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Autore: Ampala    01/07/2003    3 recensioni
"Ogni 6 anni la "Luna di Fuoco" si staglia alta nel cielo.Ogni 6 anni il suo rispeldere porta dolore.Non c'è nessun modo per sottrarsi al suo destino. Pensi di poter vivere con la maledizione color del fuoco Yutsen?"
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hola Guys! Questa è la prima fic originale che scrivo, perciò, non vi chiedo di essere clementi, anzi, critiche e suggerimenti saranno + che ben accetti se serviranno a migliorare la mia scrittura ( E credetemi ne ha bisogno, di essere migliorata intendo ^^”). Che altri dire, è una story fantasy visto che a me ‘sto genere piace un sacco! Bhè, non penso di fare altre introduzioni perciò…buona lettura ^.’

 

 

PROLOGO

 

Sta succedendo di nuovo… tutto esattamente come quella volta…

 

- Che aspetti?! Muoviti! -

Non posso, non posso muovermi perché non riesco a distogliere lo sguardo dal castello. Il fuoco ormai lo ha quasi avvolto del tutto e le fiamme si stanno stagliando alte contro il nero nella notte. Anche gli ultimi stendardi hanno smesso di sventolare bruciati dalle fiamme come fossero erba secca.

- Io no…non voglio andarmene…padre! -

Come potrei? Come potrei andarmene anche se potessi? Non mi restate che voi padre, come posso anche solo pensare di abbandonarvi? No, non me ne andrò lasciandovi qui.

- Non puoi restare qui, rischi la vita! -

La vita. Cosa volete che me ne importi. Se perdo anche voi non avrò più una vita. Siete tutto ciò che ho, tutta la mia famiglia, siete voi la mia vita! Perciò rischierò padre. Accetterò anche la morte se questo significa poter restare accanto a voi e non abbandonarvi.

- No! Voglio restare con voi a difendere il castello…non ho paura! -

E invece sì, ho paura padre. Ma non di quei soldati vigliacchi che ci hanno attaccato di notte alla sprovvista, ho già imparato che temerli è il primo passo per soccombergli. Non ho nemmeno paura del fuoco che ormai si sta propagando anche fuori dal castello, anzi, nonostante tutto il fuoco è ancora uno dei miei due elementi. No, quello di cui ho paura adesso è il fatto di potervi perdere…

- Ascoltami, lo so che non hai paura. So quanto coraggio tu abbia, ma sei pur sempre un bambino e non puoi combattere con noi, ma un giorno... un giorno quando sarai più grande allora sarai il più forte tra i cavalieri, nessuno potrà sconfiggerti ed allora potrai combattere tutte e battaglie che vuoi. Ma ora ti prego, allontanati da qui e scappa. -

- Ma voi…non voglio abbandonarvi! -

 

Mentre vi guardavo, mentre, inginocchiato di fronte a me, vedevo la forza, la determinazione e il coraggio nei vostri occhi desiderai più che mai che il tempo trascorresse in fretta per poter diventare davvero un cavaliere capace di difendere ciò a cui tiene e di sconfiggere tutti i suoi nemici! Le lacrime iniziarono a bagnarmi le guance senza che neanche me ne accorgessi…

 

- Non preoccuparti per me, non mi succederà niente, soltanto non voglio che tu rischi di farti male -

- Promettetemelo padre, promettetemi che tornerete da me! -

Perché voi tornerete, non è vero? Non lo state solo dicendo per mettermi al sicuro, perché se così fosse allora vi disobbedirei e resterei qui vicino a voi. Voi dovete tornare! Cosa farei io se anche voi ve ne andaste, non avrei più niente e nessuno per cui varrebbe la pena vivere…

- Signore! L’intero squadrone di Leechen è stato sconfitto! -

- Arrivo! Ascoltami, te lo prometto, ma ora va, corri, corri più veloce che puoi e non ti fermare! –

Ma io…non voglio abbandonarvi padre. Posso aiutarvi, potrei darvi una mano con i nostri nemici io potrei…no, no che non potrei, avete ragione voi, non sono in grado di combattere, come sempre padre, mi avete fatto capire quello che non volevo vedere: non posso fare niente!

