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Autore: Lushia    05/03/2012    1 recensioni
Sawada Tsunayoshi è il grande, amato e stimato (e anche odiato) decimo boss dei Vongola. Lui e i suoi guardiani, grandiosi e irragiungibili agli occhi di persone che li ammirano e li amano, sono impegnati con affari interni e problemi di varia natura tipici di un potente clan mafioso.
E tralasciando le vicende in Italia la nostra attenzione va in Giappone dove si sta formando un'altra famiglia, la famiglia Vongola di undicesima generazione, capitanata dalla psicopatica figlia di Vongola Decimo, che si appresta a voler lottare a tutti i costi per realizzare i loro sogni.
Ma come andrà a finire la loro storia? Potrà essere ricca di emozionanti avventure o non riusciranno nel loro intento?
Seguiamoli assieme nel loro viaggio!
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
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Target 4 - Eh?! Il migliore amico di Nozomi è stato ucciso?!

cover



Il campanello di casa Sawada suonò.
Shinji si trovava davanti al portone con un'espressione abbastanza perplessa e fu lieto di vedere Arina sulla soglia, dato che voleva parlare proprio con lei.
Forse.
In realtà non lo sapeva nemmeno lui, si limitò ad arrossire e ad abbozzare un cenno con il capo.
La donna strabuzzò gli occhi, probabilmente non si aspettava di vedere proprio lui, il quieto e silenzioso guardiano della nebbia, che quando si faceva in disparte era introvabile quasi quanto un ago in un pagliaio. Nonostante lo stupore iniziale lo invitò ad entrare e il ragazzo avanzò, salutando la nonna di Nozomi con un altro cenno del capo per poi affacciarsi sul salotto, dove rimase di sasso nel notare un uomo dai capelli biondi uguale ad Arina.
Non c'era dubbio che fossero fratelli gemelli.

- Lui è Luca, mio fratello. - disse la donna, accomodandosi in salotto subito dopo aver fatto sedere Shinji.
- Uh, si... il fulmine... me l'aveva detto. - rispose, osservando dapprima l'uomo e poi la donna: erano davvero simili, se Luca avesse sciolto i capelli avrebbero avuto anche quasi lo stesso taglio e la lunghezza era suppergiù quella. A differenziarli c'era solo il neo di Arina.
- Hai incontrato Undicesima? - chiese la donna, alzando un sopracciglio.
- Stamattina... ha picchiato due ragazzi che avevano attaccato briga con lei. - rispose lui, tirando fuori i suoi amati tarocchi dalla giacca e lucidandoli con il palmo della mano.

Luca, che non aveva parlato ancora ma sembrava incuriosito dal ragazzo, dopo una bella grattatina del capo decise di esporre le sue curiosità.

- Quindi tu saresti...? - chiese.
- Il Guardiano della Nebbia, Kimitaka Shinji. - rispose lui, alzando gli occhi per osservarlo.
- E' un piacere. Sembri una persona a posto. - si appoggiò sul tavolo, protraendosi in avanti per guardarlo meglio.
- Non dovrei esserlo? - la nebbia si allontanò un po' dal mobile, spaventato dallo sguardo del biondo.
- Considerando i precedenti guardiani della nebbia... - lo sguardo di Luca era ancora fisso sul povero Shinji, ma sembrava più pensieroso.

