Prologo: L'inizio
Era una notte buia e piovigginava, nell'aria
si sentiva il tipico odore dell'asfalto bagnato; su una strada deserta
camminava una ragazza, vestiva in nero come a pensare che fosse il suo colore preferito,
però era strana: aveva una coda da gatto che sbucava dal vestito nero e
sul capo portava delle orecchie, sempre del felino, che nascondeva sotto un
cappello. I suoi occhi erano neri e non mentivano, si vedeva uno sguardo
profondo e misterioso come quello della morte e sulla faccia era comparsa
un'espressione meschina e enigmatica...Un uomo stava ad aspettare la sua
vittima, da come era vestito assomigliava a un vampiro, era giovane e aveva una
carnagione pallida, i capelli neri come la notte, lunghi e unti che venivano
mossi dalla brezza che portava un odore aspro e pungente. Quando vide una
figura avvicinarsi la riconobbe e gridò il suo nome...
***
"Alessandra ti vuoi alzare altrimenti
farai tardi a scuola!" ecco, sentiva la voce di sua madre che le ordinava
di alzarsi perché doveva andare a scuola. Si alzò svogliatamente dal letto e
trascinò il suo debole e assonnato corpo nel bagno--cavolo ho due occhiaie
simili alle borse della spesa--commentò tra sé la giovane--sembra che stanotte
non abbia dormito--Detto questo aprì il rubinetto e si rinfrescò con dell'acqua
gelida con la quale rabbrividì al contatto.
Dopo essersi lavata la ragazza si spostò in
camera sua dove notò il suo cane che dormiva sul tappeto e il suo gatto che
stava sulle coperte ormai disfatte.
Si levò gli indumenti della notte e si guardò
allo specchio, era davvero una bella ragazza, alta, magra, aveva i capelli castano
scuro e gli occhi marroni. Cominciò a
pensare che era ora di vestirsi di più da ragazza; infatti non amava mettersi
le gonne o i tacchi ma adorava tanto i pantaloni e le scarpe da ginnastica.
Decise di mettersi i vestiti del giorno prima
perchè quella mattina avrebbe avuto educazione fisica. Scese in cucina dov'era
sua madre che l'aspettava con in mano un sacchetto che conteneva il panino per
la merenda:"Finalmente! Ma non l'hai ancora capito che io a scuola non ti
ci porto!?" detto questo porse il panino alla figlia e cominciò a dirgli
di stare attenta e di portare bei voti a casa, d'altronde Alessandra non capiva
sua madre e faceva finta di ascoltarla tanto sapeva che sarebbe andata avanti
in eterno.
Arrivò a scuola con largo anticipo, cosa di
cui ne era abituata, così si sedette su una panchina e aspetto l'arrivo di
qualcuno. Ad un certo punto vide la sua migliore amica che stava arrivando
dalla fermata dell'autobus, era Katia, una ragazza che conosceva da un anno,
Alessandra ancora ricordava la prima volta in cui avevano cominciato a parlare
e alla fine diventarono migliori amiche; Katia aveva dei capelli
castano-biondi, occhi castano chiaro, e portava quasi sempre la coda:"Ciao
Katia, come va?"
"Bene grazie, ma perché quella faccia,
sembra che non hai dormito?!"
"Si, lo so, lascia perdere ok? Non so
perché ma mi sento stanca, come se avessi combattuto contro qualcuno,
mah...comunque, poi hai ucciso tuo fratello per il disco?"
"Certo che si!! L’ho torturato e alla
fine mi ha ridato il mio disco dei Queen! Devi assolutamente ascoltarlo è
bellissimo, anzi ma che dico è di più...ma quando verrai a casa mia te lo farò
ascoltare"
"Evviva"
"Che bell'entusiasmo!" disse Katia
con un tono della voce molto deluso e arrabbiato, infatti sperava di far
diventare Alessandra una fan dei Queen. Dopo alcuni minuti arrivarono anche
altri compagni e cominciarono a parlare tra di loro.
Al suono della campanella tutti gli alunni
entrarono nell'istituto dove avrebbero avuto cinque ore d'inferno.
Durante l'intervallo, visto che era una
giornata calda, gli studenti potevano andare nel cortiletto interno dove c'era
un campo d'atletica. Mentre Alessandra parlava con Katia, Arianna e con molti
altri, Marco cominciò a urlare che Laura, una ragazza che si definiva la bulla
della scuola, stava arrivando e immediatamente calò un silenzio
mostruoso.
Laura era una ragazza di dimensioni mastodontiche
e non aveva rispetto per gli altri, infatti minacciava gli altri studenti dell’istituto
per farsi consegnare la merenda. Quando arrivò verso Alessandra disse: "Hei
piccoletta, che hai da guardare? perché non fai come tutti gli altri e abbassi
lo sguardo? Oppure le vuoi prendere?"
"scusami non volevo" rispose
timidamente Alessandra, cercando di non incontrare i suoi occhi.
