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Autore: gunnantra    06/03/2012    0 recensioni
"Perchè essere un detective investigativo che non ha mai provato l'amore non significa non essere in grado di provarlo.
Perchè essere un consulenze criminale che non ha mai provato l'amore non significa non essere in grado di provarlo.
Perchè essere semplici, genuini, buoni e unilateralmente innamorati di qualcuno in silenzio non significa essere stupidi.
Perchè non sempre amore e devozione rimangono inappagati"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Moriarty , John Watson , Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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2 Capitolo
RITORNO INFELICE
 
“Ti piace! È inutile Molly, sei completamente persa per lui”.
Beh, avevo detto che il patto fra me e John era quello di non far battute?
Puntualizzo: non far battute in presenza di altra gente, niente gli impedisce di canzonarmi quando siamo soli
“Hai fatto proprio una bella scoperta mio caro!” e applaudo
“Ma come ti è venuto in mente di uscire dalla stanza senza dirgli nulla? Per la miseria Molly! Devo proprio insegnarti tutto?”
 

Riavvolgiamo il nastro e spieghiamo tutto per bene….
Ero in giro a fare spesa per la signora Hudson perché oramai in casa non era rimasto più nulla (“Per l’amor del cielo! Quei due ragazzi sono così cari, soprattutto John, ma cascasse il mondo se hanno tempo di fare la spesa! Oggi poi ho queste linee di febbre che non mi permettono proprio di uscire”).
Morale della storia? Non ho avuto al forza di negarle questo (ennesimo) favore e sono stata incastrata.
Torno a casa carica di buste e la scena che mi si para davanti è a dir poco agghiacciante: John poggiato alla libreria, Sherlock seduto con le mani sotto il mento con fare pensieroso, rivolgendo lo sguardo verso (niente poco di meno che…) I-r-e-n-e A-d-l-e-r!
Prima che potessi urlare (nella mia testa s’intende) spazientita “Basta! Irene Adler vai al….”, sentì la voce di Sherlock che mi intimò in modo perentorio di uscire dalla stanza (“Molly” disse puntando solo per un breve momento lo sguardo su di me per poi tornare alla Adler “Esci immediatamente da questa stanza. Ora”)
E indovinate cosa ho fatto io?
Sono uscita (dopo aver poggiato le buste della spesa sul tavolo) senza dir nulla.
Dopo qualche secondo ho sentito John mandare anche lui al diavolo Sherlock e seguirmi giù lungo le scale.
“Molly aspettami!” mi fermai, attesi che mi raggiungesse e paratosi davanti mi disse: “Giuro su Dio che se stai di nuovo piangendo prima strattono te, con gentilezza, e poi vado lì su (disse puntando con il dito verso la stanza al primo piano) e lo prendo a pugni per essere un idiota di dimensioni gigantesche”
Alzando la testa e mostrandogli che non c’erano lacrime nei miei occhi (ma dentro di me volevo esplodere) gli dissi accennando un sorriso: “Vieni, ti offro un bel caffè all’italiana al bar infondo alla strada”.
Lui (evidentemente rincuorato, anche se probabilmente consapevole di ciò che provavo realmente) mi porse il braccio dicendo con un bel sorriso: “Certamente signorina, se mi permette le farò da cavaliere in questo bel pomeriggio primaverile. Dopo di lei”.
E detto ciò uscimmo , ma non prima di esserci voltati (contemporaneamente) ed aver lanciato uno sguardo alla stanza del primo piano di Baker Street n°221.
 
