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Autore: Keyshima Nagasaki    06/03/2012    0 recensioni
Tre ragazzi, una scuola in cui spariscono studenti, un solo modo di sopravvivere in una notte di terrore assoluto: astuzia e agilità. In una realistica giornata di studio, tre ragazzi dovranno sfuggire ad un'entità che cerca sangue e carne fresa e riuscire a scoprire l'arcano su ciò che circonda il mondo, senza però intaccarne e farsi scoprire.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 5: Sorrowful Stone
 
“Avete rapito…mia sorella?!” Urlo attaccato al telefono.
“Esatto.” Mi risponde la voce.
“Perché?! Cosa volete da mia sorella?!”-“Noi non vogliamo tua sorella, vogliamo te! So che hai una bici a casa tua, raggiungici alla casa al molo a dieci chilometri da casa tua, hai un quarto d’ora di tempo.”
Poi l’uomo dall’altro lato del telefono interrompe la telefonata ed io mi precipito giù nel primo piano ed esco, giro intorno alla casa dal colore azzurro chiaro e arrivo dal lato dove ci sono le biciclette e la macchina. Salto in sella alla mia bici da corsa rosso-nera, e mi lancio nella strada vicino al mare verso il molo indicatomi. Una marea di domande mi risuonano nel cervello, chi sono i tizi del telefono?! Cosa vogliono da me?! Perché tutto questo sta succedendo proprio ora che ho scoperto quello strano potere di luce e dopo la nottata del tre giugno a scuola?!
Mentre passo a centimetri contati dalle macchine per arrivare più in fretta la domanda più assillante di tutte mi arriva direttamente nel cervello: avranno fatto del male ad Harumi?!
I minuti passano stranamente in fretta ed io mi sbrigo a far girare velocemente i denti della ruota della bicicletta. Per l’eccesso di velocità, gli ingranaggi della bicicletta iniziano con un fastidioso stridio.
Arrivato all’imbocco della strada per il molo indicatomi, salto giù dal sellino abbandonando la bici e correndo attraverso il piccolo ponticello di cemento che conduce, a pochi secondi, ad una casetta contenente attrezzi subacquei.
Arrivo in prossimità della casetta di legno rovinato, mi ricorda vagamente la catapecchia nella foresta.
Il sole del tramonto arde violentemente sul mare e mi irraggia tutta la mia faccia, piena di gocce di sudore.
Apro la porta con una manata, spalancandola, con il fiatone e mi si rivela davanti una scena simile alla mia già notata poco fa vicenda nella foresta.
Mia sorella Harumi è legata alle mani e piedi ed ha la bocca fasciata mentre è buttata sul letto con gli occhi chiusi, probabilmente appena tramortita. Due uomini, uno a destra ed uno a sinistra davanti al letto che discutevano poco fa. L’uomo a destra ha uno strano taglio di capelli, i capelli sono tutti raccolti in delle spine appuntite colore rosso. Indossa una strana giacca beige ed una maglietta bianca, con poi dei jeans scuri.
L’altro a sinistra, su un viso imbronciato, porta un paio di occhiali tondi che nascondono l’occhio destro su cui porta sotto una vistosa cicatrice. Quest’ultimo porta una strana maglietta hawaiana e pantaloncini.
Uno sbigottimento mi sale facendomi pensare: Mica avrò sbagliato il luogo dell’incontro?!
Poi il mio pensiero ritorna su mia sorella e quindi grido ai due strani soggetti: ”Chi siete voi?! Perché avete rapito mia sorella?!”
L’uomo con gli occhiali accenna ad un sorriso e dice togliendosi gli occhiali mostrando l’occhio buono mentre tiene sempre nascosto l’altro: “Salve, Akito Tetsura. Ti vorrei innanzitutto porgere le mie scuse per il rapimento di tua sorella ma…” Continua la frase, facendo un sorrisetto quasi dispiaciuto e mettendo il braccio destro in segno di amicizia sul compagno, che porta un’aria parecchio scocciata. “Il mio compagno qui presente, Isoruko, non mi ha ascoltato ed ha pensato di testa sua, arrivando persino a rapire una persona importante come tua sorella. Non so davvero che cosa abbiano pensato quelli dell’ordine…”-“Ordine…?” Chiedo sospettoso.
“Ah che sciocco, mi sono dimenticato di presentarmi, il mio nome è Kamatari Munoto. Dunque ragazzo sarò breve, ci è giunta una certa voce che ci ha messo in subbuglio la testa.” Il sorrisetto compiaciuto scompare sul suo volto. “A poche ore da qui, ci è stato confermato che, in una scuola a Tokyo, siano successe diverse cose interessanti. Come prima cosa, il fatto che una parte del soffitto centrale del piano terra sia andato distrutto senza però trovare tracce di esplosivo e, che sia esplosa anche una parte esterna a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro.”
Fino a questo momento non mi ero mai neanche lontanamente preoccupato di essere scoperto in questo modo, che cosa faccio ora?! E se la notizia trapelasse fino al capo della polizia?!
“Akito Tetsura, caso SS numero centosettemila e ottocentonovantotto, diciassette agosto del duemilaotto, ore sedici e quarant’otto.”
Rimango perplesso su questa sua affermazione ma, dopo averci pensato un po’ capisco, è la data di quando è apparsa la luce bianca la prima volta!
Uno sguardo serio inarca il volto dell’uomo con la maglietta hawaiana.
“Credevo fosse solo un caso, due ragazzini che sono riusciti a sfuggire dalla presa di tre uomini sebbene armati, ma…il racconto che hanno rilasciato appena catturati…una luce bianca, circondava il ragazzo. Voi molto furbamente avete detto che i rapinatori si erano drogati e quindi la loro versione è stata messa di contorno alla vostra versione. Però…a distanza di pochi anni, la stessa coppia rimane intricata in una strana faccenda in una scuola. E proprio in quella scuola c’era una Shadws…”-“Shadus…?” Ripeto cercando di imitare la pronuncia di quella strana parola.
