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Autore: Cassandra14    07/10/2006    13 recensioni
Era una notte buia e piovigginava, nell'aria alleggiava il tipico odore dell'asfalto bagnato; su una strada deserta camminava una ragazza, vestiva in nero ma era strana: aveva una coda da gatto e sul capo portava delle orecchie... >>>RIVEDUTA E CORRETTA<<<
Genere: Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Prologo: L'inizio

Era una notte buia e piovigginava, nell'aria si sentiva il tipico odore dell'asfalto bagnato; su una strada deserta camminava una ragazza, vestiva in nero come a pensare che fosse il suo colore preferito, però era strana: aveva una coda da gatto che sbucava dal vestito nero e  sul capo portava delle orecchie, sempre del felino, che nascondeva sotto un cappello. I suoi occhi erano neri e non mentivano, si vedeva uno sguardo profondo e misterioso come quello della morte e sulla faccia era comparsa un'espressione meschina e enigmatica...Un uomo stava ad aspettare la sua vittima, da come era vestito assomigliava a un vampiro, era giovane e aveva una carnagione pallida, i capelli neri come la notte, lunghi e unti che venivano mossi dalla brezza che portava un odore aspro e pungente. Quando vide una figura avvicinarsi la riconobbe e gridò il suo nome...

***  

"Alessandra ti vuoi alzare altrimenti farai tardi a scuola!" ecco, sentiva la voce di sua madre che le ordinava di alzarsi perché doveva andare a scuola. Si alzò svogliatamente dal letto e trascinò il suo debole e assonnato corpo nel bagno--cavolo ho due occhiaie simili alle borse della spesa--commentò tra sé la giovane--sembra che stanotte non abbia dormito--Detto questo aprì il rubinetto e si rinfrescò con dell'acqua gelida con la quale rabbrividì al contatto.

Dopo essersi lavata la ragazza si spostò in camera sua dove notò il suo cane che dormiva sul tappeto e il suo gatto che stava sulle coperte ormai disfatte.

Si levò gli indumenti della notte e si guardò allo specchio, era davvero una bella ragazza, alta, magra, aveva i capelli castano scuro e gli occhi marroni.  Cominciò a pensare che era ora di vestirsi di più da ragazza; infatti non amava mettersi le gonne o i tacchi ma adorava tanto i pantaloni e le scarpe da ginnastica.

Decise di mettersi i vestiti del giorno prima perchè quella mattina avrebbe avuto educazione fisica. Scese in cucina dov'era sua madre che l'aspettava con in mano un sacchetto che conteneva il panino per la merenda:"Finalmente! Ma non l'hai ancora capito che io a scuola non ti ci porto!?" detto questo porse il panino alla figlia e cominciò a dirgli di stare attenta e di portare bei voti a casa, d'altronde Alessandra non capiva sua madre e faceva finta di ascoltarla tanto sapeva che sarebbe andata avanti in eterno.

Arrivò a scuola con largo anticipo, cosa di cui ne era abituata, così si sedette su una panchina e aspetto l'arrivo di qualcuno. Ad un certo punto vide la sua migliore amica che stava arrivando dalla fermata dell'autobus, era Katia, una ragazza che conosceva da un anno, Alessandra ancora ricordava la prima volta in cui avevano cominciato a parlare e alla fine diventarono migliori amiche; Katia aveva dei capelli castano-biondi, occhi castano chiaro, e portava quasi sempre la coda:"Ciao Katia, come va?"

"Bene grazie, ma perché quella faccia, sembra che non hai dormito?!"

"Si, lo so, lascia perdere ok? Non so perché ma mi sento stanca, come se avessi combattuto contro qualcuno, mah...comunque, poi hai ucciso tuo fratello per il disco?"

"Certo che si!! L’ho torturato e alla fine mi ha ridato il mio disco dei Queen! Devi assolutamente ascoltarlo è bellissimo, anzi ma che dico è di più...ma quando verrai a casa mia te lo farò ascoltare"

"Evviva"

"Che bell'entusiasmo!" disse Katia con un tono della voce molto deluso e arrabbiato, infatti sperava di far diventare Alessandra una fan dei Queen. Dopo alcuni minuti arrivarono anche altri compagni e cominciarono a parlare tra di loro.

Al suono della campanella tutti gli alunni entrarono nell'istituto dove avrebbero avuto cinque ore d'inferno.

Durante l'intervallo, visto che era una giornata calda, gli studenti potevano andare nel cortiletto interno dove c'era un campo d'atletica. Mentre Alessandra parlava con Katia, Arianna e con molti altri, Marco cominciò a urlare che Laura, una ragazza che si definiva la bulla della scuola, stava arrivando e immediatamente calò un silenzio mostruoso.  

Laura era una ragazza di dimensioni mastodontiche e non aveva rispetto per gli altri, infatti minacciava gli altri studenti dell’istituto per farsi consegnare la merenda. Quando arrivò verso Alessandra disse: "Hei piccoletta, che hai da guardare? perché non fai come tutti gli altri e abbassi lo sguardo? Oppure le vuoi prendere?"

