Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: Deoris    07/10/2006    3 recensioni
La guerra è finita, Voldemort ha trionfato. I membri dell'ordine della fenice sono sstati uccisi tutti; tutti tranne uno. Per lui Voldemort ha in serbo una particolare sorpresa...
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arthur Weasley
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un vecchio

                        Un vecchio

 

 

Distruzione. Devastazione. Confusione. In poche parole: CAOS. Diagon Alley non è più quella bella via calda e luminosa, dolce porto dei maghi d’Inghilterra. Ora è solo un prolungamento di Nocturn Alley. Già, proprio quella, la via che tutti odiavano è la signora incontrastata, residenza esclusiva dei mangiamorte più fedeli di Lord Voldemort. Si, perché lui ha trionfato ed Harry Potter non è altro che un misero ricordo. Ed ora il buio avvolge il mondo magico come una pesante cappa che nemmeno un timido raggio di sole o il pallido riflesso della luna riescono a penetrare. Mangiamorte che passeggiano sicuri, spavaldi dietro le loro maschere d’argento mentre la popolazione si inchina al loro passaggio. Ma il vero orrore non è lì, all’esterno.  Ciò che veramente fa tremare il mondo è il Death Manor, un castello in cui vengono rinchiusi tutti gli oppositori di Voldemort. No, non lasciatevi ingannare da quell’aspetto così bello e ricercato, dai grandi giardini e dai corridoi ricchi di arazzi. Ciò che vi deve terrorizzare sono i suoi sotterranei. Immensi labirinti scavati nel ventre della terra che riecheggiano dei lamenti dei prigionieri. Piccole celle di pochi metri pullulano di esseri magri e denutriti. Se li vedeste non riuscireste a riconoscerli; loro, pallide e fievoli imitazioni di ciò che furono in vita. Perché qua non si vive, si lavora, si lascia che i sensi si ottundano ogni giorno di più, per preservare la mente nella speranza di qualcosa. Qualcosa che, però, non arriverà mai. Un uomo si trascina lento verso il centro dei sotterranei, ha le mani grosse e ruvide per via del duro lavoro, la pelle rugosa per gli anni e la schiena curva per i dolori sopportati. E' quasi felice, se ancora può provare qualche sentimento, di dirigersi verso il nucleo di quel piccolo inferno. Lì, infatti, c’è una sala dalla quale nessuno è mai uscito. Almeno le sue sofferenze finiranno. Di guardia ci sono due robusti mangiamorte. Lo guardano. Sanno chi è. Il loro signore lo aspetta, devono farlo passare. Il prigioniero avanza. Le vesti lacere fluttuano attorno al suo corpo; guscio vuoto di un’anima morta anni prima. La sala, enorme e spoglia, è illuminata solo da qualche torcia. L’aria è pesante. Il silenzio domina il luogo; solo il lento arrancare dell’uomo lo turba.  Al centro della sala, assiso su un trono di cristallo nero c’è lui, Voldemort. La sua voce roca riempie la sala: -Benvenuto Arthur-. A quel saluto il prigioniero sembra riscuotersi, aveva dimenticato di chiamarsi così…

 

   “Una donna dai lunghi capelli rossi gli sta davanti e lo guarda sorridente. Sta dicendo qualcosa ma lui è troppo impegnato ad ammirarla; è stupenda con quell’abito bianco, semplice ma elegante. Sorride. Decide di concentrarsi su ciò che gli sta dicendo. E’ emozionato, felice.  -Io Molly prendo te, Arthur Weasley come mio sposo…-

 

Molly…aveva scordato quanto dolce potesse essere quel nome. Si accasciò a terra; disperato. No, non doveva mostrarsi debole. Doveva reagire. Si alzò. Voldemort sorrise. Per Arthur Weasley, uno degli uomini più fedeli e devoti a Silente e Potter, l'ultimo membro dell'ordine della fenice ancora in vita, aveva trovato una speciale tortura. Si, oggi si sarebbe divertito; avrebbe donato una morte insolita. Riprese a scrutarlo attentamente con i suoi fiammeggianti occhi rossi.

 

“E’ in un lungo corridoio. Aspetta. Da una porta giungono delle urla di dolore. E’ nervoso. Non sa cosa fare. Sta per alzarsi ma tutto cessa; Molly non si lamenta più ma il vagito di un neonato rompe il breve silenzio creatosi. Un medimago lo fa entrare. Dentro la stanza, stasa su un letto c’è lei, la sua Molly, tra le sue braccia un bimbo. Dopo averle fatto una carezza lo prende in braccio. E’ così piccolo e fragile. Lui, il suo piccolo Bill”

 

  Un sorriso crudele anima il volto impassibile del tiranno, manca poco.

 

  “ Una sala da pranzo piccola ma gremita di persone. E’ un periodo di festa, tutto è addobbato, in un angolo un grande albero di Natale fa bella mostra di se. -La cena è pronta!-. Il richiamo di Molly spinge tutte le persone che occupano la stanza a prendere posto. E’ la vigilia di Natale e sono tutti lì, riuniti per festeggiare. Arthur si siede al posto di capotavola. Guarda gli invitati. Un mare di capelli rossi lo attornia, i suoi figli Bill, Charlie, Percy, Fred, George, Ron e Ginny. Un ragazzo dagli occhi verdi lo osserva sorridendo, è Harry, il ragazzo per lui è come un figlio. Poi ci sono gli amici. Silente, Malocchio, Lupin, Sirius, Tonks, Minerva. Sono tutti lì e sono tutti felici…

 

Arthur è disperato. I suoi sentimenti si sono risvegliati, il dolore lo sta sopraffacendo. Si accascia, inerme, al suolo. Inutile tentare di lasciare che i ricordi scorrano senza farlo soffrire. E’ come se mille lame gli trafiggessero il cuore e non può fare altro che piangere. Piangere e sperare di non riaprire più gli occhi.

