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Autore: Dead Master    06/03/2012    8 recensioni
Una flashfic che racconta la drammatica scena dell'abbandono del padre di Jim.
Ho provato a immaginare cosa potesse aver provato vedendo quella figura allontanarsi, salire sulla nave e lasciarlo per sempre, senza neanche girarsi a guardarlo.
Spero possa piacervi!
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la prima storia che scrivo su "Il Pianeta del Tesoro" e sono piuttosto contenta di esserci riuscita, essendo il mio film Disney preferito e trovando ingiusto il fatto che sia così sottovalutato. 
Come dice l'introduzione, mi sono ispirata alla scena dell'abbandono del padre di Jim e ho provato a descrivere la drammaticità di quel momento che, tutte le volte,
mi fa stringere il cuore e salire le lacrime agli occhi. T^T

Il titolo sarebbe "Verso l'irraggiungibile" in inglese.
Spero possa piacervi! :)





Toward the unreachable







Il rumore secco di una porta che sbatteva lo svegliò di soprassalto. Il sole, sorto da poco, bagnava di un colore aranciato il cielo brumoso. 
Jim si scostò le coperte di dosso, sgranando gli occhi. Osservò attraverso la finestra aperta la sagoma che si allontanava per il sentiero roccioso che conduceva al molo. Lì, in attesa, il profilo di un veliero si stagliava tra le ombre rosate delle nuvole, pronto a partire in qualsiasi momento. 

No, si disse, non può essere vero

Si precipitò fuori dalla stanza, l’angoscia che lo attanagliava in una morsa opprimente; divorò le scale fino ad arrivare al piano terra, dove trovò sua madre seduta a uno dei tavoli della locanda, le spalle scosse da tremiti. Sapeva che stava piangendo e che avrebbe dovuto tentare di consolarla, ma prima che potesse fermarle le sue gambe lo avevano già condotto all’esterno, immobilizzandolo poi sull’uscio. 
Allora lo vide e, in un moto di incredula afflizione, realizzò.

Aveva già lo sguardo appannato di lacrime quando si lanciò in quella corsa disperata, in pigiama e col cuore in gola che, straziato, singhiozzava furiosamente. 
I
gnorò il dolore delle pietre che strusciavano sotto la pianta dei piedi nudi e continuò a tenere gli occhi incollati a quella schiena persino quando, saltando un paio di gradini frettolosamente, finì faccia a terra. Si rialzò immediatamente e, senza alcun indugio, ricominciò quell’inseguimento che, nonostante sentisse fosse completamente inutile, non voleva - non poteva - abbandonare.

Perché? Si chiedeva, smarrito, mentre pregava di arrivare in tempo. Perché? Gridava a squarciagola il suo animo, lacerato. 
Perché?!

Lui, in tutto ciò, non si voltò neanche una volta, non lo ritenne degno di nota. 
Eppure la presenza di Jim alle sue spalle era più che tangibile; nonostante non riuscisse a emettere un solo fiato per chiamarlo e attirare la sua attenzione, la consistenza del suo affanno - per quello scapicollarsi inaudito - e del suo struggimento era così spessa da poter essere quasi visibile. 
Ma come era sempre stato durante quei dodici anni, pareva che agli occhi del padre lui fosse invisibile.

Quando arrivò alla fine del vecchio molo, il braccio allungato per afferrarlo, le iridi brillanti spalancate, la nave era già salpata.

Non era stato abbastanza veloce.

In quell’istante, proprio quello in cui aveva avuto la conferma del suo insuccesso, dalla sua gola stava sgorgando una parola, un appellativo affettuoso destinato a morire prima di venire al mondo, soppresso dalla sofferenza dilaniante che lo stava schiacciando irreversibilmente.

Fra le sue dita c’era solo vento, si rese conto, in bilico sulle assi storte, col sole alle sue spalle che lo sbeffeggiava illuminando perfettamente l’imbarcazione che si allontanava, fino a scomparire come un miraggio nella nebbia davanti ai suoi occhi ancora disorientati, incapaci di farsi una ragione di ciò a cui avevano appena assistito.

Quasi sperava di vederlo tornare indietro, o di svegliarsi per davvero da quello che doveva essere solo un tremendo incubo.

Invece era tutto vero: Jim era solo, la mano tesa nell’infinito, verso qualcosa di irraggiungibile.








   
 
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