And
so I run now to the things they
said
could restore me
Restore
life the way it should be
I'm
waiting for this cough syrup to
come down.
Sta
sognando ora, Finn.
In
quello stato ‘vegetativo’.
Sta
correndo verso tutte
quelle piccole cose che possono farlo stare bene. Gli piaceva pensare,
sognare.
Gli piaceva ricordare il dolce sorriso di Beth, gli piaceva ricordare
la calda
sensazione del respiro di Rachel, che lentamente si posava sul suo
corpo,
quando facevano l’amore.
Gli
piaceva pensare che si
sarebbe svegliato da un momento all’altro, che avrebbe
trovato i suoi amici al
suo capezzale, che per una volta avessero messo da parte gli asti e si
fossero
voluti bene.
Forse
era questo che Finn
in fin dai conti voleva.
La
felicità e la pace dei
suoi amici, della sua famiglia.
Era
quello per lui. Una
famiglia. Un luogo composto da persone che gli sorridevano sincere. La vita era troppo corta affinché
qualcosa
impedisse a qualcuno di sorridere.
Il
Glee era la sua casa.
Un
posto dove trovare
sorrisi sinceri ad aspettarlo. Un posto dove rintanarsi se pioveva, se
piangere
se triste, se cantare se felice. Un posto che avrebbe dovuto donare
felicità a
chiunque ci mettesse piede.
Ecco
come avrebbe dovuto
essere quella straordinaria esperienza che era il Glee. Doveva
rinsanire ogni
negatività e trasformarla in cosa giusta.
Stava
aspettando un cenno,
uno soltanto per tornare su, per tornare a galla.
Per
sconfiggere il cielo
nero, con uno schizzo di sole.
Ce
l’avrebbe fatta, Finn
Hudson, lui era quello che aveva messo assieme il Glee, quello che
l’aveva
salvato dall’orlo della catastrofe. Lui era il numero uno di
quel Glee.
Doveva
vederlo crescere, e
concludersi. Ce l’avrebbe fatta.
One
more spoon of cough syrup now.
Con
una botta di vita,
Finn Hudson uscì da quel coma.
Quando
aprii gli occhi,
con un po’ di sorpresa e un po’ no,
trovò tutto il Glee ad attenderlo.
Shuester
teneva un braccio
attorno alla vita di quella che era sua moglie e la Pillsbury a sua
volta
teneva in braccio un piccolo pargolo, che a quanto pare si chiamava
proprio
come lui.
Si
sentì dannatamente
onorato in quel momento di far parte di quel gruppo.
Li
aveva trovati.
Finn
aveva trovato i buoni
sentimenti, era stato un cacciatore provetto. Aveva scovato negli occhi
di
ognuno dei suoi amici dei buoni sentimenti.
Puckerman,
Santana,
Brittany, Quinn, Blaine, Kurt – che portava gli occhi lucidi
– Tina, Mike,
Rory, Sugar ed infine Rachel.
“Finn,
ci ho pensato
molto.” Cominciò la mora, proprio davanti ai suoi
amici. Finn
riuscì a zittirla per un secondo, aveva
preso una decisione importante così su due piedi.
“Rachel.
I miei sentimenti
per te non sono cambiati, ma credo che tu abbia ragione, o forse io
stesso ho
ragione.” Continuò con voce roca, era stanco e
aveva sete, ma voleva che la
ragazza sapesse. Aveva ragione Kurt, il matrimonio non era da tutti. E
lui era
speciale. Avrebbe dovuto ambire a qualcosa di speciale. “Ci
serve tempo, hai
ragione. Non sto tirando indietro la mia proposta. Solo.. la stiamo
allontanando
nel tempo, mettiamola così.”
Rachel
capì, Kurt si aprì
in un bel sorriso, e si strinse a Blaine.
Un applauso a me, prego.
Niente, questa era la mia delirante idea su come Finn Hudson avesse potuto
vivere Cough Syrup.
E un po come vorrei che andasse questa storia del matrimonio Finchel.