"scusami non volevo" rispose timidamente Alessandra, cercando di non incontrare i suoi occhi.

"Non mi servono le tue scuse da quattro soldi chiaro, sei solo una piccola insolente che vuole essere picchiata! Ora me ne vado perché mi sto innervosendo!"

Quelle parole avevano ferito Alessandra peggio di una freccia al cuore --Ti decidi di reagire oppure mi dai la prova che sei una debole-- --Ma chi parla?--  --Tu lo sai chi sono io solo hai paura di me e di affrontare quel bisonte travestito da ragazza, ora alzati e rispondi-- --non posso-- --non vali niente--. In quel momento Alessandra sentì un bruciore al cuore poi in tutto il corpo, come se avesse preso fuoco. Alessandra si alzò e disse: "Ma chi ti credi di essere!? Vieni qui e cominci a dare ordini a tutti e ti lamenti se qualcuno ha osato guardarti in faccia, cosa che non è un bello spettacolo. Basta!!"

"Allora tu non hai capito il concetto e non hai appreso chi sono io: Adesso ti meno!"

"Vieni qui e picchiami!"

Laura cominciò a camminare velocemente verso Alessandra...la quale vide tutto nero con delle lucine e poi buio totale.

 

Alessandra aprì gli occhi e sentì un bruciore verso la sua guancia sinistra che le bruciava e le doleva, quando si alzò capì che era finita in infermeria, in quel momento entrò l'infermiera che le disse:"Buongiorno Alessandra"

"Ma perché sono qui?"

"Beh ecco, Laura ti ha dato un pugno in faccia e sei svenuta, ora hai solo un livido che guarirà presto. Ora ci sono delle persone che ti vogliono vedere" In quel momento entrò Katia: "Ale ma che cosa combini? Ti sei fatta spaccare il muso da Laura ma perché?"

"Non lo so" infatti non sapeva e voleva andare fino in fondo alla faccenda.

 ***

IN UN LUOGO NON DEFINITO...

???1:"Hai visto quella ragazza, ormai è pronta"

???2:"Signore vuole dire che si è risvegliata?"

???1:"Si dico che oramai possiamo iniziare..."

 

Capitolo 1

Alessandra si stava incamminando per le strade di Novara, non che ci fosse tanto da vedere, però non sapeva che fare. Quando rientrò a casa sua madre non c' era e capì che era andata a lavoro, andò in camera e trovò il gatto dove lo aveva lasciato, sulle coperte a dormire. Il gatto, Milou, era davvero strano: dormiva sempre di giorno e la notte usciva a gironzolare per le strade di Novara. Alessandra si avvicinò al gatto e pensò --Quanto sei fortunato: dormi tutto il giorno e poi esci quando ti pare e piace--. Ale stava pensando sulla vita dei gatti --Quanto è divertente correre per le vie deserte di Novara, giocare a rincorrere qualche topo...un attimo ma io come faccio a sapere cosa fa il mio gatto quando va in giro di notte?-- .In quel momento il campanello della porta suonò e ancora una volta Alessandra si ritrovò nella terra dei comuni mortali. Quando andò ad aprire vide suo fratello Alberto, più grande di lei, aveva sedici anni, che aveva portato a spasso il cane "Già sei tornata? Pensavo di doverti venire e prendere col motorino"

"Lascia perdere ok? Ho avuto una giornata assai pesante!"

"Ale ma cosa hai fatto sulla guancia!? Ti hanno menato vero?"

"Non sono affari tuoi! Lasciami in pace"

Alessandra prese il cane, gli levo il guinzaglio e gli diede da mangiare. Non sapeva perchè ma il suo Rex, un bel pastore tedesco forte e vigoroso, le ridava il sorriso, ma in certi casi preferiva il gatto.

Dopo che lei e suo fratello mangiarono, andarono in sala dove cominciarono a guardare la tv. Alessandra era un pò pensierosa e distratta, cosa che non passò inosservata al fratello: "Ale ma Elisa dov'è?"

"E' al corso di recitazione. Ora scusami ma vado a fare i compiti"

Verso le sette, Alessandra aveva finito i compiti e decise di portare il cane fuori. Mentre passeggiava sentiva il bisogno di scappare e di andare a nascondersi in un vicolo cieco. --Ma da dove vengono questi pensieri?-- si guardò intorno quando vide un gatto nero con il pelo corto pensava che fosse Milou, ma non lo era perchè scappò immediatamente. --Non può essere Milou, perchè Milou ha un sonaglio al collo e un fiocco alla coda Mah-- . Tornò a casa, liberò il cane e si levò il giubbotto, sua madre, sentendola, si fermò sull'uscio della cucina: "Cosa ti faccio da mangiare visto che a te il pesce non ti piace?"