Il bruno sorrise lievemente, Nozomi gli aveva già raccontato del guardiano della nebbia di suo padre, Rokudo Mukuro e Chrome Dokuro, e che in realtà nemmeno lei aveva ancora capito chi dei due fosse ufficialmente il guardiano, poiché entrambi presiedevano le riunioni e lavorano con il Decimo. Tuttavia, Rokudo Mukuro si portava dietro un passato abbastanza inquietante e numerosi screzi avuti con i Vongola stessi. Erano inoltre da ricordare le gesta poco carine di Daemon Spade, guardiano di Vongola Primo.
In effetti non sembrava che i guardiani della nebbia avessero una buona reputazione.
Scrollò le spalle, abbastanza perplesso: lui era tutto fuorchè un traditore o un pazzo. Amava creare illusioni e stupire la gente, viaggiare, giocare ai videogiochi e vedere film horror. Voleva diventare il più forte illusionista, superare i maghi più conosciuti e Nozomi gli era capitata quasi come una manna dal cielo.
Essere suo guardiano significava andare alla ricerca di qualcosa che superasse le normali abilità umane, qualcosa che l'avrebbero portato a raggiungere la potenza di Rokudo Mukuro e Daemon Spade.
Avrebbe realizzato il suo sogno, che coltivava sin da bambino e che l'avevano portato a lasciare casa sua due anni prima: da Nagano aveva viaggiato verso Osaka, Kyoto, Komatsu, Tokyo, e, dopo altre peripezie, era giunto a Namimori.
La città dove aveva trovato la speranza di realizzare il suo sogno.

- Cambiando argomento... sembrava che volessi parlare con me. Cosa c'è che non va? - chiese Arina, interrompendo i pensieri dell'illusionista e riportandolo alla realtà.
- Tu sei la tutrice di Nozomi... sai molto di lei... - iniziò il giovane, cercando le parole giuste da dire. Si vergognava anche di iniziare un discorso, si sentiva un po' a disagio, preferiva ascoltare piuttosto che parlare.
- Piu' o meno. - rispose lei, pensierosa - Ma se hai bisogno di sapere qualcosa perchè lo chiedi direttamente a lei? -
- Non mi sembra carino, ecco... - arrossì, prendendo una ad una alcune carte del suo mazzo e poggiandole sul tavolo con noncuranza. - Volevo sapere di più... perchè è così aggressiva... con le persone...con i teppisti... -
- Aggressiva? Intendi... che ha comportamenti da "giustiziera" nei confronti di persone che hanno fatto qualcosa di male? - la donna fissò con curiosità il giovane mentre posizionava le carte.
- No, non era una paladina... era proprio aggressiva. - spiegò, girando alcune carte in senso orario e sostituendole con altre.
- Ti riferisci al comportamento che aveva con i tizi che ha picchiato? - chiese Luca, anche lui intento ad osservare ciò che stava facendo il ragazzo.
- Li odiava... ha detto che avrebbe potuto ucciderli... che certe persone potevano fare del male... - voltò le ultime due carte e l'ultima che estrasse dal mazzo venne posizionata al centro.
- Beh... diciamo che nutre un forte rancore dentro di sé. - rivelò Arina, sospirando.
- E' successo qualcosa di particolare, vero? - chiese il fratello, osservandola con preoccupazione - Fu Juudaime a mandarvi qui in Giappone, no? Non mi hai mai spiegato perchè vi siete trasferite da un giorno all'altro. -
- Quando Nozomi aveva 8 anni... - intervenne Shinji, osservando i tarocchi posizionati sul tavolo e leggendoli.
- E' successo subito dopo la questione di Claudio, sette anni fa... accadde un bel putiferio... - spiegò la donna.
- E' morto. - affermò Shinji.
- Ma cos- Luca si spaventò per l'affermazione del ragazzo, strabuzzando gli occhi - Mamma mia, come sei macabro! Non essere così pessimista. -
- No, no. E' proprio morto. - insistette la nebbia, indicando i tarocchi. - Vedi, lo dicono le carte... -
- ... Sai leggere le carte? - chiese il ragazzo.
- Legge il futuro, più o meno. - disse Arina, osservando gli occhi del bruno. Shinji sapeva di aver scoperto qualcosa di importante e Arina era ormai prossima nell'iniziare il racconto.
- Bene, dato che gli altri già ne sono a conoscenza, non vedo perchè non raccontare tutto anche a voi due, che siete gli ultimi arrivati. - disse lei, lisciandosi i capelli con la mano destra.
- Se serve a capire perchè è così frustrata... - Shinji iniziò a recuperare le carte per riporle nel mazzo.
- Ti sembra frustrata? - chiese Arina, curiosa.
- Sembra che ad un certo punto ce l'abbia col mondo... o con gli uomini... o solo con i cattivi. - spiegò lui, confuso.
La donna ridacchiò dolcemente.
- Sì, capisco. In effetti sembra proprio così. Non riesce nemmeno a capire cosa vuole davvero, è parecchio confusa. Odia il mondo perchè è pieno di sofferenze, odia gli uomini perchè sono superficiali e ritengono deboli le donne, odia i "cattivi" perchè se la prendono con gli innocenti... -
- Praticamente nemmeno lei sa chi deve odiare. - disse il fratello, pensieroso.
- Esatto, sì. Non sa più con chi deve prendersela. - rispose Arina.
- Prendersela... per cosa? - chiese Shinji, curioso.
- Per la faccenda di Claudio. - concluse la donna.
- Allora parla, voglio sapere tutto. - la incitò il gemello, con lo sguardo fisso su di lei.
Anche Shinji pendeva dalle sue labbra e attese trepidante che la donna non iniziasse a narrare ciò che fu.