“Shadws, dalla traduzione inglese di ombra shadow, ombra.”-“C-che cos’è?” Chiedo perplesso.
“La parola è stata cambiata in Shadws, perché quell’ombra non è una normale ombra, non riflette se stessa da degli oggetti, si tratta di un antico demone che sotto forma di ombra attacca le creature viventi per il sangue.”-“Perché il sangue?”-“Il sangue è ricco di ferro, più se ne nutrono più si fortificano, uno scienziato di nome Artemius Kermillien aveva scritto un libro in cui diceva che le ombre si possono suddividere in cinque livelli, ognuno di essi è un mostro imprevedibile, è difficile da scovare se costretto a nascondersi e difficile da estirpare.”-“Se cercano il ferro perché non se ne procurano dalle fondamenta degli edifici, come l’ombra nella scuola?”-“L’ombra non può assimilare oggetti solidi, può soltanto trasportare liquidi su di sé.”-“Trasportare?” Chiedo sempre più perplesso.
“L’ombra da sola non può esistere, ha un suo nucleo da cui viene generata. In pratica, più forme di Shadws si ritrovano e si uniscono, più è probabile che formino un nucleo. Una volta creato, più riesce a raccogliere sangue, più diventa forte e potente, fortunatamente quella che hai affrontato tu era al livello base, non deve essere nella tua scuola da neanche due mesi, ed il sangue sebbene si trovi in una scuola, in un mese, è difficile che superi una certa quantità.
Purtroppo, Kermillien è morto prima di dare una spiegazione concreta sulla creazione e divulgazione dell’ombra, e ulteriori dati della sua ricerca non esistono più.”-“Perché?” La faccenda mi ha totalmente occupato il cervello ormai.
“Secondo la leggenda, Kermillien è stato ucciso dall’unico portatore di ombra di tutta la storia, ma è impossibile, l’ombra è una struttura multicellulare e con mente propria, sarebbe come cercare di unire le menti di due persone differenti nello stesso corpo. Una delle due collasserebbe, o quello che ne verrebbe fuori sarebbe qualcosa di abnorme, abominevole…la mente umana non può sovrastare quella dell’ombra.        
È…vulnerabile. Quella dell’ombra non è qualcosa di normale, migliaia di ricordi intarsiati e collocati insieme.”-“Ci sono mai state delle ombre di livello cinque?”-“Si, una volta nel millenovecentoottantanove, una coppia di viaggiatori nel New Mexico, si persero in una città fantasma e un’ombra di livello cinque distrusse tutto in cerca del loro sangue, i loro corpi sono stati trovati maciullati…”
Dopo essere tornato alla realtà dico: ”Mi spieghi però ora che cosa vuoi da me?”-“Una cosa molto semplice, il tuo silenzio. Fin dall’inizio del 1800 la nostra organizzazione andava in cerca di Shadws da distruggere senza però lasciare mai tracce. La Sorrowful Stone va mantenuta segreta.”-“La che cosa?!”-“Sorrowful Stone, non ne hai mai sentito parlare? Allora siamo stati proprio fortunati a contattarti così presto. Il potere, la luce bianca che è apparsa il tre e sei giugno e quel giorno d’agosto di tre anni fa…quella è la Sorrowful Stone. Una forma di energia composta dalla luce, ha moltissime forme diverse e sembra che tu sia uno dei pochi che possiedono il tipo che evita il contatto fisico tra te e le ombre.”
L’incredulità mi riempie il volto, tutte queste scoperte frenetiche una vicina all’altra di questa settimana mi sta completamente facendo ammattire il cervello.
“E…come la si evoca?”-“È una cosa naturale, ognuno riesce ad evocarla come può, quasi sempre la prima evocazione è la risposta della propria mente a diverse avversità, come nel tuo caso in cui l’hai evocata proprio quando avevi ricevuto diversi colpi dai tre rapinatori. Sarebbe come il contrattacco del nostro corpo.”-“E tutti quanti possono possederla?”-“Assolutamente no, in pochissimi rispetto all’attuale popolazione mondiale la possiede, e più che altro per noi è anche difficile capire chi ha una Sorrowful Stone soppressa dentro di sé, noi generalmente compiamo azioni da mercenario di alto grado per diversi paesi, siamo trattati come ribelli del governo e come ultima risorsa per commettere un omicidio. Possiamo dire in sintesi che il nostro lavoro…è essere nemici dello stato.”
A Isoruko, scappa un sogghigno compiaciuto.
“Quindi…non solo uccidete per soldi anche persone innocenti, ma lo fate anche con un potere sovrumano che potrebbe essere utilizzato per il bene della società…MI FATE SCHIFO!” Le parole mi escono di bocca senza neanche riuscire a bloccarmi.
“Bada a come parli moccioso. Il nostro scopo qui non è farti da insegnante, abbiamo di meglio da fare.” Risponde a mezza bocca e con lo sguardo rivoltato dalla rabbia Isoruko.
“Il mio compagno ha ragione, queste sono le scelte possibili: numero uno, tu accetti di non fare sconsideratezze, di non usare la Sorrowful Stone finché non ne avrai il controllo, non andare di nuovo a uomo morto a buttarti dentro a quella scuola e noi ti ridiamo tua sorella e ti lasciamo stare del tutto incolume.”-“E quale sarebbe la seconda?”-“Tu non accetti lo scambio, e noi uccidiamo sia te che tua sorella…che te ne pare? La scelta giusta mi sembra abbastanza chiara.”-“Come fareste a sapere se io la utilizzo o no?”-“Nella nostra organizzazione ci sono diversi possessori di Sorrowful Stone che usiamo come mappa per sapere dove e quando un possessore non scritto nell’archivio del nostro gruppo la utilizza.”-“Bene…vuol dire che siete più di due…”-“Due?” Chiede sorpreso l’uomo con gli occhiali e la testa pelata.
“Sono più di voi due quelli a cui dovrò fare il culo!” Rispondo con rabbia.
