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Autore: Black Mariah    05/03/2012    5 recensioni
Frank è allibito.
-Oddio spogliarelliste!-esclama come un bambino che per la prima volta vede una donna nuda. -Oddio spogliarelliste con le divise di Hogwarts!- ripete ancora più eccitato.
Le due ragazze scoppiano a ridere e dopo averlo stuzzicato un'altro po' ritornano tra le altre.
-Grazie, grazie, grazie!- continua a dire Frank muovendosi da sulla sedia, battendo le mani e assumendo un'espressione da bambino.
Io e Ray scoppiamo a ridere.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sono alquanto depresso e scazzato e sinceramente mi sono rotto le scatole di questa storia. Del suo comportamento criptico e sfuggente e di tutto il resto. Ho capito che è bella. Ho capito che ha rubato il mio cuore e la mia mente…ma non può comportarsi in questa maniera ogni volta…cioè io non ho da perdere tempo, e non voglio nemmeno essere preso in giro soprattutto.
Mi scaravento sul mio divano e faccio zapping con il telecomando. Ripenso alla caffetteria e alla strana cosa capitata…lei che mi sta per dire qualcosa, quella testa di cazzo di Clive che esce dal nulla e inizia a parlare a vuoto, Annabelle che è alquanto sconvolta e imbarazzata e che poi fugge via così…come se a farle qualcosa fossi stato io…Boh, non so più che pensare…
Mentre sono assorto nei miei pensieri sento suonare il campanello…chi cazzo è? Ok, sono decisamente scazzato e incazzato con il mondo.
Apro la porta come se dietro ci fosse qualcuno con cui prendermela e rimango quasi colpito e sorpreso…
-Gerard scusami…- mi dice con quegli occhi blu da far paura…quasi dispiaciuta.
Non credo di essermi mai comportato male con lei fino ad ora ma per non risponderle male mi giro e basta, ritornando  sul divano.
Lei entra e si chiude la porta alle spalle. Mi sta guardando mortificata.
Io mi giro a guardarla. Non ce la faccio a fare il duro, con lei soprattutto.
-Non…non preoccuparti…- mento.
Fa un passo verso di me.
-Non è vero…- mi dice come se ha capito che sono arrabbiato, come se ha capito che sono stufo di questa situazione. -...e hai ragione su ogni cosa…sul mio comportamento e su tutto il resto…ma Gerard…io…devo dirti una cosa…- mi dice avvicinandosi di più vero di me. Non mi interessa cosa ha da dirmi. Il fatto è che io quasi la amo e lei gioca a scappare e ad avvicinarsi a me.
Mi passo una mano tra i capelli e questo forse desta qualcosa in lei o semplicemente inizia a respirare più velocemente…così, per gusto.
-No…non devi dirmi niente…- brontolo -…anzi, sono io che devo dirti una cosa…è vero…mi sono stufato di questa situazione e stamattina è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso…ma non mi interessa…e lo sai perché? Perché mi sono innamorato di te…e tutto il resto non conta…perché a me basta guardarti negli occhi…e…io credo di amarti…anzi no…io ti amo…Ma tu no invece…ed è questo che mi tormenta…- dico tutto velocemente, guardando il suo viso che cambia espressione.
E’ emozionata quasi come una bambina davanti alle caramelle, davanti al suo primo giocattolo…Adesso deglutisce e respira velocemente…di nuovo.
-Tu…cosa?- mi chiede di nuovo come se non avesse capito, anche se lo ha fatto benissimo.
-Hai sentito…io ti amo…ma tu no…per questo mi eviti…te ne sei accorta e ti comporti di conseguenza…-
Ok, ora me la sto tirando un po’. Sicuramente lei non si comporta così volontariamente ma fare la parte del cucciolo indifeso che non riceve cure mi piace…anzi, magari la smuove un po’.
-E chi ti dice che per me non è la stessa cosa?- mi domanda lei, a sorpresa devo ammettere. La sua voce è anche arrabbiata, come se avessi detto una sciocchezza.
-Me lo dicono i fatti- ribatto con le mani ai fianchi. Le mi guarda quasi come se mi volesse…non so…sono sicuro che mi vuole fare qualcosa…di preciso non so.
-Quali fatti? Solo perché non ti sbavo dietro come fa tutto il resto della popolazione femminile, vuol dire che non sono interessata a te? O che non provi niente nei tuoi confronti? Dio, Gerard ma che ti devo fare i cartelloni?- mi dice.
Io la ascolto quasi allibito…cioè ora da vittima sono passato al carnefice?
-Beh…dato che ti ho detto di amarti mi aspettavo una reazione un tantino diversa da parte tua! Se davvero mi ami avresti dovuto rispondermi “ Gerard, anche io ti amo”, ma a quanto mi pare non l’hai fatto!- dico. Non sono nemmeno arrabbiato…sono semplicemente curioso di sentire cosa mi dice.
Mi guarda un momento in silenzio e poi mi dice qualcosa a bassa voce.