In Italia, quando Undicesima aveva solo cinque anni, era sola e non riusciva a farsi degli amici.
Suo padre non aveva mai badato alla loro importanza e l'aveva mandata in un normale asilo per soddisfare il suo desiderio di vedere crescere la figlia come se fosse una bambina qualsiasi, assieme a tutti gli altri bambini della sua età. Nessuno sapeva chi o cosa era, per gli altri era solo una bambina di cinque anni di nome Sawada Nozomi.
L'unica cosa a renderla differente era la nazionalità: si trattava di una dei pochi stranieri della classe, anche se parlava perfettamente italiano, come tutti gli altri.

Suo padre era sicuro che la bambina pensasse di trovarsi semplicemente in un grande edificio con uffici e impiegati, come se si trattasse di una compagnia qualsiasi. Lui non le aveva detto nulla riguardo i Vongola o il suo lavoro, nonostante Nozomi sapesse già tutto e, a soli cinque anni, aveva un'intelligenza più sviluppata proprio a causa dei suoi sogni sulla Prima Famiglia e degli innumerevoli libri letti già a quella tenera età.
Alla fine tutti, Decimo compreso, venimmo a sapere dei sogni, e Decimo iniziò a cercare di capire da cosa erano scaturiti e se ci fosse una spiegazione dietro la strana abilità della bambina.

Da piccola spesso mi confidava i suoi pensieri: non si sentiva affatto una bambina normale, anzi, lei sapeva di essere diversa e questo, all'inizio, la spaventava.
Guardava i bambini giocare senza pensieri quando lei sapeva che un giorno avrebbe affrontato sconosciuti pericolosi per difendere le persone a lei care.
Osservava i bambini ridere mentre lei sapeva che non aveva tempo per divertirsi, ma doveva diventare forte come il suo papà.

Si era isolata dal mondo.

All'inizio era così, quando le maestre le chiedevano perchè non volesse giocare lei si rifiutava senza dare una risposta. Non aveva motivo di spiegare nulla dato che nessuno sapeva chi fosse e non voleva dare problemi a suo padre parlando del loro "segreto".
Fu alle elementari, quando conobbe un bambino della sua età, un certo Claudio, che le cose cambiarono. Sembrava un bambino normale, aveva dei bei capelli rossi lucenti, arruffati, e dei limpidi occhi azzurri.
Sembrava essersi intestardito per lei, voleva costringerla a giocare e continuava ogni giorno a chiederglielo, quasi ossessionatamente. Possibile che, trattandosi di un bambino molto attento a ciò che lo circondava, abbia notato l'isolamento di Nozomi e abbia spontaneamente deciso di voler fare per forza amicizia con lei.
Ad ogni modo risultò talmente insistente che la bambina dovette cedere alla sua bontà. Destino volle che il loro legame diventò talmente forte che per anni continuarono a vedersi quasi tutti i giorni.

Finchè un giorno qualcosa accadde, subito dopo l'ottavo compleanno di Nozomi.

