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Autore: mathius92    06/03/2012    1 recensioni
Breve racconto. Un po' cinico forse. Ditemi cosa ne pensate.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Presagio
 
Colombo voleva le Indie, ma si ritrovò in America.
Lasciate le navi al largo, con le sue scialuppe raggiunge l’isola e i suoi abitanti. Verde lussureggiante, strani animali e tanto, troppo sole. Da una parte lo stupore degli indigeni, dall’altra la sorpresa di Colombo: non sono indiani, non ne hanno i tratti. Gli si fanno incontro tre uomini, a gesti e sorrisi. Colombo e i suoi procedo calmi verso di loro, sicuri. Inizia una battaglia di incomprensioni che scatena risate e avvicina le due culture.
Intanto, da una capanna, un topolino esce dalla sicurezza dell’ombra, attratto da odori sconosciuti. Di riparo in riparo, passando tra le gambe degli abitanti dell’isola in attesa, si avvicina alle scialuppe. Si guarda intorno, sospettoso, e si nasconde tra il cordame.
Con gesti e disegni sulla sabbia, Colombo racconta del suo viaggio al più anziano degli indigeni, che si mostra molto interessato alle grosse navi. Si organizza allora una visita sulla Santa Maria. Quattro indigeni, tra cui l’anziano, si avviano con Colombo alle scialuppe, che vengono preparate per la partenza. Dalla nave ammiraglia si calano scale di corda e gli ospiti vengono aiutati a salire a bordo.
Quando tutti sono sulla nave, anche il topolino, curioso, si arrampica ed entra in una fessura tra le assi di legno consumate dalla salsedine e dal lungo viaggio. Sempre seguendo odori e profumi, esplora la nave; sopra di lui il ponte, dove sono radunati tutti gli uomini.
Colombo descrive a gesti il funzionamento di alberi e vele, del timone e di tutto ciò che i marinai gli portano, come dono per gli stranieri. Il capitano invita l’anziano indigeno a mangiare nella sua cabina, dove stappa una bottiglia di vino. È sbalordito da tutti quegli oggetti, soprattutto dai materiali di cui sono fatti. Ogni cosa è nuova per lui e la sua gente: il luccichio di posate e bicchieri, i decori sui piatti, i cibi stessi che gli vengono offerti. Anche lui ha un dono per Colombo.
Il topolino è giunto nella cambusa. Rosicchia un biscotto, assaggia la farina, addenta un pezzetto di carne secca. Un rumore lo spaventa e il topo corre al riparo di una botte.
L’anziano offre a Colombo cesti di frutti esotici e bracciali colorati. Il capitano ricambia con pezzi lucidi di vetro, acciarini e la posata d’argento usata durante la cena. L’indigeno tiene per sé il coltello e divide con gli altri il resto. Qualcuno si brucia, tra le risate, provando ad accendere il fuoco. Tutti sono attratti dalla lucentezza del vetro. Diventa sera. I marinai rifiutano l’invito dell’anziano di festeggiare il loro arrivo, sull’isola con il resto del villaggio: è buio, non si fidano.
Anche il topolino è attratto da una strana lucentezza nell’oscurità. Si avvicina cauto all’angolo della cambusa da cui prima è giunto il rumore, ora la luce.
Dal buio la zampa di un gatto lo afferra e lo uccide.
  
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