L’uomo con gli occhiali fa una smorfia e dice: “Dunque…non hai intenzione di startene zitto vero?”
Isoruko fa uno scatto verso di me e mi arriva davanti in pochi millisecondi e mi colpisce in pancia facendomi volare all’indietro, fuori dalla casetta. Mi rialzo dopo il duro colpo e mi accorgo che Isoruko sta di nuovo mirando verso di me con il pugno chiuso. Con una mano gli fermo il colpo che arriva ma mi fa poi cadere di lato con la gamba sinistra, colpendo le mie. Cado a terra, un dolore mi sale dalle gambe e mi urta tutto il sistema nervoso. Come di rigetto, mi si aprono gli occhi immediatamente e a distanza di poco più di un metro, evito un calcio diretto sulla mia faccia da Isoruko rotolando di lato. Mi rialzo subito dopo con la pancia ancora dolorante dal suolo cementificato del molo. Mi cola del sangue dalla bocca, mentre Isoruko fa passare il suo compagno Kamatari, con le mani in tasca e sempre guardandomi sempre con un occhio solo, mentre quello ferito rimane coperto dagli occhiali da sole.
“Non costringerci ad ucciderti ragazzo, anche noi siamo dei possessori della Sorrowful Stone, e pensa anche che Isoruko ti ha ridotto ad uno straccio senza neanche stare ad usarla. Sei stato sfortunato anche perché hai avuto dei possessori superiori rispetto alla norma standard.”
Mi dice con un sorrisetto compiaciuto Kamatari.
“St-standard…?” Chiedo a fatica, per i colpi ricevuti.
“Hai di fronte a te il caporal maggiore capo scelto Isoruko Kinji della divisione di combattenti in prima linea e il sottoscritto, tenente colonnello Kamatari Munoto della divisione di ricerca per nuovi possessori e ricerca dell’ombra dell’organizzazione segreta Kazmadyon!”
Appena finita la frase Isoruko si lancia su di me con velocità estrema e mi lancia contro il suo pugno, io lo evito muovendo la testa verso sinistra e cerco di assestargli un calcio nel fianco quando è scoperto, quando però mi prende la gamba con la mano sinistra e mi lancia all’indietro. Dopo essere caduto, Isoruko mi assale come una tigre e cerca di colpirmi con un sinistro.
La mano gli si conficca nel cemento e in un primo momento non riesce ad estrarla. Mi viene poi un’idea, appoggiando la gamba destra dal lato destro del suo braccio, faccio girare l’altra gamba colpendolo violentemente in viso e, dopo essere girato sul pavimento dalla posizione con la pancia all’aria a quella con pancia verso il pavimento, mi rialzo velocemente emettendo profondi respiri di stanchezza.
Isoruko, che fino a questo momento è rimasto impassibile verso il mio colpo infertogli, si passa la mano sinistra sul punto su cui l’ho colpito e tutto ad un tratto si trasforma in una belva feroce urlando: “Io ti ammazzoooo!!!”
Corre verso di me e mi colpisce tirandomi una bracciata e gettandomi all’indietro.
Anche se per poco, non cado e rimango in piedi cercando di vedere dov’è Isoruko. La vista mi si è annebbiata e le immagini non diventano ancora del tutto chiare. Una specie di strana macchia sembra avanzare verso di me correndo. Finalmente, l’immagine torna chiara e la macchia si rivela essere Isoruko, che corre verso di me con però un coltello lucente.
Isoruko cerca di infilzarmi ma evito la traiettoria del colpo muovendo la mano per poi dargli un pugno in faccia. Dopodiché mi allontano di qualche passo e chiedo: “D-da dove hai preso…quel coltello?”
Isoruko invece di rispondere, si tocca la faccia nel punto in qui l’ho appena colpito e, con uno sguardo ancora più irritato, lascia cadere a terra il coltello facendogli emettere un tintinnio e dopo aver alzato il braccio destro più alto della sua testa, schianta la mano sul coltello sul pavimento. Un’improvvisa luce bianca si accende, come quella volta a scuola, ed emette un fascio di luce che circonda la mano di Isoruko ed il coltello. Quest’ultimo si incomincia a sgretolare finendo in pezzi sul pavimento cementificato del molo e dopo, si stacca da esso una piastrella e si sminuzza formando una specie di spirale che si va a posare tutto intorno ad Isoruko scoprendo così uno strato di metallo. Sempre avvolto dalla luce, dal punto in cui si è sminuzzata la piastrella, esce fuori dal cemento una specie di strano manico, seguito dal corpo della lama di una spada e dalla punta che sta sul vertice, messo al contrario. Il contatto tra il pavimento e la spada composta presumibilmente di metallo si spezza e Isoruko la impugna e corre verso di me, mentre sono completamente attonito.
La luce si spegne del tutto ed Isoruko mi colpisce col manico della spada sul fianco sinistro. La mia gamba sinistra cede e precipito a terra mentre tengo con la mano destra il fianco colpito.
Kamatari raggiunge il compagno camminando tranquillamente ed arriva davanti a me.
Il dolore provocato dal manico della spada mi induce a vomitare ma mi trattengo ed alzo lo sguardo, decido di provare un’ultima carta: tentare di evocare la mia Sorrowful Stone.
Alzo a stendo il braccio destro mettendolo davanti a Kamatari e Isoruko e sforzo i muscoli. Dopo però una decina di secondi non succede niente e Kamatari esegue un sospiro e dice: “È naturale che tu non sia ancora in grado di controllarla, sarebbe davvero stupefacente se, dopo anni dalla prima evocazione, riuscissi ad evocarla a tuo piacere già dalla quarta volta in avanti. La Sorrowful Stone è una specie di contrattacco psicologico e fisico contro minacce che attaccano il nostro corpo e le nostre rispettive menti, in parole povere…solo un vero shock può permettere ai possessori di utilizzarla le prime volte, e soprattutto una grande forza d’animo. Qualcosa che un ragazzino come te non può ancora comprendere.
