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Autore: Alyx    06/03/2012    5 recensioni
Mietitura.
75° Hunger Games.
Distretto 4.
Una spiaggia.
E Annie fuori di sè, disperata.
Non chiedetemi da dove è venuta fuori.
Perchè ho paura di non sapervi rispondere.
*
Le lacrime stanno per uscire.
Mi offuscano la vista.
Un lampo.
Rosso.
Sangue.
Poi Finnick.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rosso Sangue
 


Il sole si tuffa nel mare quando mi accorgo di quanto tempo è passato da quella mattina.
Dalla Mietitura.
Mi prendo la testa tra le mani, mordendomi il labbro inferiore, impedendomi di piangere.
Ancora una volta l'immagine del tributo che era con me nell'arena mi rimbomba nella mente.
Forse sto urlando come mi dicono.
Ma non ne sono sicura.
Sangue.
Sangue.
La sua testa senza corpo.
Stavolta urlo con tutto il fiato che ho in corpo.
Poi mi ricordo di Finnick.
E di Mags.
Ancora una volta nell'arena.
La testa scoppia.
La scuoto ripetutamente per cercare di scacciare tutti quei pensieri.
Ma quel nome.
Il suo nome rimane impigliato nel mio cervello.
Finnick.
Finnick.
Finnick.

Me l'hanno preso, ancora una volta.
E forse ora e per sempre.
E poi c'è tutto quel sangue.
E la testa senza corpo.
E Finnick.
E il sangue.
E Finnick senza corpo.
Urlo.
No!
Avrebbe vinto.
Ancora una volta avrebbe vinto per tornare.
Tornare da me.
Per non lasciarmi sola.
Per impedire, come sempre, alla gente di darmi della matta.
Nascondo la testa tra le gambe, abbracciandomi le ginocchia.
Le lacrime stanno per uscire.
Mi offuscano la vista.
Un lampo.
Rosso.
Sangue.
Poi Finnick.
E di nuovo il sangue.
Basta!
Perché?!
Perché tutto quel sangue?
Perché tutta quella crudeltà?
Perché nella mia testa?
Cerco di concentrarmi sul tramonto, ma anche quello è rosso.
E le lacrime scendono.
Scendono perché sono sopravvissuta guardando un mio compagno morire.
Morire vicino a me.
Morire, magari, per me.
Essere ucciso senza una ragione.
In modo crudele.
Nel cervello mi rimbomba il sordo rumore della sua testa mentre cade.
Senza il suo corpo.
Le viscere mi si contorcono. 
E forse urlo.
Mi perseguita.
Lui.
La sua testa.
Il sangue.
E poi un altro nome.
Finnick.
Perché?
Perché me lo hanno preso ancora?
Non gli  bastava una volta?
Mi accorgo che ho le mani strette a pugno.
Le apro e un fiotto di sabbia rossa di sangue scende lenta.
Scatto in piedi.
Il tramonto.
Rosso.
Quel pesce.
Rosso.
Il mare.
Rosso.
Rosso, rosso, rosso.
Da tutte le parti.
Sangue.
Sangue ovunque.
E Finnick.
Finnick senza testa.
Finnick e sangue.
Un gemito esce dalla mia bocca mentre mi mordo il labbro inferiore cercando di trattenermi.
È nella mia testa.
Finnick me lo diceva sempre.
Che non è  vero.
È solo la mia mente che crea queste cose.
Ma non sento più la sua voce.
Sento una testa cadere.
Sento urla di dolore e di morte.
Sento il sangue.
Si può sentire il sangue?
Si.
Io si.
Io lo sento.
Sangue.
Rosso.
Tramonto.
Perché?
Quanti tramonti avevo trascorso qui insieme a Finnick senza pensare minimamente al sangue, al dolore, alla morte?
C'erano state risate, abbracci, scherzi.
Una volta persino un bacio.
Ma allora perché?
Perché vedo solo sangue?
Sangue dappertutto?
Mi accorgo ancora una volta troppo tardi che mi sono rannicchiata su me stessa e che mi stringo la testa con le mani, scuotendola.
Perché questi pensieri non volgono uscire?
I ricordi.
Ancora un lampo.
È sempre brutto quando ci sono i lampi.
Sangue.
E Finnick.
Finnick in una pozza di sangue.
E la testa.
Dov'è la sua testa?
Mi chiama.
Annie.
Annie.
Sono morto.

Urlo.
Piango.
Piango.
Urlo.
Mi dimeno.
Ma è ancora tutto lì.
Tutto quel rosso.
Tutto quel sangue.
   
 
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