Ero
nello studio, intenta a scrivere un nuovo pezzo che mi fluiva fuori in modo
stupendo e che si stava rivelando qualcosa di semplicemente eccezionale. Ero
talmente presa da non sentire niente di quello che mi accadeva, mentre
continuavo a scrivere fogli su fogli.
“Amooooooooooooooooooooooore!”
Proruppe Haner entrando e spalancando la porta. Prima che potesse dire altro e
distruggere il mio momento di pura illuminazione, lo zittii con un “Zitto!
Non devi fiatare!” in italiano. Aveva imparato che quando parlavo in
italiano non doveva controbattere.
“Ma…”
“Non devi fiatare, chiaro?” gli
ribadii senza alzare la testa da foglio. “Ok..” “Shhh!”
Andò
a sedersi da qualche parte e io continuai imperterrita.
Stavo
ancora scrivendo, quando cominciò a dondolarsi sullo sgabello girevole,
cigolando in maniera assurda. Provai a continuare, ma la mia idea ormai era
scomparsa. Frustrata al massimo gli urlai “Vai
fuori!” sempre in italiano, alzando la testa per guardarlo per la prima volta
da quando era entrato. Rimasi pietrificata.
“Che
diamine hai al collo?” era una sorta di enorme fioccone rosso (davvero enorme)
con al centro qualcosa di piccolo che sbrilluccicava. Mi sorrise maligno.
“No,
vado fuori” aveva già aperto la porta, quando lo seguii e afferrai per un
braccio. “Ormai mi hai rovinato il momento. Dai, che hai combinato? È una nuova
moda?” Si voltò e si mise in ginocchio. Si staccò quell’enorme coso dalla gola
e lo tenne in mano. Oh Cristo.
“Cassandra?”
il mio “Si?” fu molto flebile “Da quando ci conosciamo?” “Dal 2003, non
chiedermi la data che non la ricordo” “Sai oggi cos’è?” ci pensai un po’, ma
non mi venne in mente niente.
“Andiamo
sai che faccio schifo con le date. Cos’è?” “Esattamente tre anni fa, ho preso
un elicottero e sono venuto al Warped tour al quale partecipava
“Cassandra
Ombra, anche nota come Shaddy C. Obscure. Vuoi sposarmi?” “Brian Elwin Haner
Junior, anche noto come Synyster Gates sei un egocentrico, pazzo, pomposo,
montato, narcisista, pieno di te, tamarro, alcolizzato e maniaco” “E?” “E ti
amo alla follia” “Quindi?” chiese sbatacchiando le ciglia, provando ad
impietosirmi.
“Quindi
no” risposi secca “Lo sapevo…” si alzò in piedi, scocciato.
“Perché
no?!” chiese sconcertato “Ma non stiamo bene così? Io e te, senza nessun anello
del cazzo? Dai Bri, lo sai che ti amo! Perchè dover saldarmi un anello al dito?
La trovo una cosa triste aver bisogno di un contratto per ricordarsi che si ama
qualcuno” “Voglio che sia ufficiale che tu sei solo mia” “Mi prendi in giro? Se
le tue fan potessero vedere il mio funerale, porterebbero la videocamera e
metterebbero il video ne “I ricordi più belli dell’ultimo decennio”. Sul serio,
lo sa tutto il mondo che Synyster Gates e Shaddy C. Obscure stanno insieme. Non
capisco” “Il mondo sa che Synyster e Shaddy stanno insieme, non Brian e Cass”
disse convinto e io rimasi interdetta.
Sbraitai
qualcosa d’insensato e voltai gli occhi al cielo. Sospirai e poi tornai a
guardarlo, mi osservava, preoccupato, ma speranzoso. Aveva gli occhi quasi
spalancati e lucidi.
Come
facevo a dire di no a quello sguardo? A quel sorriso? A lui, in generale?
“Andiamo,
fammi vedere se quel diamante patata mi va bene. Con le taglie sei sempre stato
una mezza schifezza” dissi quasi ridendo e lui mi abbracciò. Io lo abbracciai
di rimando e posò le labbra sulla mia guancia “Grazie” “Vedi di non farmene
pentire e spero che il mio diamante patata tu lo abbia pagato almeno il doppio
di quello di Michelle” “Il triplo” “Wow, dev’essere davvero abominevole” già mi
vedevo qualcosa di pacchiano che mi sarei obbligata a portare per non
demoralizzarlo “Controlla tu stessa”.