Che tu lo sappia, abbiamo inviato anche dei nostri sottoposti, sebbene molto meno potenti rispetto a noi, a cercare il tuo amico Hajime Kazuhiro. A quest’ora dovrebbe essere già stato attaccato, nel caso abbia fatto la tua stessa stupida scelta.”
In un primo momento, un brutto presentimento mi entra nel cervello, ma dopo averci pensato bene su abbasso la mano, mi alzo e chiedo: “Quanto sono più deboli rispetto a voi due i sottoposti inviati?”-“Di tanto, perché ti interessa?” Risponde con aria sospettosa Kamatari.
Prima di rispondere mi passo la mano sul labbro della bocca per togliermi il sangue e dico: “Allora non ho niente di cui preoccuparmi…”-“Eh?” Chiede con aria stupida Isoruko.
“Fin da quando eravamo bambini…abbiamo fatto a botte…” Rispondo fissando negli occhi con aria decisa Kamatari. “E pensa un po’…io non l’ho mai sconfitto!”
 
Intanto a Tokyo, quartiere di Shinjuku, ore diciotto e quarantadue.
 
Hajime sta camminando ascoltando la sua playlist di canzoni preferite, indossando una maglietta della Scorpion Bay con lo stemma di quest’ultima e con dietro due lame incrociate nel mezzo e le fiamme tutte attorno, con sopra una camicia aperta a quadretti rossi e verdi. Tiene le mani dentro i suoi jeans corti e guarda il cielo che si appresta a riempirsi di stelle mentre nei suoi occhi vaga il viso di Makoto, ancora persa nelle grinfie del demone denominato Shadws.
Davanti al ragazzo compaiono diversi uomini, tutti con un volto serio in faccia.
Il primo dei cinque si mette in prima fila, fa segno di togliersi le cuffie e dice: “Tu sei Hajime Kazuhiro giusto?”-“Esatto, cosa volete da me?” Un’aria scura si presenta sul volto di Hajime.
“Siamo stati incaricati di avvicinarti e farti una proposta.” Risponde l’uomo messo in prima fila, mentre per la strada corre un leggero venticello estivo.
“Sarebbe?” Chiede con aria sprezzante.
Un uomo alto con i capelli tagliati corti color sabbia, con pelle scura e occhi verdi, si fa avanti mostrandosi sotto la luce del lampione sovrastante. Indossa una strana giacca grigia e una maglietta blu, con dei pantaloni beige.
“Akito Tetsura è stato intercettato dai nostri superiori, per chiedere il suo silenzio in cambio di libertà sull’evocazione di Sorrowful Stone di qualche giorno fa dalla vostra scuola.”-“Superiori? Cosa siete, dell’esercito? E poi cosa sarebbe questa Sorrowful Stone?” Chiede Hajime, con un leggero presentimento su di me.
Una risata risuona da dietro l’uomo sotto il lampione proveniente dai suoi compagni, come se Hajime avesse chiesto cos’è una scuola.
Uno sguardo serio e tenue inarca il volto di Hajime, che si prepara tenendo i pugni serrati benché nelle tasche.
“Per tua informazione.” Risponde con aria profondamente ironica l’uomo di fronte ad Hajime. “La Sorrowful Stone è il nome, dell’energia che Akito Tetsura ha sprigionato i giorni diciassette agosto duemilaotto, tre e sette giugno di una forma di energia molto potente conosciuta nel mondo con il nome di Sorrowful Stone. È nostro assoluto dovere imporre un principio di blocco su questo neo-possessore, fino a data da noi ancora da stabilire.”-“Ma se il possessore è Akito che cosa volete da me?”
“È stato rilevato dal nostro sistema che anche te presenti una traccia di Sorrowful Stone.” Risponde l’uomo che tira fuori dei fogli pinzati l’uno all’altro. “È stata rilevata esattamente alle tre e ventidue di ieri mattina.”-“C…cosa?” Risponde Hajime ammutolito per la scoperta mentre pensa: ‘Io avrei…lo stesso potere che ha Akito?! Ma è impossibile! Non ho mai lanciato forme di energia come quella!’
“Ti sbagli! Io non ho mai lanciato niente del genere!” Si appresta a rispondere Hajime.
“Infatti tu non appartieni alla categoria lanciatore, la tua Sorrowful Stone ti incrementa l’energia muscolare per cui i tuoi calci e pugni, se evocata correttamente, si moltiplicano di forza e velocità.” Risponde noncurante l’uomo davanti ad Hajime.
“Allora…quale sarebbe questa proposta che volete fare a me?” Chiede preoccupato.
“La proposta è la stessa di quella sottoposta a Tetsura, devi stare in silenzio e non evocare mai più la Sorrowful Stone in modo sconsiderato, in cambio non ti sarà fatto alcun male e potrai scorrazzare in giro con la piena libertà.”-“E…Akito cosa ha risposto?” Chiede Hajime con gli occhi coperti dai capelli, mentre pensa alla risposta più sensata.
“Tetsura all’inizio si è ribellato ma i nostri superiori sapranno convincerlo senza ucciderlo.” Risponde con un sorrisetto compiaciuto.
“Dunque…direi che la risposta più ovvia è sottintesa.”-“Complimenti, hai una mente sveglia.” Risponde con un sorriso benevolo e porgendo la mano destra ad Hajime. “Allora abbiamo un pat…”
Senza lasciarlo finir di parlare, Hajime colpisce violentemente l’uomo davanti a lui con un pugno facendolo indietreggiare.
“Se Akito è stato contrario a questa stupida richiesta, NON VEDO COME IO, CHE HO LA RAGAZZA IMPRIGIONATA NELLA MIA SCUOLA DALL’OMBRA, POTREI DARE IL CONSENSO!” Urla Hajime mentre si prepara a colpire di nuovo l’uomo davanti a sé, che si sta intanto riprendendo.
“B-bastardooo!” Risponde quest’ultimo mentre corre contro Hajime seguito dai suoi compagni.