Detto ciò, eccoci, 10 minuti più tardi seduti nel bar a sorseggiare un buon caffè italiano.
“Per favore John, non rimproverarmi. Ormai dovresti saperlo che è inutile” dissi sconfortata mentre facevo roteare il cucchiaino nella tazzina.
“Ma…allora. Ti spiego la situazione. Lui è tonto. Beh nelle relazioni interpersonali è cronicamente bocciato e lo sai bene. Non credo che lui abbia capito che tu lo ami e gli muori dietro da anni ormai perché, semplicemente, non è in grado di capirlo. E, d’altra parte, non pensare che lui sia innamorato di Irene. Pensi che un uomo come lui riesca a farsi abbindolare da una donna che chiaramente è così pericolosa?”
“Furba, bella, sexy, sagace. John, questa è Irene Adler. Ha rovinato matrimoni e Stati e non escluderei che abbia causato anche guerre e colpi di Stato. Come credi che la qui presente Molly possa competere con una donna di questo tipo?”
“Perché, mia cara, tu sei un miscuglio di sentimenti e gentilezza e bontà che a Sherlock manca. Cosa se ne fa di una donna calcolatrice come lui? Non pensi che anche i robot ogni tanto abbiano bisogno di un po’ di sano calore umano? E, ti assicuro Molly, tu sei la persona più calorosa che conosca” mi disse sorridendo
“E bravo il nostro John” ci disse niente poco di meno che Antonio, proprietario della caffetteria “Ci siamo fatti la ragazza? Molly?! Tu?! Beh, dovevo aspettarmelo siete sempre qui insieme. Che dolci”
“Signor Antonio, per quanto sarei probabilmente fiero di poterlo ammettere un certo rapporto fra noi, temo che la signorina sia già sentimentalmente impegnata” ripose John semplicemente.
Il signor Antonio andò via chiaramente deluso.
“Si, sono chiaramente impegnata con un fantasma, nella mia testa” risposi un po’ tristemente.
 



JOHN POV
“Tu. Sei. Un. Gran. Maleducato.” Rimproverai il mio amico Sherlock mentre ad ogni parola mi avvicinavo di più a lui.
Da poco rientrato a casa dopo aver accompagnato Molly a lavoro ero finalmente libero di parlare a quatt’occhi con Sherlock.
“Io? Probabilmente lo sono, talvolta. Ma per quali circostanze? Sii più preciso John”
“Molly” dissi semplicemente alzando le sopracciglia  come per segnalare un’ovvietà
“Si, la conosco. Ragazza, medico, single. Era qui qualche ora fa. Ed è a lei che dobbiamo il lauto pasto che, se avrai la bontà di preparare, gusteremo a breve”
“Ottimo Sherlock, quindi?” risposi esasperato mentre già iniziavo a preparare qualcosa
“…quindi….Molly, cibo…che ho fatto? CI SONO JOHN!” dice Sherlock alzandosi improvvisamente in piedi come se avesse risolto un caso “ Tu. Mi. Rimproveri. Di. Non. Averla. Ringraziata.” Scandì ogni parola avvicinandosi di più alla cucina
“Bravo geniaccio”dissi brandendo un coltello nella sua direzione “Chiamala, per lo meno, e chiedile scusa anche per il tuo comportamento”
“La ringrazierò non appena la rivedrò” disse lasciandosi cadere a peso morto sulla poltrona .
Per quanto non fossi d’accordo con il suo comportamento sapevo che era una battaglia persa continuare a discutere.
“Allora, Sherlock, cosa voleva Irene?”
“Bene John, sono contento che tu me l’abbia chiesto.  Ci ha ingaggiati.  La parola chiave è: chiavi” un mio sguardo perplesso fece sì che Sherlock continuasse la narrazione “ Le hanno rubato le chiavi della sua casa. Non si sa chi, non si sa come, non si sa perché. Ovviamente non può semplicemente andar via da lì: la casa l’ha fatta preparare con tutti i crismi: dalle stanze per i clienti, alle varie casseforti disseminate un po’ ovunque e, sono pronto a scommetterci e te lo proverò dopo averli scoperti, c’è anche un passaggio segreto per uscire non vista. Insomma questi lavori le sono costati milioni e non può semplicemente venderla. Se stai per dire ‘ma perché non cambia serratura’ ” Sherlock mi silenziò alzando una mano mentre ero pronto per fare esattamente quella semplice, banale domanda “Beh, mio caro sprovveduto John, ovviamente quelle chiavi, per Irene Adler, non sono semplici chiavi… il perché sarebbe troppo lungo da spiegare, ma sappi solo che è così. Del resto…le hanno rubato le chiavi mentre era in casa….avrebbero potuto rubare molte cose…perché allora le chiavi? Perché….” Detto questo Sherlock si chiuse nei meandri della sua mente
“Dio solo lo sa…e anche tu tra qualche tempo credo. Io ora voglio solo mangiare” mentre Sherlock mi raggiungeva in cucina ancora accigliato e prendeva posto di fronte a me, non potetti esimermi dal dirgli “E ricordati di scusarti con Molly, altrimenti pranzi come questi te li scordi”
 
