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Autore: TheOnlyWay    06/03/2012    5 recensioni
Che situazione assurda. Non ci posso credere che io, Morgan Anderson, vent’anni, sia costretta a fare da baby-sitter a un’accozzaglia di cinque ragazzine di tredici anni, tra le quali ho il dispiacere di annoverare anche mia sorella Ellie. Io, quando avevo tredici anni, non mi sarei mai invaghita di qualcuno che ai miei occhi sembrava tanto vecchio.
Ellie invece sì, e come lei tutte le duecento persone assiepate nello studio. L’attore in questione, se ve lo state chiedendo, è proprio lui. Sì, lui: Ben Barnes. Non lo nego, è bello, però mi sembra davvero assurdo che qui dentro non ci sia nessuno in grado di mantenere un po’ di contegno.
Vi stupirà saperlo, ma Ben Barnes risulta nella categoria degli esseri umani, non delle divinità.
Spero davvero che vi piaccia! Con affetto, TheOnlyWay.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vi lascio subito alla lettura, le note sono giù! 

Enjoy! 
Fede.

III.

 

 

«Arrivo! Un attimo!», urlo, infilandomi in tutta fretta i pantaloni del pigiama e la maglietta. Mi precipito verso la porta di casa, mentre chiunque sia là fuori continua a suonare il campanello, insistentemente.

«Arrivo!», ripeto, per l’ennesima volta. Che nervoso. Si può sapere chi è l’anima sadica che decide di svegliarmi alle nove del mattino?

Le nove! Dico io: è una cosa normale? Poi mi ritrovo davanti una Grace palesemente incazzata e non posso fare a meno di rabbrividire. Credetemi, è terrificante.

«Stavo dormendo», la informo, facendomi da parte per farla entrare. Si avvia in gran carriera verso la mia stanza, senza nemmeno rivolgermi la parola. Sospiro, senza riuscire a non pensare che la mia amica avrebbe seriamente bisogno di una visita dall’analista. O di una perizia psichiatrica completa.

«Si può sapere cos’hai?», le chiedo, chiudendo la porta della camera. Brian dorme ancora, anche se non capisco come sia possibile, visto tutto il casino che ha fatto Grace. Sicuramente ha svegliato anche i miei vicini.

«Cos’ho?», sibila, puntandomi un dito contro il petto e scandendo ogni parola con attenzione e rabbia. Resisto alla tentazione di spazzare via la sua mano e presto un po’ di attenzione.

Be’, che c’è? Quando mi sveglio con il piede sbagliato divento antipatica. A voi non succede? A me si, e vi assicuro che resto di malumore per tutto il giorno.

«Tu sei una stronza», sbotta Grace, mentre gli occhi le si fanno lucidi. Non ci capisco niente, dico davvero. Forse sto ancora sognando.

«Si può sapere di cosa diavolo stai parlando?», rispondo, un po’ acida. Non è proprio giornata, oggi.

«Di questo! Ecco di cosa sto parlando!», tira fuori il suo telefono dalla tasca dei jeans e schiaccia qualche tasto freneticamente, prima di piazzarmi lo schermo a dieci centimetri dagli occhi.

È una foto. Che ritrae me e Ben in fila al McDonald. La osservo, con attenzione. Volete la verità? Siamo strani, insieme. Si vede subito che facciamo parte di due mondi completamente diversi. Lui è elegante e posato e affascinante, mentre io sono… be’, sono io.

«Ha deciso lui di andare al Mc. Giuro che non l’ho proposto io», alzo le mani, convinta che sia quello il motivo per cui Grace sia tanto inviperita. Poi guardo meglio la foto ed è evidente che ho i capelli legati e le ballerine.

Merda.

«Non riuscivo a camminare, su quei cosi. Lo sai, Grace. Sono impedita. Non c’è bisogno che te la prendi. Non l’ho fatto per farti un dispetto», le dico, sentendo un po’ della stizza che ho provato fino a questo momento allontanarsi.

«E i capelli?», sussurra, con gli occhi lucidi.

«Avevo caldo e continuavano a finirmi davanti alla faccia», alzo le spalle. Mi dispiace che ci sia rimasta male, ma ero io a sentirmi a disagio con i tacchi e i boccoli, non lei.