Hajime tenta un secondo pugno in pancia contro lo stesso bersaglio, ma il colpo viene evitato e viene colpito ad una gamba da un calcio di uno dei compagni.
Un terzo sferra un sinistro contro la faccia di Hajime ma lui ruota la testa e contrattacca con una gomitata in faccia dell’avversario. Mentre un altro da dietro cerca di afferrarlo, Hajime ruota la gamba destra colpendo quelle dell’uomo alle sue spalle e facendolo cadere di lato, poi il primo del gruppo cerca di colpire Hajime con un pugno sinistro, che centra il bersaglio e lo colpisce nel petto.
Hajime, sebbene dolorante, afferra per le spalle l’uomo che lo ha appena colpito e risponde con una violenta testata in viso, che lo stordisce per qualche secondo e nel frattempo viene bloccato da dietro da un altro alle sue spalle. Il dolore proveniente dalla sua gamba e dal petto lo fanno confondere per qualche secondo e intanto l’uomo che aveva discusso con Hajime gli tira una serie di colpi in pancia.
All’improvviso, uno strano alone bianco e blu compare su tutto il corpo di Hajime, che si riprende in fretta sferra un calcio in pancia contro l’uomo davanti a sé. Stranamente, l’energia del colpo è talmente forte che spinge di due metri il bersaglio colpito, che si appresta a cadere sul duro pavimento di cemento privo di sensi.
Intanto, l’uomo che lo stava tenendo fermo da dietro lo molla per la paura e dice: “L-l-la Sorrowful Stone è stata evocata!”
Hajime si gira, sempre contornato dall’alone lucente, e utilizza la velocità di attrito per colpirlo in pancia con un destro, ricacciandolo in avanti con il sangue che schizza per la velocità per tutta la strada. Un ultimo superstite rimane impalato, mentre i suoi compagni vengono lanciati dalla sovrumana forza della Sorrowful Stone di Hajime.
In preda al panico, scappa via dal ragazzo e intanto si affretta a prendere il telefono dalla tasca del suo giubbotto di pelle nera. Compone il numero tre volte, dopo aver sbagliato per due volte consecutive, e dice: “S-signor Munoto?! Qui è Daisetsu! Mi dispiace immensamente ma abbiamo fallito la missione! L-l’obbiettivo ha rifiutato l’offerta ma ha evocato la Sorrowful Stone mentre cercavamo di colpirlo!”
                                        --Nagoya--
“Razza di coglioni! Eravate in cinque contro un ragazzino!”
A rispondere al cellulare a Daisetsu è Kamatari.
                                        --Tokyo—
“M-mi dispiace immensamente!” All’improvviso Daisetsu inciampa in una mattonella rotta e cade per terra. Dopo essersi rialzato si ritrova Hajime, con lo sguardo arrabbiato che gli dice: “Passami subito il cellulare.”
Daisetsu si appresta a dire a Kamatari: “Signore! L’obbiettivo ha chiesto di parlarle!”
                                        --Nagoya--
“Passamelo!” Risponde Kamatari con aria infuriata.
                                        --Tokyo--
“Fatemi parlare con Akito, so che è ancora vivo.” Dice Hajime voce arrabbiata.
                                        --Nagoya-- 
Con l’orgoglio che gli brucia, Kamatari mi lancia il telefono mentre dice: “È per te!”
Curioso di chi potesse volermi parlare in un momento simile, avvicino il cellulare e dico: ”Pronto?”-“Ciao Akito, quanto pare anch’io ho quello strano potere anche se diverso. Io quei tizi li ho sconfitti tutti, mi raccomando…prendili a botte e torna il prima possibile. Non ci sono solo io ad aspettarti.” Mi risponde Hajime.
Stupito dalle sue parole confortevoli, rispondo: “Si, fai in modo di essere pronto quando torno.”-“A dopo allora!”
                                       --Tokyo--
Hajime chiude il telefono e lo fa cadere per terra, davanti all’ultimo sopravvissuto dei subordinati di Kamatari, immerso nelle lacrime dalla paura e riprende a camminare.
                                       --Nagoya--
Chiudo il telefono e lo rilancio a Kamatari, con l’orgoglio che rimorde.
Dopo che quest’ultimo l’ha messo via in tasca nei suoi pantaloni, dice: “Ora che hai finito di parlottare…” Kamatari si strappa la camicia in due, dai bottoni, rivelando delle cinghie legate al busto che tengono delle provette di sangue.
“C-che cos’è quella roba?!” Chiedo inorridito.
“È sangue animale. La mia Sorrowful Stone consiste nel poter ricreare protuberanze animale in una parte del corpo a mia scelta.” Risponde Kamatari mentre stappa una delle provette e ne beve un sorso.
Come un’onda di rigetto, Kamatari è sul punto di vomitare quando sul suo braccio destro si increspano le vene e pian piano, dal gomito alla punta delle dita il colore della sua pelle cambia e diventa nero intenso, le mani si uniscono e formano una strana sagoma nera con una punta al vertice. Al posto del suo braccio destro c’è il pungiglione di uno scorpione.
Kamatari si getta verso di me con le braccia all’indietro e avanza con il pungiglione che punta verso di me per poi inarcare il braccio ed eseguire un mezzo cerchio cercando di incastrare me nella traiettoria, ma la evito abbassando la testa. Kamatari quindi abbassa il braccio destro, mirando alla mia spalla sinistra e mi taglia di striscio. Un dolore bruciante mi sale dalla spalla e d’impulso colpisco con un pugno la pancia da sotto di Kamatari, evitando il pungiglione a cui è rimasto un brandello della mia maglietta.
La situazione si complica sempre più, il mio braccio sinistro è stato colpito e mi fa male a muoverlo in certe posizioni! L’unica cosa che spero è che nel pungiglione non ci sia stato del veleno…se così fosse non mancherebbe molto alla morte dopo un colpo così! Però…noto qualcosa di strano, se vogliono tenere segreta la Sorrowful Stone alla società aperta, perché mi attaccano noncuranti del rischio di essere visti dall’entrata del molo, in mezzo a due gruppi di casse di contenimento?!