"Non mi servono le tue scuse da quattro
soldi chiaro, sei solo una piccola insolente che vuole essere picchiata! Ora me
ne vado perché mi sto innervosendo!"
Quelle parole avevano ferito Alessandra
peggio di una freccia al cuore --Ti decidi di reagire oppure mi dai la prova
che sei una debole-- --Ma chi parla?-- --Tu
lo sai chi sono io solo hai paura di me e di affrontare quel bisonte travestito
da ragazza, ora alzati e rispondi-- --non posso-- --non vali niente--. In quel
momento Alessandra sentì un bruciore al cuore poi in tutto il corpo, come se
avesse preso fuoco. Alessandra si alzò e disse: "Ma chi ti credi di
essere!? Vieni qui e cominci a dare ordini a tutti e ti lamenti se qualcuno ha
osato guardarti in faccia, cosa che non è un bello spettacolo. Basta!!"
"Allora tu non hai capito il concetto e
non hai appreso chi sono io: Adesso ti meno!"
"Vieni qui e picchiami!"
Laura cominciò a camminare velocemente verso
Alessandra...la quale vide tutto nero con delle lucine e poi buio totale.
Alessandra aprì gli occhi e sentì un bruciore
verso la sua guancia sinistra che le bruciava e le doleva, quando si alzò capì
che era finita in infermeria, in quel momento entrò l'infermiera che le
disse:"Buongiorno Alessandra"
"Ma perché sono qui?"
"Beh ecco, Laura ti ha dato un pugno in
faccia e sei svenuta, ora hai solo un livido che guarirà presto. Ora ci sono
delle persone che ti vogliono vedere" In quel momento entrò Katia: "Ale
ma che cosa combini? Ti sei fatta spaccare il muso da Laura ma perché?"
"Non lo so" infatti non sapeva e
voleva andare fino in fondo alla faccenda.
***
IN UN LUOGO NON DEFINITO...
???1:"Hai visto quella ragazza, ormai è
pronta"
???2:"Signore vuole dire che si è
risvegliata?"
???1:"Si dico che oramai possiamo
iniziare..."
Capitolo 1
Alessandra si stava incamminando
per le strade di Novara, non che ci fosse tanto da vedere, però non sapeva che
fare. Quando rientrò a casa sua madre non c' era e capì che era andata a
lavoro, andò in camera e trovò il gatto dove lo aveva lasciato, sulle coperte a
dormire. Il gatto, Milou, era davvero strano: dormiva sempre di giorno e la
notte usciva a gironzolare per le strade di Novara. Alessandra si avvicinò al
gatto e pensò --Quanto sei fortunato: dormi tutto il giorno e poi esci quando
ti pare e piace--. Ale stava pensando sulla vita dei gatti --Quanto è
divertente correre per le vie deserte di Novara, giocare a rincorrere qualche
topo...un attimo ma io come faccio a sapere cosa fa il mio gatto quando va in
giro di notte?-- .In quel momento il campanello della porta suonò e ancora una
volta Alessandra si ritrovò nella terra dei comuni mortali. Quando andò ad
aprire vide suo fratello Alberto, più grande di lei, aveva sedici anni, che
aveva portato a spasso il cane "Già sei tornata? Pensavo di doverti venire
e prendere col motorino"
"Lascia perdere ok? Ho avuto
una giornata assai pesante!"
"Ale ma cosa hai fatto sulla
guancia!? Ti hanno menato vero?"
"Non sono affari tuoi!
Lasciami in pace"
Alessandra prese il cane, gli
levo il guinzaglio e gli diede da mangiare. Non sapeva perchè ma il suo Rex, un
bel pastore tedesco forte e vigoroso, le ridava il sorriso, ma in certi casi
preferiva il gatto.
Dopo che lei e suo fratello
mangiarono, andarono in sala dove cominciarono a guardare la tv. Alessandra era
un pò pensierosa e distratta, cosa che non passò inosservata al fratello: "Ale
ma Elisa dov'è?"
"E' al corso di recitazione.
Ora scusami ma vado a fare i compiti"
Verso le sette, Alessandra aveva
finito i compiti e decise di portare il cane fuori. Mentre passeggiava sentiva
il bisogno di scappare e di andare a nascondersi in un vicolo cieco. --Ma da
dove vengono questi pensieri?-- si guardò intorno quando vide un gatto nero con
il pelo corto pensava che fosse Milou, ma non lo era perchè scappò
immediatamente. --Non può essere Milou, perchè Milou ha un sonaglio al collo e
un fiocco alla coda Mah-- . Tornò a casa, liberò il cane e si levò il
giubbotto, sua madre, sentendola, si fermò sull'uscio della cucina: "Cosa
ti faccio da mangiare visto che a te il pesce non ti piace?"
"No, mamma il pesce andrà
benissimo".