-Ti amo anche io…e non lo dico solo perché sei stato tu a dirmelo…è solo che io sono fatta così…le cose non le dico, me le tengo tutte dentro…-
La sua voce è dolce e quasi le credo, anzi…in questo momento non mi interessa. Mi avvicino verso di lei…e non mi interessa nemmeno che mi ha detto che mi ama.
-Ripetilo…- mi dice facendo un passo verso di me. –Senza essere arrabbiato questa volta- aggiunge facendo un sorriso.
Io la guardo avvicinarsi e sorridere delicatamente…come ho potuto arrabbiarmi con lei?
-Cosa devo ripetere?- le dico stringendola fra le braccia e sorridendole…so che il mio sorriso le piace.
-Lo sai cosa…- mi dice respirando veloce.
-Perché dovrei farlo? A te non interessa…- dico con voce bassa. La sua mano è sul mio viso e i suoi occhi sono incatenati ai miei. Sento le sue curve sul mio corpo e sono quasi estasiato.
-Finiscila di dire cretinate…- mi sussurra.
-E tu finiscila di far finta che ti importi- le dico.
-Ti amo- mi dice sfiorandomi le labbra con le sue, e provo qualcosa di già sperimentato, qualcosa che ho già provato in precedenza…Inizio a perdere un appoggio sicuro sotto i piedi…
-Non ci credo…ma ti amo anche io…- rispondo inspirando il suo profumo.
-Ho detto che ti amo…e quando lo dico vuol dire che è vero…altrimenti non te l’avrei detto…- mi dice passandomi una mano tra i capelli e stringendoli tra le dita.
-E’ una sciogli lingua per caso?- dico ironico.
-Devo dedurre che nemmeno tu mi ami…dato che mi aspettavo una risposta un tantino diversa…- mi dice, alludendo alle stesse parole che le ho detto prima.
Chino un po’ di più la testa e la bacio…era da tanto che non lo facevo. Le schiudo le labbra con la lingua e poi inizio a muovermi dentro la sua bocca e lei fa lo stesso…fino a non respirare più.
-Ti amo anche io…- le rispondo sussurrandoglielo nell’orecchio e con la coda dell’occhio la vedo sorridere.
Lei si protrae di più verso di me e mi bacia ancora, portando le mani sulla mia vita e avvicinandosi di più a me.
E’ la prima volta che la bacio così, forse è la prima volta che do’ un bacio così. La sua mano sul mio petto e l’altra sul collo mi creano tanti brividi dietro la schiena.
Forse questa è la prima volta che mi desidera davvero, più di quella volta a casa mia quando ci interruppe Frank, più della prima volta sul molo, quando accadde quella cosa inaspettata per entrambi.
Mi bacia il collo e sento la sua lingua calda sulla pelle. Le stringo i fianchi e la avvicino di più verso di me. Solo ora mi accorgo che il vestito nero che porta è leggero, così leggero al punto tale da poter sentire l’intimo che porta sotto di esso.
Ci baciamo ancora, il suo respiro affannato mi eccita, come mi eccitano le sue mani dietro la mia schiena. Mi spinge verso il divano e mi fa sedere. E’ a cavalcioni sopra di me e io le tengo le gambe. Faccio scivolare le mie mani sul suo bacino, toccandola dappertutto. La sua pelle è morbida e profumata e non ho mai visto Annabelle in questo modo, così sfrontata, così volenterosa…di me. Non lo so se quello che sta facendo è vero, come se è vero che mi ama, e per quanto io la desideri, non voglio che lei lo stia facendo per me, per quello che le ho detto. Lei non ha da dimostrarmi niente, né tanto meno deve assecondare le mie voglie. Ma le sue labbra…il suo respiro…i suoi seni sul mio petto…io non resisto…
Mi accarezza delicatamente il viso mentre con le labbra cerca le mie, le sue mani scendono lungo la mia pancia, fino ai jeans. Mi esce la maglia fuori dai pantaloni e cerca di tirarmela via.
Non è l’unica che si vergogna di qualcosa...
Prima che mi sfili la maglia del tutto la blocco…c’è una cosa che devo farle vedere…lei probabilmente non capirà, ma voglio che veda…il mio corpo non è perfetto.
-Aspetta- le dico tra un respiro e l’altro. Le fermo le mani e lei si ferma, continuando a respirare veloce.
Mi guarda negli occhi in una maniera strana e io penetro le sue iridi azzurre come non ho mai fatto con nessuna.
-Io…non ho un bel fisico…- le sussurro quasi spaventato, come se volessi metterla in guardia da quello che potrebbe vedere da ora a cinque minuti.
-Ma che diavolo dici?- mi dice con voce bassa, guardandomi le labbra e rubandomi un altro bacio.
-No davvero- le dico più convinto. –Da piccolo io ero…alquanto…grassoccio- aggiungo imbarazzato. Non mi era mai successa una cosa del genere prima, ma lei mi inibisce, lei è perfetta e io no, quindi deve saperlo.
Mi sfilo la maglia e le mostro i segni della mia infanzia, ancora indelebili sulla mia pelle. Lei mi guarda e poi con fare dolce, come se non gliene importasse nulla di quello che ero, mi accarezza il petto per poi seguire con le dita, come se suonasse il piano, la linea di una smagliatura.