Inizio a muovere il braccio cercando di far ricircolare il sangue, per riprendere sensibilità.
“Lo stai facendo apposta o sei veramente idiota?” Chiedo sfacciatamente a Kamatari.
“Cosa?!” Mi chiede con aria irritata.
“La vostra organizzazione ha regole veramente vigorose e non pensi nemmeno di chiudere la vista di questo combattimento alle persone normali? Se riuscissi a far notare alla gente quello che sta succedendo qui, saresti in grado di crearti un capro espiatorio decente?” Rispondo indicando dietro di me il varco dell’entrata.
“Hehe…hahaha…HAHAHAHAHA! Non ci credo! Tu…osi minacciarmi?! Se è veramente questo ciò che ti preoccupa eliminerò il problema.” Risponde togliendosi gli occhiali Kamatari, con il viso inarcato da un raggelante sorriso.
Kamatari scopre l’occhio circondato da sopra a sotto da una larga cicatrice ed apre le palpebre, un’immagine disgustosa mi si para davanti: la cornea…i cristallini superiori e inferiori…l’iride…il bulbo oculare è letteralmente spezzato in due. Un largo taglio separa sebbene di qualche millimetro tutto l’occhio, compreso tutto il resto di esso.
Kamatari spezza gli occhiali con la sua mano sinistra e ne lancia i pezzi per terra, poi volta il suo sguardo verso un’enorme cisterna del gas e dice: “Isoruko! Blocca l’apertura con quella cisterna del gas!”-“Si!” Risponde con aria stupida il compagno.
Isoruko corre verso la cisterna, a circa cinquanta metri da noi e la infilza con un pugno, facendo rilasciare dei gas, e la tira su staccandola dai vari tubi ad essa collegata. Come se niente fosse, cammina tenendo sempre la cisterna attaccata al suo braccio e una volta arrivato all’entrata la posa delicatamente bloccando completamente la visuale.
“Bene…” Commenta tranquillamente Kamatari.
Munoto si china leggermente e sputa del sangue per terra e consecutivamente a ciò l’aculeo scompare in pochi secondi tornando ad essere un braccio umano. La tranquillità di questo suo gesto mi inquieta e mi irrita lo stomaco, spingendomi sempre di più verso il baratro di vomitare. Il dolore alla spalla intanto non accenna a diminuire di granché e mi trovo costretto a prepararmi ad un attacco futuro con il braccio destro.
Kamatari intanto stappa un’altra fiala e ne beve la metà del contenuto.
Improvvisamente scatta verso di me e la luce bianca e blu si riaccende sempre sulla mano destra, che sfodera dritta dritta verso di me.
Solo ora mi rendo conto che la mano destra di Kamatari è diventata la testa di un serpente soffiante per la rabbia contro di me.
A pochi passi da me il serpente scatta ed io sono costretto ad evitarla, rotolando di lato intorno a Kamatari.
Intanto la testa a forma di serpente si schianta al suolo, da me prima occupato e poi si rialza in aria mostrando tutto il proprio corpo rovinato.
Il serpente scatta di nuovo ma non riesco ad evitarlo e mi si avvinghia tutto intorno al braccio e, un secondo prima che mi colpisse, afferro la testa da dietro saldamente, mentre il serpente si dimena selvaggiamente.
“Hahaha! Pensi di poterlo trattenere?!” Commenta Kamatari che però, dopo aver cercato a lungo di strappare dalla mia presa la testa del serpente, si rende conto che lo avevo in pugno. Indignato di ciò, stappa con la sinistra la fiala e finisce di ingurgitare il liquido rossastro. Dopo aver ingoiato l’ultima goccia, la testa di Kamatari si sposta all’indietro, con gli occhi verso il cielo mentre si dimena dalle spalle in su.
Subito dopo ritorna a guardarmi in faccia e il suo volto si è trasformato nel muso triangolare di un serpente che mi fissa con la lingua biforcuta tra i denti sibilante.
Passa un minuto e la situazione diventa sempre più agghiacciante, il serpente che rimane nella mia stretta si dimena sempre di più mentre sono squadrato da due grossi enormi occhi gialli, in due fessure scavate nella pelle ruvida dell’animale. Il terrore mi sale sempre più in profondità nel cervello, mi chiedo se Kamatari sia proprio il mostro che ho di fronte, mezzo serpente per braccio e testa e mezzo uomo, dalle spalle ai piedi. Che sia diventato un vero serpente?
Il serpente sembra leggermi nel pensiero e mi fissa sempre più in profondità, mentre sul mio viso dilaga un viso inquietato.
Poi, gli occhi del rugoso serpente diventano due fessure, come se si concentrasse, e tira indietro la testa. Questo è il segno di un altro attacco!
Come un fulmine, sempre tenendo da dietro saldamente la testa del serpente-braccio di Kamatari, lo srotolo dal mio braccio, facendomi ricircolare il sangue nel braccio, strizzato fino alla pazzia. Appena Kamatari mi attacca slanciando in avanti la testa, tengo teso il corpo del serpente-braccio, facendomi da scudo. Con un solo morso, Kamatari trancia di netto il corpo del serpente, che inizia a divincolarsi ferocemente, mentre sangue e le membra del serpente cadono pigramente a terra e formando pozze di sangue. Kamatari indietreggia con la testa, emettendo un fortissimo sibilo per il dolore. Io lascio andare la testa e corpo del serpente tranciato ed esso continua a dimenarsi.
Con il braccio ancora che perde sangue, Kamatari si lancia di nuovo contro di me con la bocca spalancata, mostrando i numerosi e aguzzi denti, con disperazione. Quando è ad un passo dall’uccidermi, io tendo la mano destra in segno di protezione e chiudo gli occhi.