Ok,
mi ero completamente sbagliata. Non era di quelle cose fuori misura e pacchiane
(tipiche dei gusti di Haner), ma un trilogy d’oro bianco davvero spettacolare
ed elegante. Lo sfilò dal fiocco e me lo mise al dito.
“Perfetto”
disse soddisfatto. osservai il delicato sbrilluccichio dell’anello sulla mia
mano “Da chi ti sei fatto aiutare?” Non era possibile che avesse comprato una
cosa del genere da solo “Se te lo
dicessi non mi crederesti” “Dai, spara” “Valary” scoppiai a ridere.
“Sul
serio?” “Si e da tua madre” rimasi interdetta “Come?” “Eh si. Mentre ero dal
gioielliere con Val, mandavo foto a tua madre che mi dava il suo parere. Grazie
di avermi insegnato Fa schifo: l’ha
usato spesso” lo abbracciai di nuovo, affondando il viso nella sua spalla e lui
mi posò un bacio sui capelli. inspirai il suo spettacolare profumo e poi alzai
appena il viso per guardarlo e rispondergli. era felice e Brian Haner felice è
ancora più bello del solito.
Scrollai
le spalle distrattamente, simulando un menefreghismo che in quel momento
proprio non c’era e lui lo sapeva. “Figurati. Quindi, adesso sono ufficialmente
la tua fidanzata?” “Eh si” “Sono fottuta” rise appena e sfiorò le labbra con le
mie, in una carezza delicata.
“Decisamente,
amore, decisamente”
“Comunque… mi sposo! Contenti? Pensavi
sarei rimasta zitella, eh?” “Vista la tua carriera si, ma Brian è stato
abbastanza furbo da riuscire a convincerti. Comunque tanti auguri, Tweetty!”
“Ecco, vedi di non far sapere in giro che mi chiami così, ho una reputazione da
dura da difendere, sai?” “Quando avrai il pancione non so che fine farà la tua
reputazione” “Pancione? Sisi, certo. Prega tu. Sono troppo impegnata per avere
un figlio” “Tanto arriverà quando meno te lo aspetti, come succede sempre” “Se
vabbè… comunque ci sposiamo l’anno prossimo a luglio, quando finalmente avremo
un po’ di respiro tutti e due” “Ma mancano dieci mesi!” “Mà, ma ti sei resa
conto di che lavori facciamo? Poi se preferisci che mi sposi a Las Vegas, senza
nessuno, dillo, facciamo prima e spendiamo di meno” “Da quando avete problemi
economici?” “Era per dire” “Se vabbè, la gola ti ha più dato problemi?” Ed ecco lì: si era fissata con quella cazzo di gola!
Ero io a portare una cicatrice orrenda da tre anni, non lei!
“Dopo l’operazione? No, lo sai, ho preso
anche lezioni di canto, sai quella roba del diaframma e di far uscire per bene
l’aria. Da allora ho anche un vocal coatch che mi segue sempre, quindi…” ma Matt che mi stava col fiato sul collo era peggio
del vocal coatch “Meno male và, sono contenta per te, anche se
nessuno dei due può donare il sangue” e rieccoci pure con questa storia dei
tatuaggi… voltai gli occhi al cielo, esasperata.
“Smettila con sta storia del donare il
sangue! No, non lo doniamo il sangue, ma le analisi ce le facciamo lo stesso,
ok?” “Ok ok! Non mi mangiare! Vabbè, tanti auguri e adesso scusami, ma devo
andare a vantarmi con tua zia e farle vedere la foto del tuo anello ” disse convinta.
Sorrisi “Certo, vai pure” e poi la gente si chiedeva come fosse
possibile che io fossi venuta fuori così…. Con una madre del genere sfiderei
chiunque a venir su sano di mente!
Diffusasi
la notizia del matrimonio dell’anno (prossimo, ma pur sempre anno), finimmo a
fare un set fotografico su Revolver Con tutti e due i gruppi. Inizialmente
eravamo parecchio riluttanti visto che avevamo sempre fatto in modo di tenere
separate vita privata e carriera professionale, ma alla fine la nostra carriera
comprendeva anche quello, quindi accettammo.
