Disclarimer: I personaggi di
Hetalia: Axis Powers non mi appartengono,
ma sono di proprietà di Hidekaz Himaruya ©
Se così non fosse, io che me starei qui a fare?
Non mi appartengono nemmeno le canzoni dei Beatles
Che vanno a chi detiene ancora oggi i loro
Copyright ©
Se fosse il contrario, me ne andrei nel cielo con Lucy e i diamanti
Su un sottomarino giallo.
Ad Harinezumi
(Visto che la SpaMano
alla fine l’ho scritta?)~
.: I Want To Hold Your Hand :.
La sua prima reazione è uno
sbuffo bello e buono: lo spagnolo si è di nuovo addormentato sul tavolo della
cucina, accidenti a lui!
Lovino si stropiccia gli occhi e
soffoca uno sbadiglio, prima di farsi strada verso il lavello e tirare la caffettiera
fuori dalla credenza. Antonio può dire e brigare e fare quello che vuole, ma il
caffè migliore è quello italiano, non
ci sono discussioni.
Ed esiste una ferrea legge non
scritta per quando lo viene a trovare: pomodori di Madrid e caffè di Napoli. Perché lui,
Lovino, l’acqua ragia che lo spagnolo si ostina a chiamare caffè si rifiuta di
berla, persino sotto tortura. Meglio il cibo di Inghilterra, a quei punti –ma magari no, dai.
Fuori il sole s’è alzato già da
qualche ora e occhieggia di bianco sulle tende della cucina, creando scie di
pulviscolo dorato che lentamente si lasciano cadere sui mobili e sulla figura
di Spagna, lungo disteso sul tavolo.
Scuotendo il capo, Lovino dosa il
caffè con cura al limite del maniacale, interrompendosi di tanto in tanto per
lanciare uno sguardo dietro di sé e controllare che Antonio stia ancora
dormendo. In teoria non è tipo dal sonno pesante, ma quella sera deve aver
fatto particolarmente tardi col lavoro, viste la quantità di carte in disordine
sotto la guancia.
Romano si gratta la punta del
naso e, messa da parte la caffettiera, fa scivolare via le scartoffie da sotto
la faccia di Spagna, pareggiandone gli angoli e sistemandole dall’altra parte
del tavolo.
Si mette le mani ai fianchi e
decide che sì, ora può tornare a cose
ben più importanti.
Quando mette il caffè sul fuoco,
l’altro non dà segni di vita, nemmeno per il ribollio dell’acqua o lo
sfrigolare crocchiante della fiammella sotto la Moka. Lovino fa spallucce, per
quanto possa trovare strano quel comportamento, e mette sul tavolo piattino,
tazzina e cucchiaino. Ci pensa su un attimo e poi prende un altro piattino, un’altra
tazzina ed un altro cucchiaino: chissà, magari è la volta buona che lo spagnolo
decide di aprire gli occhi.
Nulla.
Nemmeno l’aroma invitante del
caffè appena versato sortisce qualche effetto: Antonio grugnisce, ma non si
sveglia, strofina la fronte contro il braccio destro –sui cui è appoggiata-, e chiude e riapre le dita della mano
sinistra, quasi a voler riafferrare gli incartamenti vari e variegati che lo
hanno tenuto sveglio fino ad un’ora non meglio precisata.
L’italiano si siede con un
sospiro e poggia il mento sul pugno chiuso: osserva per un po’ le dita di
Antonio -che sono lunghe e piagate dall’elsa
di spade antiche, nere di terra straniera e cenere di pistola, che ancora sanno
di mare e orto e sabbia dell’arena- e le ripensa chiuse attorno alle
proprie, torna al “Lascia che ti tenga la mano!” in risposta alla sue occhiate
astiose, al sorriso dell’altro per quel gesto dagli innumerevoli significati.
Spagna deve essere quello forte, quello
che non si lascia abbattere e guarda avanti a costo di sembrare un perfetto
ebete –cosa che gli riusciva piuttosto
bene, poi.
Ecco perché era sempre il primo a prendergli
la mano, a dargli calore quando c’era freddo, a farlo rialzare quando cadeva.
Bhè, quasi sempre.
-Ma guarda un po’ te- sospira
Lovino e, mentre si gode il caffè mattutino, intreccia le dita della mano
libera a quelle di Spagna. Però lo fa in silenzio –senza dire “Voglio stringerti la mano!” per quanto possa essere vero.
Anche se nessuno, forse nemmeno Lovino, sa se è vero o no-, ché è il bastardo quello che fa sempre casino
quando si tratta di smancerie.
E il calore che sente nel petto e
che lo fa sorridere è solo colpa del caffè, eh.
{ Yeah, you got that something
I think you'll understand
When I say that something
I want to hold your hand
I want to hold your hand
I want to hold your hand
I want to hold your hand }
Note di Fine
Capitolo
Oddio,
è arrivata la SpaMano! *si getta da un ponte*
No,
okay, calma. Diciamo che questa ha un doppio significato, che spero si colga
dall’ultima parte. Soprattutto, spero si capiscano i due piani di lettura per
il gesto di Spagna (quello di tendersi verso il lavoro che lo ha steso) e
quello di Romano (prendergli la mano). Sì, insomma, ci siamo capiti *In realtà,
si è capita solo lei*.
Perché
Romano mica era un pischello qualunque, eh. Era un bambinello coi
contro..fiocchi. Comunque. E’ troppo tardi per fare lezioni di storia, quindi è
meglio chiuderla qui XD
Bene!
Ho scritto l’ultima SpaMano mesi indietro assai. Spero di non aver fatto troppo
schifo .-.
Ringrazio:
-Rota per aver recensito.
-Kya_ per aver messo la
storia tra le preferite.
-Lollyware99 per aver messo la
storia tra le seguite.