Un accecante lampo bianco e blu si accende, illumina per un secondo Kamatari, e si spegne. Riapro gli occhi e vedo che Munoto sta volando all’indietro, come se colpito da qualcosa.
Isoruko, che nel frattempo era rimasto in disparte onde evitare di essere colpito da una delle caricate di Kamatari-serpente, rimane sbigottito.
Kamatari si rialza ed io faccio lo stesso. Quest’ultimo mi guarda in modo strano e dice, con una strana voce: “Q-questo è impossibile! L’ha evocata!”
All’inizio rimango perplesso su questa sua affermazione ma, sento dalla mano destra lo stesso calore che ho sentito il tre giugno e quindi alzo la mano destra.
Uno strano alone bianco e blu circonda la mia mano e poi, improvvisamente un ammasso di micro particelle compostesi dal nulla, si iniziano a raggruppare per poi andare a formare una sfera di luce bianco-blu.
“Q-quella…è la tua Sorrowful Stone!” Urla Kamatari con stupore.
Io osservo per poco la sfera e dico: “Tutto questo…mi piace!”
Miro Kamatari con la mano destra, sforzo i muscoli, e vedo che la sfera parte a velocità incredibile contro Kamatari, colpendolo.
“Che bastardo! Riesce persino già a controllarla!” Commenta Isoruko, mentre si dà alla carica con la spada in mano.
Ruoto il busto e agito leggermente le mani e altre micro particelle luminose formano un’altra sfera. Alzo il braccio destro all’altezza della testa e lancio la sfera contro Isoruko, che cerca di difendersi con le braccia e la spada.
Un rumore di qualcosa che si spezza riecheggia nel molo, la lama creata da Isoruko si è spezzata e distrutta in molteplici pezzi, che si disperdono sul pavimento cementificato.
Isoruko si rialza, con tono arrabbiato e affaticato, rivelando dei segni di graffi sulle braccia.
“C-come…come può…avere una potenza simile…” Ansima a fatica Isoruko. “Tutto questo è inammissibile!”
In preda alla rabbia, schianta le mani a terra e distrugge un’altra piastrella, scoprendo dell’altro acciaio. Una luce bianco-blu avvolgeva tutto il corpo di Isoruko.
Quest’ultimo infila la mano nel cemento, stranamente semiliquido, e lo tira fuori e ne esce una catena appena forgiata. Con un ampio gesto del braccio, tutta la catena viene tirata e dalla ‘pozza’ di acciaio ne esce fuori una mazza ferrata, che mira stranamente su di me.
Io abbasso la testa e Isoruko è costretto ad avvitare sul suo braccio parte della catena per riprendere il controllo dell’arma.
Kamatari si sta per rialzare e la nuvola che lo ricopriva per via dell’impatto con la Sorrowful Stone si sta per dissolvere del tutto.
Mentre la mazza ferrata compie un altro giro intorno ad Isoruko, raccolgo ulteriori energie per la Sorrowful Stone, cercando di radunare stavolta più energia possibile.
La sfera si riforma, più grande rispetto all’altra, e la metto in posizione, tenendola a pochi centimetri dal mio braccio destro alzato, messo contro la mazza ferrata in arrivo a velocità incredibile.
Isoruko finisce di far riprendere velocità alla sua arma e la sgancia contro di me.
Intanto io mi preparo alzando anche la mano sinistra, punto sulla mazza cosparsa di punte metalliche, e la sgancio. Spingo con il braccio la sfera, che si va a infilare dentro la mazza, passandole attraverso e spingendo verso l’esterno dall’interno tutti i pezzi. Un pezzo però, sebbene non puntellato, mi arriva addosso e non faccio a tempo a preparare un’altra sfera che mi colpisce la gamba sinistra. Intanto la Sorrowful Stone avanza nella sua traiettoria e colpisce pesantemente Isoruko, facendolo indietreggiare.
La catena si è completamente spezzata e i pezzi della mazza ferrata finiscono in parte in mare e in parte per terra.
Isoruko si accascia a terra, mentre tiene con un braccio il punto colpito, ansimando e sputando sangue.
Kamatari, prende la mira con gli occhi ancora da serpente, e scatta all’improvviso. L’obbiettivo però non sono io, ma Isoruko.
Impossibilitato com’è, non è riuscito a sfuggire dal morso di Kamatari, che lo morde senza pietà dal collo, compresa la testa.
Le uniche cose che Isoruko riesce a dire sono: ”K-Kamatari…ma cosa…”
Poi, a Isoruko gli rigurgita il sangue dalla bocca e poi non si muove più.
“Kamatari…che cosa diavolo stai facendo?! Era un tuo compagno no?!” Esplodo contro Kamatari, che intanto si sta staccando la carcassa dai denti affilanti.
Munoto sogghigna malignamente alla vista del compare morto e dice: “Compagni?! Hehehe…io non l’ho mai considerato tale…Isoruko sapeva bene che nella nostra organizzazione non si deve fallire…e visto che non è riuscito a tenere testa alla tua Sorrowful Stone, non merita di vivere.” Commenta malignamente.
“Beh…se bisogna pensarla così…allora neanche te meriti di vivere! Neanche te sei stato in grado di tenermi testa!” Rispondo ironicamente alla sfacciataggine verso l’uccisione di un compagno.
Sebbene con il volto da serpente, riesco a distinguere il suo volto arrabbiato per la mia risposta e poi, socchiude gli occhi respira e dice: “La tua evocazione era qualcosa di inaspettato! Come potevo tenere testa ad una sorpresa simile? Ora che so per certo che sai evocarla ed utilizzarla a tuo volere, il discorso cambia! I piani sono cambiati, il nostri intento era quello di preservare la tua vita anche in caso di rifiuto…ma ora, con la morte di Isoruko posso dire che la tua morte è stata necessaria per il bene comune. Il mio obbiettivo ora non è più quello di farti entrare nel nostro gruppo o di obbligarti a non usare mai più la Sorrowful Stone, ma di ucciderti!”
