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Autore: Soly_D    05/03/2012    3 recensioni
Il principe dei saiyan, Vegeta, e il suo fedele amico/nemico Kaaroth (Goku per gli amici) hanno appena sconfitto Freezer. Cosa li spingerà a recarsi sulla Terra? Chi sarà a cambiare i loro progetti?
[Goku/Chichi & Vegeta/Bulma]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco il nuovo capitolo... Come vedete dal disegno, ci sarà un colpo di scena e succederà una certa cosa... ^.^
Sono felice che il numero delle preferite e seguite aumenti ogni giorno, anche se le recensioni sono poche...
Mi farebbe piacere un commentino ino ino anche per questo capitolo!
Buona lettura!

chichi piange per goku arrabbiato

12. Sentimenti contrastanti
I due saiyan lasciarono nelle mani di Bulma la navicella con cui erano arrivati sulla Terra, in modo che fosse adibita a “stanza speciale per gli allenamenti”.
La giovane scienziata rimase davvero impressionata di fronte alle richieste che Vegeta e Goku le avevano fatto riguardo al progetto della camera: nessun comune essere umano sarebbe riuscito ad allenarsi a gravità 300, in una stanza isolata dal resto del mondo, con robot che mandavano ovunque sfere d’energia!
Bulma apprese, in questo modo, che i saiyan erano combattenti ineguagliabili e privi di limiti, vere e proprie macchine da guerra.
Inoltre, nell’arco di tempo necessario alla realizzazione della camera, la ragazza ebbe modo di conoscere meglio i suoi due ospiti. Come aveva già intuito, Goku era un ragazzo davvero buono e dolce, forse un po’ ingenuo e infantile. Vegeta era scortese, arrogante e orgoglioso: durante il lavoro doveva sempre subire le sue lamentele e i suoi rimproveri. Non le dava mai un attimo di tregua.
- Allora donna, a che punto sei?
- Prima di tutto, non chiamarmi donna! Io ho un nome: Bulma! E poi smettila di farmi pressione, altrimenti commetto errori e addio camera per gli allenamenti!
- Tsk - era la risposta di Vegeta quando voleva chiudere il discorso.
E così lo vedeva voltarsi facendo una smorfia di noia e disgusto, per poi allontanarsi con passo lento ed elegante, in una postura quasi regale. Si, con quell’alone di fascino e di mistero che lo circondava, Vegeta aveva tutta l’aria di essere un principe! Ma bastava fare caso al suo caratteraccio, perché ogni briciola di ammirazione nei suoi confronti sparisse del tutto.
A Bulma bastarono pochi giorni per costruire quella che poi chiamò “Gravity Room”.
- Urcaaa!!! E’ perfetta, Bulma! Sei un genio! - commentò Goku entrando con Vegeta nella navicella, ora completamente diversa.
Bulma sorrise soddisfatta.
- Non perderti in inutili chiacchiere, Kaaroth! Dobbiamo allenarci ora! - disse un alquanto irritato Vegeta, dopo aver dato un’occhiata veloce alla stanza.
- O no, Vegeta, non c’è bisogno di ringraziarmi! L’ho fatto con piacere! - disse Bulma con sarcasmo.
Ma la ragazza, dopo aver ricevuto uno sguardo omicida, si ritrovò subito contro la parete della Gravity Room con Vegeta che le stringeva la gola.
E la sensazione di paura, di smarrimento, di confusione che sentiva stando vicino a Vegeta, riaffiorò anche quella volta facendo ghignare il principe soddisfatto.
Quegli occhi erano neri come la pece, incapaci di esprimere qualunque emozione ma capaci di terrorizzare chiunque fissassero. Lo sguardo di Vegeta era maledettamente intenso e magnetico, al punto che Bulma non riusciva più a distogliere gli occhi da quelli di lui. Il resto del mondo scomparve: vi erano solo loro due, il principe dei saiyan e la scienziata terrestre.
L’azzurro del mare contro l’oscurità delle tenebre.
Caldo e freddo.
Fuoco e ghiaccio.
Due opposti capaci di completarsi.