In quel momento suo fratello, sua
sorella Elisa, di quindici anni, e sua madre fecero l' unica cosa che dovevano
fare: svennero.
Quando si furono ripresi dallo
shock generale sua madre le disse: "Ne sei sicura? Non è un problema per
me mettere un po' di pasta in più per te"
"Mamma il pesce andrà
benissimo".
Sua madre non credeva alle sue
orecchie, Alessandra odiava il pesce e quindi doveva preparare qualcosa di
diverso.
A cena si parlò di ciò che si era
fatto durante la giornata e Alessandra si chiuse in un mutismo che sbalordì la
sua famiglia.
"Ale ma che hai? Hai finito
il tuo pesce e non stai parlando c'è qualcosa che non va? Hai preso un brutto
voto a scuola", Alessandra pensò --perchè quando ho qualcosa che non va pensano
che sia la scuola?-- "Niente sono solo stanca e non ne voglio
parlare".
Sapeva che suo fratello aveva detto del livido a mamma e a papà e
gli aveva chiesto di non dire nulla. Alessandra andò in camera e sulle scale
che portavano in camera sua, continuava a fissare le foto appese delle vacanze
più divertenti. Quando arrivò in camera sua si sdraiò sul letto, ma si dovette
alzare subito perchè doveva fare lo zaino per il giorno dopo. Dopo averlo
preparato si sdraiò e cominciò a pensare alle cose che erano successe durante
il giorno; ne voleva parlare con qualcuno però non voleva essere presa per
pazza. Verso le nove si mise il pigiama e si coricò sotto le coperte; non
riusciva a dormire, continuava a pensare e si girava nel letto quando sentì lo
stesso bruciore che aveva sentito quando aveva risposto a Laura, cadde a terra,
voleva del ghiaccio per rinfrescarsi, continuava a sentire il suo corpo
bruciare, chiuse gli occhi e vide la figura di una ragazza vestita in nero, poi
un gatto e infine buio...
Un giovane stava sul balcone,
quando vide la luna piena --Quanto è bella! Questo panorama toglie il fiato--.
Amava i lupi perchè ululavano alla luna e si facevano sentire; suo nonno, morto
in America, gli raccontava spesso alcune storie che parlavano dei lupi e lui
che lo ascoltava senza fiatare, poi lo aveva portato in America dove gli fece
conoscere un indiano che viveva con un lupo; ne era affascinato. Ad un certo
punto sentì un bruciore al cuore, poi lo sentì su tutto il corpo, non gli era
mai capitato; si accasciò a terra e chiuse gli occhi e vide un ragazzo vestito
in nero, poi un lupo che ululava alla luna e infine il buio
CIMITERO
Una ragazza vestita in nero
camminava per la via principale del cimitero e camminava con passo deciso verso
la meta, era vestita molto dark, portava un vestito nero, sopra aveva una
giacca anch' essa nera, stivali neri, ma la cosa strana erano le orecchie e la
coda, sulla coda aveva un fiocco viola scuro con due sonaglini che suonavano
quando si muoveva, al collo portava un altro sonaglio, aveva dei guanti neri,
alla mano destra portava un paletto che usava contro i nemici, l' uomo che la
stava aspettando riconobbe la sua esile figura: "Ben arrivata
Cacciatrice-Vampiro ti stavo aspettando, lo sai che con quel completino sei stupenda?"
"Tappati quella bocca se non
vuoi fare la fine di tutti gli altri, voglio dire tutti quelli che hanno
incontrato il mio sguardo e si sono messi sulla mia strada! Ti conviene sparire
se non vuoi che io ti metta un paletto nel cuore!"
"Taci, lo sai che ciò che
voglio è il tuo sangue! Ora combatti!", detto questo le andò incontro
correndo ma lei saltò in alto e riuscì ad arrivare sul tetto di una cripta, il
vampiro si ritrovò contro una lapide e si guardò intorno per capire dove fosse
la sua preda, la cacciatrice-vampiro ormai stava fissando l' uomo che la stava
cercando; saltò giù però il vampiro le prese la gamba e la buttò contro una
tomba. In poco tempo la cacciatrice-vampiro si ritrovò in mezzo ai sassi della
parete della tomba, il vampiro, colta l' occasione, saltò sulla
cacciatrice-vampiro cominciò a tirarle dei pugni sulle guance, lei non riusciva
ad afferrare il paletto che le stava vicino, era spacciata, non sapeva che
fare; ad un certo punto il vampiro fu scaraventato a terra e menato da un ragazzo
che aveva la coda e le orecchie da lupo, portava una canottiera nera e dei
pantaloni neri, aveva un giubbotto di pelle nera; bloccato il vampiro la
cacciatrice-vampiro prese il paletto e lo uccise, il vampiro si dissolse come
la polvere.
I due rimasero a fissarsi a lungo, tante domande si attanagliavano nella loro testa, purtroppo nn vi erano le risposte. Entrambi come erano comparsi, sparirono nel buio della notte.