 

UN VECCHIO E UN BAMBINO SI PRESER PER MANO

E ANDARONO INSIEME INCONTRO ALLA SERA

LA POLVERE ROSSA SI ALZAVA LONTANO

E IL SOLE BRILLAVA DI LUCE NON VERA.

Era sera. Il sole stava tramontando. Si trovava sulle rovine di Hogwarts, la scuola che aveva formato tanti grandi maghi ma che era stata abbattuta come un castello di carte. Offerta come sacrificio al signore del male aveva resistito fino all’ultimo ma, alla fine, era crollata. Una piccola mano stringeva la sua. -Cos’è questo posto nonno?-.

L’IMMENSA PIANURA SEMBRAVA ARRIVARE

FIN DOVE L’OCCHIO DI UN UOMO POTEVA GUARDARE

E TUTTO D’INTORNO NON C’ERA NESSUNO

SOLO IL TETRO CONTORNO DI TORRI DI FUMO.

La voce acuta e squillante di Andrew l’aveva riscosso. Si girò verso il nipote -Vieni, avviciniamoci-.

I DUE CAMMINAVANO, IL GIORNO CADEVA

IL VECCHIO PARLAVA E PIANO PIANGEVA

CON L’ANIMA ASSENTE, CON GLI OCCHI BAGNATI

SEGUIVA IL RICORDO DI MITI PASSATI.

Arrivati vicino all’ingresso si fermarono. Arthur fece sedere il bimbo che lo guardò con occhi seri e attenti. -Ora, tesoro, ti racconterò la storia di questo castello.- disse, e iniziò a raccontare. Man mano che parlava le lacrime scendevano, copiose. Gli parlò della magnificenza di Hogwarts, di suo padre e dei suoi zii che avevano trascorso lì la maggior parte della loro giovinezza.

I VECCHI SUBISCONO L’INGIURIA DEGLI ANNI

NON SANNO DISTINGUERE IL VERO DAI SOGNI

I VECCHI NON SANNO NEL LORO PENSIERO

DISTINGUER NEI SOGNI IL FALSO DAL VERO.

E la mente di Arthur vagò. Mentre il suo cuore veniva oppresso dal dolore. Già, perché ormai era solo, e si sarebbe ucciso se non avesse dovuto badare ad Andrew, l’ultimo dei Weasley.

E IL VECCHIO DICEVA GUARDANDO LONTANO

IMMAGINA QUESTO COPERTO DI GRANO

IMMAGINA I FRUTTI E IMMAGINA I FIORI

E PENSA ALLE VOCI E PENSA AI COLORI.

E IN QUESTA PIANURA FIN DOVE SI PERDE

CRESCEVANO GLI ALBERI E TUTTO ERA VERDE

CADEVA LA PIOGGIA SEGNAVANO I SOLI

IL RITMO DELL’UOMO E DELLE STAGIONI.

Andrew lo ascoltò, serio ed attento; immaginando ciò che il nonno gli raccontava. Non aveva mai conosciuto i suoi parenti. Erano morti prima che nascesse. Sua madre, la bellissima Fleur Delacour, era morta di parto. Non sapeva cosa fosse una famiglia, aveva solo il nonno. Non sapeva cosa fosse la felicità, viveva in un tempo di guerra. Non sapeva cosa fosse una casa, dovevano sempre fuggire perché ricercati.

IL BIMBO RISTETTE, LO SGUARDO ERA TRISTE

E GLI OCCHI GUARDAVANO COSE MAI VISTE

E POI DISSE AL VECCHIO CON VOCE SOGNANTE...

Ad un certo punto Arthur si riscosse. Era troppo tardi. I mangiamorte li avevano accerchiati. Non si fecero scrupoli ad uccidere il piccolo Andrew.”

Quell’avada kedavra aveva posto fine alla sua vita. Non ricordava più niente. Con il suo adorato nipote era morta anche la sua anima.                                   Voldemort è soddisfatto. Si è divertito a sufficienza. Ora può pure porre fine alla quella miserabile vita. Non gli serve più. -Avada kedavra!-. Quelle due semplici parole pongono fine alla vita del prigioniero. Arthur si lascia morire con un sorriso. Fiducioso, sa che presto raggiungerà i suoi cari, la sua famiglia, il suo adorato nipotino. Strano come solo ora, nel suo ultimo momento di vita, gli sia venuto in mente ciò che disse Andrew prima dell’attacco dei mangiamorte

                                        -MI PIACCIONO LE FIABE, RACCONTANE ALTRE-.

 

 

 

 

Ciao a tutti!

Come nella mia fic precedente mi sono appoggiata alla bellissima canzone “Il vecchio e il bambino” di Guccini che vi consiglio di ascoltare durante la lettura di questo piccolo racconto. Dedico questa fic a Ele&Nora, le migliori amiche e lettrici che si possano desiderare. Spero vi sia piaciuta, Ciao ciao!

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Deoris