Kamatari ingoia di proposito del sangue dal corpo di Isoruko e un’altra onda d’urto si espande nei dintorni. Improvvisamente, a Kamatari ricresce il braccio però più muscoloso.
“Io posso anche copiare protuberanze umane! Con la mia intelligenza e la forza di Isoruko niente può fermarmi!” Urla estasiato del suo corpo deforme Kamatari.
Munoto alza le gigantesche braccia, e le sbatte violentemente a terra, una piccola onda sismica si scatena sotto di me e il ponticello verso la casetta distrutta si sta spaccando. Per un lampo, mi ricordo di Harumi e do le spalle a Kamatari per andare a tirarla fuori prima che sprofondi tutto il ponticello con la casa compresa in acqua.
“Eh no! Troppo semplice!” Urla Kamatari per il mio dietro-front.
Nella corsa riunisco le mani e credo un'altra sfera, in caso che Kamatari mi attaccasse.
Le mie aspettative sono fondate, e Kamatari mi rincorre con il suo corpo massiccio. Non trovo altra scelta che lanciare la sfera contro di lui.
Sforzo i muscoli, e la sfera salta all’attacco roteando su se stesso seguita da delle specie di filamenti sempre di energia bianco blu.
Kamatari si mette le due gigantesche braccia davanti e la sfera lo colpisce, creando una nuvola di fumo.
Pensando di averlo sconfitto, entro nella casetta che traballa violentemente mentre si sente che il pavimento sotto sta crollando. Negli sbalzi del terreno però inciampo in una sedia, subito dopo mi rialzo e vado dal letto distrutto dove è ancora incosciente e legata. La prendo in braccio e cerco di non farla cadere durante gli sbalzi. Kamatari però tira da fuori un pugno contro la casa cercando di farci sprofondare sotto le macerie.
Il tetto cede e i pezzi ci stanno venendo addosso e sono costretto ad utilizzare la Sorrowful Stone, con le micro particelle creo tanti piccole sfere e poi le lancio contro la parete dividente me e Kamatari.
Come proiettili, le sfere schizzano contro la parete facendo cadere il muro e colpendo poi Munoto.
Mentre lui viene colpito ne approfitto per aprire la porta ancora intatta con una spallata ed uscire via, oltre delle crepe del muretto di cemento causate da Kamatari.
Quest’ultimo sprofonda in acqua apparentemente privo di sensi ed io mi dirigo verso la botola del gas.
Qualcosa però schizza fuori dall’acqua ed atterra a pochi metri da me, è Kamatari, ansimante e pieno di ferite su tutto il corpo con i vestiti tagliati.
“Moccioso…Bastardo!” Ansima.
Io metto mia sorella sul pavimento e corro contro Munoto con una sfera in formazione.
Lui mi segue e ci veniamo addosso a entrambi. Kamatari prepara un destro portandolo dall’anca destra che poi scaglia contro di me. Io lo evito e muovo il suo pugno cambiandone la traiettoria e facendolo andare contro il pavimento. Il pugno si incastra e dei pezzi di pietra saltano via, io ne approfitto per salire, come fece Hajime, sul braccio usandolo come sponda ed arrivare dalla sua faccia, a questo punto gli lancio in faccia la sfera.
Quest’ultima gli esplode in faccia ma Kamatari non perde i sensi e dopo avermi preso per i piedi mi lancia via.
Io cado per terra e Kamatari dice: “Io sono invincibile!” Poi adocchia mia sorella e cammina verso di lei, io intanto cerco di rialzarmi a fatica.
Cerco di raccogliere tutta l’energia che riesco ancora a utilizzare.
La sfera stavolta diventa molto più grande ed io mi rialzo di scatto e vado contro Kamatari.
Quest’ultimo, stupito dal mio gesto, si lancia anche lui alla carica, ma stranamente io sono molto più veloce di lui e prima che lui facesse un terzo passo io gli sono già arrivato davanti. Kamatari rimane sconcertato e non riesce nemmeno a caricare un altro colpo che gli dico mentre preparo la sfera: “Ora basta! Questa è la mia SORROWFUL STOOONE!”
La sfera si scaglia contro Kamatari e lo spinge verso la botola del gas colpendolo allo stomaco.
Il suo corpo grottesco fa esplodere la botola ancora piena di gas.
Io raccolgo mia sorella e scappo verso casa attraverso la spiaggia per evitare le domande dai passanti e dalla polizia. Dopo qualche minuto di corsa mi fermo un attimo sulla spiaggia dove poso Harumi, la slego e cerco di farla svegliare. Lei riapre gli occhi e mi chiede: “C-cosa è successo…? Perché sei ferito?!”-“Non è niente non preoccuparti.” La rassicuro io. “Ora però andiamo a casa.”-“ Va bene.”
Aiuto Harumi ad alzarsi e continuiamo ad andare verso casa quando io prendo il cellulare e mando un messaggio a Fujino con scritto:
    Il cielo che vedemmo quel giorno,
quel forte cielo scarlatto…te lo ricordi?
Il giorno in cui ci siamo scambiati la nostra promessa
Circondati dal prematuro vento estivo,
ci siamo promessi di rimanere abbracciati…
A Tokyo, Fujino si sente un po’ meglio e dopo aver sentito il cellulare che suona, legge il mio messaggio e sorride rispondendomi:
Si…me lo ricordo…
                                --Tokyo, scuola Shizuka, sotterranei--
Un piccone infrange il buio perfetto racchiuso in delle mura, dei poliziotti hanno buttato giù il muro indicato dal disegno di Fujino e cercando di fare luce. Uno dei due cade a terra per lo spavento: una sottospecie di enorme bulbo nero è attaccato attraverso degli strani legamenti al soffitto e pavimento. Sull’enorme e pulsante cosa spunta un occhio gigante che fissa i due poliziotti sconvolti. Da dietro il bulbo nero gigante, spunta il preside Tamaki che fa un sorriso malevolo e dice: “Benvenuti…signori miei.”
  
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