«Potevi dirmelo subito», borbotta. E, guardandola, capisco che la tempesta è passata. È per questo che adoro Grace: sa sempre quando è giusto arrabbiarsi e quando è meglio lasciar perdere. Con me, principalmente, conviene lasciar perdere.

Ci sediamo sul letto, e mi preparo all’interrogatorio. Per un attimo mi aspetto quasi che tiri fuori un block-notes per gli appunti, ma Grace si limita a sorridermi e a farmi qualche domanda.

«Dici davvero?», mi chiede, quando le racconto del bacio.

«Certo. Io sono irresistibile», mi vanto, consapevole di quanto la realtà sia ben diversa. Grace inarca le sopracciglia e ridacchia, divertita.

«Ovviamente. E come siete rimasti?», domanda.

Bella domanda. Proprio una bella domanda. Come siamo rimasti? Non ne ho la più pallida idea. Dopo che mi ha baciata, ho effettuato una fuga strategica e mi sono rinchiusa in casa, con un batticuore per niente indifferente. Dio, non so nemmeno quand’è stata l’ultima volta che mi sono sentita così per qualcuno.

Patetica? Forse. Ma provateci voi, a passare una serata con Ben, poi ne riparliamo.

«Sei un’idiota», borbotta Grace, incredula. Mi tira un coppino, consapevole di quanto mi dia fastidio. Per questa volta non le dico niente, visto che non me la sento di darle torto.

«Morgan!», Brian spalanca la porta della mia camera, con un asciugamano avvolto intorno ai fianchi e i capelli ancora gocciolanti.

«Brian, cazzo. Poi devo asciugare io. E dai, che ti costa vestirti?», brontolo.

«Non rompere, Strega». Lo ammazzerei, quando mi chiama in quel modo. Da bambina mi mettevo sempre a piangere.

«Io sono un Pirata», rispondo, incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio.

«D’accordo, Morgana». Ma perché vuole sempre l’ultima parola? Lo detesto quando fa così. Poi, però, mi ricordo che Grace è ancora qui. In realtà, è come se non ci fosse, visto che il suo sguardo sembra catalizzato completamente dagli addominali di mio fratello.

 Okay, lo ammetto. Brian è figo. Ma è mio fratello! No, dico sul serio, come fa Grace ad avere una cotta per lui. Brian è così Brian. È dispettoso, un po’ troppo dispettoso. E poi è dispettoso, l’ho già detto?

«Vatti a vestire», brontolo, alzando gli occhi al cielo. Sento a malapena Grace mormorare un «oppure leva l’asciugamano», prima di lanciare un urlo esasperato e cacciare Brian dalla stanza. Lui fa un occhiolino a Grace, che arrossisce come una mocciosa alla prima cotta e se ne và.

«Comunque ero venuto a dirti che c’è qualcuno per te, in cucina», lo sento dire, prima che il rumore della porta del bagno che si chiude soffochi la sua voce.

Perplessa, esco dalla stanza, seguita da Grace, che inizia a riprendersi, finalmente. Giuro che se Brian ha fatto entrare Jason lo sopprimo.

Voi non lo sapete, ma Jason è un altro appuntamento finito male. Jason è l’unico ragazzo che IO abbia deciso di non cercare più, nemmeno per sbaglio. E non solo perché ha provato a infilare le sue manacce nella scollatura della mia maglietta. Principalmente l’ho cancellato perché è un grandissimo, completo idiota. Più di Brian.

Perciò quando metto piede in cucina sono già sul piede di guerra, alla ricerca delle parole adatte per dire a Jason che non voglio vederlo nemmeno in cartolina.

Non mi ricordo se l’ho mai detto, ma non sono un vero fenomeno con le previsioni. Anzi, non credo di averne mai azzeccata una.

Dico questo perché Ben Barnes seduto al tavolo della mia cucina è l’ultima persona che mi aspetto di vedere, in questa mattina cominciata male e che rischia di diventare anche peggio.

Sei stupida, direte voi. E io vi darei pienamente ragione, perché l’uomo dei miei sogni è nella mia cucina ed io non potrei chiedere di meglio. Ma lasciate che vi spieghi le cose dal mio punto di vista: sono in pigiama. In pigiama! E non un pigiama qualsiasi, no. Sarebbe troppo semplice, troppo bello. Questo è IL pigiama, quello azzurro, con le nuvolette bianche. Capite, adesso? Prima di uscire con Ben ho avuto quasi tre giorni per prepararmi mentalmente ed ora lui si presenta in cucina, elegante come sempre e con un sacchetto di Starbucks.