"No, mamma il pesce andrà benissimo".

In quel momento suo fratello, sua sorella Elisa, di quindici anni, e sua madre fecero l' unica cosa che dovevano fare: svennero.

Quando si furono ripresi dallo shock generale sua madre le disse: "Ne sei sicura? Non è un problema per me mettere un po' di pasta in più per te"

"Mamma il pesce andrà benissimo".

Sua madre non credeva alle sue orecchie, Alessandra odiava il pesce e quindi doveva preparare qualcosa di diverso.

A cena si parlò di ciò che si era fatto durante la giornata e Alessandra si chiuse in un mutismo che sbalordì la sua famiglia.

"Ale ma che hai? Hai finito il tuo pesce e non stai parlando c'è qualcosa che non va? Hai preso un brutto voto a scuola", Alessandra pensò --perchè quando ho qualcosa che non va pensano che sia la scuola?-- "Niente sono solo stanca e non ne voglio parlare".

 Sapeva che suo fratello aveva detto del livido a mamma e a papà e gli aveva chiesto di non dire nulla. Alessandra andò in camera e sulle scale che portavano in camera sua, continuava a fissare le foto appese delle vacanze più divertenti. Quando arrivò in camera sua si sdraiò sul letto, ma si dovette alzare subito perchè doveva fare lo zaino per il giorno dopo. Dopo averlo preparato si sdraiò e cominciò a pensare alle cose che erano successe durante il giorno; ne voleva parlare con qualcuno però non voleva essere presa per pazza. Verso le nove si mise il pigiama e si coricò sotto le coperte; non riusciva a dormire, continuava a pensare e si girava nel letto quando sentì lo stesso bruciore che aveva sentito quando aveva risposto a Laura, cadde a terra, voleva del ghiaccio per rinfrescarsi, continuava a sentire il suo corpo bruciare, chiuse gli occhi e vide la figura di una ragazza vestita in nero, poi un gatto e infine buio...

 

Un giovane stava sul balcone, quando vide la luna piena --Quanto è bella! Questo panorama toglie il fiato--. Amava i lupi perchè ululavano alla luna e si facevano sentire; suo nonno, morto in America, gli raccontava spesso alcune storie che parlavano dei lupi e lui che lo ascoltava senza fiatare, poi lo aveva portato in America dove gli fece conoscere un indiano che viveva con un lupo; ne era affascinato. Ad un certo punto sentì un bruciore al cuore, poi lo sentì su tutto il corpo, non gli era mai capitato; si accasciò a terra e chiuse gli occhi e vide un ragazzo vestito in nero, poi un lupo che ululava alla luna e infine il buio

CIMITERO

Una ragazza vestita in nero camminava per la via principale del cimitero e camminava con passo deciso verso la meta, era vestita molto dark, portava un vestito nero, sopra aveva una giacca anch' essa nera, stivali neri, ma la cosa strana erano le orecchie e la coda, sulla coda aveva un fiocco viola scuro con due sonaglini che suonavano quando si muoveva, al collo portava un altro sonaglio, aveva dei guanti neri, alla mano destra portava un paletto che usava contro i nemici, l' uomo che la stava aspettando riconobbe la sua esile figura: "Ben arrivata Cacciatrice-Vampiro ti stavo aspettando, lo sai che con quel completino sei stupenda?"

"Tappati quella bocca se non vuoi fare la fine di tutti gli altri, voglio dire tutti quelli che hanno incontrato il mio sguardo e si sono messi sulla mia strada! Ti conviene sparire se non vuoi che io ti metta un paletto nel cuore!"

"Taci, lo sai che ciò che voglio è il tuo sangue! Ora combatti!", detto questo le andò incontro correndo ma lei saltò in alto e riuscì ad arrivare sul tetto di una cripta, il vampiro si ritrovò contro una lapide e si guardò intorno per capire dove fosse la sua preda, la cacciatrice-vampiro ormai stava fissando l' uomo che la stava cercando; saltò giù però il vampiro le prese la gamba e la buttò contro una tomba. In poco tempo la cacciatrice-vampiro si ritrovò in mezzo ai sassi della parete della tomba, il vampiro, colta l' occasione, saltò sulla cacciatrice-vampiro cominciò a tirarle dei pugni sulle guance, lei non riusciva ad afferrare il paletto che le stava vicino, era spacciata, non sapeva che fare; ad un certo punto il vampiro fu scaraventato a terra e menato da un ragazzo che aveva la coda e le orecchie da lupo, portava una canottiera nera e dei pantaloni neri, aveva un giubbotto di pelle nera; bloccato il vampiro la cacciatrice-vampiro prese il paletto e lo uccise, il vampiro si dissolse come la polvere.

I due rimasero a fissarsi a lungo, tante domande si attanagliavano nella loro testa, purtroppo nn vi erano le risposte. Entrambi come erano comparsi, sparirono nel buio della notte.

   
 
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