- V-Vegeta, lasciami! - balbettò Bulma ritornando alla realtà.
La ragazza poggiò una mano sul braccio possente del saiyan, tentando inutilmente di liberarsi. Vegeta la guardò quasi con compassione.
- Non osare mai più rivolgerti a me con quel tono, terrestre! E ricorda che io sono il pr...
- VEGETA!!! - interruppe Goku mettendogli una mano sulla spalla - Non dovevamo allenarci???
Vegeta annuì con la testa e lentamente ridusse la presa con la quale manteneva Bulma sospesa contro il muro, permettendole di tornare con i piedi per terra e uscire velocemente dalla stanza.
La ragazza si chiuse subito in camera sua, desiderosa di rimanere un po’ con se stessa per riflettere.
Si tastò delicatamente il collo per assicurarsi che fosse tutto apposto e si rese conto che non le faceva male. Ciò significava che il saiyan aveva fatto in modo che non sentisse dolore ma che avvertisse ugualmente la paura.
Se solo avesse voluto, Vegeta avrebbe potuto aumentare la stretta e ucciderla. Ma non era successo, ed era sicura che non fosse stato solo merito di Goku: Vegeta quasi lo detestava, ma soprattutto lui stesso diceva di non voler prendere ordini da nessuno.
E allora perché l’aveva risparmiata? Forse perché gli serviva in caso di guasto della Gravity Room? Oppure c’era qualche altro motivo?

Goku impostò la gravità a 50 e si rivolse a Vegeta sorridendo.
- Allora sei pronto?
- Che domanda inutile! Io sono sempre pronto, Kaaroth! Cominciamo subito!
E così i due saiyan iniziarono il loro estenuante allenamento, tra esercizi di riscaldamento vari, lotte corpo a corpo oppure utilizzando i robot costruiti da Bulma.
La gravità passò ben presto da 50 a 100. Vegeta e Goku rimasero nella Gravity Room per tutta la giornata, ma né l’uno né l’altro riuscirono a raggiungere lo stadio del super saiyan.
- Su Namecc ti sei trasformato, perché ora non ci riesci??? - esclamò Vegeta infastidito.
- Su Namecc è stata la rabbia a farmi diventare un super saiyan! Ma ora sono tranquillo, per cui non...
- Vedrò di farti arrabbiare allora! - tagliò corto Vegeta.
Continuarono ad allenarsi per un altro paio d’ore e il principe dei saiyan tentò di far innervosire Goku attraverso insulti di tutti i tipi, ma fu tutto inutile: quella terza classe sorrideva in qualunque situazione, sembrava che non ci fosse niente in grado di farlo arrabbiare.
Quasi
niente...
Poi infatti Vegeta, ricordando il motivo per il quale Goku si era trasformato su Namecc, capì che doveva colpirlo dritto ai sentimenti per raggiungere il suo scopo.
- Come va con la... terrestre? - chiese ad un tratto il principe fermandosi, visibilmente disgustato per il discorso che aveva intrapreso.
- C-cosa? - balbettò Goku perplesso.
- Su, non fare finta di niente Kaaroth! Intendo... con... come si chiama... Chichi!
Goku divenne subito paonazzo in viso e cominciò a ridacchiare come un bambino.
- Come mai ti interessa tanto?
- Curiosità... - rispose Vegeta cercando di apparire il più distaccato possibile.
- Be... direi che va tutto bene... è una ragazza bella, dolce, sincera... direi fantastica! - spiegò Goku con gli occhi lucidi dando il voltastomaco a Vegeta.
- Allora sei... innamorato di lei?
- Uhm? No no, ma cosa vai a pensare??? Io e Chichi siamo solo amici.
- Meglio così.
Goku inarcò le sopracciglia e guardò confuso l’altro saiyan.
- Cosa vuoi dire?
Vegeta, come risposta, indicò con lo sguardo la finestra della Gravity Room e Goku, incuriosito, si avvicinò per guardare.
Nella giardino della Capsule Corporation vi era un grande e moderno velivolo dal quale era appena uscito un ragazzo dal fisico invidiabile e con un folta chioma bionda. Ma ciò che colpì Goku dritto al cuore, fu veder accorrere Chichi e dirigersi verso il ragazzo per accoglierlo con affetto, troppo affetto.