«Ben!», squittisco, sull’orlo di una crisi nervosa. Lui sorride, prima di avvicinarsi, lasciarmi un bacio sulla guancia e scompigliarmi i capelli.

«Buongiorno, Morgan».

«Che vergogna», sussurro, passandomi una mano sulla fronte. Ben ride ancora, prima di alzare gli occhi al cielo.

«Non mi presenti la tua amica?», chiede, inclinando la testa da un lato e guardando Grace, che balbetta qualcosa di incomprensibile. Ben non sembra per niente turbato dalla sua reazione, probabilmente è abituato.

Cercando di non farmi vedere, pizzico il braccio di Grace, che si riprende e porge la mano a Ben, con un sorriso un tantino inquietante. Spero proprio che non gli salti addosso.

Cade un silenzio imbarazzante, durante il quale io non faccio altro se non guardare con aria critica il mio stupido, stupido pigiama, promettendomi di buttarlo questa sera stessa.

Guardo Ben di sott’occhio, cercando di capire cosa gli passa per la testa, ma è incomprensibilmente sereno, anche mentre mi porge un bicchiere di cappuccino e cede il suo a Grace, che lo ringrazia.

«Grazie», mormoro. Grazie, perché portarmi la colazione è stato un gesto tanto carino quanto inaspettato. Nessuno è mai stato tanto carino con me.

«Sai, ho immaginato che fossi in paranoia», comunica, addentando – sempre con eleganza – il croissant alla crema. Quasi mi strozzo con il cappuccino, mentre mi rendo conto che quest’uomo mi ha già inquadrata alla perfezione.

Di bene in meglio, Morgan.

«Hai immaginato bene», risponde Grace, al mio posto. Ben la guarda incuriosito, spingendola ad andare avanti.

«Be’, sai, Morgan è un po’ insicura. Paranoica, esaurita, un tantino schizofrenica. Poi è permalosa, se proprio dobbiamo dirle tutte, e sarcastica. E poi è orgogliosa, sai? Un sacco».

«Ti prego, basta con i complimenti. Potrei arrossire», ringhio, cercando di farle capire che non mi sta esattamente mettendo in buona luce. Ma Grace continua, sotto invito di Ben, che ha puntato i gomiti sul tavolo e ha appoggiato il mento sul pugni chiusi. Guarda me, e si sta divertendo un mondo, a giudicare dal sorriso che troneggia sul suo volto.

«Non so se te l’ha detto, ma ha una cotta esagerata per Johnny Depp».

«A proposito di cotte, Grace. Mio fratello potrebbe aver bisogno di un aiuto per vestirsi».

Grace boccheggia, mentre le sue guance si colorano di un rosso acceso. Sorrido vittoriosa, quando la sento annunciare che deve assolutamente andare in bagno a fare la pipì.

«Per la cronaca, sono anche vendicativa», finisco di sorseggiare il mio cappuccino, sotto lo sguardo divertito di Ben, che scoppia a ridere. Credo che fino a quel momento si sia trattenuto per non offendere Grace.

Si alza, fa il giro del tavolo e mi si piazza davanti. Arrossisco, di fronte all’evidenza di trovarmi praticamente bloccata tra il bancone della cucina, al quale sono appoggiata, e il suo corpo.

«E così hai una cotta per Johnny Depp», mormora, mentre i suoi occhi scuri scintillano di divertimento e… di malizia?

«Assolutamente si», sussurro, sforzandomi di mantenere il contatto visivo.

Sii coraggiosa, Morgan. Tu sei un pirata!, mi ripeto.

«Non ho nessuna possibilità, allora», sostiene, avvicinandosi un po’ di più. sento distintamente il suo respiro sfiorarmi la guancia e mi ci vuole tutta la mia forza di volontà per non far cedere le ginocchia, che improvvisamente sono diventate piuttosto traballanti.

«Non essere pessimista, Ben. Può anche darsi che tu mi piaccia, chi lo sa. Certo, non sei Jack Sparrow, ma ci si accontenta lo stesso». Adesso, per favore, qualcuno mi spieghi da dove cavolo mi escono certe cose. Dico davvero, forse dovrei accompagnare Grace da quello psicologo. E magari dovrei fermarmi a farci una lunga chiacchierata.

