Cammino lentamente.
Un passo dopo l’altro, per le strade londinesi.
Calcio, pigramente, un sasso che, con il suo rumore caratteristico, sbatte contro il muretto.
 
Alzo lo sguardo verso il cielo: le nuvole coprono il pallido sole di novembre.
Mi infilo, poi, le mani in tasca, dopo essermi avvolto la sciarpa attorno al viso.
 
D’un tratto, osservando una lunga coda davanti alla National Gallery, mi blocco, stupito.
“Ma che diavolo glielo fa fare a quella gente? Al freddo, in attesa, solo per entrare in un museo!”
Mi siedo sulla panchina di fronte alla galleria d’arte, accanto ad una ragazza.
Un libro le nasconde il viso: The Sign of the Four
“Arthur Conan Doyle…”
- Non riesco a comprendere l’attrattiva di un triste luogo dove si trovano oggetti vecchi e arrugginiti, pietre, uomini morti e dipinti mezzi scrostati…- penso, ad alta voce, ridacchiando.
Con la coda dell’occhio, noto la ragazza chinare il romanzo.
Lei mi sorride, come si fa con qualcuno che non comprende.
- Non ci riesce?- mi chiede, con sarcasmo.
- No, signorina. Decisamente no.-
Chiude il libro, infilando l’indice tra le pagine.
- Lei ama il cinema?-
Perché mi sta facendo una simile domanda?
- Sì…-
- E ha un attore o un’attrice preferita?-
- Naturalmente.-
Inclina la nuca.
- Cosa farebbe se lei se li trovasse davanti?-
Sgrano gli occhi.
- Beh, sarebbe un’emozione! Insomma, conoscere una persona famosa…-
Tamburella le dita sulla copertina.
- Ecco… Si è risposto da solo.-
Con un sorriso, riapre il romanzo.
Rifletto, ma non capisco.
Così, mi limito a fissarla, perplesso.
Sentendosi osservata, ricambia il mio sguardo.
- E’un emozione, per molti, trovarsi di fronte ad un opera famosa…-
Non ci avevo mai pensato.
- Sono James.-
Le tendo la mano.
Distende le sue labbra in un sorriso:- Elizabeth, piacere…-
Mi stringe il palmo.
- Vuole… entrare alla National Gallery? Offro io…-
- Sono riuscita a farle cambiare la visione del mondo dei musei così velocemente?-
- A volte, basta una parola…-