Non appena il biondino la vide arrivare, allargò le braccia e la strinse forte a sé, per poi farla volteggiare e abbracciarla ancora una volta.
E Chichi sembrava felice...
Il misterioso ragazzo la lasciò andare dolcemente e poi si chinò verso di lei.
A causa della distanza, Goku non riuscì a capire se si fosse trattato di un bacio o qualcos’altro.
Ad ogni modo, il saiyan rimase impassibile di fronte alla scena a cui aveva appena assistito. Ma dentro si sentiva bruciare: lo invase una sensazione di fastidio, di smarrimento, di confusione, di rabbia forse.
Incapace di restare a guardare oltre, Goku appoggiò le spalle alla parete della stanza e chiuse gli occhi.
La sua aura aumentò a vista d’occhio, fino a diventare dorata.
I suoi capelli divennero biondi e i suoi occhi color del mare.
Il suo sguardo non esprimeva alcuna emozione, se non la voglia di combattere.
- Non capisco perché ci siamo fermati. - dichiarò Goku dirigendosi verso Vegeta, che ghignò soddisfatto.
I due cominciarono, quindi, una lunga lotta che si protrasse per tutta la notte.
Vegeta convenne che non era ancora in grado di sconfiggere Goku, dato che più volte era stato scaraventato per terra pieno di lividi e graffi.
“Presto anche io mi trasformerò e allora ti batterò Kaaroth, diventando così l’essere più forte dell’Universo!”
A fine allenamento, i due saiyan rientrarono nel palazzo. Dopo una doccia rigenerante, Vegeta andò in cucina a mangiare qualcosa mentre Goku raggiunse la sua nuova stanza, vicina a quelle di Bulma e Chichi.
Quest’ultima era ancora sveglia e, non appena sentì i passi di qualcuno che si avvicinava, si alzò dal letto e uscì nel corridoio.
- Ciao Goku! - esclamò avvicinandosi al saiyan.
Goku si voltò e sentì una fitta tremenda al cuore. Non rispose, limitandosi ad accennare un finto sorriso.
- Come mai non ti ho visto a cena? Non è da te saltare i pasti! - disse la ragazza ridendo.
- Dovevo allenarmi. - rispose lui, rapido e glaciale.
Non era da Goku comportarsi in quel modo, quasi come Vegeta.
- Cos’hai? - chiese preoccupata Chichi, poggiando una mano sulla guancia del saiyan.
Goku osservò confuso quel gesto e respirò profondamente, assaporando il tocco delicato della ragazza sul proprio viso sofferente.
La fissò intensamente, quasi volesse trasmetterle la rabbia che provava.
Poi, con la sua mano, prese quella della ragazza e la allontanò dal suo viso.
- Non ho assolutamente niente che non va - rispose Goku.
Ma Chichi non era affatto convinta.
- E’ successo qualcosa? A me puoi dirlo...
- HO DETTO CHE STO BENISSIMO! - ringhiò Goku con il viso contratto in una smorfia e gli occhi ridotti a due fessure.
Chichi rimase completamente esterrefatta di fronte alla reazione del ragazzo. Non era da lui essere così freddo e distaccato. Sicuramente qualcosa lo turbava.
- Quando vorrai parlarne, sai dove trovarmi.
- Oh... di sicuro tu saresti la persona meno indicata!
A Chichi parve che il mondo le crollasse addosso. Tutto ciò non era possibile...
- Perché? - chiese con un filo di voce.
Goku sorrise. Era un sorriso finto, irreale, un sorriso di scherno.
- Credevo fossi diversa... Ma mi evidentemente mi sono sbagliato...
Infine si voltò e raggiunse la sua stanza, sbattendo con forza la porta.
A Chichi scese una lacrima. Una sola lacrima cristallina nella quale era racchiusa tutta la tristezza che l’aveva invasa in quegli ultimi istanti, dopo aver sentito quelle dolorose parole essere pronunciate proprio dal ragazzo che amava.

  
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