Fu
fica come cosa, eravamo in un giardino e c’erano due sposi legati e
imbavagliati a due sedie, con noi due dietro, Syn che mi metteva l’anello.
Poi
Matt Shadow “celebrò” il nostro matrimonio, con tutti e sei i nostri testimoni
(Vengeance, Christ, Nightmare, Plague, Prof e Murder), tutti maschi.
Ero
vestita come al mio solito, solo con il velo in testa e un bouquet.
Alla
fine noi due distruggemmo anche una torta nuziale con delle mazze da baseball e
parte della panna finì in faccia a Brian per mano mia, poco dopo ricevetti lo
stesso trattamento.
Ci
fu un’intervista su come ci eravamo conosciuti e altre cose così.
“Shaddy,
quindi conoscevi Syn da prima che si sposasse?” “Di più, sono stata una
damigella della sposa” “Allora occhio alle ragazze che sceglierai!” disse
l’intervistatore “Si tranquillo, stavo già pensando di metterci delle
ultraottantenni o qualcosa di simile” “Fatti sentire dalle ragazze, ti
uccidono” commentò Brian “Ssshh Haner! Comando io, tu devi solo dire si e
pagare metà della festa”.
Beh,
fu divertente e finimmo su diversi giornali, anche se ufficialmente solo su
Revolver (e in copertina, gente). Resta il fatto che anche il nostro matrimonio
ci fruttò qualcosa economicamente parlando.
Un
anno passò più in fretta di quanto potessi pensare, fra il tour di promozione
del nostro ultimo album (diventato doppio disco di platino e disco d’oro in
Italia, oltre che in un’altra dozzina di paesi) e gli Avenged che continuavano
imperterriti, con il loro posto assicurato nella storia del metal.
Noi
continuavamo a mettercela tutta per raggiungerli e c’è da dire che avevamo
raggiunto in cinque anni i risultati che loro avevano raggiunto in dieci e
ormai tutto il mondo ci conosceva.
Penso
che il momento più imbarazzante di questi dieci mesi però, fu quando ci
rendemmo conto di non riuscire ad organizzare un cazzo per il matrimonio mentre
eravamo in tour e dovemmo rivolgerci a l’unica persona che sapevamo in grado di
tale impresa che a noi sembrava titanica: Valary Sanders (anche nota come: la
diBenedetto superstite).
“Mi spieghi tu come vogliamo fare? È
l’unica” “C’è Alice!” “Alice non ha mai organizzato un matrimonio e poi troppo impegnata, lo sai meglio di me” “Cazzo
Bri…che figura di merda….Mi sputa in faccia, me lo sento, questa è la volta
buona che lo fa” Dissi mentre suonava il campanello.
“S-sul serio?” balbettai guardando la
biondissima signora Sanders “Certo! Grazie infinite!” “M-ma Mich….” “Solo
perchè è mia sorella non significa che condivida tutte le sue scelte. Ha
sbagliato e non può più rimediare” “Ah….” Sembravo un’ebete, me lo sentivo, ma
meglio così. Mi voltai verso Brian che aveva un sorrisetto soddisfatto davvero
odioso, ma che adoravo (si, è un controsenso, lo so).
“Se non la pianti ci vai in barella
all’altare”lo minacciai, ma lui continuò inperterrito “Che ti avevo detto?”
alzai gli occhi al cielo, esasperata. Ma davvero volevo sposarmelo quello lì?
Lo guardai meglio e mi venne da
sorridere.
Si decisamente, era l’unico che avrei
sposato volentieri.
Eravamo
all’aeroporto e aspettavamo i miei parenti dall’Italia: una trentina in tutto.
Logicamente c’era anche Erica, ma lei era già arrivata da un paio di giorni.
Comunque,
c’eravamo io, Brian e l’autista del pulmino che avevamo noleggiato (sarebbe
stato impegnativo in un altro modo). Con mezz’ora di ritardo, una banda di non-
scalmanati italiani (non- scalmanati, perchè provavano a fare gli adulti tutti
d’un pezzo, ma sembravano comunque dei bambini casinari) arrivò ad Huntington
Beach e invase l’ingresso dell’aeroporto facendosi riconoscere per bene.
La
prima ad arrivare al traguardo fu Angela che pensavo mi corresse incontro, ma
alla fine deviò su Brian.
