Boh…prima di
regalare tutto il mio prezioso tempo allo studio, mi concedo di postare questa breve ff
senza pretese…un pensiero, una riflessione di Hermione alla fine del sesto anno.
Bye
bye!
Tess
SEDICI
ANNI
Sono
noiosa.
Mortalmente
noiosa.
Tendo
a ripetere sempre le stesse cose…ne sono ben consapevole.
E
nonostante sappia che in questo momento preferireste essere da tutt’ altra parte
a divertirvi - non negate…ve lo leggo negli occhi - cederò ancora una volta a
questo mio difetto.
Poi
potrete andarvene a Mielandia a ingozzarvi di dolciumi…al campo di Quidditch a
tifare per la vostra squadra… o dove vi pare.
Ora,
però, rimarrete qui in silenzio, ad ascoltare ciò che ho da
dire.
Una
volta in più.
Ancora
e ancora, se necessario…perché tutti voi lo abbiate ben chiaro nella testa.
Sedici
anni sono troppo pochi.
Ma
lo erano anche quindici a ben pensarci, e quattordici,…e tredici,…e dodici…per
non parlare di undici.
Allora,
però, tutto appariva nuovo, ammantato di splendore e
meraviglia.
Con
un bagaglio di sogni troppo ingombranti per essere chiusi in un sottoscala, con
l’ingenua speranza di un bambino a cui l’infanzia è stata negata, il mondo che
si aprì improvvisamente di fronte a quei grandi occhi verdi si erse come uno
scudo per cullarlo nella sua ingenuità.
Sedici
anni sono troppo pochi.
E in
fondo, però, lo sarebbero anche diciassette,… e diciotto, e diciannove,…e
venti.
Non
si è mai troppo “adulti” per affrontare tutto questo.
Ma
le sue esili spalle di bambino cresciuto troppo in fretta, invece di curvarsi
sotto l’orribile peso, sono diventate sempre più forti…anno dopo anno…undici,…e
poi dodici,…e poi tredici, e quattordici,…e ancora quindici,…e adesso
sedici.
Ogni
ferita, una cicatrice in più, non visibile quanto quella che si porta sulla
fronte, marchio indelebile di un destino già segnato, ma sempre più
dolorosa.
Sedici
anni sono troppo pochi.
Ma
lui va avanti, prosegue per la sua strada, in salita, su, sempre più su, perché
sa che è là che deve arrivare…in vetta.
E
noi lì, accanto a lui, a soffrire con lui, a gioire con lui…a rendere un po’ più
credibile questa parvenza di quotidianità…per lui.
Da
sempre, sempre e per sempre.
Sedici
anni sono troppo pochi.
E,
passo dopo passo, un pezzettino della sua anima, stanco, si siede a riposare.
Decide
di rimanere indietro, per segnalare il suo passaggio a chiunque verrà dopo di
lui.
A
chiunque rimarrà dopo di lui.
Dopo
che lui se ne sarà andato.
Perché
lui ci lascerà.
Lo
sento, lo sta già facendo.
Se
non fisicamente, con la sua mente è già altrove, in un posto dove noi non
possiamo raggiungerlo, nonostante i nostri sforzi.
Sedici
anni sono troppo pochi.
Lo
avete chiamato in molti modi, gli avete dato mille nomi
diversi.
Noi
invece, ne conosciamo soltanto uno.
Gli
avete chiesto di salvarvi e di proteggervi.
Noi
invece, sappiamo che è lui quello da salvare, è lui quello da
proteggere.
Fino
alla fine.
Sedici
anni sono troppo pochi.
E se
qualcosa dovesse andare storto, non incolperò il Destino, nè il Fato…e neppure
il suo più acerrimo nemico.
Sarete
voi i colpevoli, voi i responsabili.
Nascosti
nelle vostre case, al sicuro, insieme alle vostre famiglie, mandando avanti un
ragazzo solo - un ragazzo di sedici anni - a “fare il lavoro sporco”, come se il
fardello che gli grava sulle spalle fosse solo affar suo.
Sedici
anni sono troppo pochi.
Perché
se lui quel giorno non dovesse tornare da noi, a voi rimarrà un nome da inserire
nei libri di storia, una leggenda da tramandare e nulla più.
Un
involucro senza sostanza.
Sedici
anni sono troppo pochi.
E a
noi?
Ditemi,
a noi cosa rimarrà?
Senza
il suo sorriso, i suoi occhi, la sua voce, il suo cuore e la sua anima, a noi
cosa rimarrà?
Mi
fate pena, lo sapete?
È
inutile che facciate finta di non capire, che abbassiate lo sguardo,
imbarazzati.
Ve
lo dico io cosa ci rimarrà di lui.
Un
ricordo.
Un
ricordo lungo sedici anni.
Ma sedici
anni sono troppo pochi.
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