che aveva il nonno. “Premette il grilletto e andò quasi per terra per il rinculo. Quando andammo a controllare se aveva beccato il bersaglio, lo scoprimmo intatto. Più dietro però c’è il filo con i panni stesi ad asciugare: aveva bucato tre mutande di mia nonna” cominciai a ridere a crepa pelle.

“Ancora la prende in giro” disse il nonno ridendo e facendo un segno della testa verso il nipote.
Questa cosa non me l’aveva mai raccontata. Beh, in fondo il nonno non era poi così male.

Suonarono alla porta e mi congedai per andare ad aprire. Quando mi trovai davanti Matt (Sanders) lo abbracciai. “Non puoi capire cosa sto passando” dissi mentre mi separavo da lui.
“Ehi, buongiorno! Io speravo in qualche cugina carina…” “Se, credici. Fatti sentire da Val e ti uccide” “Nervoso, eh?” a quel punto sbucò il Predatore dal corridoio, col solito passo felino. Matt rimase impietrito a guardarlo, mentre puntava diritto verso di noi.
“Ma chi cazzo stai per sposarti, Bri?” “Cass, ma il nonno è da brivido” il Predatore offrì la mano a Matt che la strinse mezzo terrorizzato e accennò un sorriso, mentre lui diceva “Sei un amico di Cass?” “Che ha detto Bri?” il mio cantante mi guardava fra il perplesso e la faccia da protagonista di un film horror “Si, ma è di più amico mio. Si chiama Matthew” “Matteo” “No, Matthew” insistei io “Ah… ma come siete americani” e se ne andò in cucina.
“Ma chi cazzo è quello?” chiese Matt voltandosi verso di me, ancora nell’ingresso “Il nonno materno” “Non voglio immaginare quello paterno…” “E’ morto” “Ah….” “Eh si. Vuoi conoscere il padre?” “Te la devi sposare tu, mica io” “Sei un pezzo di merda lo sai? Vee lo avrebbe fatto” “Vee sarebbe scappato dopo aver visto il nonno” “Non fare il rompipalle, Shad, vieni” dissi maligno, tirandolo per un braccio “Ok”.
Dopo le presentazioni, con Mattia che faceva da traduttore, Matt si voltò e disse.

“Ti somiglia” “Come?” “Tu e il padre avete lo stesso sguardo” “Quindi non è solo una mia impressione…” “Beh, se è come te, tanti auguri” “Che intendi dire?” “Se tu sapessi che tua figlia sta per mettersi con uno come te- e tu ti conosci- che faresti?” “La rinchiuderei in un convento, ma lui non sa quanto amo sua figlia e cosa ho fatto per lei” “E invece lo sa, per questo non mi ha ancora sputato in faccia. Ciao Shad” disse la mia ragazza buttandosi su una mia spalla per salutare il mio cantante “Ehi Omonima” disse lui incasinandole i capelli.

“Visto il nonno?” “Si” cominciò a ridere, guardando in faccia a tutti e due “Visto che ad alcune persone non servono tatuaggi e i piercing per incutere terrore?” disse sicura di sé.
Avevo l’impressione che quei cinque giorni prima del matrimonio sarebbero stati molto lunghi.

Ta daaaaaaaan! DD:
Okokokokok! Prima parte del matrimonio v.v
Se volete vedere l’anello, cliccate qui, cari:
http://www.temporo.it/images/40.jpgp.jpg
Detto questo non mi viene granché da dire, tranne che voglio ringraziare il mio grande tesoro _diable_ e una new entry Victorias Nighmare :D
Beh, fra un po’ devo andare a musica e adesso vado a perdermi nei meandri del fandom dei My Chem che mi è stato caldamente consigliato v.v
A lunedì prossimo v.v
The Cactus Incident

           

  
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