“Ehi!”
esclamai io “Non rompere!” mi rispose mia sorella. Il mio fidanzato intanto rideva soddisfatto e sciolse l’abbraccio con lei
“Haner ha quindici anni, non fare il pedofilo” “Dai Haner, fai il pedofilo” lo
incitò lei “Mi fate paura! Siete uguali!” “No, sono meglio io” dicemmo
contemporaneamente e Brian cominciò a ridere come un pazzo.
Salutati
tutti i parenti, l’infilammo nel pulmino, mentre i miei genitori vennero in
macchina con noi.
“Allora! tutto pronto?” chiese mia madre, mentre mio padre continuava a
fissare fuori dal finestrino come un bambino “Si, tutto perfetto” dissi io, tranquilla “Dove si svolgerà?” chiese mia madre, buttando uno sguardo su suo
marito che sembrava sempre più stupido.
“In una villa che abbiamo affittato per
l’occasione” “Inizialmente volevamo farlo a casa nostra, ma poi ci è sembrato
scomodo” disse Brian, in italiano,
sorridendomi e io gli risposi nello stesso modo per incoraggiarlo. Era davvero
soddisfatto di aver imparato qualcosa di italiano.
“Brian! Parli italiano?” disse mia madre,
stupita “Un po’, sua figlia è un’ottima insegnante”
“Ci credo poco” commentò divertito mio padre “Oh no! Davvero, mi sta impegnato
un sacco di cose” “Insegnato, Bri”
“Scusa” disse divertito. “Beh,
complimenti. Come lingua è davvero difficile” commentò mia madre “Un pò, ma ho imparato molto grazie a tutti
gli insulti di Cass” scoppiammo tutti a ridere, anche se non era proprio
una battuta.
Brian
P.O.V.
Suo
nonno mi metteva paura.
Ve
lo posso assicurare, io che di gente ne ho vista di tutti i tipi, mi facevo
intimorire da un ottantenne italiano. Non era tatuato, non era alcolizzato e
non si vestiva in modo sgargiante o strano. Era alto quanto me, dal fisico
migliore che avessi mai visto su un ottantenne anche se fumava anche più del
sottoscritto (a detta di Cass). Ma non era una persona qualsiasi. Il suo
sguardo incuteva terrore e la sua voce ancora di più (fumava da solo Dio si
ricorda quanto tempo e sembrava il doppiatore italiano dell’esorcista). Mi
faceva venir voglia di buttare le sigarette e allontanare le mani dalla
nipotina.
Cristo
Santo! Com’era possibile? Quegli occhi scuri e stretti sembravano scavarti fino
a dentro l’anima e non è una cosa molto piacevole quando hai un passato come il
mio e vuoi sposare la nipote di una persona del genere. Shadows incazzato al
confronto sembrava una bimba capricciosa.
E
io che credevo che Cass fosse strana…. Fra la madre, identica a lei ma più
intelligente (e questo mi spaventava, viste le facoltà intellettive della mia
ragazza) e il nonno predatore (fra l’altro padre della madre) mi sembrava già
tanto che fosse uscita (più o meno) sana di mente.
La nonna no, la nonna era bassina e sorridente. Forse non era molto abituata alla gente
tatuata, ma sembrava una brava persona. Come cazzo aveva fatto a passare più di
metà della sua vita con il Predatore?
Per quanto riguarda la madre, Lucia, mi sarei sposato
pure lei. Era intelligente, cucinava meglio di Cass (alcuni suoi esperimenti
gastronomici li ricordano anche i pompieri) e sembrava non fidarsi troppo di
me, fino a quando non l’avevo chiamata per chiederle dell’anello. Con quella
mossa avevo preso due piccioni con una fava: mi ero fatta consigliare dalla
persona che conosceva meglio i gusti di Cass e mi ero anche ingraziato la
suocera. A detta di Cass era un tantino riluttante verso i divorziati, ma che
gli piacevo.
Meno male….
Antonio (il padre) boh. Sul serio, non saprei che
dirvi. Non conosceva l’inglese, io conoscevo poco l’italiano e quindi non
c’erano grandi discorsi, ma mi faceva uno strano effetto. A parte che avevamo
lo stesso taglio d’occhi (solo che a lui erano tipo color pistacchio), ma aveva
uno sguardo a metà fra il malizioso e lo strafottente.