Vi faccio cenno di sì con la testa ed inizio a correre tra il bosco di Keheen incurante del sangue che esce dalle ferite provocate dal graffiare dei rami contro la pelle, corro senza fermarmi con gli occhi chiusi e le lacrime che mi scorrono calde sul viso per quelle che sembrano ore, ma che in realtà non sono che pochi minuti. Corro senza mai voltarmi indietro perché ho paura di ciò che potrei vedere. E mentre corro, d’un tratto sento il grido di vittoria dei nostri nemici riecheggiare per tutto il bosco, se loro hanno vinto allora…allora questo significa che…

“- Ricorda, in una battaglia la sconfitta è dello schieramento che perde per primo il suo comandante… -”

Il suo...comandante…padre…

Intorno a me tutto si ferma, non sento più nessun grido, non sento il vento che sibila tra gli alberi o il rumore dei tuoni che hanno iniziato a rimbombare sordi nel cielo. Mentre esco dalla boscaglia cado ansante a terra in ginocchio. Il mio petto si alza e si abbassa in maniera agitata, nella testa mi sento rimbombare velocemente il cuore.

“- …non mi succederà niente…te lo prometto…ora va… -”

 

L’avevate promesso padre…avevate promesso che non vi sarebbe successo niente, avevate promesso che mi avreste raggiunto e invece…invece non vi rivedrò più…

 

Picchio il terreno sotto di me con un pugno già sanguinante, la sensazione di dolore sale dalla mano al mio avambraccio, ma va bene così. Inizio a scagliare pugni contro il terreno perché non voglio pensare a quello che ho appena perso, perché devo sfogare la rabbia di non aver potuto far niente, la rabbia per avere soltanto sei anni e di aver già perduto tutte le persone che amavo…mia madre, mio fratello ed ora anche mio padre. Il sangue inizia a macchiare anche la terra ma ormai nemmeno il dolore è più un problema, non lo sento nemmeno più. Il dolore che sto provando nel cuore è molto più forte di quello che uno stupido pugno può causare. Smetto di picchiare soltanto perché le lacrime me ne hanno tolto la forza. Con le nocche insanguinate ancora appoggiate per terra nascondo la testa tra le spalle e piango. Non ho potuto fare niente, maledizione non ero in grado di fare qualcosa! L’unica cosa che ho saputo fare è stata quella di scappare, ho pensato soltanto a me ed ora non rivedrò mai più nemmeno mio padre.

Solo dopo un po’ mi accorgo che le mie lacrime si stanno mischiando alle gocce di pioggia, chissà da quand’è che ha iniziato a piovere… Forse anche il cielo sta piangendo la morte di mio padre e di tutti i soldati morti stanotte, così lancio un ultimo grido di rabbia e dolore al cielo. Perché, perché è dovuto succedere? Che sia forse una punizione? Ma per cosa poi?! Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo dolore? Ma non ho nessuna risposta, così continuo a piangere lasciando che la pioggia mi bagni…

 

A differenza di allora adesso non sta ancora piovendo, d’altra parte sento di nuovo il cuore venirmi lacerato dallo stesso dolore come se qualcuno si stesse divertendo a farmelo a pezzi cercando di portarmelo via, mentre impotente assisto alla morte della persona che amo come se fossi di nuovo con mio padre, ai margini del bosco di Keheen i fronte al castello in fiamme a cercare di contrastare l’armata di Dyran all’età di 6 anni…

 