 
 
 
“Lo sai o no che non si gioca con il cibo? Non te lo ha insegnato la mamma?” dissi mentre mi asciugavo le lacrime dagli occhi ridendo ancora
Jim mi guardò con occhi profondi “Lo avrebbe fatto probabilmente se non fosse stata così impegnata ad abbandonarmi in un orfanotrofio. Vecchia storia…madre dalla vita che, bontà di Dio, Molly, da quello che mi hanno raccontato è meglio che una persona come te non ne sappia nulla e che abbandona il figlio, il suddetto cresce ed essendo deluso dalla società cosa fa? Studia, si iscrive a Legge, si laurea con ottimi voti…la conclusione della storia è davanti ai tuoi occhi” dice lui stringendo le labbra, è un gesto che fa molto spesso con ironia e che lo caratterizza.
John, scusami. Semplicemente scusami” gli dico guardandolo negli occhi
“Lo so Molly non ti preoccupare. Solo che…parlare del fatto che sono laureato in legge , non è mai facile. È un’onta che non riuscirò mai a togliermi di dosso” risponde lui con tono serio.
“Tu e la tua ironia!” gli dico sorridendo “Ad ogni modo, Jim, oggi pago io. Per una volta me lo permetti?”
“Ma che razza di gentiluomo sarei se lasciassi che tu pagassi per me. Più vergognoso dell’iscrizione a legge!”
“Per favore…” gli dico facendo gli occhi dolci
“Solo per questa volta. Bontà di Dio, donna, cosa non riusciresti ad ottenere con quello sguardo” mentre ridiamo entrambi, il suo cellulare squilla, una canzone ritmata, mi sfugge il nome…”Scusa Molly, devo rispondere, sai com’è il lavoro…” io con la mano lo incoraggio a rispondere “Dimmi. E sii breve” dice immediatamente, è incredibile come il suo tono di voce da dolce sia diventato autoritario e perentorio.
Passano alcuni secondi durante i quali resta in ascolto poi dice improvvisamente “Bene, bene. Chiaro. Ovviamente siete stati al di sotto delle aspettative, ma per questo faremo i conti più tardi. C’è altro? Cosa ti fa credere che sia disposto a venire ora? Sono impegnato. Silenzio.  Ti chiamo io più tardi. Tieniti libero” e senza nemmeno salutare chiuse la chiamata, poi con gli occhi decisamente più addolciti tornò a parlarmi con il tono che ero abituata a conoscere “Scusa ancora. Mi chiedo Molly, perché invece che a medicina non ti sei iscritta a legge? Saresti stata un ottimo acquisto per lo studio. Torniamo a mangiare…Hey, chi devo citare in giudizio per avere un dessert?” dice questo rivolgendosi ai camerieri intenti a parlare fra loro dietro il bancone.
Ed ecco qui che la mia suoneria si diffonde proprio quando arriva la cameriera: Sexy back. Oddio questo si che è imbarazzante!
“Scusate” biascico prima di aprire la chiamata “Ora? Sono impegnata a dire il vero. Come? No, non ne parlerò al telefono. Va bene, ci vediamo più tardi. Cia..come? Ma che domande fai? Non mi sembra il caso di…e va bene, e va bene si, è un uomo. E allora? No, no che non ne parliamo dopo, ma che…” John chiude la chiamata senza lasciarmi il tempo di replicare
“Non dirmi che era il tuo ragazzo per favore” mi chiede Jim
“No no assolutamente. Era il mio più caro amico, è un gran chiacchierone ficcanaso, ma in fondo è un’ottima persona”
“Hum sarà…ho ordinato il dessert, poi si torna al lavoro. Tu con i tuoi amici poco simpatici, io con le mie scartoffie…poco simpatiche anche loro”
 
 
 
 
Ok eccomi qui.
Anche il 2 capitolo è fatto! In realtà è pronto anche il terzo e a breve mi metterò all’opera per il 4!
Ringrazio i 72 lettori e chibisaru81 per aver commentato!
A presto!
p.s. per la questione del rating sono ancora indecisa….vediamo come andrà “ai posteri l’ardua sentenza” diceva un ‘tale’  p.s. 2 ragazze il 3 capitolo è pronto :) fatemi sapere cosa ne pensate del secondo con qualche recensione plz ;)
   
 
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