Angie (la sorella) era la copia esatta di Cass alla sua età, solo
con i capelli lunghi e senza occhiali. Totalmente fuori di testa, intelligente,
canta benissimo, suona la chitarra davvero bene.
Mattia (il fratello) era un Sanders separato alla nascita. Sapeva
divertirsi, passava le ore davanti alla Play Station, a volte cominciava a fare
il duro (e visti i muscoli faceva anche lo stesso effetto dei Sanders) e
parlava inglese!
C’erano anche Giulia e Pietro, lei era incinta di sei
mesi e risultava totalmente insopportabile e lagnosa. Un motivo in più perché
non avere figli se Cass rischiava di diventare così…
C’erano un’altra infinità di parenti, ma meglio non
mettersi a commentarli uno per uno.
Una
volta sistemati i bagagli, le donne vollero vedere tutti i regali di nozze
ricevuti. E quando dico tutti, dico proprio tutti. A detta di Cass da loro
avremmo ricevuto argenteria, piatti, bicchieri e coperte.
“Coperte?”
Ma che cazzo di regali sono? “Si, poi ti farò vedere…”
A
me l’Italia sembrava un paese sempre più strano…..
“Ehm…accomodatevi…” dissi (non senza sforzo) agli uomini che si erano
trascinati dietro le signore.
Il
nonno si sedette al tavolo con una lentezza agghiacciante, e dopo aver acceso
la sua sigaretta estrasse un mazzo di carte che non conoscevo e si mise a
giocare da solo. Mah.
Chiacchierai
un po’ con Mattia che faceva da traduttore ad Antonio e Michele, padre di
Giulia e marito di un’altra zoccola, a detta di Cass (ma che bella famiglia!).
Aveva un’aria altezzosa e stava sempre perfettamente dritto, un po’ come se gli
avessero ficcato una scopa su per il culo, per intenderci.
Dei
presenti l’unico a fumare era il nonno. Per il nervosismo provai anche io, ma
non riuscii a trovare l’accendino. Il Predatore alzò un occhio su di me (come a
puntarmi per spararmi addosso) e estrasse l’accendino dalla tasca. Aspettò che
avessi acceso e tornò a giocare “Grazie”
“Figurati” sembrava che le pareti della sua gola fossero grattugie.
Dopo
un po’ mi guardò e disse qualcosa che non capii. Guardai Mattia.
“Che
ha detto?” “Ehm… Brian, tu vai a caccia?” disse il bruno, perplesso “Ehm…
qualche volta con mio padre, ma che c’entra?” “Ha detto che hai l’occhio di chi
spara” Che avevo io? Oh Cristo. Ma perchè avevo chiesto a Cass di sposarmi?
Forse era anche per questo che inizialmente mi aveva detto di no… perché non la
ascolto mai?
“Comunque
diglielo che a volte vado ancora con mio padre e che ho una collezione di armi”
Stette un po’ a parare col nonno (completamente impassibile) che poi rispose
qualcosa. Mattia mi guardò.
“Ehm…
gli fai vedere la collezione?” “Ehm…
Certo. Mi seguah” Dissi alzandomi e il nonno mi seguì senza fare il minimo
rumore (era agghiacciante, sul serio: avrebbe avuto una carriera da cecchino
assicurata se la vista glielo avesse permesso).
Lo
portai nella stanza in cui avevo relegato tutte le armi, solo un paio di fucili
erano rimasti in bella vista sul camino (si, sono di pessimo gusto, ma quelli
non si toccano: erano del mio di nonno, morto nel 2009).
C’era
un po’ di tutto: armi bianche, automatiche, da caccia... tutte tenute in
perfette condizioni e legalmente. Il nonno si mise a guardare una doppietta.
“Posso?” “Certo” la prese dal muro e la imbracciò, puntandomela
contro. Ingoiai a vuoto, terrorizzato. “Bom!”
fece e cominciò a ridere della mia faccia terrorizzata. Oh Cristo. Meno male
che erano scariche. “Tranquillo, non ti fa niente” provò a rassicurarmi Mattia,
divertito “Sicuro?” dissi terrorizzato, ma il ragazzo mi sorrise tranquillo.
