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Autore: Seiht    05/03/2012    7 recensioni
E constatò che era vero, che era maledettamente vero: alcune persone sono destinate a innamorarsi, ma non a stare insieme.
E forse lei era una di quelle.
Oppure no.

Hermione Granger ha sempre fatto la cosa giusta, è sempre stata leale, ha sempre sorriso in faccia alle avversità, ha sempre preferito la felicità degli altri alla sua.
E se adesso volesse, per una volta, mettere lei stessa davanti a tutto?
Prima classificata al "Love and friendship winter contest" indetto da MaryLouise sul forum di EFP
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'The Praise of Harmony'
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Buonasera!
Un'altra Harmony, esattamente, e stavolta si è anche classificata prima al contest della fantastica MaryLouise <3

Quando mi è arrivato il pacchetto “Harry/Ginny, Hermione”, ho subito pensato ad una cosa del genere, spero vi piaccia, in fondo i giudizi e i bellissimi banner!
Au revoire.
Ela





Taste something of you

 
Harry si Smaterializzò a casa sua con un mazzo di fiori.
Significava che voleva un favore, questo era certo.
Già immaginava cosa avrebbe potuto chiederle, d’altronde tra pochi giorni sarebbe stato San Valentino, e anche il suo anniversario di fidanzamento. Il suo e di Ginny.
Doppiamente una fregatura.
« Hermione, ci sei? » chiamò il ragazzo dall’ingresso.
La ragazza alzò un braccio dal divano dove era stesa per farsi notare, e Harry le si avvicinò.
« Buongiorno! » esordì lui sorridente.
« Bfogiormo » bofonchiò Hermione, la testa sprofondata in un cuscino.
Il ragazzo si sedette nel poco spazio libero sul divano e le mise il cappello blu che portava sulla testa.
« Che cosa mi hai messo addosso? » chiese la ragazza mettendosi seduta.
« Me lo ha regalato Ginny » disse Harry indicando il berretto che lei si stava rigirando tra le mani.
Effettivamente sa di Ginny, notò Hermione.
Profumo di fiori, di crema per le mani e di scarpe nuove. C’era tutto.
« Carino ».
« A me non piace » sentenziò Harry, spostando i fiori da una mano all’altra nel tentativo di togliersi i guanti.
La ragazza si mise il cappello in testa e si alzò.
Non si ricordava di avere addosso solo una canottiera e i pantaloni di una tuta scolorita, faceva abbastanza freddo.
« Dà qua » gli disse, indicando il mazzo di margherite.
Il ragazzo le affidò i fiori e lei, preso un vaso abbastanza grande da riempire d’acqua, si avviò in cucina.
Deve essere successo qualcosa di importante, pensò. Questi fiori sono più che una dozzina.
Harry la raggiunse e, libero da cappotto e sciarpa, si sedette su una delle sedie della cucina.
« Allora, cosa ti serve? » chiese Hermione diretta.
Il ragazzo la guardò strano.
« Che? »
« Ti serve un favore, no? » continuò lei.
Harry sospirò.
« No, non mi serve un favore. Sono solo passato a trovarti ».
Hermione posò il vaso con i fiori sul tavolo, scostando un po’ la Gazzetta del Profeta che vi aveva appoggiato qualche ora prima e si sedette vicino a lui.
« Come stai? » le chiese il ragazzo.
Come stava?
Mai così lontana dallo stare bene, a dirla tutta.
Ma si sa, vedere una persona triste non fa mai bene, per cui, mostrandosi felice, andava avanti alla cieca, sperando che, prima o poi, riuscisse a trovare una luce.
« Sto bene » rispose.
Lui la guardò dubbioso.
« Credi di essere ancora capace di mentirmi? »
Hermione sbuffò.
« Senti, solo perché non sto più con Ron non significa che devo stare male ».
Harry sospirò.
« Un giorno mi spiegherai perché lo hai lasciato ».
Un giorno mi spiegherai perché vuoi saperlo così tanto.
Rimasero qualche secondo a guardarsi.
« Con Ginny? » chiese infine la ragazza.
Il ragazzo sorrise.
« Tutto bene. Ha deciso di fare le cose in grande, per quest’anno. D’altronde è l’ultimo anniversario che passeremo come fidanzati. Dal prossimo anno saremo… »
« Sposati » terminò Hermione per lui.
Harry annuì, e si accorse del giornale sul tavolo.
« Ti spiace » disse, indicandolo. « Non l’ho ancora letto, oggi ».
Gli aveva portato dei fiori, era venuto a trovarla, ma non voleva chiederle niente.