Per due settimane non ho fatto altro che fuggire dalle squadre di Dyran e nascondermi, alla fine però devono essersi convinti della mia morte o più semplicemente non hanno voglia di cercarmi più a lungo, bhè, meglio così. Ora finalmente posso rimettere piede fuori dal bosco, sono di nuovo a casa…o almeno di quello che ne resta. Il castello  è ridotto ad un cumulo di macerie, dovunque a terra ci sono corpi di soldati ammassati gli uni sugli altri. L’odore della morte e delle ferite in putrefazione mi da la nausea e non riesco a fare a meno di vomitare, dopotutto ho solo sei anni…

Mi strappo un pezzo della mia già malridotta maglia e lo uso come una mascherina per evitare di sentire quell’odore nauseabondo, devo trovare il corpo di mio padre. Non ho nemmeno il tempo di girarmi attorno che lo vedo, crocifisso a quella che sembra una croce di legno fatta al momento…padre…Sento il conato di vomito che sale dalla bocca dello stomaco, ma lo ignoro, mio padre è più importante. Mentre mi avvicino mi rendo conto che i nemici non si sono limitati ad ucciderlo e crocifiggerlo, ma devono anche averlo torturato visti i profondi tagli che ha sul corpo. Non riesco a trattenere le lacrime, di nuovo scoppio a piangere come un bambino, ma in fondo è quello che sono…

Cerco qualcosa che mi permetta di togliere i chiodi che gli imprigionano le mani, usando una scatola di legno riesco a farcela nonostante le mani mi faccio un male cane visto che le ferite di due settimane fa sono ancora aperte. Una volta messo a terra ripulisco il corpo di mio padre con uno straccio bagnato che ho trovato in giro. Non so cosa mi abbia trattenuto dal rimettere di nuovo, le ferite sono profonde e parecchi insetti hanno già deciso che mio padre sarebbe stato il loro pasto. Dopo un’ora riesco finalmente a ripulirlo dalla sporcizia e dal sangue coagulato delle ferite.

- Avevate promesso, dicevate che sareste tornato da me… -

Mentre l’abbraccio nascondo il mio viso nel suo petto e piango di nuovo. Le prime stelle si affacciano timide tra le nubi grigie, devo seppellire mio padre. A stento riesco a trascinarlo vicino ad una buca che avevo fatto poco prima vicino alla quercia maestosa che stava nei giardini del castello, mentre ricopro il suo corpo con la terra mi ritornano in mente tutti i momenti che abbiamo passato insieme, avevate ancora così tanto da impararmi, ho solo sei anni padre, come farò?

Mentre infilzo la vostra spada nel terreno ricomincia a piovere.

- Questo è l’ultimo saluto padre…dopo oggi non verrò più in questo luogo. Non perché io abbia paura dei ricordi e del dolore che mi provocherebbero, ma perché come dicevate voi, il passato va solo ricordato, non deve essere vissuto. Ed io non voglio vivere nel ricordo di quel dannato giorno. Per questo cercherò di andare avanti. Per questo non guarderò indietro e cercherò la mia strada. Sapete, nonostante abbia solo sei anni, me ne sento addosso centinaia…non dovevate abbandonarmi così presto voi…non dovevate. Non so se troverò la forza di andare davanti senza di voi, ma se lo farò giuro che troverò il modo di far pagare Dyran per quello che ha fatto a voi e a quanti con voi hanno combattuto. Addio…papà. -

Soltanto una lacrima mi bagna il volto mentre mi inginocchio per porre un fiore di Keheen sulla tomba di mio padre… 

 

Il senso di impotenza che provo dovendo essere io a dare di nuovo sepoltura alla persona che amo è lo stesso, eppure padre avevate detto che sarei diventato un cavaliere forte capace di sconfiggere tutti i miei nemici, perché allora non ci riesco? Perché non riesco a salvare nemmeno una vita? Perché di nuovo???

Guardo il cielo sperando che stavolta trovi una risposta e la vedo: la luna, la luna è rossa…

 

 

 

  
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