-Non mi interessa…- mi sussurra nell’orecchio. –Ti voglio così come sei- aggiunge e mi bacia il petto, le clavicole, il collo e poi le labbra.
Credo che i miei pantaloni stiano per scoppiare.
Senza dire niente le sollevo il vestito, giusto il necessario per scoprirle le gambe e poi inizio a sbottonarmi i pantaloni. Non voglio farlo qui, sul divano, vorrei stare comodo sul letto, tra le lenzuola di seta pulite e profumate, ma non mi va nemmeno di spostarmi e di staccarmi da lei.
Mi aiuta a tirare giù la cerniera e poi si avvicina di più a me, mettendosi direttamente sul mio bacino. Geme leggermente sentendomi sotto di lei e poi mi sorride debolmente, come a volermi dire che le piace, che io le piaccio.
Salgo con le mani fino al suo petto e le abbasso le maniche a sbuffo del vestito, prima la destra baciandole la clavicola, poi mi dirigo verso l’incavo del collo seguendo il suo profilo con la punta del naso e la bacio di nuovo, la sento spingersi di più tra le mie gambe, sulla mia erezione che quasi mi fa male e poi…poi succede qualcosa di strano. Qualcosa che non mi sarei mai aspettato.
Mentre la tocco e la bacio, le abbasso l’altra spallina e con la coda dell’occhio vedo qualcosa, qualcosa che avevo già visto tra la penombra.
La sento respirare veloce, non vuole fermarsi dal baciarmi, ma io invece devo, perché c’è qualcosa che non va.
Giro gli occhi e guardo di sfuggita quella macchia nera che ha sulla spalla sinistra…
-Hai…hai un tatuaggio?- le chiedo quasi spaventato continuando ad avere l’affanno.
Sente questa mia domanda e si blocca, come se avesse appena fatto una cazzata, come se si fosse fermata a pensare su qualcosa.
Dischiude un po’ le labbra e poi inizia a respirare più velocemente, non per me, non per l’eccitazione…per qualcos’altro.
Le guardo di nuovo il tatuaggio e mi sento quasi morire…
Non è una coincidenza, né tanto meno un caso.
E’ un fiore, è lo stesso fiore che mi tormenta da quasi un mese.
Si aggiusta il vestito, si rialza le spalline e poi si leva da sopra di me. Si passa le mani tra i capelli e continua a respirare veloce.
Io rimango sul divano, senza maglia, con i pantaloni slacciati e quasi immobile, con una consapevolezza in più e con migliaia di certezze in meno.
Improvvisamente squilla il telefono, il mio telefono, e non so se rispondere o rimanere a guardarla mentre è ancora davanti a me.
Allungo la mano sul tavolino di cristallo affianco al divano e rispondo al telefono.
-Che c’è Mikey?- dico atono. Lei è ancora davanti a me. Girata di spalle.
Non ascolto nemmeno una parola di quello che mi dice mio fratello. So solo che lo liquido dicendo che ho da fare, che lo richiamerò più tardi e sono anche sicuro che di certo non lo farò.
-Annabelle…- dico piano, cercando di trovare le parole giuste…non voglio crederci…è…impossibile…
-Devo andare…- mi dice a bassa voce, non girandosi dalla mia parte.
-No- le dico una volta per tutte. Non può andarsene.
-Per favore…- quasi mi supplica –Mi dispiace…- aggiunge.
In un baleno mi rimetto la maglietta, mi alzo e vado verso di lei.
Non voglio nemmeno pensare a cos’è, a cosa fa la sera, e a tutte le bugie che mi ha detto.
-Per tutto questo tempo…Sei sempre stata tu…- dico più a me stesso che a lei.
Lei è…Dio santissimo, è la spogliarellista…tutti quegli uomini, tutti quei ragazzi che ogni sera la guardano mentre è quasi nuda…tutti quegli uomini…come me...La mia Annabelle…indifesa, dolce e pura…
Come un puzzle tutto si ricollega nella mia mente e lentamente capisco…tutto questo tempo…ha avuto una doppia vita.
Mentre penso, mentre i pensieri affollano la mia mente come il traffico di Los Angeles alle otto di mattina, sento chiudere la porta d’ingresso, e non appena alzo gli occhi, davanti a me non trovo nessuno.
Se n’è andata di nuovo, lei e le sue bugie, lei e le sue menzogne.
E pensare che le ho appena detto di amarla…e lei l’ha detto a me…non sono più convinto di niente, non credo più a niente.
Una spogliarellista.
La mia spogliarellista.
Annabelle.
Che diavolo stai facendo?



***
Ebbene eccomi ritornata anche con questa storia :D beh, che dire questo capitolo è un po' sconclusionato però, non so, a me piace parecchio! spero che vi piaccia e che non vi abbia deluso! come sapete a questo link potete trovare la mia pagina facebook da dove potete seguire tutti gli aggiornamenti! Un bacio!!
 
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