Era lì, davanti a lei, per stare con lei.
Lo vide prendere il giornale e cominciare a leggerlo, e Hermione si rese conto che non aveva bisogno di un favore, perché la sua vita era già perfetta così com’era, e non gli serviva più il suo aiuto.
Lo osservava sfogliare piano le pagine, gli occhiali leggermente calati sul naso.
Ripensò a tutte quelle volte che lo aveva visto fare quello stesso gesto ma lo aveva guardato in modo del tutto diverso.
E aveva capito già da tempo perché adesso lo vedeva così.
Non come il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto, il Prescelto o il suo migliore amico.
Adesso lo vedeva come Harry, solo e soltanto come Harry.
Il cappello le scivolò sul viso, e adesso che lo sentiva meglio capì che non sapeva affatto di Ginny, su quel cappello c’era il suo odore, di muschio, di neve, di bene, di tutto quello che era Harry.
Il ragazzo si voltò a guardarla, sorrise e le tirò su il cappello con la mano destra.
« Ti sta grande ».
« No » mentì lei. « Mi sta benissimo ».
Harry sorrise, ancora, Hermione voleva quasi chiedergli di smetterla, perché aveva un rapporto da non poter rovinare, una migliore amica a cui rendere conto, un migliore amico da lasciare felice.
« Hermione, mi faresti un tè? »
Soppesò ogni parola, guardò le sue labbra che si muovevano e il suo sguardo rivolto verso di lei, per lei.
E constatò che era vero, che era maledettamente vero: alcune persone sono destinate a innamorarsi, ma non a stare insieme.
E forse lei era una di quelle.
Oppure no.
La ragazza si alzò, non calcolò che quello che stava per fare era qualcosa di totalmente folle, d’altronde, se non fosse stato folle, non l’avrebbe mai fatto.
Si tolse il cappello dalla testa e lo posizionò a coprire il viso stupito di Harry.
Non si curò delle sue lamentele, ci sarebbe sempre stato qualcuno a lamentarsi, non importava se, adesso, per pochi secondi, sarebbe stato Harry.
Si avvicinò al suo volto coperto e lo sfiorò con le dita, solo per assicurarsi che fosse ancora lì.
Chiuse gli occhi e lo baciò.
Ed era buffo immaginarsi che sotto lo strato di lana ci fossero le labbra di Harry, era una sensazione così strana eppure così familiare.
Era un bacio, eppure non lo era affatto.
E non si pentì, non si pentì di nulla, perché, finalmente, anche lei avrebbe potuto avere il suo istante perfetto, senza bisogno di favori o consigli.
Si staccò da lui e il cappello scivolò per terra.
E l’istante finì, e lei capì che nulla è perfetto per sempre.
Aprì gli occhi, e si ritrovò quelli di Harry già intenti ad osservarla.
Si immersero in uno dei loro silenzi che bastava più di mille discorsi.
Perché parlare se c’era un modo migliore, per comunicare?
Harry distolse lo sguardo per primo, e si alzò dalla sedia costringendo Hermione a scansarsi.
Andò dritto verso l’ingresso e si infilò cappotto e sciarpa.
Hermione lo guardò attentamente, non si lasciò sfuggire nemmeno un minuscolo gesto.
Il ragazzo aprì la porta.
« Harry » lo chiamò lei, prima che uscisse. « Hai dimenticato il cappello ».
Harry la guardò, e Hermione, per la prima volta, non seppe decifrare la sua espressione.
« Te lo regalo ».
Si strinse meglio la sciarpa attorno al collo e mise un piede fuori dalla casa.
« Ciao, Hermione ».
Ma lei non c’era. Era lì, ma in realtà stava molto più in là, stava indietro, a quel bacio, e non le importava di stare letteralmente congelando con solo una canottiera addosso, perché lui se ne stava andando, e non poteva fare niente per fermarlo.
E, d’improvviso, si ritrovò sola con Hermione, sola con lei, sola contro di lei, la sua mente che cercava di rimanere lucida.
« Ciao, Harry » disse, ad una porta chiusa.








• Grammatica e forma: 9/10
• Lessico e Stile: 9,5/10
• Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
• Originalità: 10/10
• Utilizzo pacchetto: 4/5
• Utilizzo pairing: 3/5
• Gradimento personale: 10/10
Nonostante non ami le Harmony, questa storia mi è piaciuta sul serio.
La fine soprattutto, lascia quell'amaro in bocca e il magone il gola.
Complimenti.

Punti Bonus: 0/3


Totale: 55,5/60.






  
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