Ben ride, avvicinandosi ancora un poco.

«Buono a sapersi, allora. Perché potrebbe darsi che anche tu mi piaccia, chi lo sa», sussurra, prima di lasciarmi un bacio leggero sulle labbra e scostarsi. Cosa? Non può mollarmi così! Non dopo avermi detto che potrei piacergli. Io! Proprio io! Morgan il pirata. Non Morgan la principessa. Il pirata. Io, io, io.

Così lo afferro per il maglione nero, trattenendolo abbastanza vicino da poter sentire il suo calore.

«Anche se ho questo pigiama?», chiedo, indicando una nuvoletta bianca in corrispondenza del mio braccio.

«Soprattutto per questo pigiama», conferma lui, divertito. Mi lascia un altro bacio sulle labbra, ma questa volta si sofferma più a lungo e lo approfondisce. Mi passa una mano dietro la schiena e una dietro la testa, stringendomi di più a lui.

Vi ricordate quando ho detto che la giornata poteva solo che peggiorare? Be’, scherzavo, perché meglio di così non potrebbe andare.

E vi ricordate anche quando ho detto che Brian è parecchio dispettoso? Tenetelo bene a mente, perché lui non è solo dispettoso, è malefico. Ed è geloso. Parecchio geloso, in verità.

Quindi mi stacco subito da Ben, quando sento mio fratello schiarirsi la voce come fa sempre quando è molto vicino a perdere la pazienza.

«Scusate se vi interrompo, ma avrei bisogno di un bicchiere», sibila, indicando la credenza esattamente sopra la mia testa. Arrossisco e mi faccio da parte, costringendo Ben a fare lo stesso.

«Ehi, Morgan! Vieni un attimo!», la voce di Grace mi raggiunge dal piano di sopra, così getto un’occhiata di scuse a Ben e una d’avvertimento a Brian, prima di correre da Grace.

Ho un brutto presentimento.

«Non dirmelo», la supplico, non appena metto piede in camera. No, no, no.

«Brian voleva parlare da solo con lui».

«Merda. Ben scapperà a gambe levate», mugugno, prendendomi la testa tra le mani. E che cavolo.

«Scusa, Morgan. Ma era a petto nudo e non c’ho capito niente. Credo l’abbia fatto apposta». Agito le mani, facendole intendere che so che non è colpa sua: è che Brian è un maledetto stronzo, quando ci si mette.

«E poi la strega sarei io», brontolo, sedendomi sul letto accanto a Grace. Pochi minuti dopo sento i passi di Brian salire le scale e attraversare il corridoio, segnale che ho il via libera.

Mi precipito al piano di sotto, rischiando di ammazzarmi almeno una ventina di volte. La verità? Non credo che Ben sia rimasto. Brian incute parecchio timore, quando vuole.

E invece Ben è ancora lì, seduto al tavolo della cucina con aria tranquilla e per niente abbattuta.

«Sei rimasto», boccheggio, incredula. È qui. È qui.

«Avevi dubbi? Non sarò Jack Sparrow, ma anche il Principe Caspian ha il suo perché, sai?», ride, prima di abbracciarmi.

Scoppio a ridere anche io, poi gli lascio un bacio sulla guancia.

Non ci posso credere. Morgan il Pirata e il Principe Caspian. Ma dove andremo a finire?






Ta-daaaaaan! Eccomi qui. 
Allora, sono stata piuttosto in dubbio su questo capitolo. Non so, mi sembra che le cose stiano procedendo troppo in fretta, no? Non so dirvi come mai mi sia uscito così, ma non lo vedrei scritto in nessun altro modo. A me piace, se devo dire la verità, però ammetto che può sembrare strano. Che ne pensate? 
Scusatemi se sembro paranoica, ma proprio non posso farne a meno >.<
Comunque, spero che vi sia piaciuto e aspetto di sentire le vostre opinioni in merito, pure per dirmi che è una completa schifezza! Giuro che non mi offendo u.u 
Bene, at last but not least, ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo: perfectvip94, justanechelon, Eruanne, CinderNella e Lisbeth17.
Grazie di cuore!

   
 
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