- Alcune persone pericolose riconobbero in Nozomi la figlia di qualcuno di importante. - spiegò lei, pensierosa - usarono Claudio per rapirla, e poi... lo uccisero... -

pic

Il racconto fu molto intenso e Luca aveva tenuto il fiato sospeso per tutto il tempo.
Shinji, dal canto suo, stava fissando la donna con sguardo perplesso. La storia era affascinante, sì, molto triste. Ma qualcosa gli suonava strano.
Osservò i tarocchi, una carta in particolare: Il Bagatto.
Qualcosa non era al posto giusto, ma decise di non dire nulla. Se la donna aveva raccontato quelle cose aveva avuto sicuramente un suo motivo.

- Undicesima si diede la colpa dell'accaduto... per un po' di tempo sembrava essere senza vita, con lo sguardo vacuo e senza emozioni. - spiegò lei. - Decimo decise di farci venire in Giappone in modo che lei potesse ricominciare daccapo, farsi altri amici e nuovi ricordi. -
- Oh, per questo ha il pallino di voler creare un mondo senza persone meschine? - chiese Luca, comprendendo di più la situazione.
- Esatto, vuole semplicemente proteggere le persone. - rispose lei, scostando lo sguardo e posandolo su una cuccia accanto al balconcino - Oh, giusto. Vedete quella gattina laggiù? - indicò il gatto bianco e nero, che dormiva tranquillamente - Fortuna, è la gatta che Decimo ha regalato a Undicesima quando ci siamo trasferite qui. -
- Ah, quindi Fortuna è un regalo di Juudaime?? - chiese il biondo, curioso - Non lo sapevo! -
- Quando arrivammo a Namimori, impegnate con valige e altri problemucci, non c'eravamo accorte che era scappata via. Undicesima andò a cercarla e la trovò fuori la posta, tra le braccia di una bambina dai capelli rossi, che l'aveva trovata prima di lei. Era Arashi. -
- Il loro primo incontro! - esclamò lui, entusiasta - Arashi è anche il suo braccio destro, no? -
- Adesso capisco perchè sono così unite... - affermò Shinji.
- Beh, era destino. - Luca schioccò le dita, divertito, mentre la nebbia stava riponendo il suo mazzo nel taschino della giacca.
- Fra poco torneranno... Nozomi potrebbe essere ancora nervosa a causa di questa mattina... - disse il bruno.
- Deve aver sognato di nuovo l'uomo che ama... - si lasciò sfuggire la donna.
- Vongola Primo... allora lo ama sul serio?! - chiese Luca, stupefatto.
- Lascia stare, devo educarla meglio. - la sorella troncò la discussione, probabilmente voleva evitare discorsi su quell'argomento alquanto delicato.
- Non essere dura, ha solo 14 anni! - esclamò Luca.
- Affatto, io DEVO essere dura con una scapestrata come lei! - rispose lei, severa - Decimo mi ha chiesto di farla diventare una donna forte ed educata. -
- Mah, a me sembra più un guerriero senza macchia e senza paura! - disse il biondo.
- Eh, solo perchè vuole diventare boss. Suo padre non vuole vederla in una posizione così pericolosa, la sta solo proteggendo. -
- Ma lui non può decidere del suo destino... solo lei può scegliere il suo futuro. - intervenne Shinji.
- Hai ragione, Juuichidaime è troppo protettivo nei suoi confronti, non è buono per lei. - disse il biondo, osservando la sorella negli occhi, con uno sguardo stranamente più serio. - Arina, sei sicura di essere d'accordo con tutto questo? -
- Io... - la sorella ricambiò lo sguardo del fratello, ma non si lasciò intimidire - E' un ordine di Decimo. -
- Beh, il futuro è ancora da decidere... - sussurrò il bruno, chiudendo gli occhi. - Vedremo cosa accadrà... se sarà forte, potrà essere in grado di scrivere da sola il suo destino. -
- Vedremo. - disse lei, chiudendo il discorso.

   
 
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