Disse
qualcosa a Mattia e sorrise. Si, sorrise e fu ancora più agghiacciante di
prima. Mattia rise a sua volta e si voltò verso di me.
“Sai
che Cass una volta ha provato a sparare?” “Chi ha ucciso?” “Le mutande di mia
nonna” rimasi scandalizzato e cominciai a ridere.
“Come?” “Doveva essere il 2002
e nonno le ha fatto provare con un fucile identico a questo” La doppietta che
aveva il nonno. “Premette il grilletto e andò quasi per terra per il rinculo. Quando
andammo a controllare se aveva beccato il bersaglio, lo scoprimmo intatto. Più
dietro però c’è il filo con i panni stesi ad asciugare: aveva bucato tre
mutande di mia nonna” cominciai a ridere a crepa pelle.
“Ancora la prende in giro” disse il nonno ridendo e facendo un segno della
testa verso il nipote.
Questa
cosa non me l’aveva mai raccontata. Beh, in fondo il nonno non era poi così
male.
Suonarono
alla porta e mi congedai per andare ad aprire. Quando mi trovai davanti Matt
(Sanders) lo abbracciai. “Non puoi capire cosa sto passando” dissi mentre mi
separavo da lui.
“Ehi,
buongiorno! Io speravo in qualche cugina carina…” “Se, credici. Fatti sentire
da Val e ti uccide” “Nervoso, eh?” a quel punto sbucò il Predatore dal
corridoio, col solito passo felino. Matt rimase impietrito a guardarlo, mentre
puntava diritto verso di noi.
“Ma
chi cazzo stai per sposarti, Bri?” “Cass, ma il nonno è da brivido” il
Predatore offrì la mano a Matt che la strinse mezzo terrorizzato e accennò un
sorriso, mentre lui diceva “Sei un amico
di Cass?” “Che ha detto Bri?” il mio cantante mi guardava fra il perplesso
e la faccia da protagonista di un film horror “Si, ma è di più amico mio. Si chiama Matthew” “Matteo” “No, Matthew” insistei io “Ah… ma come siete americani” e se ne andò in cucina.
“Ma
chi cazzo è quello?” chiese Matt voltandosi verso di me,
ancora nell’ingresso
“Il nonno materno” “Non voglio immaginare quello
paterno…” “E’ morto”
“Ah….”
“Eh si. Vuoi conoscere il padre?” “Te la devi sposare
tu, mica io” “Sei un
pezzo di merda lo sai? Vee lo avrebbe fatto” “Vee sarebbe
scappato dopo aver
visto il nonno” “Non fare il rompipalle, Shad, vieni”
dissi maligno, tirandolo
per un braccio “Ok”.
Dopo
le presentazioni, con Mattia che faceva da traduttore, Matt si voltò e disse.
“Ti
somiglia” “Come?” “Tu e il padre avete lo
stesso sguardo” “Quindi non è solo
una mia impressione…” “Beh, se è come te,
tanti auguri” “Che intendi dire?” “Se
tu sapessi che tua figlia sta per mettersi con uno come te- e tu ti
conosci- che
faresti?” “La rinchiuderei in un convento, ma lui non sa
quanto amo sua figlia
e cosa ho fatto per lei” “E invece lo sa, per questo non mi
ha ancora sputato
in faccia. Ciao Shad” disse la mia ragazza buttandosi su una mia
spalla per
salutare il mio cantante “Ehi Omonima” disse lui
incasinandole i capelli.
“Visto
il nonno?” “Si” cominciò a ridere, guardando in faccia a tutti e due “Visto che
ad alcune persone non servono tatuaggi e i piercing per incutere terrore?”
disse sicura di sé.
Avevo
l’impressione che quei cinque giorni prima del matrimonio sarebbero stati molto
lunghi.
Ta daaaaaaaan! DD:
Okokokokok! Prima parte del
matrimonio v.v
Se
volete vedere l’anello, cliccate qui, cari:
http://www.temporo.it/images/40.jpgp.jpg
Detto
questo non mi viene granché da dire, tranne che voglio ringraziare il mio
grande tesoro _diable_ e una new entry Victorias Nighmare :D
Beh,
fra un po’ devo andare a musica e adesso vado a perdermi nei meandri del fandom
dei My Chem che mi è stato caldamente consigliato v.v
A
lunedì prossimo v.v
The
Cactus Incident